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Martedì, 23 Marzo 2021 08:05

I Vaccinati in tutta la Provincia di Lecco a meta` Marzo

Questi i vaccinati in tutta la Provincia di Lecco, i dati dei vaccinati in ogni comune lombardo, un dato aggiornato a lunedì 15 marzo.:
25.041 hanno ricevuto la prima dose, 12.017 anche la seconda.

Dati a cura del Consigliere regionale bergamasco Niccolo` Carretta (coordinatore Lista Gori -Azione) , che cosi` commenta:

A Bergamo (città)
Il 10,74% dei cittadini ha ottenuto la prima dose
Il 4,21% di questi ha ottenuto anche la seconda.
Sono 1495 le dosi ogni 100.000 abitanti.
I Dati sono in media (c’è anche chi sta peggio), ma i numeri assoluti sono terribilmente bassi.
Bisogna vaccinare e farlo più in fretta.
Cambiare metodo in corsa? Un azzardo.
Dico da mesi che il sistema non avrebbe retto, e non siamo ancora nella fase massiva...
In Europa corrono, le altre Regioni vaccinano e se leggiamo la rassegna stampa c’è da vergognarsi.
Su Aria stendiamo un velo pietoso. I suoi problemi sono alla radice, cosa serve far fuori i vertici? Fumo negli occhi.
Il Consiglio urgente che ho richiesto per domani insieme a tutte le minoranze?
Bocciato, ne riparliamo il 30 marzo.
Che fretta c’era, maledetta Primavera...

ISTAT COMUNE ISTAT PR.   Dose 1 Dose 2
           
097001 ABBADIA LARIANA 097 LC 308 123
097002 AIRUNO 097 LC 197 84
097003 ANNONE DI BRIANZA 097 LC 99 57
097004 BALLABIO 097 LC 388 154
097005 BARZAGO 097 LC 104 53
097006 BARZANO' 097 LC 220 114
097007 BARZIO 097 LC 127 44
097008 BELLANO 097 LC 364 200
097009 BOSISIO PARINI 097 LC 182 107
097010 BRIVIO 097 LC 399 202
097011 BULCIAGO 097 LC 135 72
097012 CALCO 097 LC 328 148
097013 CALOLZIOCORTE 097 LC 1.005 570
097014 CARENNO 097 LC 84 36
097015 CASARGO 097 LC 93 28
097016 CASATENOVO 097 LC 763 450
097017 CASSAGO BRIANZA 097 LC 189 103
097018 CASSINA VALSASSINA 097 LC 49 12
097019 CASTELLO DI BRIANZA 097 LC 149 67
097020 CERNUSCO LOMBARDONE 097 LC 329 142
097021 CESANA BRIANZA 097 LC 121 62
097022 CIVATE 097 LC 315 177
097023 COLICO 097 LC 550 247
097024 COLLE BRIANZA 097 LC 95 38
097025 CORTENOVA 097 LC 131 27
097026 COSTA MASNAGA 097 LC 249 138
097027 CRANDOLA VALSASSINA 097 LC 21 6
097028 CREMELLA 097 LC 75 34
097029 CREMENO 097 LC 156 67
097030 DERVIO 097 LC 191 87
097031 DOLZAGO 097 LC 174 61
097032 DORIO 097 LC 24 8
097033 ELLO 097 LC 50 30
097034 ERVE 097 LC 40 14
097035 ESINO LARIO 097 LC 64 24
097036 GALBIATE 097 LC 736 466
097037 GARBAGNATE MONASTERO 097 LC 106 58
097038 GARLATE 097 LC 190 83
097039 IMBERSAGO 097 LC 155 77
097040 INTROBIO 097 LC 247 99
097042 LECCO 097 LC 4.511 2.284
097043 LIERNA 097 LC 184 59
097044 LOMAGNA 097 LC 282 121
097045 MALGRATE 097 LC 366 142
097046 MANDELLO DEL LARIO 097 LC 1.074 425
097047 MARGNO 097 LC 20 8
097048 MERATE 097 LC 1.412 732
097049 MISSAGLIA 097 LC 491 212
097050 MOGGIO 097 LC 49 9
097051 MOLTENO 097 LC 167 87
097052 MONTE MARENZO 097 LC 136 76
097053 MONTEVECCHIA 097 LC 148 86
097054 MONTICELLO BRIANZA 097 LC 381 235
097055 MORTERONE 097 LC 1 0
097056 NIBIONNO 097 LC 191 82
097057 OGGIONO 097 LC 577 298
097058 OLGIATE MOLGORA 097 LC 430 212
097059 OLGINATE 097 LC 459 228
097060 OLIVETO LARIO 097 LC 100 54
097061 OSNAGO 097 LC 307 114
097062 PADERNO D'ADDA 097 LC 272 96
097063 PAGNONA 097 LC 24 4
097064 PARLASCO 097 LC 14 6
097065 PASTURO 097 LC 209 77
097067 PERLEDO 097 LC 119 48
097068 PESCATE 097 LC 151 60
097069 PREMANA 097 LC 244 97
097070 PRIMALUNA 097 LC 186 62
097071 ROBBIATE 097 LC 414 166
097072 ROGENO 097 LC 169 99
097074 SANTA MARIA HOE' 097 LC 138 71
097075 SIRONE 097 LC 133 63
097076 SIRTORI 097 LC 147 73
097077 SUEGLIO 097 LC 11 2
097078 SUELLO 097 LC 115 52
097079 TACENO 097 LC 39 11
097082 VALGREGHENTINO 097 LC 199 104
097083 VALMADRERA 097 LC 934 394
097084 VARENNA 097 LC 72 24
097086 VERCURAGO 097 LC 220 98
097090 VIGANO' 097 LC 125 86
097091 VERDERIO 097 LC 314 159
097092 LA VALLETTA BRIANZA 097 LC 246 116
097093 VALVARRONE 097 LC 58 16
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Martedì, 23 Marzo 2021 07:08

