Siamo lieti di annunciare che è disponibile in libreria il romanzo di Antonio Ghislanzoni, Un suicidio a fior d'acqua, edito (2021) dalle nostre Polyhistor Edizioni a cura di Franco Minonzio, annunciato a Natale. Come nel caso del volume La descrizione del Lario di Paolo Giovio, atteso a novembre e pubblicato a dicembre, anche in questo caso abbiamo scontato le criticità editoriali prodotte dalla pandemia, non solo nella produzione materiale, ma anche nel confezionamento e nella consegna. In questi tempi la pazienza e il realismo sono virtù civili, e noi siamo molto contenti che questo libro, nel quale crediamo, abbia visto la luce.
Un suicidio a fior d’acqua, edito a Milano in due volumi presso Redaelli nel 1864, è un romanzo di Antonio Ghislanzoni (1824-1893) interamente ambientato a Lecco, luogo ancor oggi riconoscibile, tra l’albergo della Croce di Malta e il Teatro Sociale, tra contrada Larga (oggi via Cavour) e il Caldone, tra il Lazzaretto e la Maddalena, tra il Caleotto e Germanedo. Arturo Leoni, figlio diciottenne di un commerciante di Milano, viene mandato a Lecco a fare pratica di commercio. È un idealista che vive deformando la realtà, fra desiderio d’amore e pulsione di morte. Sul modello romantico dell’amore-passione, si innamora della bella Olimpia Sardi, donna sposata, matura ‘diva’ di provincia, cinica e calcolatrice: un amore impossibile, e al prevedibile rifiuto di lei, Leoni decide di darsi la morte.
Lo salverà un amico, alter ego di Ghislanzoni, che gli farà sperimentare, tra gli ambigui bagliori del Carnevale, un feroce disinganno dalle illusioni giovanili. Della educazione sentimentale di Arturo fa parte il disvelamento della grettezza soffocante e sordida di quel mondo provinciale: dove la rispettabilità è il denaro, il sapere è nulla, un suicidio è occasione per divinare numeri del lotto. E il lavoro di molti ha come meta farsi vedere a oziare ai tavolini del caffè, sulla piazza centrale, tagliando i panni addosso alla gente: «facevano la rassegna dei passanti con quel fervore di malignità, che i cittadini meglio organizzati non sanno ancora uguagliare». Un’immagine feroce di Lecco, e di chissà quante città di provincia, della quale i conterranei non furono grati a Ghislanzoni. Questa è la prima edizione del romanzo dopo il 1888.
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