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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 18:03

IL COE IN CAMERUN: UNA MISSIONE AMBROSIANA

Una presenza in Camerun che dura da oltre cinquant’anni. L’associazione Coe (Centro orientamento educativo) – fondata da don Francesco Pedretti, prete ambrosiano con la passione per la cultura e il dialogo tra i popoli – ha inviato i primi volontari laici nel 1970, aprendo un dispensario. Oggi è presente anche nella Repubblica democratica del Congo, Bangladesh e Guatemala, ma ha realizzato progetti anche in Kenya, Nigeria, Guinea Bissau, Venezuela, Ecuador, Cile, Zambia…

Alex Mbarga con l’Arcivescovo e Abbé Antoine

A guidare nella sua visita al Coe l’arcivescovo Mario Delpini e don Maurizio Zago, responsabile della Pastorale missionaria in Diocesi, sarà Alex Mbarga, camerunese, coordinatore e supervisore di tutte le attività dell’associazione. Alle spalle ha una ricca formazione, oltre a una laurea in Giurisprudenza, ha studiato anche sociologia, antropologia e ha competenze professionali di educatore. Sposato con un’italiana, ora attende che la figlia inizi il servizio civile presso il Coe.

Il dispensario degli inizi, racconta Alex, «è diventato l’Hospital Saint Luc a Mbalmayo, che l’anno scorso ha assistito 8-10 mila pazienti». Nel 1977 il Coe ha creato una scuola per ragazze, il College Nina Gianetti, che conta 550 studenti tra medie e superiori (liceo classico e istituto professionale in ambito sanitario); poi ci sono la materna (180 bambini) e l’elementare (oltre 350). La scuola d’arte (Istitute formation artistique) è nata invece nel 1990 e oggi insegna pittura e scultura a 130 studenti; in tempi più recenti, rispondendo alle esigenze di oggi, si è aggiunto anche il corso di grafica.

«Sempre a Mbalmayo – continua Alex – abbiamo un centro sociale e culturale con una decina di operatori che svolgono attività trasversali di educazione popolare e di sensibilizzazione, difesa dei diritti, alle quali collaborano anche alcune associazioni». È una sorta di centro diurno, frequentato regolarmente da 100-150 persone, ma è aperto anche al territorio, con un’attenzione particolare alla popolazione e a categorie fragili come detenuti e malati cronici (Aids o altro). «In carcere, dove ci sono circa 450 detenuti, sono previste l’animazione, l’assistenza giudiziaria e l’aiuto nel reinserimento sociale a chi ha già scontato la pena», precisa Alex.

 

L’Arcivescovo visiterà anche le scuole, l’ospedale e naturalmente la comunità di ragazzi che frequentano cicli scolastici e formazione professionale presso le strutture del Coe, arrivando da villaggi lontani e risiedendo stabilmente in convitto. «Al momento gli allievi sono una cinquantina, seguiti da Monica, una volontaria italiana che da anni collabora col Coe – aggiunge Alex -. Mia moglie Giovanna, invece, si occupa della scuola».

«Abbiamo centri giovanili anche a Douala (prima c’era un centro di formazione sugli audiovisivi, lasciato alla Diocesi che in seguito l’ha trasformato in radio e televisione), Bafoussam e a Yaoundé, ora in gestione alla diocesi locale». Intanto a Douala, nel 2017-18 è nata una nuova attività, l’Accademia delle belle arti, frequentata da una ventina di studenti.

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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 14:06

OLTRE 2 MILIONI DALLO STATO PER GLI EVENTI CALAMITOSI DELL'OTTOBRE 2020. INTERESSATI 7 COMUNI DELLA NOSTRA C.M.

Ulteriori 21,4 milioni di fondi statali per finanziare un piano interventi pubblici nei territori lombardi colpiti dagli eventi calamitosi del 3-5 ottobre 2020, per i quali era stato infatti dichiarato lo stato di emergenza nazionale. È l’oggetto del decreto firmato nei giorni scorsi dalla Direzione Generale Territorio e Protezione civile della Regione Lombardia. Un atto relativo anche alla misura finanziaria stanziata lo scorso 1° settembre del Consiglio dei ministri, su richiesta della Regione.

La misura assegna infatti nuovi fondi ai ComuniComunità Montane e Province dei territori di Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Pavia, Sondrio e Varese, per realizzare 102 interventi di mitigazione del rischio idrogeologico.