Amazon con le gomme bucate: un successo lo sciopero nazionale

Il 22 marzo la prima manifestazione indetta dalle tre principali sigle sindacali per tutti i lavoratori italiani del colosso americano, 5mila solo in Lombardia. Il racconto delle difficili condizioni di lavoro di dipendenti ed esterni di un’azienda che chiede sempre di più, mentre i profitti volano nell’anno del Covid

Il 22 marzo è stato sciopero indetto dalle tre principali sigle sindacali per tutti i lavoratori italiani di Amazon: dai dipendenti dei magazzini e hub con contratto nazionale di logistica, alle aziende fornitrici dei servizi di logistica, movimentazione e distribuzione della merce, 5 mila nella sola Lombardia

La piattaforma dello sciopero lancia temi molto chiari, come il no alla richiesta di lavoro a chiamata, a ritmi di lavoro insostenibili, sul tavolo la proposta di un giusto inquadramento professionale, indennità Covid e tutela dei lavoratori in caso di acquisizione.

Un universo di gente sfruttata, denunciano i sindacati contro Amazon, che continuerebbe a non volere un confronto con le rappresentanze dei lavoratori in spregio alle regole previste dal contratto nazionale del lavoro. Proprio nell’anno della pandemia che per il colosso di Seattle ha significato un boom economico con 437mila nuove assunzioni e un aumento dei ricavi solo nel terzo trimestre del 197% portando così il patrimonio personale di Jeff Bezos, il fondatore di Amazon, da 113 addirittura a 192 miliardi di dollari.
I conti sono presto fatti. Amazon nell’anno del Covid ha visto nel solo terzo trimestre ricavi aumentati del 197%, Jeff Bezos ha visto aumentare il suo patrimonio personale nel giro di un anno da 113 a 192 miliardi di dollari.

Tutto grazie ai lavoratori che nei momenti più critici non si sono mai fermati mentre la loro vita viene regolata e scandita in modo infernale da un algoritmo. Cosa che riguarda anche i 40mila addetti italiani, di cui 10mila precari totali che ora non si sentono dire “grazie” ma devono subire richieste ancora più pressanti.

