In queste parole Gesù descrive la vita del discepolo. Dobbiamo imparare a vederci ogni giorno descritti così e se non lo siamo a questo dobbiamo convertirci. “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. La sento come decisiva questa affermazione di Gesù, deve essere custodita nel cuore e deve guidare tante nostre scelte, l’intera nostra vita.
Tutto abbiamo ricevuto da Dio e tutto dobbiamo essere pronti a donare, a condividere: la vita che non può essere posseduta ma accolta; il mondo, casa accogliente per tutti; la fede nutrita dalla parola, che ci regala la verità di Dio e dell’uomo, che ci aiuta a comprendere, per poi viverla, la sua volontà su noi e sul mondo; il perdono che ci rimette in piedi ogni volta e ci aiuta davvero a vincere sul male; la capacità di amare con dedizione, fantasia, generosità pronta a vincere ogni forma di chiusura e di egoismo; l’incrollabile speranza che ci impedisce ansia e depressione per uno sguardo pieno di ottimismo sul futuro; lo sdegno e la capacità di scandalizzarsi e poi il desiderio di poter fare qualcosa contro il male che ci assale…e quanto altro ancora.
Se è grande in noi la consapevolezza che tutto ci è stato donato in qualche modo veniamo avvolti da un grande desiderio di gratitudine e di restituzione a Dio e a tutti di ciò che meravigliosamente abbiamo ricevuto.
Luogo della gratitudine , della restituzione e del dono non è solo la preghiera, il culto, il tempio, la chiesa, piuttosto la quotidianità, la casa, le relazioni che viviamo ogni giorno con persone care e persone sconosciute, uomini e donne che come noi abitano il mondo.
Il “come” vivere la gratitudine, la restituzione e il dono, per un discepolo di Gesù è evidente: “così come Gesù”! Gesù stesso lo chiede espressamente ai discepoli.
“Strada facendo”, cioè camminare nella vita nella docilità all’azione dello Spirito che, mentre facciamo dei passi significativi nel dono di noi stessi ci conferma, ci corregge, ci dona nuovo slancio ma anche nuovi percorsi da intraprendere.
“Predicando che il regno dei cieli è vicino”, testimoniando la certezza che Dio ci sta amando, ci è vicino, non ci abbandona, nessuno esclude, tutti vuole avvolgere con la sua grazia.
“Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni”, capaci di vedere tutto il dolore che c’è, capaci di curvarsi su ogni persona che soffre, allontanando da tanti cuori la rassegnazione o la convinzione che nulla e nessuno può vincere il male.
“Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone”: il discepolo, come Gesù, sceglie la mitezza, l’umiltà, la povertà, nella certezza che Dio è Padre provvidente. Così chiunque sarà raggiunto dalla nostra testimonianza non si legherà a noi ma, libero, inizierà a essere grande nel regno di Dio. Se “andiamo per il mondo” da poveri sarà splendidamente evidente che il Signore, il suo Regno, il suo Vangelo sono l’unica vera ricchezza per la nostra vita.
“Donate pace”: è il dono dei doni, per tutti. E’ il dono del Risorto e di tutti coloro che sanno che l’amore vince il peccato e la morte, vince tutto; fa fiorire la vita; crea legami di vera fraternità; trasforma il mondo.
La puoi donare se in te l’amore ha vinto.