Sentendo e leggendo le preoccupazioni dei sindaci di meratese e casatese sembra di essere tornati ai primi anni novanta quando, analogamente, si era sparsa la voce sul territorio della Comunità Montana Valsassina, Valvarrone, Val d'Esino e Riviera che l'ospedale "Umberto I" di Bellano sarebbe stato chiuso lasciando sguarnita la popolazione del servizio sanitario così come era stato conosciuto e apprezzato ormai da decenni.
La non chiarezza da parte dei vertici sanitari di allora aveva creato interrogativi e sospetti fra la gente e gli amministratori dei comuni montani che subito si resero interpreti del malcelato malcontento che serpeggiava nei paesi tra lago e montagna e lo rappresentarono con forza anche in Regione Lombardia e in realtà, proprio grazie a questa autentica sollevazione popolare, l'ospedale poi non chiuse del tutto i battenti ma fu riconvertito in un polo di terapia riabilitativa che con alterne vicende esiste ancora oggi.
Evidenti criticità esistono infatti anche ai giorni nostri in entrambe le strutture sanitarie tant'è che furono evidenziate da alcuni candidati durante l'ultima campagna elettorale in occasione delle elezioni regionali del febbraio scorso.
Approfondirò l'argomento ma per farlo dovrò consultare le "testimonianze" di quegli anni che ancora conservo e soprattutto spero di ritrovare gli atti che i sindaci della CM avevano stilato a difesa del loro ospedale e sarà interessante confrontare testo e motivazioni con l'analogo documento che nelle scorse settimane i sindaci di casatese e meratese hanno predisposto a sostegno del presidio ospedaliero "San Leopoldo Mandic".