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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Venerdì, 14 Maggio 2021 15:02

SCIOPERO DI DUE ORE ALL`OSPEDALE DI BELLANO

Oggi Venerdi 15 Maggio presso l`Ospedale di Bellano abbiamo scioperato 2 ore per la difesa della sanità pubblica e per difendere i servizi per cittadini attendiamo una risposta risoluta e concreta dalle istituzioni locali regionali e nazionali.

La politica non può voltarsi e girare la testa di fronte al bisogni e alla domanda di investimenti, soprattutto riguardo le assunzioni di medici e operatori sanitari. Ringraziamo chi ha partecipato: i lavoratori i sindaci i partiti che hanno aderito, la rsu della Nostra Famiglia, l` Associazione Italia Cuba.

Siamo convinti e determinati che sia giunto il momento di aprire un tavolo territoriale con tutti gli attori e le istituzioni, Regione Sindaci Sindacati RSU, per pianificare un piano straordinario sulla sanità pubblica nella nostra provincia che risponda al potenziamento dei servizi territoriali e con nuovi investimenti sui presidi .

Ottima la partecipazione dei lavoratori e di alcuni sindaci, questo ci sembra un auspicio per aprire una fase di rilancio dei nostri presidi ospedalieri e territoriali contro le politiche di privatizzazione e di esternalizzazione.

Ercole Castelnovo RSU ASST LECCO

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Venerdì, 14 Maggio 2021 11:51

IL LAGO DI COMO GRANDE PROTAGONISTA A BIT 2021 DIGITAL EDITION

Il Lago di Como punta a essere uno dei protagonisti pincipali dBIT 2021 – Digital Edition, Borsa internazionale del Turismo, che per la prima volta va in scena in forma digitale e raddoppia la sua durata, dal 9 al 14 maggio.

La destinazione Lago di Como si promuove attraverso una partecipazione collettiva, coordinata da Camera di Commercio Como-Lecco ed espressione delle azioni di valorizzazione turistica e culturale condivise dalla Cabina di Regia sovraprovinciale di cui fanno parte, oltre all’ente camerale che la presiede, le Province e i Comuni capoluogo di Como e di Lecco e il Consorzio del centro lago.

La Provincia di Lecco, all’interno del padiglione digital Lago di Como illustrerà in particolare:

Il racconto di queste eccellenze avverrà anche attraverso due momenti live dedicati, nella giornata di venerdì 14 maggio.

Il primo alle 12.00 sarà presentato da Anna Ranzi, coordinatore del Sistema Museale della provincia di Lecco, e verterà sugli itinerari turistico culturali SIMPLe Ways – dai musei al territorio. I 33 musei e raccolte museali aderenti al Sistema Museale sono testimonianze uniche di arte e cultura e rappresentano una destinazione ideale per il turista che vuole conoscere e rivivere il passato a contatto con la natura immergendosi in un ambiente oasi naturali di rara bellezza e paesaggi sorprendenti.

Si tratta di proposte orientate a far apprezzare e godere consapevolmente al visitatore, sia locale che turista, l’ambiente e il paesaggio con presenze storiche, artistiche ed architettoniche che lo connotano e lo impreziosiscono.

SIMPLe Ways sono dieci itinerari di visita, disponibili su LeccoApp, che si sviluppano sul ramo lecchese del Lago di Como, in Valsassina, in Val San Martino e in Brianza e possono essere mete stimolanti per chi vuole immergersi in un ambiente suggestivo e di rara bellezza naturalistica, in cui si conservano ancora tracce di un patrimonio culturale locale, a volte sconosciuto o recentemente ristrutturato e restaurato.

Alle 13.00 si terrà l’evento Valsassina: esperienze autentiche fra natura e tradizione.

Nello spazio espositivo virtuale riservato al Lago di Como, si possono infatti scoprire storie ed eventi digitali, attraverso i quali il territorio si racconta in tutta la sua bellezza, pronto ad accogliere il turista di oggi e di domani con opportunità ed esperienze di viaggio uniche, perché il Lago di Como è “un mondo unico al mondo”!