“Per i territori danneggiati dal maltempo dell’ottobre 2020 – ha commentato l’assessore Pietro Foroni – lo Stato ha quindi complessivamente messo a disposizione 29,1 milioni per interventi pubblici e privati. Con quest’ultimo stanziamento da 20,3 milioni, a cui si sommano 1,1 milioni di euro di economie maturate sugli interventi urgenti già finanziati, è stato quindi possibile approvare un nuovo piano. Un documento che prevede infatti la realizzazione di ulteriori 102 importanti interventi pubblici. Progetti utili per ridurre il rischio idrogeologico“.

“Finalmente – ha concluso Foroni – anche lo Stato sta quindi facendo la propria parte. Attraverso questa misura, resa possibile grazie al costante impegno di Regione Lombardia, proseguirà infatti l’imponente lavoro portato avanti dall’istituzione regionale in materia di difesa di suolo. Nella XI Legislatura, abbiamo infatti investito oltre 400 milioni di euro di risorse regionali. Contributi che hanno quindi permesso di attivare oltre 600 interventi di difesa di suolo sul territorio lombardo. L’impegno di Regione proseguirà, quindi, anche nei prossimi anni, verso questa direzione”.

Di seguito ecco quindi il dettaglio degli interventi previsti per la Provincia di Lecco:

Lecco (2.367.890 per 13 interventi)
  • Cremeno 100.000 euro;
  • Dervio 430.000 euro;
  • Introbio (2 interventi) 300.000 euro;
  • Moggio 18.000 euro;
  • Premana (2 interventi) 70.000 euro;
  • Primaluna (4 interventi) 1.049.890 euro;
  • Sueglio (2 interventi) 400.000 euro.
 
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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 11:41

DAL BIM UNA BOCCATA D'OSSIGENO PER I NOSTRI COMUNI

Pioggia di contributi sui comuni della Valle da parte del B.I.M. (il consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como, Brembo e Serio): molti dei 900.000 euro circa a disposizione finiranno nelle casse delle nostra amministrazioni comunali che li utilizzeranno per varie opere in attesa di finanziamento.

Partendo dall'alta Val Varrone, a Pagnona andranno 14.400 euro, a Premana 15.000.

A Casargo, Margno e Taceno 15.000 euro ciascuno; scendendo in bassa valle, 15.000 euro ciascuno sono stati deliberati per Parlasco, Primaluna, Introbio e Pasdturo.

Stessa cifra sull'Altipiano a Moggio, mentre 13.125 euro finiranno a Cremeno.

(Nella foto Villa Gallio, sede del B.I.M. a Gravedona).

 

 

 
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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 10:55

RIAPRE "L'ULTIMO PARADISO": CHE SIA LA VOLTA BUONA?

"L'ultimo Paradiso", ovvero il Pian delle Betulle, tenta timidamente una riapertura e lo fa rendendo disponibile il tappetino "baby" (10 euro il giornaliero) e garantendo il funzionamento del bar a monte della seggiovia, punto di ristoro importante per chi sale da Paglio (o dalle stesse Betulle tramite la pista del bosco) diretto al Cimone, percorso frequentatissimo in ogni stagione.

Un passo avanti, insomma, determinato dalla presa in carico della gestione da parte della ITAV (Iniziative Turistiche Alta Valsassina) che ha risposto al bando indetto dal comune di Margno comprendente il periodo sino alla fine di marzo 2023.

Un passo avanti che costituirà un banco di prova per la nuova gestione (coinvolti privati e amministrazioni comunali) che, ci si augura, non si concluda come spesso accaduto da quelle parti con l'abbandono dopo la scadenza dell'accordo.

E la seggiovia? Quella per il momento sarà ferma non per mancanza di volontà da parte della ITAV ma per via dello scarso manto nevoso.

Siamo di fronte, quindi, ad un ennesimo tentativo di risollevare le sorti della stazione sciistica dell'Alta Valle che, una volta, faceva "comprensorio" (non senza difficoltà di interazione) con la vicina Paglio quando da Paglio saliva lo skilift sino a Cima Laghetto.

Il periodo di funzionamento di entrambi gli impianti fu veramente prospero per tutti e le due stazioni ospitarono anche gare internazionali di altissimo livello. Poi il vecchio skilift delle Betulle dovette essere smantellato in quanto non rispettava più i requisiti di sicurezza necessari soprattutto a causa dell'eccessiva pendenza dell'ultimo tratto e rimase in funzione solo la seggiovia di Paglio.

