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Sabato, 13 Luglio 2024 09:10

DA PREMANA E CORTENOVA L'EMOZIONE DI GIOVANI ATLETI SULLA PISTA DEL LOUIS II DI MONTECARLO

in Sport

Dev'essere stata un'emozione fantastica quella provata da un gruppo di giovanissimi atleti del'A.S. Premana e del C.S.C. Cortenova ieri sera allo Stadio Louis II di Montecarlo sulla stessa pista dove, dopo poche ore, si sarebbero cimentati i campioni della Diamond League.

Un'emozione e un ricordo da conservare nel tempo per tutti loro e i loro accompagnatori, coinvolti in un'atmosfera spettacolare (la foto di copertina inviataci dal presidente premanese Massimo Sanelli lo testimonia ampiamente) e soprattutto protagonisti di un 1.000 metri di contorno con tanto di premiazioni declamate dallo speaker ufficiale.

Un'esperienza straordinaria che sicuramente consoliderà in questi ragazzi la passione per uno sport (come molti altri, del resto) che dalle nostre parti diventa "popolare" solo quando qualcuno vince e non, come dovrebbe, sempre e comunque.

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Giovanissimi atleti dell'A.S. Premana impegnati sulla pista del Louis II di Montecarlo

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Non è mancato il tifo per i colori gialloblù del C.S.C. Cortenova

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Serena Spano (a sinistra) e Alessia Bergamini (a destra) con il primatista italiano dei 1.500 m. Pietro Arese

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Sabato, 13 Luglio 2024 08:50

VALSASSINA: PRESENTATA LA XXX EDIZIONE DEL GIIR DI MONT

in Sport

Presentata alla Cascina Trote Blu di Cortabbio la XXX edizione del Giir di Mont, storica gara organizzata dall’A.S.Premana inserita nei caledari FIDAL e WMRA, alla presenza delle numerose realtà, enti, associazioni territoriali e partner coinvolti, svelando le novità dell’ edizione speciale.

Mancano poco più di due settimane e i preparativi fervono per l’attesissimo anniversario del XXX Giir di Mont, un’edizione imperdibile che rappresenta un traguardo per la comunità di Premana e per la storia stessa del mountain running e dello skyrunning, perché per tutti il “Giir di Mont” è “la grande classica” immancabile per atleti e appassionati. Quest'anno, il 27 e 28 luglio, il borgo di Premana, incastonato tra le Alpi Orobie e a pochi chilometri dal Lago di Como, celebrerà non solo una delle gare di corsa in montagna più affascinanti e impegnative e la storia di una intera disciplina dell’atletica leggera, ma anche le sue antiche tradizioni e i suoi luoghi incantevoli. E il Giir di Mont sarà motivo ancora una volta per raccontare l’orgoglio del proprio territorio, della propria economia e della forza di una comunità coesa, innamorata del proprio passato, entusiasta e sempre innovativa.

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L’edizione 2024 del Giir di Mont celebra la sua lunga storia, festeggiando i ricordi e i volti dei protagonisti delle passate edizioni e celebra il presente puntando alla Valsir WMRA World Cup.

Il Giir di Mont può essere considerata a tutti gli effetti come una delle primissime skyrun, nata come scommessa nel 1961 e proseguita fino al 1965, interrotta poi da una pausa fino al 1989, è tornata a cadenza annuale dal 1999, é cresciuta esponenzialmente dall’inizio del nuovo millennio, nel 2017 ha ospitato ben due campionati del mondo di corsa in montagna.  Nel mezzo, 17 edizioni “moderne” che l’hanno consacrata tra le più blasonate gare di mountain running a livello nazionale e internazionale. Con i suoi 32 chilometri di percorso attraverso 13 alpeggi storici, si riconferma quest’anno più che mai competizione sportiva di livello internazionale e sarà anche tappa valida per la Valsir WMRA World Cup, prima delle cinque tappe in territorio Italiano a cui seguiranno Vertical Nasego, Trofeo Nasego, KV Chiavenna-Lagunc e Val Bregaglia Trail.

I nomi più blasonati dell’attuale panorama mondiale della disciplina della corsa in montagna saranno presenti sulla linea di partenza, per vincere e vivere un’emozione che non si dimentica, ma quest’anno a celebrare il “Giir” saranno presenti molti dei vincitori delle passate edizioni, in un ricordo corale che diventa la narrazione della storia della corsa in montagna, che qui a giusto titolo si è scritta.