Scopri la vetrina virtuale dedicata I musei raccontano il territorio
Scopri la vetrina virtuale dedicata  La voce delle terra ci svela l’idendità dei luoghi

#LakeComo #LagodiComo #InLOMBARDIA

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Venerdì, 14 Maggio 2021 11:47

TACENO: CHIUSO IL PONTE SUL TORRENTE MALADIGA

La Provincia di Lecco informa che pomeriggio di ieri, giovedì 13 maggio 2021, a seguito di segnalazione pervenuta dal Sindaco del Comune di Taceno, è stata evidenziata la criticità relativa al mal funzionamento della rete di scarico delle acque bianche provenienti dal nucleo abitato di Taceno, in prossimità del ponte stradale sul torrente Maladiga.

Questa fuoriuscita di acque dalla suddetta rete potrebbe pregiudicare la stabilità della spalla del ponte, sino a provocarne il crollo.

Per cui è stata disposta la CHIUSURA AL TRANSITO della Sp 62 della Valsassina dir. Taceno sul ponte a scavalco del torrente Maladiga (tratto compreso tra l’incrocio con Sp 67 e via Vittorio Emanuele) in comune di Taceno, ANCHE PER I MEZZI DI SOCCORSO ED EMERGENZA, a decorrere dalle ore 15.30 di Giovedì 13 Maggio 2021, sino a successiva revoca.

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Venerdì, 14 Maggio 2021 07:10

Rsa aperte alle visite in presenza? Di fatto, tutto come prima

Comunicato del sindacato dei pensionati Cisl Lombarda: quasi tutti sono in attesa di regole specifiche

Rsa aperte alle visite in presenza? In Lombardia, di fatto, non è ancora cambiato nulla. Nel comunicato stampa diffuso martedì 11 maggio, Emilio Didonè, segretario generale dei pensionati Csil della Lombardia, disegna con semplicità e correttezza quanto avvenuto in regione, pohi giorni dopo l’ordinanza ministeriale che autorizzava l’apertura delle Rsa alle visite dei parenti.
Dall’osservatorio privilegiato che è la sede Fpn regionale, si può facilmente stimare nel 15/20% le strutture che hanno effettivamente aperto, ma di fatto sono più o meno le stesse che si erano attrezzate con stanze degli abbracci e gazebo.
Osserva Didonè:

“Sondrio, Bergamo, Brescia ci rimandano situazioni ancora molto bloccate. Quasi tutti i territori stanno aspettando che Regione e Ats decidano cosa si debba fare e come lo si debba fare.
A Pavia nessuna Rsa ha aperto alle visite dei parenti, Mantova e Lecco si mantengono nelle percentuali che avevamo anche prima dell’ordinanza. Da alcune strutture in provincia di Milano ci arrivano regolamenti che di fatto impediscono il contatto tra ospite e parente e appesantiscono le famiglie, addossando loro tutti i costi di gestione della visita, dal tampone ai certificati”.

Rsa aperte alle visite in presenza: ad oggi, tutto come prima

Sabato 8 maggio la notizia dell'ordinanza del ministero della Salute, che dava la possibilità di permettere ai parenti le visite in presenza presso le case di riposo, purché provvisiti di certificazione verde, aveva richiamato l'attenzione di tutti, stampa, pubblico, famiglie.

In Lombardia, secondo le testimonianze raccolte dal sindacato, la situazione però è ancora agli esordi. Chi faceva qualcosa prima continua a farlo, chi non apriva continua a non aprire, in attesa di un protocollo di Regione Lombardia valido per tutte le Ats.
Commenta Didonè:

"C’è grande rammarico per il colpevole ritardo con cui il ministero della Salute interviene, lasciando tra l’altro aperte ancora troppe questioni. Trovo, per esempio, alquanto originale l’obbligo di dichiarazione congiunta tra famiglia e ente gestore su eventuali responsabilità da condividere conseguenti alla visita in Rsa. Siamo proprio un popolo di azzeccagarbugli: fatta la legge, trovato l’inganno”.

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Venerdì, 14 Maggio 2021 07:06

Prima del vaccino Covid è inutile prendere farmaci preventivi

I consigli pubblicati sul portale informativo a cura della Fnomceo. Niente eparina o antifebbrili prima di avere sintomi

Prima del vaccino Covid è inutile prendere qualsiasi farmaco come eparina o medicine che abbassano la febbre come paracetamolo o altro. Il chiarimento, già esplicitato dai medici in più occasioni, è ribadito in un articolo pubblicato sul portale informativo Dottoremaeveroche.it, a cura di Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
In breve, prima di ricevere una dose di vaccino anti-Covid non si deve fare nulla, se non leggere con attenzione i moduli rilasciati in sede di prenotazione e rispondere alle domande presenti, prima di firmare il consenso.

