Acquisiti i risultati delle Regionali e archiviati gli stessi in attesa della tornata di elezioni amministrative che nella primavera prossima vedrà il rinnovo della rappresentanza consigliare in molti comuni anche in Valsassina, qualche considerazione é d'obbligo e con l'occasione non mi sottraggo alla consegna.
Il dato che balza subito all'occhio anche sul nostro territorio é legato al consolidamento della crescente disaffezione al voto che ha caratterizzato, in negativo, il richiamo alle urne per il rinnovo del Consiglio regionale della Lombardia: ufficialmente e come da copione i big , nei loro commenti a caldo e anche stavolta, si sono ufficialmente dimostrati contriti e amareggiati nel constatarlo e ben disposti ad una "profonda riflessione" foriera di chissà quali interventi correttivi che in passato non si sono però mai visti: questo, infatti, é già avvenuto papale-papale anche nelle precedenti elezioni ma successivamente nulla é stato fatto in concreto per cercare di recuperare il feeling con l'elettorato.
Ciò detto, chi insiste nell'attendersi a breve un "ravvedimento operoso" della attuale classe politica sul tema, credo che seppure in buona fede stia peccando di beata ingenuità.
Del resto con l'attuale sistema elettorale a turno unico, che non prevede che debbano recarsi alle urne almeno la metà più uno degli aventi diritto perché le elezioni siano valide, si può far finta di aver vinto lo stesso, invece di come avviene in una qualsiasi anche minuscola assemblea di condominio dove la maggioranza conta ed é pure indispensabile.
In quale altro settore del viver comune si può "vincere" e dunque decidere a nome di altri se non hai in tasca una vera maggioranza? Invece nella nostra "politichetta" va bene lo stesso, madama la marchesa, anzi, si ha la fondata impressione che la roba vada benissimo così com'é e dunque senza rischio alcuno per i soliti noti, anche se vanno ormai a votare soltanto i soliti "quattro gatti". Diversamente la legge sarebbe già stata cambiata ma finché la norma consente ai "partitoni" di sfangarla, riuscendo agevolmente a controllare/indirizzare quella esigua ma determinante porzione residuale di elettori ma chi glielo fa fare di cambiar regole e direzione, complicandosi la vita. Mi sono purtroppo convinto che in realtà poco importa ai nostri governanti se, nei fatti, la maggior parte dei cittadini non vota più perché sfiduciato dall'andazzo sommariamente descritto e dalle eterne promesse, non mantenute. Sempre pronto a ricredermi!
Siamo però arrivati a sfiorare il 60% degli aventi diritto che se ne sta a casa e il deficit di Democrazia dovrebbe essere evidente soprattutto a chi vive ma anche campa abitualmente di "indennità di carica", pagata da noi contribuenti. Si tenga presente che, però, anche l'astensione al voto é una manifestazione di volontà del Popolo sovrano e stando così le cose chi ha vinto si renda conto di rappresentare soltanto una frastagliata minoranza di cittadini: di fronte a uno scontento così diffuso e radicato non si creda, al dunque, di poter sottovalutare ancora a lungo questa chiara indicazione della maggioranza dei laboriosi abitanti della Regione Lombardia. Se poi e unicamente per chiarezza, si considera che le percentuali che circolano relativamente ai risultati elettorali non sono riferite alla totalità dei cittadini aventi diritto al voto bensì a quel misero 40% che si é recato alle urne, indipendentemente dai risultati ottenuti sul campo, il deludente quadretto é servito.
In questo contesto e passando dal generale al particolare, certamente non giova alla credibilità della Politica e al richiamo del Popolo ai seggi la consolidata "abitudine" di cambiar partito, giacchetta o stendardo che ha caratterizzato la molto elastica dinamica di chi negli anni scorsi e anche a casa nostra abbiamo visto saltellare, balzello-balzello, tra le più varie formazioni e non solo di area e questo per assicurarsi nuovo seguito in vista della consultazione di turno: nell'unico incontro pubblico di quest'ultima campagna elettorale avremmo gradito che il destinatario delle più evidenti e diffuse critiche si fosse alzato in piedi, difendendo a spada tratta e con voce stentorea le numerose transumanze e le proprie estemporanee e personalistiche scelte politiche ma sappiamo come è andata: il tutto si é ridotto a palpabile nervosismo, accompagnato da imbarazzate argomentazioni di maniera. La voce? Incerta e bassa. Comunque la si pensi, un brutto spettacolo.