Taglio dei giorni di malattia riconosciuti, abbattimento delle garanzie minime in caso di cambio appalto, lavoro a chiamata, altri festivi a carico, l’ulteriore aumento di precari totali. E un’azienda, Amazon, che neanche si siede a un tavolo per confrontarsi e capire che un algoritmo non può comandare la dignità delle persone.
Po

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Martedì, 23 Marzo 2021 07:03

ALLERTA ARANCIONE POSSIBILI INCENDI BOSCHIVI

 ALLERTA di PROTEZIONE CIVILE n° 2021.31 del 21/03/2021 ore 12.53 Rischio INCENDI BOSCHIVI

ALLERTA ARANCIONE

SINTESI METEOROLOGICA

La regione continua ad essere interessata da intense correnti dai quadranti settentrionali che mantengono condizioni di vento moderato o forte su zone alpine e prealpine e possibili eventi di foehn in estensione sino alle pianure settentrionali. Precipitazioni assenti salvo episodi di debole nevischio su Alpi confinali.

Dal pomeriggio di oggi, domenica 21/03 e per l’intera giornata di domani, lunedì 22/03, sui rilievi settentrionali la ventilazione rimarrà moderata o forte, con raffiche comprese tra 40 e 90 km/h e medie orarie fino a 35 – 40 km/h circa, con qualche attenuazione più evidente nel pomeriggio di domani 22/03 e possibili nuovi rinforzi in serata, in cui potrebbe essere coinvolta anche la pianura orientale.
Si evidenzia che in Valchiavenna, tra la serata odierna 21/03 e le prime ore di domani 22/03 possibile locale e temporanea ulteriore intensificazione della ventilazione, con velocità del vento medio superiore anche a 40 km/h e raffiche in quota possibili superiori ai 100 km/h. Sui settori prealpini e pianura occidentale gli eventi saranno invece generalmente più irregolari e locali.Il grado di pericolo è quindi in graduale aumento sull’intero territorio regionale, in particolare per quanto riguarda la componente del combustibile fine: alto su pedemontana occidentale, Garda e Apennino pavese; da medio a localmente alto su Valchiavenna e fascia prealpina; basso o localmente medio sui restanti settori alpini.

VALUTAZIONE EFFETTI AL SUOLO

In conseguenza:
• della intensificazione della ventilazione prevista per il pomeriggio di oggi 21/03 e per la giornata di domani 22/03;
• dell’assenza di precipitazioni significative registrate nelle ultime settimane (ad esclusione di alcuni episodi di nevischio
registrati nei giorni scorsi, sparsi sui settori alpini e prealpini);
• delle condizioni meteo-climatiche previste (assenza di precipitazioni almeno per i prossimi giorni e bassa umidità
dell’aria su tutto il territorio regionale);
• dello stato secco del combustibile vegetale, in particolare per la componente fine/lettiera;
Queste condizioni sono tali da generare possibili incendi con intensità del fuoco ELEVATA e una propagazione VELOCE, in
particolare nelle zone in codice di allerta ARANCIONE. Si sottolinea inoltre che la possibilità di raffiche di vento in quota superiori ai 70 km/h ( e localmente oltre i 90 – 100 km/h) potrebbero determinare difficoltà o impossibilità di intervento dei mezzi aerei
di spegnimento.
Pertanto si chiede ai sistemi locali di protezione civile di mantenere/attivare una fase operativa minima di ATTENZIONE, cioè di predisporre il sistema locale alla pronta attivazione di azioni di monitoraggio e contrasto, congruenti a quanto previsto nella pianificazione di emergenza comunale, per la salvaguardia della pubblica incolumità e la riduzione dei rischi.
I Presidi territoriali hanno sempre l’onere di valutare l’attivazione e/o il passaggio a fasi operative di livello superiore, in funzione di valutazioni locali sull’evoluzione degli effetti al suolo e della vulnerabilità del proprio territorio.
Si raccomanda inoltre di attivare o mantenere adeguate azioni di sorveglianza e pattugliamento su tutto il territorio e che dovranno riguardare prevalentemente i Comuni ricadenti nelle classi di rischio 3, 4 e 5 del Piano regionale delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi e che dovranno intensificarsi in particolare nelle zone in codice
ARANCIONE.
Per scongiurare il pericolo di innesco e propagazione degli incendi boschivi, si invita la popolazione ad adottare comportamenti corretti, informarsi costantemente sulle previsioni di rischio Incendi Boschivi utilizzando l’app AllertaLOM e avvisare le Autorità competenti in caso di necessità e/o avvistamento di incendi boschivi.
Segnalare con tempestività ogni principio di incendio, telefonando ai numeri di emergenza:
• Centro Operativo Regionale Antincendio Boschivo (COR AIB): 035.611009;
• Sala Operativa di Protezione Civile regionale: 800.061.160;
• Sale Operative Provinciali VVF: 115 o in alternativa il 112.
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Lunedì, 22 Marzo 2021 18:11

