Si approssima la data del 4 Novembre, e giustamente i Sindaci e i Comuni di tutto il Lecchese si apprestano a ricordarla con cerimonie, corone in memoria dei soldati ecc. Giustissimo, visto che tra l`altro il 4 Novembre - se ci pensiamo l`unica guerra che l`Italia abbia mai vinto- e` stata tolta dal novero delle feste (spostata alla prima Domenica del mese) : e` purtroppo una delle cinque feste soppresse nel 1977.
Giusto quindi ricordare i caduti di quella che Papa Benedetto XV nell`Agosto del 1917 defini` una "inutile strage": e strage fu per davvero. Cannoni potentissimi, bombe, gas micidiali lanciati sulle trincee avversarie (Iprite, poi vietata dalla Convenzione di Ginevra, ma ancora usata dal Fascismo nella Guerra contro l`Etiopia), mitragliatrici, che sterminarono centinaia di migliaia di poveri soldati vanamente lanciati contro le trincee avversarie, come ad esempio a Verdun (700.000 morti) o a La Somme (circa 600.000), oltre che sulle Dolomiti italiane.
La potenza delle bombe fece presagire a Italo Svevo, come scrive nelle ultime righe della "Coscienza di Zeno" , un`arma terribile che avrebbe disintegrato il nostro pianeta riducendolo a pochi sassi vaganti nello spazio (un`anticipazione angosciante della bomba atomica).
Ma le conseguenze peggiori della I Guerra Mondiale si verificarono nell`immediato suo dopoguerra. "L`Italia aveva vinto la guerra - ha scritto qualche storico - ma la sensazione era quella di averla persa", complici anche le promesse tradite del "Patto di Londra", stipulato con gli Inglesi nell`Aprile 1915 , che promettevano anche Fiume e la Dalmazia, subito prima di entrare in Guerra dalla parte opposta all`Alleanza a cui l`Italia si era legata fin dal Maggio 1882, con l`Austria e la Germania (che con Bismark ci aveva aiutato a riconquistare il Veneto, nel 1867).
Scioperi, tumulti, caos generalizzato, complice un`inflazione che durante la guerra aveva ridotto di un terzo il valore della Lira e quindi anche quello dei salari dei lavoratori dipendenti.
In realta` nel primi anni del Novecento - Governo Giolitti - si era avviato un processo di vere Riforme forse unico nella storia italiana: con la collaborazione di Socialisti Riformisti (il grande Filippo Turati, nato a Canzo) e Liberali, i lavoratori avevano migliorato le loro condizioni di vita e si era avviata una politica seria di riforme sociali (Maternita`, Scuola, tutela dell`Infanzia, e dei lavoratori in Malattia).
Tutto venne spazzato via da un clima cruento e violento che si creo` nel dopoguerra: da una parte l`ala massimalista del PSI, che voleva "fare come in Russia", cioe` la Rivoluzione Bolscevica (a parole, come Amadeo Bordiga, primo Segretario del PCd`I nel 1921) dall`altra le organizzazioni di ex militari (Arditi ecc.) tornati a casa in una situazione di caos e di scompiglio economico, che diedero origine al Movimento Fascista, in Piazza San Sepolcro a Milano.
Di questa situazione di caos generalizzato seppero approfittare sia prima D`Annunzio, il "Vate" che propugno` la "Presa di Fiume", sia Mussolini, che organizzo` con Farinacci le sue "squadracce" d`Azione per riportare all`ordine i manifestanti.
Insomma, le conseguenze della Guerra furono ancora peggiori della guerra stessa: senza dimenticare, e qui il pensiero torna all`attualita`, la terribile pandemia della "Influenza Spagnola", una malattia nata dalle terribili condizioni anti-igieniche dei soldati nelle trincee francesi al confine tedesco (in mezzo ai topi e agli insetti) e che nei due anni successivi alla fine della Guerra provoco` una cinquantina di milioni di morti in tutto il mondo.
Insomma, la I Guerra Mondiale e` giusto ricordarla: ma, come tutte le guerre, da archiviare come una cosa che non bisogna mai piu` ripetere !