Salita alla bocchetta di Larec PH Marco Gulberti

La trentesima edizione consegnerà riconoscimenti storici e nella serata di gala, sabato 27 luglio, sul palco si avrà davvero una rappresentanza di 60 anni di storia di questo sport. Saranno presenti infatti Silvio Gianola, il vincitore 1964, Battista Pomoni, che nel 1965 fece 3h 52’, tempo stratosferico per l’epoca, un record che complice la pausa organizzativa, è resistito per 24 anni. Il campione del mondo Giambattista Tita Lizzoli, vincitore nel 1989, Fabio Bonfanti, vincitore di quattro edizioni consecutive dal 2003 al 2006; Mario Poletti, incoronato sul primo gradino del podio nel 1999, 2001, 2002 che gareggerà nella 32 km a fianco agli attuali top runner. Presente ormai fisso da diversi anni il vincitore dell’edizione 2013 Ionut Zinca e in fase di conferma Tofol Castanier, primo nel 2014, mentre ritorna per ricordare un Giir mondiale, il campione del mondo di Premana 2017 Francesco Puppi, con Petru Mamu, anche lui atteso al via della 32 Km, che a parte la sfortunata edizione del mondiale, si portò a casa la vittoria nel 2015 e nel 2021.

Fra le star femminili, sarà presente anche nella 18 Km la prima vincitrice del Giir di Mont Daniela Gilardi, che si è poi confermata per altre tre edizioni consecutive dal 2001 al 2003, e Silvia Serafini, leader nel 2014 che salvo imprevisti dovrebbe essere al via della 32 Km anche quest’anno. A festeggiare sabato anche Giovanna Cavalli, Silvia Rampazzo, la campionessa del mondo 2017. Ancora in forse la partecipazione di Lucy Murigi, in questo momento ancora ferma ai box in Kenia, vincitrice nel 2022 ma soprattutto campionessa mondiale nel classico “long distance” al mondiale 2017, mentre pronte a battagliare Ingrid Mutter vincitrice nel 2016.

Numerosi gli atleti di caratura mondiale messi in lista grazie alla Valsir WMRA World Cup che stanno finalizzano le iscrizioni e che vogliono provare a mettere la firma in questo prestigioso albo d’oro.

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Un evento in continua evoluzione: la diretta

Per poter festeggiare al meglio questo importante anniversario, gli organizzatori hanno sfidato loro stessi e messo alla luce uno degli aspetti della comunità di Premana indiscutibile: la capacità di innovazione, nell’organizzazione e nella comunicazione. Per quest’edizione speciale sarà trasmessa la diretta streaming con commento in studio della classica 32 km e della 18 km, che sarà visibile sul canale Youtube dell’A.S. Premana (@ASPREMANA) e su CorrereTV del media partner Correre. Partendo dunque dal primo esperimento operato durante l’edizione scorsa, gli organizzatori hanno lavorato molto per poter sopperire agli svantaggi logistici e tecnici presenti nell’aspro territorio montano, intervenendo soprattutto con nuovi punti di connessione internet lungo il percorso. L’aspettativa è quella di permettere a tutti di poter godere di quei passaggi spettacolari che hanno reso celebre il Giir di Mont, seduti tranquillamente sul divano di casa.

***

La serata di presentazione della XXX Giir di Mont è stata realizzata grazie al Polimed Santa Caterina di Introbio, che ha presentato la prossima apertura di un nuovo attrezzato centro fisioterapico sll’avanguardia nelle tecnologie: il “Polimed Santa Caterina – Fisio e sport”. La mission è creare un punto di riferimento per la preparazione fisica degli atleti nella provincia di Lecco e non solo, con focus sulla prevenzione e il recupero degli infortuni, grazie ad una palestra riabilitativa e al personal training.