LA SITUAZIONE DELLE VACCINAZIONI NELLA NOSTRA COMUNITA' MONTANA

Comunicati oggi i dati dei vaccinati in Regione Lombardia. Per quanto riguarda la nostra Comunità Montana (+ Ballabio) nella tabella trovate i numeri relativi a ciascun comune. La prima colonna si riferisce alle prime dosi, la seconda al numero delle seconde. 

 

COMUNE

Prima dose

Seconda dose

BALLABIO

388

154

BARZIO

127

44

BELLANO

364

200

CASARGO

93

28

CASSINA VALSASSINA

49

12

COLICO

550

247

CORTENOVA

131

27

CRANDOLA VALSASSINA

21

6

CREMENO

156

67

DERVIO

191

87

DORIO

24

8

ESINO LARIO

64

24

INTROBIO

247

99

MARGNO

20

8

MOGGIO

49

9

MORTERONE

1

0

PAGNONA

24

4

PARLASCO

14

6

PASTURO

209

77

PERLEDO

119

48

PREMANA

244

97

PRIMALUNA

186

62

SUEGLIO

11

2

TACENO

39

11

VARENNA

72

24

VALVARRONE

58

16

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Lunedì, 22 Marzo 2021 12:19

SILEA: OK DEI SOCI ALL'ATTO DI INDIRIZZO PER IL TELERISCALDAMENTO

L’Assemblea intercomunale dei Soci di Silea, alla presenza di 67 Soci pari al 92,77% di capitale sociale, ha approvato a larghissima maggioranza l’atto di indirizzo al Consiglio di Amministrazione della Società proposto dal Comitato ristretto dei Sindaci in materia di affidamento della concessione di costruzione e gestione della rete di teleriscaldamento nei comuni di Valmadrera, Malgrate e Lecco.

L’atto ripercorre in una prima parte le diverse tappe dell’iter che ha portato l’Assemblea dei Soci di Silea a deliberare di procedere - in ottemperanza alle prescrizioni di Regione Lombardia nell’ottobre 2007 in occasione del rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per l’esercizio del termoutilizzatore - la realizzazione secondo le procedure di Finanza di Progetto di una rete di teleriscaldamento con sistemi alternativi di alimentazione della rete da attivarsi al più tardi, nell’ipotesi di una riconversione dell’impianto, alla data di scadenza dell’attuale AIA; e quindi a pubblicare nel marzo 2019 il bando per la procedura ristretta di partenariato pubblico privato, per cui ha presentato offerta solo Varese Risorse Spa.

Tale offerta è stata valutata positivamente dalla Commissione di Gara in data 22 settembre 2020 e successivamente, il 15 ottobre 2020, il RUP, Ing. Francesco Pezzagno ha presentato la proposta di aggiudicazione a favore di Varese Risorse SpA.

Dopo l’introduzione da parte del direttore di Silea Pietro Antonio D’Alema, che ha approfondito i diversi aspetti tecnici del progetto stesso, evidenziando come sia previsto dalla stessa procedura una fase di trattativa tra Silea e l’azienda promotrice, con l’obiettivo di migliorarne ulteriormente gli aspetti di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

È seguita quindi una articolata discussione che ha visto la partecipazione di numerosi rappresentati dei Comuni Soci. La votazione conclusiva è stata la seguente: favorevoli n. 45 Comuni per un totale di 74,88% del capitale sociale (80,72% dei presenti); astenuti n. 21 Comuni per un totale di 17,04% del capitale sociale (18,36% dei presenti); contrari n. 1 Comune (Santa Maria Hoè) per un totale di 0,85% del capitale sociale (0,92% dei presenti).

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Lunedì, 22 Marzo 2021 11:34

Water Alliance e La Sapienza creano la prima ‘’carta d’identità’’ delle acque lombarde, che ne conferma la bontà, la qualità e la sicurezza

Un’acqua del rubinetto buona, sicura e di ottima qualità che ha origine alpina. È questa una delle tante evidenze emerse dallo screening isotopico condotto a partire dal 2017 dalle tredici società di Water Alliance, il più grande agglomerato di imprese idriche su scala nazionale, tra cui figura anche Lario Reti Holding, e dall’università La Sapienza di Roma.