Per farla breve. Se un politico che si dice di rango dispone di notevole peso specifico, in Valsassina, dovrebbe incidere e risolvere problemi legati a situazioni stantie e annose, scodellando le soluzioni attese da sindaci e rappresentanti della Comunità Montana e non solo parlarci dei fondi garantiti dall'onnipresente PNRR e a disposizione di tutti.
Per non tediarvi, Cari amici, faccio solo tre esempi che ritengo esemplificativi del vuoto di rappresentanza in cui si é dibattuta la nostra verde vallata.
Nella recente campagna elettorale sull'Altopiano sono corsi in presidio i candidati più conosciuti al capezzale del centro che ormai da tempo ospita i migranti agli "Artigianelli" di Cremeno e che, stando alle cronache locali, ha più volte creato disagi ai residenti e problemi a quel sindaco che, in proprio, deve gestire la cosa. Spente le luci della ribalta, dopo le elezioni e lungi dallo schiodare la cosa, tutto tace: torneranno o lasceranno quella piccola amministrazione comunale ancora da sola con il suo problema? Per quanto riguarda invece le criticità viabilistiche legate alla integrale realizzazione della Tangenziale di Primaluna ma anche del tunnel tra Taceno e Portone le chiacchiere stanno a zero: se uno ha il potere che lascia trasparire ad ogni intervista, a breve, ci dia notizie rassicuranti sui finanziamenti mancanti, sull'apertura dei cantieri e sui tempi necessari per il taglio del nastro.
Questo ci serve sapere, non altro.
Da ultimo ma non per ultimo, ad attendere interventi decisivi e qualificanti da parte degli Enti locali sovraccomunali, sono le infrastrutture per consentire lo sviluppo Turistico della Valsassina e del Parco Regionale della Grigna Settentrionale che giace in un imbarazzante oblio istituzionale visto che l'attuale gestore oltre a non fare praticamente nulla di significativo, tace perché evidentemente non ha nulla da dire neppure sugli attesi programmi per quell'area protetta e questo é davvero molto grave e ingiustificabile per un'Istituzione pubblica.
E' in questi frangenti della vita politica e amministrativa che si vede chi dispone di autonomo e vero peso decisionale ed entrature altrettanto di peso ma soprattutto se é disposto ad esporsi personalmente, garantendo tempi certi e tralasciando le solite vaghe promesse: a fare le comparsate alle feste di paese e alle indimenticate ed indimenticabili "taragnate" dai diversi colori, son tutti buoni!! Quanto il sottoscritto dice chiaramente sulle invecchiate problematiche locali, che sono sotto gli occhi di tutti, é inevitabilmente condiviso ma solo ufficiosamente anche da amministratori della Valle che però lo sussurrano soltanto in sacrestia, per evidenti motivi di opportunità politica: non sia mai di dover rischiare di perdere cotanto e "potente" aggancio!
Chissà se qualche nuovo assessore regionale in attesa di nomina saprà invece fare di meglio e più in fretta perché, repetita iuvant, in Valsassina le chiacchiere stanno davvero a zero.
Considerato che, fortunatamente, non sono in attesa dei fondi del PNRR e neppure ho mai concepito l'impegno politico alla stregua di un qualsiasi Ammortizzatore sociale e, in più, visto che appartengo alla folta e qualificata schiera di contribuenti che non sbarca il lunario per il tramite di un'indennità di carica continuerò, legittimamente, a commentare fatti e misfatti della politica locale usando il garbo e la continenza verbale che mi viene unanimemente riconosciuta, anche dopo aver attualmente smesso i panni del pubblico amministratore.