Commento sulla crisi energetica in atto
Da qualche giorno assistiamo all’aumento vertiginoso del prezzo del carburante. Questo fatto, unito all’incremento altrettanto marcato delle bollette di gas e luce, su cui già abbiamo espresso la nostra posizione, si ripercuote pesantemente tanto sulle aziende quanto sui cittadini. Le implicazioni sul piano economico del conflitto in corso in Ucraina ci impongono una riflessione sull’elevato grado di dipendenza energetica che il nostro Paese ha nei confronti dei grandi paesi esportatori di combustibili fossili, e ci impegnano urgentemente a trovare soluzioni alternative alle fonti energetiche che oggi stanno alla base del nostro sistema produttivo.
L’emergenza climatica che stiamo vivendo rende non più rinviabile il processo di transizione ecologica, al contrario, mostra come sia necessario anticipare la decarbonizzazione. Sostituire le importazioni di gas promuovendo lo sviluppo delle energie rinnovabili, oltre a favorire l’autonomia energetica del Paese, permetterebbe ai bilanci familiari e d’impresa di essere meno esposti alla volatilità dei prezzi internazionali dei combustibili fossili; sarebbe poi un contributo concreto al processo di pace, perché impedirebbe ai grandi esportatori di fonti fossili di mettere in atto una politica di ricatto energetico.
I dati contenuti in una recente analisi del think tank ECCO dimostrano che l’accelerazione sulle rinnovabili, unita a un’assunzione di responsabilità collettiva finalizzata alla riduzione degli sprechi, potrebbe compensare in un anno circa la metà del gas importato, senza dover riaccendere vecchie centrali a carbone, attivare nuove estrazioni di idrocarburi dai fondali marini o ricorrere alla fusione nucleare. Su questo la posizione della CGIL è netta: “Nel 2011 si è tenuto un referendum in cui il 94% dei votanti ha espresso la propria contrarietà alla realizzazione sul territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare.
So bene che non è semplice ma non possiamo fermarci e rimettere in discussione l’obiettivo zero emissioni di anidride carbonica entro il 2050”, afferma Diego Riva, Segretario Generale della CGIL Lecco. “È evidente che la transizione ecologica pone delle sfide significative in termini di impatto economico e sociale, ma queste non devono rappresentare un motivo per indebolire l’intero processo, poiché il mancato allontanamento dalle fonti fossili sarebbe molto più rischioso e costoso della transizione stessa”.