CONTINUA IL LUNEDI' DI PASSIONE SULLA BALLABIO: CAMION IN SOSTA IN VIALE MONTE ORTIGARA!!!
Prosegue tra le maledizioni degli automobilisti la peggior giornata sulla vecchia Ballabio da quando la frana ha interrotto la nuova.
Giungono in redazione molteplici segnalazioni una delle quali veramente al limite dell'assurdo per cui ci siamo informati.
Come si vede dalla foto ci sono auto sulla corsia di salita che superano dei camion in viale Monte Ortigara: ebbene, stando a quanto ci riferiscono, sarebbero stati i movieri ANAS a farli parcheggiare lì anzichè fermarli incolonnati prima dell'imbocco della strettoia di Laorca.
Morale: la corsia di salita viene occupata dalle auto in discesa bloccando il traffico da Lecco che a quest'ora di chiusura scuole è intensissimo.
Riceviamo anche un audio di un automobilista che racconta di una coda che raggiunge Ballabio con gente scesa in strada bloccata.
Ora, sarebbe veramente opportuno e indispensabile un intervento immediato da parte della Prefettura perchè una situazione del genere non è francamente accettabile.
IL DISASTRO SULLA SP 62 E IL MIRACOLO DEL 10 GENNAIO
Disastro totale: questo, in sintesi, il racconto della mattinata odierna, la prima dei "movieri".
Era preannunciato? Sì, se le nuove disposizioni non prevedevano lo stop ai camion in salita e in discesa nelle fasce "protette" in cui scendono a Lecco decine di bus zeppi di studenti e centinaia di auto di pendolari.
E siccome, a quanto si è visto e sentito, c'è il dubbio che questo stop non sia stato disposto, il disastro era preannunciato.
E' chiaro che le istituzioni preposte debbano metterci una pezza oggi stesso, senza aspettare la controprova del domani, magari confidando che il caos si sia creato solo per un bus in panne che sicuramente avrà aggravato la situazione ma il risultato finale sarebbe probabilmente cambiato solo di poco.
Morale: studenti in ritardo, pendolari pure, inquinamento alle stelle, camionisti esasperati, aziende in attesa di caricare o scaricare, costi che lievitano su tutta la linea.
In più cominciano a circolare voci che prefigurano il 10 gennaio (data di riapertura prevista da ANAS) alla stregua di un miracolo.
Visto però che un miracolo c'è già stato, per attendersene un altro ci vuole tanta, tanta, ma proprio tanta fede.
Nella speranza, ovviamente, che ciò accada!
LE STRADE CENERENTOLA
AIUTI UMANITARI IN UCRAINA
Don Marco Tenderini prete di Premana coadiuvante Caritas Lecco, un prete di Bonacina e un aiuto ospedale di Lecco e carceri di Pescarenico sono andati in Ucraina giovedì notte 15 dicembre e ritornati domenica 18 per testimonianza e solidarietà alla popolazione ucraina.
Di seguito alcune immagini
PREMIO "COSTRUIAMO IL FUTURO" CONSEGNATO ALL'ASD SPORT VALSASSINA
Consegnato ieri all'ASD Sport Valsassina (l'associazione sportiva con sede a Introbio che opera nel basket giovanile) il premio "Costruiamo il Futuro".
Non si è trattato unicamente di un'attestazione di merito per l'attività svolta ma anche di un riconoscimento alla validità del progetto “NOI CON VOI CAMPIONI IN – FORMAZIONE” che la Sport Valsassina ha presentato che coinvolge anche il Soccorso Centro Valsassina.
E' questo l'ennesima dimostrazione che lo sport dalle nostre parti continua ad avere un'importanza primaria nel percorso educativo dei giovani: da Premana a Ballabio tante sono le società che si prodigano quotidianamente per far praticare le più diverse discipline, coinvolgendo centinaia e centinaia di ragazze e ragazzi soprattutto grazie all'opera di decine e decine di volontari, un lavoro duro e divenuto nel tempo sempre più complesso che merita il plasuo della popolazione e l'attenzione costante da parte delle istituzioni.
ASPETTANDO IL NATALE A CORTENOVA
Pomeriggio di festa Domenica 18 dicembre a Cortenova dove i bambini hanno atteso con trepidazione l'arrivo di Babbo Natale, accompagnati dagli insegnanti della Scuola Elementare. I Bambini hanno intonato un primo canto davanti alla sede del gruppo Alpini nel piazzale della posta, poi accompagnati dal magico suono degli zampognari hanno raggiunto la piazza comunale dove hanno eseguito un secondo canto.
Sono quindi entrati in chiesa per la terza e conclusiva esibizione, in seguito appuntamento nel salone dell' Asilo con l'arrivo finalmente di Babbo Natale, accompagnato dagli zampognari , che ha dato loro un bellissimo dono.
