Giornata dedicata al ricordo quella odierna a Cortenova e in tutta la valle.
Sono trascorsi vent'anni dalla frana che distrusse con la sua furia parte dell'abitato di Bindo al termine di un novembre che fece registrare un record di precipitazioni, ben 855 millimetri (ad oggi nel 2022 siamo poco sopra i 900): un torrente d'acqua incessante che il cielo ha scaricato sulla Valle e che, alla fine, la montagna non è più riuscita a sopportare esplodendo definitivamente alle 3 del mattino del 1° dicembre 2002.
Due i momenti a nostro avviso caratterizzanti queste ore.
Il primo è stato il racconto del sindaco di allora, Luigi Melesi, che ha ripercorso quanto accaduto in quell'ultima settimana novembrina con i primi allarmi in Rossiga, l'evacuazione di Galera e poi, una volta compreso che la situazione era al limite, di tutto l'abitato di Bindo.
Un racconto difficile da spiegare a chi non ha vissuto quelle cronache, ma che Melesi ha descritto con grande forza combattendo contro la commozione che a un certo punto ha anche preso il sopravvento: lo sa bene Luigi Melesi che lui, i suoi collaboratori, gli uffici del Governo e tutti i tecnici che lo hanno aiutato, hanno evitato una tragedia che poteva essere di immani proporzioni.
Invece, il bilancio parla di zero vittime e le case e le aziende negli anni sono riuscite poi a riemergere, tanto che oggi esiste una "Nuova Bindo" costruita grazie anche a fondi pubblici, a lotterie, a donazioni, ed all'impegno di un comitato appositamente costituitosi chiamato "Cortenova Oltre la Frana".
Il secondo momento della mattinata si è svolto in quello che una volta era il giardino della Villa Martina di proprietà Ciresa ed oggi diventata una aiuola dove campeggia un cartello che ricorda quei giorni.
Protagonisti gli alunni delle scuole elementari, giunti sul posto assieme ai loro insegnanti per imparare quella storia attraverso le parole dell'Ing. Invernizzi e del Geom. Maglia.
"Aver cura della natura" è stato il messaggio più volte trasmesso al giovanissimo pubblico che ascoltava in silenzio e con grande attenzione questa straordinaria "lezione" fuori aula, proprio ai piedi della frana.
Già, la frana.
Oggi la ferita è in parte rimarginata: dopo vent'anni il bosco si sta riprendendo i suoi spazi, ma i grossi macigni sono ancora ben visibili e se ne staranno lì in eterno a ricordare anche alle generazioni future quel dramma.
Negli uomini, invece, molte ferite, pur lenite dal trascorrere del tempo, oggi hanno ripreso a far male nella memoria degli eventi, delle case che non ci sono più, delle fabbriche distrutte, di quanti sono stati costretti ad abbandonare tutto quel che avevano nella speranza di poterlo ritrovare il giorno dopo.
Invece, per molti, quella notte stellata tra il 30 novembre e il 1° dicembre 2002 è stata la fine di un'epoca e l'inizio di un'altra nella quale dimostrare ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, che nascere sotto la Grigna regala una tenacia e una perseveranza fuori dal comune che nessuna frana potrà mai cancellare.