La ricerca, grazie a metodi e tecniche all’avanguardia che hanno consentito di analizzare le molecole dell’acqua per risalire alla loro origine ed età, ha garantito una mappatura delle falde idriche della nostra regione.

“Gli ottimi risultati ci permettono di celebrare con orgoglio, ma anche con la consapevolezza del suo valore, la giornata mondiale dell’acqua che ricorre oggi, lunedì 22 marzo – interviene Vincenzo Lombardo,  Direttore Generale di Lario Reti Holding – Una giornata particolarmente significativa per i gestori del servizio idrico integrato lombardo, che si impegnano ogni giorno a fornire ai più di 8 milioni di cittadini lombardi un’acqua buona, sicura e controllata e che promuovono la tutela di una risorsa cruciale per il pianeta.”

Ed è proprio l’acqua lombarda il focus dello studio, basato su un’analisi chimico-fisica di 200 campioni d’acqua prelevati da pozzi sparsi per tutta la Lombardia, che ha confermato come l’acqua delle falde analizzate non solo è sicura ma è anche di qualità, perché proveniente dall’arco alpino e ricca dei minerali che raccoglie nel suo percorso nelle ghiaie e nelle rocce ed è sicura perché separata dalle acque superficiali che subiscono gli effetti dell’inquinamento derivante dall’azione antropica.  Inoltre, il percorso che compie dalla fonte alla destinazione è quasi secolare, dato che, sempre secondo la ricerca, la nostra acqua ha più di sessant’anni e deriva dagli scioglimenti dei ghiacciai e della neve dell’arco alpino.

Alla luce di questo studio è stato possibile definire una sorta di ‘’carta d’identità’’ dell’acqua lombarda che ne descrive provenienza, età e qualità:

  1. Le acque lombarde di falda sono omogenee per provenienza perché si tratta di acque disciolte dai ghiacciai o dalle nevi dell’arco alpino. Dunque, questa acqua non ha alcuna “parentela” con l’acqua delle piogge locali e quella dei corsi d’acqua superficiali
  2. La stragrande maggioranza delle risorse idriche sotterranee deriva da aree alpine o perlomeno da fascia pedemontana/prealpina.
  3. Quest’acqua non solo è protetta ma conserva nel tempo le sue caratteristiche e i minerali che la compongono. La separazione delle acque superficiali da quelle più profonde nelle falde e gli strati sovrapposti di terreno impermeabile ne garantiscono la protezione dagli agenti inquinanti durante tutto il suo percorso.
  4. Tutte le acque analizzate hanno un’età per lo più maggiore di 50-60 anni

La ‘’carta d’identità’’ dell’acqua lombarda conferma quindi la salubrità e la qualità dell’acqua che beviamo ogni giorno. L’impegno di Water Alliance è quello di proteggerla quotidianamente con azioni di sensibilizzazione e processi di valorizzazione, alla luce del cambiamento climatico che minaccia quello che è a tutti gli effetti il nostro oro blu.

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Lunedì, 22 Marzo 2021 07:34

C'E' BISOGNO DI UN DON CHISCIOTTE

Il prof. Mondoni ha completamente, assolutamente, umanamente ragionevolmente ragione (LA FINE DELL'ATTIVITA' MOTORIA E SPORTIVA IN ITALIA (valbiandino.net). Tutte ma proprio tutte le misure da lui esposte ed invocate a proposito dell’inadeguatezza al movimento dei nostri ragazzi sono valide. E, anche, necessarie. Ma, temo, insufficienti.

Anche se in qualche utopico futuro venissero completamente realizzate. È verissimo: oggi molti genitori non invitano (non dico incitano) i figli all’attività sportiva o semplicemente motoria se non nutrono una sia pur flebile speranza di trasformarli in campioni (almeno nazionali) di qualche blasonato sport, di squadra o individuale non fa differenza. Ma in questo caso si trasformano spesso in tirannici commissari tecnici fustigatori e torturatori della prole, spinta scriteriatamente a primeggiare nel “gioco più bello del mondo” o in altre discipline. Con un occhio all’eventuale profitto monetario che ne potrebbe derivare in caso di successo. Insomma se mio figlio non ha speranze di diventare “scarpa d’oro” almeno una volta, allora è inutile spingerlo a sudare correndo dietro a una palla. Col rischio, oltretutto, che si faccia male. Un menisco rotto o, nel migliore dei casi, una caviglia dolorante, non si augura a nessuno.