Nessun medicinale si può prendere nella malposta idea di prevenire gli effetti collaterali del vaccino. Nell’articolo curato da Roberta Villa per il portale di Fnomceo, si chiarisce che, al contrario, l’uso di questi farmaci, senza un preventivo consiglio del medico e in assenza di sintomi, può essere dannoso.
Prima del vaccino Covid non si prende nulla

Le notizie sul procedere della farmaco vigilanza e sui casi legati al vaccino di Astrazeneca hanno richiamato l’attenzione del grande pubblico e suscitato molti timori. I fenomeni trombotici di cui si è parlato sono rarissimi.

Situazioni menzionate dai media, come la difficoltà del sangue a coagulare, l’utilizzo, da parte delle donne in età fertile, di anticoncezionali, il basso numero di piastrine, non sono condizioni che possono far prevedere un rischio più alto della reazione avversa nota come Vitt.

Inutili e sconsigliati, dunque, prima del vaccino, sono questi comportamenti:

assumere aspirina o eparina a scopo preventivo
assumere antistaminici a scopo preventivo
prendere paracetamolo o ibuprofene
fare un esame del sangue per comprendere se si rischia di più la Vitt.

I farmaci antipiretici, consigliano i medici, si prendono solo dopo aver ricevuto il vaccino, in caso di febbre alta. A somministrazione avvenuta e in particolare nel caso di Astrazeneca, ai vaccinati viene consegnato un foglio con alcune tipologie di eventuali sintomi da tenere sotto controllo.

L'articolo sul portale a cura di Fnomceo si trova qui:

https://dottoremaeveroche.it/assumere-farmaci-prima-vaccino-covid/

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Venerdì, 14 Maggio 2021 07:01

SOCCORSO ALPINO: RECORD DI INTERVENTI NEL 2020

Record di interventi: più di 10mila missioni di soccorso. Nonostante i lunghi mesi di lockdown “assalto” alle montagne italiane. E l’estate si annuncia “calda”.

Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico diffonde i dati dell’attività 2020, che sanciscono un “record” difficile da pronosticare. Nell’anno passato infatti, pesantemente condizionato da lunghi mesi di lockdown, si è registrato il più alto numero di interventi di soccorso nella storia del Corpo. In totale sono state compiute 10279 missioni, di cui 7658 in terreno impervio, con l’impiego di 43247 soccorritori, pari a 29.459 giornate, sfiorando le 200.000 ore totali di impiego. Oltre 450, purtroppo, le vittime in montagna. Il 2020 ha superato seppur di poco – per chiamate di soccorso – il 2019, che a sua volta si era chiuso con un significativo balzo in avanti dell’attività di soccorso rispetto al 2018, passando da 9.554 a 10.234 interventi (+7,1%).
I dati principali

Nell’analisi delle attività che hanno generato le chiamate di soccorso alpino durante il 2020, il primo posto è saldamente occupato dall’escursionismo, con 4579 casi (46,6%), che distanzia di parecchio lo sci alpino, la mountain bike (7,0%), l’alpinismo, che registra 494 infortunati (5%), seguito da altre voci numericamente meno importanti.

Simile contesto lo si riscontra anche nelle cause, dove cadute e/o scivolate, su tutti i terreni, occupano la testa della classifica con 4604 casi (46,9%), seguite dalla voce “incapacità” (28,4%), che comprende fra l’altro situazioni quali: perdita di orientamento, sfinimento, ritardo. Al terzo posto troviamo i malori, con 1158 infortunati e 356 chiamate di soccorso invece (3,6%) dovute alle pessime condizioni meteo.

Le persone soccorse sono state 9824 di cui 3635 illesi (37 %), 4093 feriti leggeri (41,7%), 1313 feriti gravi (13,4%), 228 feriti in imminente pericolo di vita (2,3%), 465 deceduti (4,7%) e 90 dispersi (0,9%).