Al link il programma completo

https://www.giirdimont.it/event/giir-di-mont-2024-xxx-edizione/

(Si ringrazia Lecconotizie.com per la foto di copertina che ritrae il gruppo degli organizzatori)

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Venerdì, 12 Luglio 2024 18:56

LA STORIA DELLE OLIMPIADI A BARZIO

in Eventi
In occasione delle prossime Olimpiadi, Claudio Maria Casari racconterà come è nata la maggiore manifestazione sportiva, ripercorrendo aneddoti e curiosità dalle origini ai giorni nostri nelle serate di CINQUANTA SFUMATURE DI OLIMPIADI.
Appuntamento MARTEDI' 16 alle ORE 21.00 con la prima parte di questa affascinante storia e MARTEDI' 23 (alla stessa ora) per proseguire l'emozionante viaggio.
INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI.
Maggiori informazioni nella locandina.
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Venerdì, 12 Luglio 2024 10:03

TUBING A GIUMELLO. UNA RIFLESSIONE DI LUCA ROTA

L’Alpe Giumello è una micro-stazione sciistica dell’alta Valsassina, con due piccoli impianti di risalita dal futuro alquanto incerto ma dotata di grande e peculiare bellezza paesaggistica. L’associazione di volontari che ne gestisce la valorizzazione turistica, le cui buone pratiche sono state segnalate e lodate da Legambiente sul report “Nevediversa 2024”, ha da poco inaugurato una pista per il tubing, attrazione meramente ludico-ricreativa che ben poco sa valorizzare una località montana. È un intervento tutto sommato accettabile oppure un errore che andava evitato?

Viene da pensare che a qualsiasi autentico appassionato di montagna la visione di attrazioni come il “tubing” appena inaugurato a 1550 metri di quota sui prati dell’Alpe Giumello, bellissima località montana dell’alta Valsassina (provincia di Lecco), equivalga a un violento schiaffone in pieno volto. In questo caso, e in tanti simili, si parla sempre di “valorizzazione” della montagna, ma veramente non si capisce come la possa valorizzare quella che a tutti gli effetti è una giostra di plastica (non si denuncia da tempo che pure sui monti è pieno di microplastiche?), che, peraltro, dopo un certo numero di volte poi inevitabilmente annoia.

Le cose banali finiscono per banalizzare pure ciò che hanno intorno, come dimostra ad esempo la “panchina gigante” dell’Alpe Chiaro, posta a una manciata di minuti a piedi dal Giumello. Inoltre, queste installazioni fanno sempre pensare a cose tipo – per dire – un biliardino piazzato dentro un museo ricco di capolavori artistici: lì ci si va per ammirare l’arte e educarsi alla bellezza o per giocare e schiamazzare?

Poste tali premesse, da subito sono comparsi sul web numerosi commenti critici verso l’installazione dell’Alpe Giumello e ben pochi favorevoli. Sono i «soliti ambientalisti che dicono sempre di no» i primi e quelli che «avranno da guadagnarci qualcosa» i secondi? Nel caso specifico è forse il caso di andare oltre queste prese di posizione tanto legittime quanto semplicistiche.

Ormai da tempo e da più parti si invoca e sostiene la necessità di un cambio dei paradigmi alla base della frequentazione turistica delle montagne, innanzi tutto dal punto di vista culturale e poi per ogni altro. I territori montani stanno cambiando, in primis per i motivi climatici e ambientali ben noti, così come stanno cambiando gli immaginari diffusi e la sensibilità generale verso l’ambiente - nonostante a volte verrebbe da pensare l’opposto, ma come sempre le buone pratiche fanno meno notizia di quelle becere. Quei paradigmi non si possono cambiare di colpo, anche se in molti casi sarebbe auspicabile farlo ma risulta per vari motivi impossibile: è necessario trovare dei compromessi che agevolino il cambiamento, la transizione verso frequentazioni turistiche meno impattanti e più consone ai luoghi e alla realtà in divenire.

Dunque, in base a tali considerazioni, il tubing di plastica dell’Alpe Giumello può rappresentare un compromesso rispetto alle attività sovente ben più virtuose portate avanti in loco su base volontaristica dall’Associazione Alpe Giumello, che le hanno valso una segnalazione tra le “buone pratiche” sul dossier “Nevediversa 2024” di Legambiente?
 

Di nuovo, ogni risposta a questa domanda è legittima. Per tornare all’esempio del museo d’arte di prima, si può dire che può essere che su cento opere custodite di notevole fattura ce ne sia una di qualità sgradevole e irritante: bisognerebbe chiedersi per quali motivi il curatore della collezione l’abbia voluta mettere in mostra, a fronte di tutte le altre esposte. Tuttavia, basta andare oltre quella patacca, magari segnalare a chi di dovere la stonatura, e godersi al meglio e consapevolmente gli altri capolavori presenti.

