UNA PIANTA DA GUERRA
Le bacche rosse e lucide dell'Ilex aquifolium, come lo ha chiamato il solito Linneo nel Settecento, si presentano spesso nei boschi e nei giardini della Valsassina. SI tratta del comune agrifoglio di cui esistono specie con foglie spinose o del tutto prive di aculei. Il termine generico Ilex, deriva dal latino Quercus ilex (leccio) mentre l'appellativo specifico “aquifolium” trae origine da due parole latine: “acus”, acuto, spinoso e “folium”, foglia spinosa, appunto. Ma si tratta di etimo incerto poiché alcuni derivano “ilex” dal greco ὑλήεις (hyléeis) nel significato di boscoso, silvano. L'agrifoglio è pianta nota fin da tempi remoti e viene citata da numerosi autori antichi ma la sua presenza più significativa sembra nascere da un poema celtico - gallese del XII secolo, “Hales Taliesin” (Libro di Taliesin), che affonda le proprie radici nella tradizione esoterica dei culti druidici. Taliesin, infatti, era un bardo originario del Galles, attivo nel VI secolo, nel cui poema denso di oscuri simbolismi, si descrive la “Cad goddeu”, più nota come “La battaglia degli alberi”. Robert Graves, illustre poeta, saggista, scrittore e mitografo inglese, ne parla diffusamente nel suo saggio “La Dea bianca” nel quale inoltre riporta per esteso il testo (da lui “riassemblato”) di Taliesin in cui si nomina anche la pianta che ci interessa: “L'agrifoglio verde scuro / fu molto coraggioso: / difeso da ogni lato dalle punte / che feriscono le mani”. (R. Graves, La Dea bianca; pag.39; vv.104 – 109. Adelphi, Milano 1992).
Ma anche “Io sono una lancia che dà battaglia”. (ivi, Pag 242). In conclusione di questo rapido excursus, segnalo la presenza dell'Agrifoglio fra le sette piante sacre citate nel Crith Gablach, “…antica raccolta di leggi irlandesi del VII secolo…”, come riferisce Graves (ivi, pag. 294). Per altre informazioni in materia seguire questo LINK. L'Agrifoglio, pianta sacra alla cristianità nonostante le origini pagane (le foglie acuminate rappresenterebbero la corona di spine collocata sul capo di Cristo), presenta anche utilizzi fitoterapici oggi molto rari, soprattutto a causa dell’elevata tossicità delle bacche, che riferiamo per completezza. L’aquifolium viene impiegato come diuretico sotto forma di decotto delle radici mentre l’infuso di foglie essiccate è utilizzato in funzione febbrifuga. Ma fate attenzione: ingerire una ventina di bacche può condure a morte un adulto sano a causa dell’elevato contenuto di ilicina. Un’ultima curiosità: prima che diventasse studente ad Hoghwarts, Harry Potter possedeva una bacchetta magica creata con legno di agrifoglio.