In seguito, quando entrò in funzione la nuova seggiovia delle Betulle accadde il contrario: fu lo skilift di Paglio a dover fare i conti con la sua storia e chiudere i battenti lasciando le Betulle sole a doversi confrontare con stagioni sempre più avare di neve, senza contare i difficili rapporti da sempre intercorsi tra gli operatori locali.

La seggiovia rimase tristemente abbandonata sino all'arrivo dei ragazzi dell'Ultima Ora (la società si chiamava proprio così) che cercarono di ripartire con grande entusiasmo e grandi sforzi sino a sventolare, anche loro, bandiera bianca.

Nella compagine della neonata ITAV, secondo informazioni in nostro possesso, ci sono personaggi finanziariamente solidi e, soprattutto, che amano il Pian delle Betulle i quali, con ogni probabilità, fanno conto anche sui sostanziosi contributi stanziati dalla Regione per il rilancio della zona. 

Che sia la volta buona per "l'Ultimo Paradiso"?

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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 06:39

I VIGILI INCONTRANO I BAMBINI AL MANZONI

Finalmente dopo due anni di restrizione i Vigili del fuoco di Lecco in collaborazione all'Associazione Nazionale Vigili del Fuoco in congedo.
Sono riusciti a tornare a fare visita ai bambini ricoverati in pediatria portando a loro in visita l'eroe per eccellenza dei bambini Babbo Natale che ha consegnato loro dei pensierini e al personale sanitario della pediatria dei dolcetti.
Infine Babbo Natale ha fatto tappa in pronto soccorso consegnando al personale sanitario i panettoni.
Si approfitta per portare gli auguri di Buon Natale alla popolazione da parte del personale del Comando provinciale Vf di Lecco

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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 06:32

RACCONTO NATALIZIO

FLASH

La sua casa è piccola, discreta, due stanzette poste sotto la torre. A lei piace la posizione. Le piace percorrere le due stradine del centro storico, oltrepassare l’arco, e sparire dietro una porta di cui nessuno immaginerebbe l’esistenza. Le piace abitare al pian terreno, sotto la mole di pietra, in un angolo semioscuro.
Due locali con una finestrella, un bagno cieco. Odore di umidità e di minestra. Sembra che il tempo non sia mai passato lasciando intatte le cose, i ricordi. Sembra, perché lei adesso deve fare i conti con i dolori articolari e il camminare incerto, mentre in gioventù ha scalato i monti intorno.

Era convinta che la solitudine non le sarebbe pesata, ma, col trascorrere degli anni, desidera sempre di più presenze vicine e mani tese.
Odore di umidità e di abbandono. Nel vano, ricavato ai piedi del patrimonio storico, la pensione modesta le fa tenere di frequente la luce spenta e attivare di rado il riscaldamento.
Si copre di maglie, vecchi lasciti della madre e della zia. Sarte.
Non era versata per usare il puntaspilli, chiusa tra i braccioli di una sedia, lo sguardo fisso su piccoli ricami e lavori. Ha sempre preferito l’aria aperta. Seguire il padre che portava viveri e medicinali nei posti più disagiati della montagna o nei paesi sulla sponda opposta del lago: non era la semplice libertà degli spazi inesauribili, era il corpo che arrancava tra i sentieri con il solo scopo di farla sentire viva. Era raggiungere la cima, tornare a casa prima del tramonto, competere con la natura crudele e meravigliosa, indifferente e magnetica.

Una serie di lutti, in giovane età, l'ha lasciata sola molto in fretta. Si è ritirata sotto la mole grigia e austera, non potendo permettersi le spese per la casa avita.
Per tanto tempo ha vissuto intime felicità nel suo stato di donna libera, spesso invisibile agli occhi del mondo, ma adesso vuole l’interessamento del mondo, essere viva agli occhi di qualcuno. Qualcuno che apprezzi le sue doti di sportiva, le rampicate verso cime impervie di cui si è fatta protagonista. E, invece, nessuno pare ricordarsi.
Lei tiene appesi al muro della cucina gli articoli dei trofei ottenuti, ritagliati dalle gazzette locali: li guarda e li rilegge ogni giorno.
Quando le persone mettono piede nella stanzetta, l’idraulico o il falegname, lanciano un’occhiata distratta, se non indifferente, a quei ritagli. Pensano che siano ricordi obsoleti di una vecchia immersa nel suo mondo lontano.

