Le ipotesi degli esperti: valutare zone rosse circoscritte. Al 12 febbraio la variante inglese era del 17,8 per cento sul territorio nazionale
Il territorio della Lombardia è in zona gialla, tuttora, fino a venerdì. Il monitoraggio periodico del contagio da Covid19 permette quindi l’apertura di bar e ristoranti fino alle 18 anche se restano in vigore il coprifuoco alle 22 e il divieto di spostarsi tra Regioni, se non per motivi di necessità.
Le ultime notizie sull’andamento dell’epidemia richiedono però attenzione sui possibili sviluppi della variante inglese, la mutazione del virus che preoccupa per un più alto rischio di contagiosità e, inoltre, di diffusione tra i più giovani. Le ipotesi degli esperti, che ventilano un nuovo lockdown rigido, sono ad oggi solo prospettive teoriche mentre sono possibili chiusure mirate, per bloccare eventuali focolai locali e sono attese i prossimi dati periodici sul contagio di venerdì 19.
Lombardia in zona gialla, ma la variante inglese è già presente
Nei giorni scorsi sono emersi alcuni focolai di Covid19 con variante inglese che si è provato a bloccare con la chiusura delle scuole coinvolte: è accaduto a Bollate, a Milano in zona Barona, Crema e Pavia.
Un’indagine dell’Istituto superiore di sanità, aggiornata a venerdì scorso, il 12 febbraio, dichiarava che a livello nazionale la variante inglese si attesta sul 17,8 per cento. Si tratta di risultati preliminari, specifica Iss, di un’analisi su 852 campioni per 82 laboratori provenienti da 16 regioni e province autonome, ripartiti in base alla popolazione. Iss scrive che il risultato medio è in linea con quello di altre survey condotte in Europa ma osserva che, nei prossimi mesi, la variante inglese è destinata a diventare prevalente.
Dice Iss:
“La necessità di monitorarne attentamente la prevalenza deriva dalla sua maggiore trasmissibilità rispetto al virus originale. Un attento monitoraggio ci consentirebbe, assieme al rafforzamento delle misure di mitigazione, di contenere e arginare gli effetti della nuova variante mentre si prosegue con le vaccinazioni, che restano comunque efficaci anche contro il virus mutato.
Nei prossimi giorni l’indagine sarà ripetuta, per verificare la velocità di diffusione della nuova variante”.