Premesso che nell’area della Piccola, a tutt’oggi, il Comune non sa ancora cosa fare e, mentre da una parte fa interventi a spot su parcheggi, ristrutturazione dello stabile principale e realizzazione di una palazzina per Linee Lecco che, immediatamente dopo la costruzione, “diventa abusiva” , dall’altra imbastisce una specie di evento avente l’obiettivo (non raggiunto) di dimostrare una sorta di partecipazione della cittadinanza al futuro dell’area, oneroso per le tasche dei contribuenti lecchesi, gestito da società esterna e con tanto di buffet finale ma che, di fatto, non ha richiamato più di 40/50 persone compresi Sindaco, giunta, loro amici accorsi per fare numero e i giornalisti.
La Segreteria di Forza Italia, attenta alle esigenze dei cittadini lecchesi ed alle dinamiche territoriali, non può fare a meno di notare e reclamare come l’improvvisazione caratterizzante la gestione di tale area stia continuando a generare costi senza che si intraveda una vera ed organizzata progettualità e di contro, ad alimentare diatribe tra il Comune e la propria partecipata fino ad arrivare a contestare immotivatamente l'operato dei suoi vertici.
In quell’area, infatti, ogni giorno pare verificarsi una puntata di una fiction tragicomica: permesso da parte del Comune per la costruzione di una palazzina di Linee Lecco, inaugurazione della stessa con grande risalto mediatico, a distanza di tre mesi si fa chiudere la palazzina perché è diventata “abusiva” per errori procedurali del Comune stesso che emette ordinanza di abbattimento, ricorso al TAR di Linee Lecco e ora, sospensiva dell’abbattimento. Forse è bene non dimenticare che Linee Lecco è una partecipata del Comune al 100% quindi il Comune contro se stesso.... surreale! E io pago.... direbbe Totò!
La serie tv “La Casa di carta” forse ha avuto meno colpi di scena in confronto ... peccato che ci mancano tanto i lampi di genio del Professore che l’intelligenza acuta di Rachel Murillo ... e ci restano solo, ahinoi, tanta improvvisazione, utilizzo poco oculato di soldi pubblici e mancanza di visione complessiva sulle aree dismesse in rapporto sia alle aree stesse sia al contesto cittadino nella sua complessità.