-Sono care le bollette, vero, signora Maria? - le chiede l’elettricista un giorno di dicembre.
-È per questo che tengo spento.
-Stia attenta, però: non stacchi il frigorifero, perché potrebbe guastarsi.
-Una volta, d’inverno, mettevamo il latte sul davanzale della finestra!
-Altri tempi, signora Maria, altri tempi!
Già, altri tempi. Tempi in cui illuminava l’albero e il presepe con le candele. E ora non vuole o non può neppure usare due lucette colorate.
E il presepe la sera diventa un ammasso, buio e confuso, di paglia e statue.
-Guarderò quello vicino al monumento!

E così esce verso le otto e, piano piano, col suo passo malfermo e il bastone, raggiunge lo slargo verde sul lungolago dove è stata collocata la composizione. Le sagome piatte, scure da un lato e colorate dall’altro, ritraggono personaggi dell’Ottocento, molti caratterizzati dai mestieri praticati: la lavandaia, il pastorello, il falegname, il prete, la vecchina, il vecchio…
Sono significativi nella loro espressione di attesa, e molto belli.
Non c’è la Sacra Famiglia, non c’è il Bambinello. Ci sono le persone, i personaggi della tradizione, che aspettano. Aspettano.
E la gente si ferma. Osserva. Fa le foto. Il tutto è enfatizzato dalla musica di sottofondo, diffusa dai trasmettitori appesi agli alberi, e dalla dolcezza delle luci smorzate.
Maria sosta per contemplare. Contemplare.
Nell’antivigilia sosta più a lungo, nonostante il freddo.

C’è qualcosa che l’attira in quelle sagome: l’espressione dei volti le rende persone vive.
A Maria viene voglia di chinarsi sotto la corda del recinto e di andare a sedersi sul piccolo masso che sta accanto alla fontanella: vuole entrare a far parte del gruppo di figure animate a cui il mondo presta attenzione. E in un momento in cui il passeggio sembra assente, prende posto accanto al personaggio che ha appena attinto l’acqua dalla fontana. Stringe la mantellina attorno al collo, calca il berretto di lana sul capo, attorciglia le gambe tra loro sotto la gonna appartenuta alla zia.
La gente che passa la scambia per un’attrazione turistica e la fotografa più volte con il digitale. Appollaiata sul masso, può vedere una sequela di flash dedicati a lei.
Sorride. Sorride felice.
La musica, proveniente dai platani di fronte, è una dolce nenia che fa dormire e così lei appoggia le mani sul bastone con cui deambula, china il capo e si assopisce.
Quando si fa giorno, è sempre nella stessa posizione.
Immobile, come tutte le altre sagome di compensato.

 

 

 

 

 
 

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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 06:26

L’ERBA DEI PROMESSI SPOSI

Di solito orticoltori e giardinieri la considerano pianta infestante, stante le sue capacità di crescere un po’ dovunque e di diffondersi con grande rapidità. Da noi è conosciuta come “Erba cuca” e la si può trovare nei prati, ai bordi delle strade, negli orti e nei giardini. È talmente famosa da vantare una citazione, sia pur negativa, da parte di Alessandro Manzoni all’inizio del XIX capitolo dei “Promessi sposi”: “Chi, vedendo in un campo mal coltivato un’erbaccia, per esempio il bel Lapazio, volesse proprio sapere se sia venuto da un seme maturato nel campo stesso, o portatovi dal vento, o lasciatovi cader da un uccello, per quanto ci pensasse, non ne verrebbe mai a conclusione”. Questa essenza vegetale è nota anche come “Acetosa” o “Romice” ma anche “Lapazio”, dal greco – bizantino Λάπαζον (làpathon, col significato di sofferenza [pàthon] ma anche sopportazione, pazienza e per questo chiamata anche “erba pazienza”.