L’impiego del mezzo aereo è stato ancora una volta fondamentale, effettuato soprattutto con gli elicotteri operanti nelle basi operative del SUEM, protagonisti di 3123 missioni di soccorso alpino; in 1044 interventi è stato utilizzato l’elicottero della Protezione civile, principalmente per quanto riguarda la regione Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Il 2,8% delle operazioni sono stati concluse con l’apporto di mezzi dei Vigili del Fuoco, seguiti poi da altri aeromobili dell’Amministrazione pubblica: Guardia di Finanza, Aeronautica Militare, Polizia di Stato, Esercito e Carabinieri.

Nel 2020 si sono registrati anche quattro incidenti speleologici, che hanno coinvolto quattro appassionati di esplorazione in grotta, fortunatamente senza vittime.
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico diffonde i dati dell’attività 2020, che sanciscono un “record” difficile da pronosticare. Nell’anno passato infatti, pesantemente condizionato da lunghi mesi di lockdown, si è registrato il più alto numero di interventi di soccorso nella storia del Corpo. In totale sono state compiute 10279 missioni, di cui 7658 in terreno impervio, con l’impiego di 43247 soccorritori, pari a 29.459 giornate, sfiorando le 200.000 ore totali di impiego. Oltre 450, purtroppo, le vittime in montagna. Il 2020 ha superato seppur di poco – per chiamate di soccorso – il 2019, che a sua volta si era chiuso con un significativo balzo in avanti dell’attività di soccorso rispetto al 2018, passando da 9.554 a 10.234 interventi (+7,1%).

I dati principali

Nell’analisi delle attività che hanno generato le chiamate di soccorso alpino durante il 2020, il primo posto è saldamente occupato dall’escursionismo, con 4579 casi (46,6%), che distanzia di parecchio lo sci alpino, la mountain bike (7,0%), l’alpinismo, che registra 494 infortunati (5%), seguito da altre voci numericamente meno importanti.

Simile contesto lo si riscontra anche nelle cause, dove cadute e/o scivolate, su tutti i terreni, occupano la testa della classifica con 4604 casi (46,9%), seguite dalla voce “incapacità” (28,4%), che comprende fra l’altro situazioni quali: perdita di orientamento, sfinimento, ritardo. Al terzo posto troviamo i malori, con 1158 infortunati e 356 chiamate di soccorso invece (3,6%) dovute alle pessime condizioni meteo.

Le persone soccorse sono state 9824 di cui 3635 illesi (37 %), 4093 feriti leggeri (41,7%), 1313 feriti gravi (13,4%), 228 feriti in imminente pericolo di vita (2,3%), 465 deceduti (4,7%) e 90 dispersi (0,9%).

L’impiego del mezzo aereo è stato ancora una volta fondamentale, effettuato soprattutto con gli elicotteri operanti nelle basi operative del SUEM, protagonisti di 3123 missioni di soccorso alpino; in 1044 interventi è stato utilizzato l’elicottero della Protezione civile, principalmente per quanto riguarda la regione Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia. Il 2,8% delle operazioni sono stati concluse con l’apporto di mezzi dei Vigili del Fuoco, seguiti poi da altri aeromobili dell’Amministrazione pubblica: Guardia di Finanza, Aeronautica Militare, Polizia di Stato, Esercito e Carabinieri.

Nel 2020 si sono registrati anche quattro incidenti speleologici, che hanno coinvolto quattro appassionati di esplorazione in grotta, fortunatamente senza vittime.

 

L’analisi

A un veloce confronto dei dati statistici degli interventi di soccorso degli anni precedenti, nel 2020 sembra che la pandemia di Covid-19 non ci sia stata e che l’impercettibile incremento numerico rispetto all’anno precedente sia stato soltanto una ordinaria evoluzione. Ma è chiaro che a fronte delle chiusure e delle limitazioni alla circolazione fra le Regioni imposte dalla pandemia, interi periodi dell’anno passato hanno visto una forte limitazione dell’utenza turistica nelle montagne. Situazione invece del tutto ribaltata durante il periodo estivo, dove valli e cime sono diventate una delle mete privilegiate per milioni di italiani, molti dei quali per la prima volta hanno scelto di trascorrere le ferie in quota.