Meglio, sic stantibus rebus, fingere di non vedere mentre, stravaccato sul divano, il rampollo si imbesuisce con gli occhi sbarrati davanti allo smartphone o al videogioco di turno in preda a un accesso acuto di videocatalessi.
Vede, prof. Mondoni, noi diversamente giovani (vecchi non si dice; sarebbe come dire cieco a un non vedente. Anche se cieco è. Sarebbe insopportabilmente e politicamente scorretto) ricordiamo con nostalgia le croste sulle ginocchia dovute a rovinose cadute durante una sessione di nascondino in cortile.

Corse sfrenate e gomiti spellati sono stati, nella nostra lontanissima gioventù, pane quotidiano dei nostri “giochi da cortile”. Per di più senza alcun premio in natura o in denaro in palio. Il fatto è, prof. che non ci sono più i cortili di una volta. Anzi non ci sono più i cortili. Neanche a pagarli. E nemmeno le strade.

Non riesco a immaginare, oggi, neppure in un paesino dell’alta valle, una partita di lippa in strada. Sarebbe un rischio mortale. E a scuola, in palestra, chi si arrischierebbe a far salire lungo una corda o una pertica adolescenti in vena di ginnici confronti con i colleghi per vedere chi riesce ad arrivare in cima e chi no? In caso di caduta e, nel migliore dei casi, di contusione ai glutei si scatenerebbe un inferno a base di genitori incazzati e insegnanti convocati dal preside se non dal giudice. In una visione ottimistica del problema volerebbero parole grosse.

La parola d’ordine è, oggi, niente rischi. Idem per l’attività motoria negli oratori. Anche in presenza di un apposito certificato di sana e robusta costituzione.
Per queste ad altre analoghe ragioni, prof. Mondoni, la invito a non abbandonare la sua sacrosanta battaglia. Abbiamo un disperato bisogno di Don Chisciotte, anche se non ci sono più mulini a vento ma solo smartphone con 5 fotocamere e un refresh rate di 120 Hz. Qualunque cosa voglia dire.

Elio Spada

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Lunedì, 22 Marzo 2021 06:43

RICORDATE IERI LE VITTIME DELLA MAFIA. ANCHE L'I.C.S. CREMENO LO HA FATTO SABATO MATTINA

Ricorreva domenica 21 marzo la “XXVI Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”. Una data che unisce l’Italia tutta nel ricordo di quanti hanno sacrificato la loro vita per combattere e non piegarsi alla criminalità organizzata.

A ricordare e riveder le stelle” è lo slogan scelto per questa giornata seguita anche quest'anno da Rai per il sociale.

In tutte le iniziative che si sono svolte nel nostro Paese, dove i protagonisti sono specialmente i giovani che prendono coscienza dei valori della legalità, verranno letti e celebrati gli oltre mille nomi delle vittime della criminalità mafiosa.

La Giornata nel 2017 è entrata a far parte delle ricorrenze riconosciute dallo Stato grazie alla volontà di due madri, due donne eccezionali, che hanno dato vita al progetto, in collaborazione con “Libera - Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”.

Le due donne sono Saveria, la mamma di Roberto Antiochia, un agente morto al fianco del commissario Antonino “Ninni” Cassarà nel 1985 e Carmela la mamma di Antonio Montinaro, assistente della Polizia di Stato, ucciso insieme al giudice Giovanni Falcone e alla moglie Francesca Morvillo nel 1991.

E poi la moglie di Antonio, Tina Montinaro, da sempre impegnata nel mantenere vivo il ricordo del marito e della strage di Capaci, con la sua associazione Quarto Savona 15, trasformando il dolore in azioni concrete, è più volte è intervenuta pubblicamente "Ancora oggi io dico sono la moglie di Antonio Montinaro, non la vedova, perché è riuscito a riempirmi la vita anche in questi 26 anni, anche se lui come presenza fisica non c'è".