All’Alpe Giumello di “patacche” ce ne sono già due in poco spazio, la suddetta panchina gigante dell’Alpe Chiaro e ora questo tubing. Due brutture o due schiaffoni in pieno volto, per citare l’altra metafora iniziale. Secondo molti, l’unico modo con il quale si possano giustificare banali attrazioni ludiche come queste, fatte per turisti obiettivamente carenti di consapevolezza e sensibilità nei confronti delle montagne, è il loro inserimento in un progetto ben strutturato su base ampiamente culturale attraverso le cui pratiche si sappia valorizzare veramente il territorio, i luoghi, i paesaggi. Un progetto con il quale si dimostri ai turisti d’ogni specie che per godere le montagne, e per divertirsi lassù, non servono affatto manufatti giostreschi come quelli perché la montagna non è un luna park ma una geografia traboccante di suggestioni, anche se qualcuno forse fatica a vederle e a comprenderle.
 

Ma se attraverso quelle giostre si è in grado di attrarre visitatori e, dopo l’iniziale fruizione ludica del luogo, mostrare loro che la montagna è ben altra cosa, e che è ben più divertente e appagante perdere lo sguardo – ad esempio e per restare in zona – dalla vetta del Monte Croce di Muggio, sovrastante l’Alpe Giumello e facilmente raggiungibile, nei vastissimi orizzonti da lassù visibili, grazie ai quali pare di essere in volo su un aereo osservando il paesaggio sottostante a perdita d’occhio, invece di perdere tempo e forze a scivolare banalmente su un ciambellone gonfiabile lungo una pista di plastica, allora il compromesso prima citato si può anche considerare – seppur senza mettere da parte le osservazioni sopra rimarcate e manifestando molte perplessità al riguardo.

È tuttavia sperabile che l’Associazione che si è presa in carico la cura e la valorizzazione dell’Alpe Giumello sappia muoversi efficacemente in tal senso, ora e in futuro. Il luogo è di rara peculiarità e bellezza, come rimarcato, e merita che chiunque, residente o turista, ne abbia piena coscienza a prescindere dalla presenza del tubing e di altre amenità.

In ogni caso, per non prendersi un tale gran schiaffone in pieno volto basta stare a debita distanza da chi o cosa lo mena.

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Venerdì, 12 Luglio 2024 09:42

MARINA, LA VILLEGGIANTE, CAMPIONESSA MONDIALE DI APNEA (CON IL SUPPORTO DI UN VALSASSINESE)

Si sono svolti a Belgrado, capitale della Serbia, dal 5 al 9 luglio, i campionati mondiali di apnea.

Sette le discipline in programma distribuite in quattro giorni di gare: apnea senza attrezzi, dinamica con due pinne, dinamica con mono pinna, apnea statica, velocità 8x50, 4x50 e 2x50.

Bene, diranno i nostri lettori, ma cosa c'entra tutto questo con le montagne della Valsassina?

C'entra, eccome, per due bei motivi.

Il primo è che nella squadra azzurra gareggiava un'atleta di Castellanza, Marina Olivieri, che frequenta spesso la Valle e ama trascorrere nelle nostre zone i suoi week end.

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Ebbene, Marina ha fatto incetta di medaglie nella categoria Master M2.: oro e nuovo record del mondo nella velocità 8x50, oro e nuovo record del mondo nella velocità 4x50, oro e nuovo record del mondo nella velocità 2x50, argento in apnea statica, bronzo nell’apnea dinamica con due pinne e bronzo nella dinamica con mono pinna.

Insomma, un bel carico da riportare in Patria!

Il secondo motivo per cui ci interessa questo vero e proprio exploit è che nel team che ha seguito e assistito Marina c'era anche un valsassinese doc, appassionatissimo di subacquea, che risponde al nome di Alberto Amadasi.

Un grazie ad Alberto per averci fornito queste info e le foto: contrariamente a quanto si può pensare sono molti in Valsassina a praticare gli sport subacquei e da oggi conoscono anche Marina Olivieri, nostra "villeggiante" plurimedagliata".

 marina con amadasi

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