Una parte – minoritaria – di quest’utenza ha approcciato la montagna senza la necessaria abitudine ad un contesto ambientale molto diverso dalle zone più antropizzate, a volte anche senza una preparazione di base sulle norme di prudenza e prevenzione degli incidenti. Anche per questo si è registrato nel periodo estivo il balzo degli interventi del Soccorso Alpino e Speleologico ha registrato un +45% su scala nazionale.

 

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Giovedì, 13 Maggio 2021 17:54

APPELLO DI BANCHE E IMPRESE ALLE ISTITUZIONI: CONTINUATE A GARANTIRE LA LIQUIDITA'

Continuare a garantire la necessaria liquidità alle imprese dato che la crisi sanitaria determinata dal COVID-19 continua a incidere negativamente sulle attività di impresa.

Questa la richiesta contenuta nella lettera inviata alle Istituzioni italiane con firma unitaria da ABI, Confartigianato, Alleanza delle Cooperative Italiane (Agci, Confcooperative, Legacoop), Casartigiani, CIA Agricoltori Italiani, CLAAI – Confederazione Libere Associazioni Artigiane Italiane, Cna – Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa, Coldiretti, Confagricoltura, Confapi, Confcommercio, Confedilizia, Confesercenti, Confetra, Confimi Industria, Confindustria, Copagri.

Le rappresentanze delle imprese ritengono importante che il Decreto legge in corso di definizione contenga misure di semplice applicazione, che siano effettivamente efficaci e immediatamente operative, senza prevedere l’emanazione di una regolamentazione secondaria per la piena operatività.

Con riferimento specifico alla liquidità delle imprese, è innanzitutto necessaria una proroga delle cosiddette moratorie e che queste possano esplicare i loro effetti senza soluzione di continuità con le moratorie in essere. Inoltre, occorre che siano di automatica applicazione, evitando complicazioni burocratiche.

Dal lato dei finanziamenti garantiti, la prosecuzione della crisi, di particolare profondità soprattutto in alcuni settori economici, rende ineludibile una proroga delle misure del DL Liquidità in coerenza con la proroga dal Temporary Framework.

Inoltre, è essenziale, per scongiurare il rischio che le imprese vadano in difficoltà, che la durata dei finanziamenti garantiti venga significativamente prolungata mantenendo invariato il grado di copertura della garanzia pubblica così da prevedere incentivi adeguati ad allungare i piani di rimborso. La durata va portata ad almeno 10 anni, ma va considerato che vi sono settori particolarmente colpiti che hanno urgente necessità di interventi più incisivi, anche modificando le regole del Temporary Framework.

È poi necessario che le modalità di accesso al Fondo di Garanzia PMI e alle garanzie Ismea non subiscano delle modifiche almeno fino al 31 dicembre 2021, anche con riferimento alle imprese agricole e a quelle non rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese.

Andrebbero comunque favorite le operazioni di rinegoziazione del debito, attraverso idonei strumenti di garanzia offerti dal Fondo di garanzia per le PMI, Sace ed Ismea.

Infine, occorre equiparare le condizioni di accesso alla “Garanzia Italia” a quelle previste per il Fondo di garanzia PMI e ampliare la possibilità di accesso alle misure di sostegno alla liquidità anche alle imprese ammesse a piani di ristrutturazione prima dell’avvio della pandemia e che si sono trovate in difficoltà a rispettare tali piani a seguito degli effetti della pandemia.

“Le nostre imprese – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – sono state troppo a lungo al centro di questa terribile crisi e, secondo le previsioni, ci resteranno ancora per un tempo che anche gli esperti non riescono a delimitare entro una certa data. E’ quindi impensabile che gli strumenti di sostegno al credito abbiano una fine “precoce” o si facciano ancora più stringenti all’interno di un quadro economico per nulla chiaro. Insieme alle altre Associazioni di categoria e alle banche chiediamo al Governo di superare le rigidità imposte dalla situazione internazionale e di lavorare insieme per dare la possibilità alle imprese con potenzialità di recupero di poter programmare investimenti e finanziamenti con una certa serenità. Ci auguriamo che le nostre sollecitazioni, come avvenuto su altri fronti, vengano recepite dal premier Draghi e dai Ministeri competenti e inserite nel DL Sostegni di prossima emanazione”.

