Una sinergia che si può definire “interaziendale” quella tra gli specialisti della Struttura di Urologia dell’ASST di Lecco e i professionisti brianzoli dell’ASST Brianza per la presa in carico e la cura del paziente con tumore prostatico.
“Con l’Urologia di Vimercate – spiega Paolo Favini, Direttore Generale dell’ASST lecchese – per rispondere alle esigenze di un territorio vasto che comprende le due Aziende Socio Sanitarie Territoriali, abbiamo intrapreso, in questi anni, una sinergia proficua e molto collaborativa per il trattamento delle neoplasie prostatiche”.
“Il nostro obiettivo – prosegue Favini – è quello di garantire la miglior soluzione di cura e trattamento per questa neoplasia che oggi, nel nostro Paese, rappresenta oltre il 20% dei tumori diagnosticati negli over 50. In entrambe le ASST, accompagniamo il paziente in tutto il suo percorso diagnostico e terapeutico, avvalendoci dell’alta qualità chirurgica e diagnostica dell’una o dell’altra Azienda a seconda delle necessità cliniche della persona”.
Che cosa significa nella pratica? “Nell’ottica delle sinergie e dell’ottimizzazione delle risorse – puntualizza Salvatore Scuzzarella, Primario della Struttura di Urologia dell’ASST lecchese – i pazienti presi in carico nei nostri Ambulatori che necessitano della metodica diagnostica fusion Biopsy vengono inviati a Vimercate mentre Vimercate invia i suoi pazienti e i suoi medici a Lecco quando il tumore deve essere asportato, avvalendosi dell’ausilio del modernissimo robot Da Vinci Xi che, come ormai nota, consente una chirurgia mini invasiva che rispetta le strutture nervose necessarie per la potenza sessuale e la continenza, oltre ad essere estremamente preciso nell’eradicazione del tumore”.
Entrambe sono tecniche di diagnosi e trattamento assolutamente innovative: la fusion Biopsy è un esame specifico per le biopsie estremamente mirate delle patologie della prostata e della mammella. Necessita di una risonanza magnetica multiparametrica e di un ecografo con software specifico che è in grado di collimare le immagini della risonanza con l’ecografo e l’ago della biopsia, in questo modo vengono rintracciati quei tumori che non sono stati trovati con la metodica tradizionale e con una clinica sospetta per neoplasia; i casi che necessitano di questa metodica sono circa il 20 % di tutte le biopsie e in genere si tratta di una seconda biopsia dove la prima non ha dato un risultato chiaro.
Il robot Da Vinci Xi (nella foto), la piattaforma robotica di ultima generazione, rappresenta invece l’emblema della precisione e dell’efficacia in sala operatoria. Nato per il tumore della prostata, si è evoluto nella chirurgia di molte patologie sia in campo urologico (reni, vescica, surrene, etc.) che in campo ginecologico e nella chirurgia generale.
Presso l’ASST di Lecco trova utilizzo a 360 gradi in tutte le chirurgie e, sempre nell’ottica delle sinergie, gli specialisti di Via dell’Eremo si rendono sempre disponibili nell’offrire questa tecnologia ad altri ospedali in risposta alle esigenze di cura dei loro pazienti.