L’appellativo scientifico, imposto dal consueto Linneo nella seconda metà del XVIII secolo, è “Rumex acetosa”. Il termine generico “rumex” è latino col significato di lancia o giavellotto, a causa della forma appuntita delle foglie. L’appellativo specifico “acetosa” Fa riferimento al sapore acidulo delle foglie che ricorda l’aceto. Ne esistono molte varietà, tutte molto simili e con analoghe caratteristiche che ne rendono agevole l’identificazione. Si tratta di un’essenza utilizzata dalla farmacopea tradizionale in funzione depurativa, diuretica e febbrifuga. Radici e foglie contengono numerosi principi attivi fra i quali vitamina C, ferro e anche acido ossalico. Per la presenza di quest’ultimo è consigliabile un uso moderato a chi soffre di disfunzioni renali, disturbi gastrointestinali o di fegato, predisposizione ai calcoli e artrite, Ma l’Erba cuca è utile anche in cucina dove in molte regioni d’Italia viene usata nelle insalate, minestre e zuppe. La “Rumex acetosa” in quasi tutte le sue varianti, è conosciuta fin dall’antichità come può dimostrare il fatto che sia citata, negli, “Epodi” da Quinto Orazio Flacco, uno egli “spiriti magni” collocati da Dante nel Limbo. Non è tutto. Anche James Joyce, nell’”Ulisse” parla dell’erba cuca: “I contadini fuori. Facce verdi affamate che mangiano foglie di romice”.

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Mercoledì, 28 Dicembre 2022 06:18

ADOZIONE A DISTANZA AL PARINI DI LECCO

I grandi traguardi si conquistano a piccoli passi e con l’apporto prezioso di ciascuno, determinante per perseguire l’obiettivo comune. È a questo principio che si è ispirata l’iniziativa solidale di cui sono stati protagonisti gli studenti che partecipano ai laboratori “Fatti per Imparare” dell’Istituto “G. Parini” di Lecco.
Nell’atrio della scuola, nei giorni precedenti la sospensione dell’attività didattica per il periodo delle Festività, è stato allestito un mercatino natalizio in occasione del quale sono stati venduti manufatti realizzati dai ragazzi insieme a fiori e dolciumi messi a disposizione da docenti ed educatori per supportare la meritoria finalità dell’iniziativa, tesa a raccogliere fondi da destinare all’adozione a distanza di un bambino, allo scopo di sostenerne le spese di istruzione per un anno.

L’attività è stata voluta e realizzata come coronamento di un percorso didattico ed educativo più articolato proposto agli studenti in questi ultimi mesi, come spiega la prof.ssa Maddalena Esposito, ideatrice e responsabile del progetto: “Nel laboratorio di Diritto ed Educazione civica, quest'anno, stiamo affrontando come tema Agenda 2030 e i suoi 17 obiettivi. Per ogni obiettivo, mi piace far riflettere i ragazzi su cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per contribuire alla realizzazione di un mondo migliore. Il goal n. 1 in particolare è quello di "sconfiggere la povertà" e allora, come contributo concreto, abbiamo proposto ai ragazzi di realizzare oggetti che avremmo poi venduto in un mercatino natalizio per raccogliere fondi per adottare un bambino a distanza, in modo da potergli consentire di studiare almeno per un anno. Il traguardo al quale puntavamo era raccogliere trecento euro, cifra che abbiamo largamente superato grazie ad un ottimo lavoro di squadra”.
Al di là del risultato concreto perseguito, è però soprattutto il significato educativo a dare valore aggiunto all’esperienza: “Il nostro obiettivo è ambizioso - prosegue l’insegnante - e cioè fare in modo che quanto realizzato da esperienza singola possa diventare una tradizione per il Parini, così come accade per diverse scuole del milanese, in modo da poter accompagnare questi ragazzi nella loro crescita, ma anche condividere con loro un percorso che ci renda persone migliori e attente al prossimo”.

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Martedì, 27 Dicembre 2022 17:37

TUTTI INSIEME PIU' O MENO APPASSIONATAMENTE SULLA VECCHIA LECCO-BALLABIO

Traffico intensissimo questo pomeriggio in discesa verso Lecco. Maps alle 17.30 dava "rosso" sino all'Alva e buoni 40 minuti per raggiungere il capoluogo.

Code attese, del resto, visto l'afflusso registrato a Bobbio cui si somma in ogni caso il traffico locale (sono in molti a lavorare anche in questo periodo).

Niente di strano: in molte domeniche c'erano code anche con la "nuova" Ballabio aperta, figuriamoci ora che è chiusa e tutto il movimento veicolare deve attraversare le strettoie di Laorca.

Speriamo che il 10 gennaio (ma tutti "tifano" per il 9 quando riapriranno le scuole) il doppio senso sulla "nuova" venga effettivamente istituito e restituisca il respiro alla Valle.

Una nota positiva? Non c'è bisogno di frenare troppo per rispettare il limite di velocità...

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