All'inizio dello sviluppo turistico di Barzio, dove arrivava la seggiovia per Bobbio, era stato costruito negli anni Cinquanta un grand Hotel, chiamato Pequeno,
"Caratteristico modernissimo, di tipo alpino svizzero, con 30 camere, ad un'ora e mezzo di strada (km 65) sempre sgombra di neve, incantevole panorama sui laghi e sulla valle".
"Trattenimenti danzanti", "riscaldamento centrale ad alta temperatura", "nel periodo estivo escursioni ed arrampicate di tipo dolomitico fino al 5* o 6* grado alla Punta Ongania o Zuccone Campelli".
Nella stagione invernale magnifici campi di sci idonei per tutti: discese a declivio dolcissimo oltre a "campi di pattinaggio e maestri di sci": costo delle camere "da 2500 lire a 3000 lire al giorno".
Fa un po' sorridere la pubblicità, forse un po' ingenua, che l'amico Giancarlo Valera, collaboratore della Università della Terza Età Valsassina, ha ritrovato da un vecchio archivio.
Di quelle speranze e di quegli investimenti oggi rimane ben poco, una struttura fatiscente che poco ha a che fare con il suo passato glorioso, poco più che un grande rudere che nessuno vuole più e di cui neanche il Comune di Barzio sa cosa farsene (le tentate vendite sono andate fallite).
Perchè questo disastro? Semplicemente perchè la nuova funivia, portando gli sciatori in cima ai Piani di Bobbio (non a metà strada come la vecchia seggiovia), ha praticamente tagliato fuori dagli itinerari l'ex albergo Pequeno, diventato improvvisamente vuoto di clienti e privo di lavoro.
La vecchia seggiovia che saliva ai Piani di Bobbio partiva da circa 200 metri dalla piazza di Barzio,località Cà Sana, saliva oltre la località Masone dove c’era una stazione intermedia di scambio poi proseguiva fino a Bobbio vicino all’Hotel Pequeno. Da lì si percorrevano circa 200 metri a piedi aggirando l’hotel e si raggiungeva la partenza di un’altra seggiovia che portava in vetta allo Zucco Orscellera.
"La Consonno della Valsassina" qualcuno l'ha definito dieci anni fa: una struttura abbandonata e inquietante (forse al più vi si potrebbe girare qualche altra scena di "Shining" ) sempre più diroccata ogni anno che passa (foto Giacomo Perrucchini pubblicate su Lecconotizie.com nel Luglio 2014) .
In più c'è stato qualche incidente anche grave: sul primo troncone erano anche morte delle persone a seguito di un arresto dell’impianto, i freni automatici non avrebbero tenuto e i seggiolini hanno iniziato a ruotare al contrario sbalzando la gente contro il muro nella stazione di partenza.
Dopo anche numerose valanghe cadute dall’Orscellera sul versante sud, si è deciso intorno al 1960 di chiudere tali impianti e di spostare la salita ai Piani nella conca dove sorge l’attuale funivia. E così anche l’Hotel Pequeno è andato in rovina. Nulla però è mai stato smantellato e tutto è andato lentamente in rovina e preda del tempo e dei vandali.
Quindi il Pequeno, ancora oggi di proprietà di una società con sede a Milano, è stato abbandonato al suo destino: grandi illusioni (e grandi cementificazioni) svanite nel nulla!
Enrico Baroncelli