È dal 1996 che le celebrazioni si susseguono e neanche la pandemia ne ferma la portata, perché la volontà, l’impegno e la forza di tante associazioni, di tanti giovani, continuano a portare avanti gli ideali di uomini e donne che non hanno esitato a dare la loro vita per una società migliore, per il bene comune.

Le tante iniziative seguiranno protocolli attuati per contenere il contagio da Covid-19; non mancheranno i momenti di riflessione, approfondimento e le testimonianze per fare in modo di tenere viva la memoria comune a partire dalle storie di quegli uomini, donne e bambini che non ci sono più.

Anche l'I.C.S. Cremeno ha voluto ricordare - come tutti gli anni - questa giornata. Sabato mattina gli studenti si sono collegati a distanza per leggere loro riflessioni sul tema e suonare brani di pace e fratellanza. Pur non in presenza, l'evento è stato molto emozionante e coinvolgente.

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Lunedì, 22 Marzo 2021 06:37

Un uomo scivola su un canale e perde la vita

VALSASSINA (LC) - Incidente mortale domenica 21/03 sul Grignone, nella zona della Bocchetta di Prada, tra i comuni di Mandello ed Esino Lario. Un uomo di 37 anni ha perso la vita dopo essere scivolato lungo un canale impervio. La persona che era con lui ha dato l’allarme. La richiesta d’intervento per il Cnsas (Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico) è arrivata poco dopo le 14:30.

Impegnati una quindicina di tecnici della Stazione di Valsassina Valvarrone, XIX Delegazione Lariana; attivati anche i tecnici di soccorso speleologico della IX Delegazione regionale, perché dalle prime informazioni c’era la possibilità che l’incidente fosse avvenuto in circostanze che richiedevano la loro presenza. Sul posto anche l’elisoccorso di Como di Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza). L’uomo è stato individuato e recuperato dall’elicottero, dopo la constatazione del decesso. Illeso l’altro escursionista.

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Domenica, 21 Marzo 2021 14:04

Una petizione per salvare il Monte Magnodeno dalla escavazione

Oltre 31.100 firme in otto giorni, un numero che aumenta di ora in ora (ma bisogna arrivare a 35.000). E' la petizione lanciata dal comitato "Salviamo il Magnodeno" per fermare l'attività di escavazione che ha luogo sulla montagna lecchese.
" Ho firmato la petizione già una settimana fa - scrive Carlo Losa del PD lecchese-. Spiace vedere che a nessuno importa del Monte Magnodeno. Quando arriverà il momento del dibattito sarà un tema molto sentito e anche, ahimè, strumentalizzato per attaccare il governo della città"

IL testo della Petizione su Change.org

Molto probabilmente anche tu, cittadino lecchese o della provincia di Lecco, avrai avuto modo di percorrere i sentieri del monte Magnodeno godendo della bellezza delle nostre montagne.

Sapevi che nel cuore di questa montagna, situata accanto al più celebre monte Resegone di manzoniana e carducciana memoria, a completamento naturale di quella cornice montuosa in cui si situa la città di Lecco, viene portata avanti da ormai un secolo una delle più intense attività di escavazione, con ben tre cave attive nella produzione di calce?

Il materiale estratto, a seguito di un processo di combustione, è la materia prima per la produzione di calce ad uso principalmente siderurgico, venduta soprattutto al di fuori della provincia di Lecco con benefici economici localizzati non solo sul nostro territorio.

A brevissimo, il 31 marzo, si terrà la Conferenza dei Servizi in cui la Provincia di Lecco deciderà se autorizzare o meno la ditta Unicalce spa, società attiva nella cavazione del monte Magnodeno, ad allargare ulteriormente il fronte di cava di Vaiolo Alta (delle tre quella situata più in alto). L’allargamento previsto è di 2.791.000 metri cubi di materiale (equivalenti a un cubo con spigolo di 140 metri, per intenderci), in accordo con il piano cave già approvato nel 2015.

Come Comitato “Salviamo il Magnodeno”, impegnato nella salvaguardia di questa montagna già così compromessa, vogliamo porre all’attenzione della Provincia le problematicità che ci spingono con forza a voler evitare questa autorizzazione, cioè che l’escavazione proceda fino al 2034.