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Giovedì, 13 Maggio 2021 07:11

PROBLEMA FORNITURE PER IMPRESE ARREDO

Il portafoglio ordini è pieno. Lavoro ce n’è. A mancare sono le materie prime e i componenti per la produzione. A lanciare l’allarme, nelle scorse settimane, è stato Il Sole 24 Ore, il quotidiano della Confindustria. «Il problema è molto sentito anche in Brianza – spiega Davide Martorelli, Filca Cisl Mbl -. Le aziende del comparto legno-arredo in questi mesi non hanno problemi di lavoro. Le spese delle famiglie, dalla moda ai viaggi, si sono riversate sulla casa e sul mobilio. Le commesse quindi arrivano. Il flusso produttivo è però rallentato dalla carenza delle materie prime. Uno scoglio che potrebbe minare la ripresa».

Mancano le componenti plastiche e quelle metalliche. Prodotti che arrivano principalmente dall’Asia. Secondo gli imprenditori, Cina e Sud-Est asiatico, che hanno ripreso a correre, hanno tutto l’interesse a favorire le loro aziende nelle forniture. Ciò ha un influsso anche sui prezzi. Secondo Confindustria, il legno ha segnato un +35%, i polimeri +25%, le guaine e il rame +10%, il pvc/xps/polistirolo +23%. A ciò si aggiunge il rincaro dei costi del noleggio dei container., ma anche di viti e bulloni.

«In molte aziende – continua Martorelli – stiamo quindi vivendo un paradosso: la ripresa è a portata di mano, ma potrebbe essere difficile da acchiappare. Al momento non ci sono ricadute occupazionali. Nei casi più difficili è possibile utilizzare ancora la cassa integrazione covid-19. Questo blocco però va superato presto per evitare che diventi strutturale e abbia ricadute anche sui lavoratori».

Il rischio grave che si corre è l’azzeramento degli sforzi delle aziende che si stanno rialzando dopo i mesi drammatici del lockdown. «La situazione – conclude Martorelli – rischia di colpire duramente un comparto che rappresenta il fiore all’occhiello del made in Italy, ed è tra le maggiori specializzazioni produttive del nostro territorio».

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Giovedì, 13 Maggio 2021 07:05

SCUOLA ESTIVA, LA CGIL CHIARISCE

Con nota 643 del 27 aprile 2021 il Dipartimento per il sistema educativo per l’istruzione e per la formazione del Ministero dell’Istruzione ha comunicato alle scuole di aver stanziato una somma di 510 milioni di euro per programmare e svolgere attività finalizzate al rinforzo e potenziamento delle competenze disciplinari e della socialità da esplicare nel periodo giugno-settembre 2021, come attività “ponte” per l’anno scolastico 2021/2022.

Alle scuole si chiede di programmare in tre fasi (giugno – luglio/agosto – settembre) attività che si propongono lo scopo di colmare i vuoti di didattica in presenza e di socialità che la pandemia ha portato con sé nel corso del 2020/2021.
Un obiettivo condivisibile nelle sue grandi linee e nelle finalità che avrebbe potuto avere maggiore efficacia ove inserito in uno sguardo di prospettiva traguardante oltre i mesi estivi e l’emergenza per una complessiva riqualificazione del sistema scolastico e per avviare una stagione di investimenti a partire dal PNRR. È stata colta l’esigenza della centralità della scuola nella progettazione delle attività, a cui compete anche l’individuazione di eventuale coinvolgimento di soggetti esterni, in assenza di disponibilità interne o per progettualità specifiche.

Le istituzioni scolastiche sono chiamate, dunque, a programmare attività di vario genere, avendo la possibilità di coinvolgere nella realizzazione delle stesse anche soggetti esterni come associazioni, terzo settore, ecc., per recuperare “il tempo perduto” ma sempre nell’ambito degli obiettivi definiti nell’ambito del PTOF. Dentro a questo percorso può essere valorizzato il rapporto tra scuola e territorio, territorio fatto da Enti locali ed associazioni.

