La nota diffusa venerdi sera dall’Istituto Superiore della Sanità non lascia più spazio a margini di dubbio: la classificazione in “zona rossa” della Regione Lombardia è avvenuta sulla base di dati errati comunicati dalla stessa in data 13 gennaio 2021 relativi alla settimana 4-10 gennaio 2021, che sono stati rettificati il 20 gennaio 2021.
In particolare il valore medio del “Rt sintomi” stimato con il DB aggiornato il 13 gennaio 2021 è risultato pari a 1,4 mentre lo stesso valore medio stimato con il DB aggiornato il 20 gennaio 2021 risulta pari a 0,88. Questo porta l’ISS a concludere che “una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia”.
Non ho mai ritenuto una punizione la “zona rossa” bensì una misura di prudenza per la salute di tutti i cittadini. Peraltro, il Presidente Fontana e diversi esponenti leghisti, a partire dal loro “leader” nazionale, si sono strumentalmente “scagliati” per tutta la settimana contro il Governo, responsabile, a loro dire, di questa “ingiustizia” nei confronti della Lombardia.
Ora che di questa “ingiustizia” è emersa l’origine, il Presidente Fontana dovrebbe almeno delle scuse: ai cittadini lombardi, per averli costretti ad una settimana di “zona rossa” a causa di un errore della sua struttura, ai commercianti che hanno dovuto chiudere immotivatamente in questi giorni i propri esercizi, al Governo oggetto dei suoi “strali” e sin troppo facile bersaglio proprio nei giorni della crisi.
E forse le scuse non basteranno a chi ha avuto una sensibile riduzione del fatturato!
Inoltre questo “incidente” dovrebbe finalmente convincere la Giunta Regionale a rendere trasparenti i dati che vengono raccolti. Come ha ricordato nuovamente nei giorni scorsi il Presidente della Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid19, Gianni Girelli, i numeri dell’incidenza del virus, che devono essere elaborati e forniti dalla Regione, non sono accessibili. E questo è grave e disorientante!
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