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MARCO ANEMOLI CONFERMATO RESPONSABILE DELLA XIX DELEGAZIONE LARIANA DEL SOCCORSO ALPINO
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DALLA BCC DELLA VALSASSINA PREMI AI GIOVANI STUDENTI SOCI E FIGLI DI SOCI
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APPUNTAMENTO CON ANTONIO STOPPANI SABATO A BARZIO
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DOMENICA A TACENO LA PRIMA PROVA DEL PROVINCIALE DI CAMPESTRE. ORGANIZZA IL CSC CORTENOVA
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MALORE IN CAMPO: LOMAGNA RINGRAZIA CORTENOVA
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DA DUE NONNI UNA LETTERA DI RINGRAZIAMENTO ALL'ASILO VENINI DI INTROBIO
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Pubblicato in Attualita`

PER LO SVILUPPO DI UN TURISMO DI MONTAGNA A LECCO. L'OPINIONE DI FABIO DADATI

Domenica, 10 Luglio 2022 09:43 Scritto da  Fabio Dadati
Oggi su La Provincia di Lecco cerco di spiegare meglio il mio punto di vista sul turismo, il lago e la montagna a Lecco.
E' importante riprendere il tema montagna e sviluppo del turismo a Lecco e limitrofi in modo più approfondito.
La premessa è che parliamo di Lecco e non di Valsassina, nel secondo caso il quadro cambia completamente.
Il punto fondamentale del ragionamento è che si tratta di turismo, quindi di un’attività economica ben precisa, diverso è il tempo libero e le preferenze dei residenti di cui le amministrazioni locali devono tenere conto per definire le loro strategie: sviluppare il turismo, oppure puntare sull’escursionismo, o anche non considerare nessuno di questi due aspetti, o meglio considerarli entrambi.
Il rapporto dei lecchesi doc con la montagna è molto stretto e possessivo, bisogna rispettarlo e tenerne conto.
Fatta la premessa entro nel merito, negli ultimi dieci anni il turismo si è sviluppato in misura significativa anche nel nostro territorio.
L’offerta di posti letto si è ridotta in termini alberghieri ma è cresciuta in valore assoluto con la nascita di B&B e case vacanza.
La sfida che avevo lanciato quando nel 2009 divenni assessore provinciale al Turismo e coordinatore del Sistema Turistico del lago di Como, di promuovere anche Lecco all’interno dei brand Lago di Como e Milano è risultata vincente, i risultati si sono visti dall’EXPO 2015, e con il contributo dell’indotto del Polo di Lecco del Politecnico di Milano, e negli ultimissimi anni con il riconoscimento di Lecco nella proposta Lake Como da parte di tour operator, agenzie e turisti individuali di carattere internazionale. Prima, gli operatori ed i viaggiatori prendevano in considerazione solo il centro lago ed il bacino comasco.
La differenza si è fatta sentire, nel primo caso in ambito del turismo business, nel secondo nell’area turismo leisure.
L’esperienza mia e dei miei colleghi albergatori mi permette di affermare con certezza che i turisti (chi pernotta almeno una notte) vengono a Lecco per il lago o per lavoro (congressi, convegni, oltre che clienti, fornitori delle aziende del territorio), praticamente nessuno per la montagna (diverso è in Valsassina, ma con numeri inferiori).
Posso anche affermare che il recente riconoscimento internazionale di Lecco nel Lake Como offre ancora spazio di crescita. Per questo il mio parere è che si debba iniziare ad investire in modo serio sul lago in termini di servizi e promozione.
Da segnalare che oggi Lecco e dintorni, come tutto il Lago di Como non ha capienza sufficiente in alta stagione per accogliere nuovi flussi di turisti.
La montagna di Lecco, invece, è vissuta dai lecchesi, dai brianzoli ed in generale da chi viene in giornata per una gita all’aria aperta o per fare sport.
La risposta alla domanda sullo sviluppo turistico della montagna lecchese deve tenere conto di una serie di considerazioni: le sue caratteristiche, in che modo è strutturata la domanda di turismo (ricordo che parliamo di chi dorme sul territorio a pagamento, non da amici), quale è la concorrenza individuando un benchmark.
Se vogliamo sviluppare un turismo proprio della montagna a Lecco dobbiamo confrontarci con località ben diverse, che basano tutta la loro economia su questo settore economico, che hanno dimensioni e morfologia ben diverse e più agevoli, citavo Livigno e il Trentino Alto Adige, ma anche molte aree della Svizzera. Vincere la sfida con loro e rubargli turisti è molto difficile.
Se, invece, parliamo di escursionisti è un fatto che il nostro territorio è preso d’assalto ogni fine settimana.
Questo non significa che sia contrario a lavorare sul turismo in questa direzione, anzi, concordo che l’anima lecchese va trasmessa al turista e l’anima lecchese è montanara non laghéé.
Il turista medio che viene oggi sul nostro territorio non ha particolari esperienze in montagna, non è particolarmente allenato, deve essere guidato e le proposte che gli vengono fatte devono essere compatibili col suo profilo.
In questo ambito va considerata l’opportunità di rendere più fruibili, sicuri e segnalati i sentieri lecchesi, distinguendo da quelli più complicati e pericolosi (non per i lecchesi, ma per chi la montagna non la conosce e rischia di farsi male o la vita anche solo salendo al San Martino) a quelli più semplici e fruibili, creando un anello accessibile sia per chi cammina che per chi va in bici.
In termini economici, bisogna creare un prodotto sicuro, riconoscibile e proponibile, così come si è iniziato a fare col “Sentiero del Viandante” da Lecco a Colico, questo a mio giudizio è un esempio positivo che sarà completato con la passerella ciclo pedonale da Lecco ad Abbadia migliorando in modo significativo il primo tratto, che farà vivere in modo più diretto l’esperienza “lago e montagna”.
Nelle mie semplici escursioni sulle nostre montagne a piedi o in mountain bike (non sono un alpinista, non sono molto allenato), mi sono reso conto che si può fare ancora molto sulle infrastrutture, che non significa ne stravolgere, ne rendere la montagna lecchese un luna park, come, purtroppo, lo è già oggi in alcuni casi. Chi mi conosce sa bene che la mia visione di turismo è la più lontana possibile dal consumo di massa, ma è legata ad una fruizione sostenibile e consapevole basata sulla cultura ed il benessere.
Io partirei da qui, dal prodotto: definizione dei tracciati che consideriamo idonei al turista medio che viene a Lecco, sul Lago di Como, manutenzione per renderli più sicuri ed accessibili, punti di partenza con parcheggi e collegamenti con mezzi pubblici adeguati e segnalati in modo chiaro (se non abbiamo parcheggi tanto vale proporre), chiara e rindondante segnaletica lungo il tracciato (non diamo per scontato che questo profilo di utente della montagna abbia familiarità con GPS, segnaletica base, etc…).
Poi segue il resto: messa in rete del prodotto con agenzie e tour operator, guide e strutture ricettive, promozione, etc..
Non dimentichiamo mai che il turismo deve essere sostenibile per un territorio e le sue genti, deve regalare emozioni ed esperienze a chi arriva e deve far vivere meglio chi in quei luoghi ci vive.
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