Sono certamente presenti molti limiti contenuti nella nota, in termini di precisione di indicazioni e di fattibilità concreta, dovuti ad un mancato e preliminare confronto con il mondo della scuola, coi suoi protagonisti e i suoi rappresentanti, in assenza anche di protocolli di sicurezza e di indicazioni sulle modalità di reclutamento e di garanzie contrattuali per i lavoratori.
Tuttavia da essa conseguono alcuni adempimenti che proviamo a declinare come di seguito, in attesa delle specificazioni che, come di consueto, saranno necessarie per l’attuazione concreta.
L’adesione del personale, delle famiglie, degli studenti è volontaria

L’Amministrazione sembra essersi resa ben conto che le attività, per essere efficaci, non possono essere imposte alle scuole e ai lavoratori (istanza che abbiamo posto con forza in ogni sede e che ha trovato in questo caso giusto ascolto). Sicché è ben chiarito che sia la programmazione delle attività da parte degli organi collegiali sia l’adesione a svolgerle da parte dei singoli lavoratori sono assolutamente nella libera disponibilità dei soggetti collettivi e individuali.
Gli organi collegiali possono decidere che le attività svolte in presenza e a distanza siano state sufficienti e possano essere integrate con la ripresa del nuovo anno scolastico (la situazione è infatti assai variegata fra scuola e scuola, fra scuola del primo ciclo e scuole del secondo ciclo, scuole che hanno lavorato in DaD e altre in presenza, ecc.) come anche possano deliberare di programmarle e organizzarle.
Resta in ogni caso fermo il fatto che, benché programmate, le attività possano anche non trovare poi l’adesione concreta a svolgerle da parte dei lavoratori in forza alla scuola, potendo ricorrere a personale esterno.
Le iniziative sono autonomamente determinate da parte degli Organi collegiali

La nota dice con chiarezza che le iniziative sono autonomamente autodeterminate dagli Organi collegiali.

E, dunque, come tutte le attività autonomamente determinate, esse rientrano, sia pur fatte con fondi aggiuntivi e anche nel periodo estivo, nelle attività ordinarie sia per quanto riguarda le modalità delle fasi programmatorie sia per quanto riguarda gli aspetti amministrativo-contabili e di relazioni sindacali: agire gli Organi collegiali, i rapporti di informazione, confronto, contrattazione sindacale (per quanto riguarda il personale contrattualizzato), i contratti di prestazione per gli incarichi a soggetti esterni.

È evidente che la dirigenza scolastica dovrà attivare gli organi collegiali che devono essere messi al corrente della possibilità di utilizzare le strutture scolastiche anche d’estate, a lezioni ordinarie concluse, facendo leva sulle risorse che saranno messe a disposizione.
I bisogni formativi degli alunni, a conclusione dell’anno scolastico, sono conosciuti solo dai rispettivi docenti. Da ciò deriva la necessità di fare una ricognizione di ciò nei consigli di classe di interclasse o intersezione o nelle forme che autonomamente decideranno le scuole, e, necessariamente, sulla base delle esigenze educative e formative rilevate, i Collegi dei docenti dovranno assumere delle decisioni conseguenti. I Collegi possono decidere di ritenere non necessaria una attività nel periodo estivo, come possono deliberare le attività avendo ben chiarito comunque la condizione di volontarietà ad assumere l’incarico da parte dei docenti e personale interno o, qualora non vi sia disponibilità, il ricorso a personale esterno. Naturalmente anche il Consiglio di Istituto deve assumere le decisioni che ad esso competono in merito quale organo titolare del PTOF (documento necessariamente da integrare) regolatore dell’organizzazione e della programmazione della vita e delle attività della scuola.

Il lavoro del personale ATA

Non si può pensare che le segreterie delle scuole possano farsi carico di quanto necessario a organizzare e gestire attività così complesse in un periodo dell’anno in cui lavorano già a ranghi ridotti anche a causa di un elevato numero di personale ATA precario assunto fino al 30 giugno e con la necessità/obbligo di far fruire le ferie a chi ne ha diritto entro il 31 agosto.
Da questo punto di vista occorre rivedere i piani di attività, anche tramite un aggiornamento della riunione di inizio d’anno, al fine di valutare la fattibilità di quanto si programma in termini di apertura delle sedi/plessi (soprattutto nella scuola di infanzia e primaria), di personale disponibile e di quanto impegno da retribuire viene richiesto agli amministrativi ai tecnici e agli ausiliari nella compartecipazione a tutti i progetti.

