FNP CISL e i dubbi sul Dpcm di Draghi
“Ferma restando la nostra netta e assoluta condivisione della scelta vaccinale, riteniamo oltremodo preoccupante la decisione di limitare l’accesso agli uffici postali ai soli possessori di green pass: così facendo si mina il servizio essenziale del ritiro della pensione e si limita la libertà, anche dei vaccinati, a recarsi normalmente e tranquillamente in Posta, senza contare le difficoltà oggettive del personale degli sportelli che dovrà anche sobbarcarsi l’onere dei controlli”.
Così Osvaldo Domaneschi, segretario generale FNP CISL della Lombardia, dopo la diffusione delle Faq del governo sulle disposizioni emanate dal nuovo Dpcm che definisce l’elenco delle attività essenziali alle quali si potrà accedere senza il certificato. Nella sua ultima versione, infatti, è saltata la norma che considerava la riscossione della pensione una esigenza essenziale. Quindi, oltre alle poste, anche per banche, finanziarie e uffici pubblici, sarà necessario avere almeno un tampone negativo effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 ore se molecolare. Una deroga, quella che avrebbe riguardato i pensionati, che alla fine è saltata.
“Se si giunge a tali provvedimenti– continua il segretario dei pensionati CISL - , allora la nostra richiesta dell’obbligo vaccinale assume ancora più valore. Inoltre, la pensione è un servizio essenziale, quindi deve essere agevolato al massimo il suo ritiro, considerando che buona parte ancora dei pensionati non ha home banking, né vive in città dotate di numerosi sportelli bancomat. Sono ancora tanti gli anziani che si recano alle poste per ritirare il denaro per il quale hanno versato anni di contributi. Ci sembra piuttosto umiliante e al limite della legalità questo trattamento”.