La montagna gli ha dato molto. La montagna gli ha tolto tutto. Anche la vita. Il “Ceco”, Galperti Francesco da Cortenova, classe 1955, se ne è andato nel pomeriggio di giovedì, nel cuore di quelle montagne che rappresentavano, per lui, più che una passione, un’imprescindibile condizione di vita. Una vita trascorsa fra nevi e ghiacciai, fra vertiginose lame di granito e scoscese pareti rocciose. Roccia grigia e rugosa di Grigna e Grignetta, che il “Ceco” aveva più e più volte affrontato con meticolosa perizia e infaticabile volontà legato a una corda sottile che, lui non lo sapeva, avrebbe segnato il suo destino.
È morto così, Galperti Francesco, mentre scendeva in corda doppia dal Dente del gigante, nel gruppo del Monte Bianco. Questo hanno raccontato agli uomini del soccorso alpino francese i suoi due compagni di cordata. Distrazione, un appoggio che cede, un appiglio che si sgretola, l’imprevisto che in montagna è sempre in agguato soprattutto lungo la via del ritorno. Quando la conquista della vetta ti lascia dentro una pericolosa miscela di stanchezza e gioia intensa. Quando gli occhi si abbassano e vedi il bagliore del ghiaccio, là in fondo, là in basso.
Quando ai piedi della parete ti aspettano solo passi sazi e appaganti verso il rifugio. Quando la tensione dell’ascesa si allenta e la convinzione che il difficile sia ormai alle spalle mente con spudorata crudeltà. Molti alpinisti hanno conosciuto la loro fine lungo la via del ritorno. Eppure era prudente ed esperto, il “Ceco”. Non lasciava mai nulla al caso. Aveva vinto cime italiane e straniere. Partiva spesso verso le Ande dove aveva conquistato Alpamayo e Huascaran.
E poi ascensioni e trekking in Himalaya, e Tibet e un’invernale sulla parete Fasana e cento altre imprese, grandi e piccole. Capitava di incontrarlo in “allenamento” con la moglie Ambrogina lungo i nostri sentieri e mulattiere. E ti imbattevi spesso, anche a Introbio, nel suo sguardo celeste. Nel suo volto increspato dal sole delle cime più alte. Insomma, uno di quelli che a stare fermi non ci riescono proprio. Perché la montagna è là, e ti chiama, e ti lusinga e non puoi proprio dire no. La montagna ha chiamato il “Ceco” per l’ultima volta. Aveva gli occhi azzurri Galperti Francesco detto “Ceco”.