Infatti, sulla base delle attività programmate, nel rispetto dei diritti dei lavoratori ata (le ferie in modo particolare), sarà necessario prevedere quanto delle risorse assegnate debbano far fronte alle attività più intense o aggiuntive che il personale ata sarà chiamato a svolgere.

Riteniamo necessario a tal fine anche procedere alla proroga dei contratti a tempo determinato con scadenza 30 giugno, come già da noi richiesto. Semmai consentirne il prolungamento secondo necessità fino al 31 agosto.

Il ruolo del Sindacato e delle RSU. Il punto sulle risorse in termini di retribuzione

Informativa, confronto e contrattazione sono istituti contrattuali che, tutti, debbono essere agiti per l’utilizzo delle risorse che hanno come destinatario il salario dei lavoratori. Ciò riguarda tutte le attività, comunque finanziate (PON, Decreto 41/2021, L. 440/97).
I sindacati territoriali e le Rsu, con lettera formale, devono richiedere per tempo di essere messi al corrente delle somme pervenute, dei progetti attivati, confrontandosi sui criteri di scelta del personale e contrattando le spettanze orarie.
Per gli importi si applicano gli emolumenti orari previsti dalle tabelle 5 (personale docente) e 6 (personale Ata) allegate al CCNL 2006/2009.
In particolare per i docenti il costo lordo dipendente è il seguente:

50,00 € /ora per attività docenza nei corsi di recupero
35,00 €/ora per altre attività di docenza
17,50 €/ora per attività di non insegnamento

Per i PON le retribuzioni delle docenze sono quelle derivanti dal costo lordo stato di 70,00€ /ora
Le risorse a disposizione

Vengono messe a disposizioni delle scuole non nuove e aggiuntive risorse di quelle già in bilancio ma ricavate dai PON 2014/2020 e da altre fonti rimaste inutilizzate:

320 milioni di euro ricavati dai PON “Per la scuola” 2014/2020 che vengono messi a bando in quanto devono seguire la procedura prevista per l’utilizzo di tali fondi
150 milioni in base alla popolazione scolastica (già stanziati con D.L. 22 marzo 2021 e che verranno assegnati con apposito decreto interministeriale MI/MEF)
40 milioni attraverso la partecipazione a bandi del ministero (stanziati con D.M. 2 marzo 2021 n. 48 in corso di registrazione presso la Corte dei Conti e già compresi nella misura di incremento del fondo ex L.440/97 prevista dalla Legge di Bilancio 2021)

Conclusioni

Come FLC CGIL abbiamo chiesto al Mi la revisione dei tempi e i modi di utilizzo delle risorse stanziate. Riteniamo, infatti, necessario assicurare un impiego delle risorse per tutto il tempo della ripresa dell’anno scolastico 2021/2022 fino a dicembre (così come prevede esplicitamente lo stesso D.L. 22 marzo 2021, n. 41 che ha stanziato parte delle risorse rese disponibili per il Piano Estate).

Non è da sottovalutare anche la tematica dei criteri della distribuzione dei fondi alle scuole che dovrebbero essere centrati anche sulle specifiche situazioni (presenza di alunni con disabilità, scuole del primo ciclo che non dispongono dei fondi ordinari di recupero come le superiori ecc.).

Importante sottolineare che alle scuole spetta la regia degli interventi: solo loro possono decidere se e come utilizzare queste risorse, chi coinvolgere in termini di personale interno o esterno.

Accanto a ciò abbiamo chiesto di consentire, anche facendo ricorso a disposizioni ad hoc, il prolungamento dei contratti delle supplenze laddove il personale precario già in servizio nella scuola si dovesse rendere disponibile a svolgere le suddette attività. Siamo ora in attesa della nota Mi di assegnazione delle risorse confidando sul fatto che il Mi abbia recepito le nostre richieste, finalizzate a favorire una più estesa partecipazione del personale interno, su tutti quegli aspetti sindacali su cui non ci è stata data la possibilità di discutere al momento del varo del Piano Estate.
Ciò al fine di favorire una più estesa partecipazione del personale interno che, dopo il difficile ancora in corso anno di pandemia, potrebbe legittimamente pretendere lo “stacco” di riposo estivo per poter seguire meglio, alla ripresa, lo svolgimento delle lezioni e delle necessarie attività di recupero degli apprendimenti.

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