I circa 40 bambini presenti sono stati poi accolti dal gruppo Alpini di Cortenova che ha preparato per i loro famigliari e il pubblico un' ottima cioccolata, the e dolci con un reciproco scambio di auguri di buone feste.
IL PONTE
Oggi si chiamerebbe "Ponte tibetano" e farebbero pagare per passarci sopra.
ANCHE A INTROBIO IL PANETTONE DEGLI ALPINI
La solidarietà delle penne nere si alimenta anche quest’anno con la campagna “Panettone e pandoro degli alpini”. I prodotti di ottima qualità sono proposti in una confezione esclusiva in latta, da collezionare.
Questa mattina anche a Introbio era presente un banco vendita.
Il ricavato sarà devoluto in opere di solidarietà.
LA FUSINA DOL GAGET E I PIANI ALTI DELLA MEMORIA
Brigolda, Cortenova, dove sono nato.
E non chiedetemi cosa significhi: non lo so, non l’ho mai saputo.
È Brigolda e basta, senza tante filosofie di mezzo.
E in Brigolda, a Cortenova, trovate una porta di ferro.
Quella porta vi apre al mondo della Fusina dol Gaget.
Nel seminterrato della Fusina dol Gaget
Ora è del Gaget figlio, prima era del Gaget padre, il "vero" Gaget, chiamato così perché nato in Gacc, una specie di dependance della Villa de’ Vecchi quella che dove sono nato tutti chiamano “Il Palazzo” e che oggi è diventata una sorta di santuario diroccato utile solo ad una congregazione di idioti che ne celebrano i falsi misteri.
Lì, in Gacc, ll Gaget (padre) nacque nel lontano 1915, dopodiché attraversò qualche guerra fino a quando, stufo di girare da un fronte all’altro, chiese ad un suo amico medico, tale Gian Todeschini cui è dedicata anche una via a Barzio e la cui famiglia era proprietaria dell’altra (per fortuna ancora in ottime condizioni) Villa di Cortenova, di escogitare un sistema per farsi esonerare dal servizio.
Fu doloroso (un’ustione sulla gamba) ma funzionò, per cui il Gaget (padre) dovette inventarsi un lavoro e così iniziò a riparare serrature di tutti i tipi e, in generale, lavorare di fabbro.
La Fusina dol Gaget venne poi ereditata dal Gaget (figlio) che era ovviamente cresciuto a pane, ferro e fuoco e conosceva tutti gli angoli del mestiere che in seguito divenne il suo passatempo preferito.
Lui, infatti, ha sempre lavorato da un tirabagia del Lecchese dedicando il tempo libero a inventare nella Fusina che il papà gli aveva tramandato.
Ora, dare una definizione alla Fusina dol Gaget può apparire complicato.
Invece non lo è: la Fusina dol Gaget altro non è che il Museo della nostra Memoria, anzi, dei piani alti della nostra Memoria.
Quella porta in ferro si apre su un mondo ai più sconosciuto, un universo di oggetti che sembrano prendere vita mentre li osservi, una galassia di ricordi e cimeli del passato che ti riportano indietro sino al Big Bang dell’economia delle nostre contrade.
Altra parete nel seminterrato della Fusina dol Gaget
Quando risali dal seminterrato della Fusina dol Gaget ti sembra di aver viaggiato nel tempo: per cui è difficile, nel momento in cui riemergi, accettare che la realtà, e soprattutto, l’età, sia un’altra.
Sono entrato nella Fusina dol Gaget perché un giorno il Gaget mi ha fermato e mi ha apostrofato con un “Violtri” che non lasciava scampo.
“Violtri” che scrivete e siete intelligenti magari non sapete. E aveva ragione, porca miseria se aveva ragione!
Dopo il “Violtri” ho promesso che sarei tornato e così ho fatto rendendomi conto (ancora una volta) che dalle nostre parti vive e prospera una Cultura che non conosciamo e che nell’oscurità (e, credetemi, la Fusina dol Gaget è tutto tranne che luminosa) abitano artisti che creano capolavori nel tentativo di tramandare sapienze e valori alle generazioni future.
Questo a patto che i tanti "Violtri" (e il sottoscritto è in prima fila) se ne rendano conto.
Riproduzione di una antica fusina
Dalla Fusina dol Gaget esci con molta malinconia e una certezza: la Cultura, in generale, potrai anche fartela sui libri, ma la “nostra” Cultura, quella che ci ha fatto diventare grandi, quella che ha fatto la Storia di questa Valle, te la fai solo aprendo qualche anonimo portone in ferro.
Come ho fatto io in Brigolda, Cortenova, a pochi metri da dove sono nato.
Se vi capita fatelo anche voi. Ne resterete stupiti.
Il Gaget con una delle sue ultime opere: lo stemma comunale di Cortenova
Il Drago. Il suo posto è vicino al forno nella Fusina dol Gaget