Chiediamo la tua firma perché quell’attività che ha luogo sul Magnodeno comporta gravi conseguenze su vari fronti:

per la salute pubblica e dell’ecosistema: la produzione della calce produce infatti l’emissione di circa 200 000 tonnellate di CO2 all’anno (a confronto, le 130 000 del forno inceneritore di Valmadrera paiono quasi uno scherzo), tra le maggiori fonti di inquinamento atmosferico, oltre che l’emissione di polveri e l’inquinamento acustico legato alla forte rumorosità del processo di estrazione, frantumazione e trasporto della calce.
Facciamo un esempio:
▪ un'auto utilitaria/citycar Euro 6, per il cui acquisto potremmo usufruire di un Ecobonus, emette mediamente 100gr/Km di CO2;
▪ mediamente un'auto italiana percorre circa 11.000Km/anno.
Ciò significa che avremmo bisogno di circa 180.000 automobili per emettere le medesime quantità di CO2.
E chiariamo che i residenti della città di Lecco al 31 dicembre 2019 erano 48.249;
per la tenuta idrogeologica e per la purezza delle acque dei fiumi Bione, Olasca e Tuf, potenziali canali di smaltimento delle acque reflue della cava che minacciano di inquinare anche il nostro lago;
per la natura e il paesaggio dell’area, tanto nella sua potenzialità turistica, quanto in relazione alla possibilità da parte dei cittadini lecchesi e dei territori limitrofi di fruire di un luogo importante sul piano naturalistico e ambientale. Per non parlare dell’impatto paesaggistico di un’area già così deturpata, visibile da quasi tutte le cime delle altre montagne lecchesi;
per la flora e la fauna: per cavare è infatti necessario il taglio della vegetazione e di tutti gli alberi presenti comprese le specie pregiate, oltre all’asportazione degli arbusti, del manto erboso e del suolo fertile. Fa sorridere che si punti a piantare alberi in città, mentre, laddove questi già esistono, vengono estirpati di continuo senza che si possa fare nulla per salvaguardare le specie animali autoctone, che hanno in quei boschi costantemente minacciati il loro habitat naturale, nonché un importante corridoio ecologico di collegamento del territorio;
per la sopravvivenza di frazioni bellissime e storicamente rilevanti per il territorio come Neguggio, Carbonera, Piazzo e Campo de Boi, fortemente minacciate nella loro incolumità dall’avanzamento dell’escavazione.

Per legittimare lo scempio ambientale che ha avuto luogo negli anni e che si continua a perpetrare a danno della montagna, Unicalce Spa ha sempre fatto ricorso al ricatto occupazionale: e i posti di lavoro (nell’ordine delle poche decine di unità), se si smette di cavare, che fine faranno?

Stante che l’escavazione è un’attività fisiologicamente a tempo determinato, destinata prima o poi all’estinzione, chiediamo che in relazione al tema del lavoro si inizi piuttosto a mettere all’opera una riconversione dell’attività in modo da non lasciare persone disoccupate: un ripristino ambientale reale ed autentico impiegherà il lavoro di diverse persone per molti anni e favorirebbe sin da oggi, per il futuro, la possibilità per cittadini, e non, di fruire nuovamente di un’area per lungo tempo sottratta alla collettività. Le aziende attive nell’escavazione, su richiesta della legge, hanno già parzialmente avviato questo recupero, che tuttavia, finché non si metterà fine definitivamente alla sottrazione di materiale, appare oggi più come un camuffamento: l’erba piantata sui gradoni di roccia è ben poca cosa a fronte dell’enorme voragine della cava, una vera e propria ferita che resta aperta e che rischia di espandersi, qualora Unicalce acquisisca l’autorizzazione a continuare le sue attività di escavazione.

Chiediamo che l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini si concentri su una montagna spesso sacrificata che riteniamo debba poter costituire ancora, e di più, un luogo di cui tutti possano beneficiare. Il Magnodeno ha già dato troppo ai cavatori, ha donato le sue membra per arricchire pochissime persone. È giunta l’ora di difenderlo da un’ulteriore aggressione sconsiderata, è giunta l’ora di pensare ai nostri figli e nipoti, alla qualità della loro vita e al futuro di questo territorio.

In questa battaglia per la salute e il benessere della montagna e di tutti i cittadini dobbiamo essere in tanti e abbiamo bisogno anche della tua firma!

 

 

 

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