E' abbastanza chiaro che le elezioni appena consegnate agli archivi di domenica 25 settembre hanno un vincitore e mezzo insieme a tanti sconfitti.
La vincitrice, senza ombra di dubbio, è Giorgia Meloni, che ha saputo conquistare un consenso che ha drenato non solo i voti dei suoi alleati del Centrodestra, ma probabilmente anche di ex elettori di centro.
Il mezzo vincitore è Giuseppe Conte, che per il Movimento 5 Stelle ha saputo risollevare verso l'alto un'asticella che stava pericolosamente sprofondando verso il basso. Certo, a costo di farne un Partito più "meridionalista" e attaccato ai Servizi Sociali (come il Reddito di Cittadinanza) ma anche proponendo argomenti storici della fu-Sinistra (Libertè, Egualitè, Fraternitè).
L'elenco degli sconfitti è molto lungo. Parzialmente sconfitto chi pensava di fare da ago della bilancia con il Terzo Polo di Renzi e Calenda, che a quanto sembra avevano ambizioni più elevate. E' già molto però che si siano ripresi un posto in Parlamento, che qualche mese fa era dato per incerto, e sicuramente potranno giocarsi le loro partite.
Non molto esaltante, come i sondaggi però prevedevano, i risultati elettorali di Forza Italia e di quel che resta del Partito di Berlusconi.
Saltando a piè pari i partitini che già all'inizio avevano poche possibilità (De Magistris, Italia Sovrana ecc.) andiamo ai grandi sconfitti.
Matteo Salvini e la Lega perdono anch'essi più di metà dei consensi, significativamente in Lombardia e nelle loro roccaforti storiche: qualcuno, come l'ex Senatore lecchese Roberto Castelli, ipotizza con qualche ragione un ritorno alle origini, quando la Lega e lo "Spadone di Giussano" rappresentavano gli interessi e le aspirazioni autonomistiche del Nord. A lasciarci le penne un candidato che si era presentato anche in Valsassina come "quello che aveva più possibilità di andare a Roma", l'ex Sindaco di Calolzio Paolo Arrigoni, ma neanche alla Camera non ci sono deputati che rappresentino il territorio lecchese, come appunto si temeva (a parte Michela Brambilla e Tino Magni al Senato che sono stati eletti altrove).
Altro grande sconfitto sicuramente Enrico Letta, che probabilmente a Parigi era esperto di teoria politica, ma sul campo pratico ha lasciato parecchio a desiderare.
Il suo grande errore è stato quello di abbandonare la strategia del "campo largo", in cui a mio modesto parere bisognava prevedere anche i 5 Stelle, mandando giù il rospo dell'astensione a Draghi con cui è iniziato tutto, e includendo anche Renzi, che così non si sarebbe alleato con Calenda, creando un'alternativa abbastanza pericolosa per il PD.
Il "campo largo" invece è diventato sempre più ristretto, dopo l'abbandono a tradimento anche di Calenda, fino a diventare l'attuale "campo santo" !
Si poteva allora ricreare una alleanza in nome di quelli che bene o male per quasi 18 mesi avevano sostenuto il Governo Draghi, cioè PD, 5 Stelle, Bonino, Renzi e chi ci fosse stato. E Letta non dica che la colpa è di Conte, che prima che gli si chiudesse la porta in faccia era anche disponibile.
Invece si è preferito consegnarsi alla "garrota" di una sconfitta più che annunciata (il centro destra è da Agosto che brinda !) dimenticando una legge elettorale assurda quanto si vuole ma che era stata approvata proprio dal PD (il Rosatellum) e che con l'Uninominale non permette sbagli.
Dimenticando Machiavelli, Letta si è fatto trascinare più dall'umore che dal ragionamento.
E il grande lavoro dei poveri militanti, e della candidata lecchese Laura Bartesaghi che da quasi due mesi non ha avuto un momento libero, non potevano realisticamente cambiare la situazione.
Vedremo se il PD riuscirà ad uscire da questo "impasse" con un profondo rinnovamento (di certo non basterà cambiare il nome !) e diventando un Partito con una linea politica più precisa ( di Centro ? di Sinistra ?) Forse è l'ora delle "Scelte". Gli elettori hanno scelto. Se si vuole tornare al Governo, forse anche il cosiddetto Centro sinistra dovrà darsi una regolata, con proposte più chiare e una linea più a favore dei lavoratori, molti dei quali (per me purtroppo) ieri hanno votato Lega o la Meloni.