30 giugno 2021
Care Amiche ed Amici,
raccogliamo il mese di giugno che è stato intenso di vita e di stimoli. Pensiamo anche di averlo vissuto aprendo e sperimentando alcune nuove tracce.
Intanto comunico un po' di cronaca. Ci ha visitati Massimo Campedelli con Betta sua moglie da Mantova. Sempre da questa città è venuto il Vescovo Marco Busca per incontrare il suo prete Michele Garini e noi. Agnese Pecorari da Trieste e Marco Vincenzi da Vicenza.
Crossing si è chiuso con un itinerario al Castello dell’Innominato e una cena comune all’aperto. Il Cambioarmadio, dopo la pandemia, è stata un’esperienza sempre molto bella per l’energia, la comunicazione e lo scambio che attiva.
L’atteso ricovero di don Flavio Colombo al centro di Villa Beretta a Costa Masnaga per sperimentare il sussidio alla respirazione; siamo ora alla terza settimana e ci auguriamo un ritorno tra noi al più presto.
Da Roma la notizia della morte, a 90 anni, del padre Mario Ricciardi (ho partecipato alle esequie a il 17 giugno). Padre Roberto Rocchi è venuto da Trieste per la seconda dose di vaccino.
I dialoghi on line, sempre fruttuosi, si sono sviluppati tra il piccolo gruppo di spiritualità del CNCA.
L’Assemblea dei Soci di via Gaggio ha aperto una comunicazione su come è stata vissuta la pandemia e quali elementi abbiamo raccolto per la vita personale e l’associazione.
L’inizio delle due settimane proposte agli adolescenti di Crossing dal tema: Camminare per arrivare a fare una propria mappa. Oggi un interessante giro all’Alpe Giumello.
Un incontro importante con il Preside Renato Cazzaniga e vari docenti del Cpia di Maggianico sull’esperienza di accompagnamento dei giovani e sulla proposta di rendere sempre più vitale il rapporto tra Cpia-Casa sul Pozzo-Moschea.
Anche la cena di saluto a Virginio Brivio (rimandata per mesi per la pandemia) è stata occasione di parole non vaghe e apertura di stimoli. Erano presenti oltre l’ex sindaco Virginio, l’attuale Mauro Gattinoni, Francesca Bonacina, don Enzo Barbante, il sindaco di Valmadrera Rusconi, Mauro Frigerio e alcuni soci di via Gaggio.
Pranzo con uno scambio sempre aperto con don Giusto della Caritas di Como, con Livio e Gabriele e un altro amico.
Sempre molto intense di vita e di riflessione i sabato mattina della Parola.
Abbiamo festeggiato i 40 anni di matrimonio di Emanuela Pizzardi con Massimo Galli e i 41 di Giuditta Scola con Giuseppe Colombo. Nota dominante un riconoscere il bene che ha attraversato le vite assieme alle fatiche da sostenere con l’aiuto di tutti.
Serata di ringraziamento e di congedo per don Michele Garini che ha vissuto alla Casa dal mese di settembre e che nell’ultimo giorno di giugno è ritornato nella sua diocesi di Mantova.
Ora riporto alcuni messaggi. Questo è quello che don Michele ha scritto per noi:
Abitare a Casa sul Pozzo o, sarebbe meglio dire, abitare “la” Casa sul Pozzo ha rappresentato per me la scoperta e la condivisione di un’esperienza altrimenti impossibile per un prete diocesano dedito alla cura della parrocchia e all’insegnamento. Con padre Angelo, padre Elia, don Flavio, Rami e Manuel non ho vissuto l’ideale astratto della vita comunitaria, ma la concretezza della realtà di persone che non si sono scelte, ma le cui storie si sono incrociate e reciprocamente sostenute lungo un tratto del cammino. Con tutti voi, che animate la Casa con la presenza, la disponibilità e il servizio, ci siamo sfiorati e incontrati. Uomini e donne, di età e provenienze diverse, in cui ho potuto riconoscere e accogliere un frammento di quel dio che si rivela e manifesta in tutto ciò che è umano.
Ora è giunto il momento di tornare alla vita “normale” e al ministero “ordinario”, seppur in luoghi e con incarichi diversi da quelli ricoperti fino allo scorso anno. Il desiderio che mi anima è quello di saper porre un pizzico del lievito scoperto e condiviso nella Casa anche nella mia vita personale e in quella delle comunità e delle istituzioni in cui sarò inserito. Credo sia questo il modo migliore, non solo per esservi grato per i mesi trascorsi insieme, ma anche per mantenere e rinsaldare connessioni e legami. Raggiungo ognuno di voi con un abbraccio pieno di gratitudine e di curiosità per tutte le inattese (e provvidenziali) sorprese che la vita continuerà a riservarci.
Riporto come notizia un piccolo verbale steso da Maria Stella Buratti su una proposta sulla quale tornerò a breve. La parola chiave è: SINODALITÀ
Il Sinodo, che il Papa promuove come un percorso a partire dal basso, è una opportunità da non perdere e un esercizio di responsabilità a cui non sottrarci restandocene in panchina.
Prende forma una proposta, di cui il Gruppo Spiritualità può farsi promotore: promuovere processi di parola là dove ciascuno di noi vive per cercare di capire assieme cosa stiamo vivendo e verso dove stiamo andando.
Ci accompagna un'immagine, messa in risalto dal papa nell'Omelia per il Corpus Domini: interrogare “colui che porta la brocca”, perché ci indichi la sala dove celebrare la Pasqua.
A fronte di vuoti di senso religioso molto sofferti e di diffuse tentazioni di tornare indietro, è necessaria una rivisitazione del senso religioso, un ripensamento di luoghi e modalità, una riflessione capace di dare un respiro diverso al nostro agire, una ridefinizione delle parole stimolanti e delle cose che contano.
Il desiderio è quello di parlare con la gente comune, allargare l'ambito di chi si interroga, dare parola a chi non sarà coinvolto nel processo sinodale delle diocesi e delle parrocchie, costruire luoghi di parola liberi da vincoli di appartenenze e aperti a orizzonti dilatati, aprire processi laici di dialogo con gli altri, con gli ultimi, con chi non ha voce, guardare da angolature differenziate, rompere i luoghi comuni e dar voce ai processi.
Ci occorre un metodo. Proviamo a costruire una griglia condivisa prima del prossimo incontro (Angelo, Marco, Enrico, Sandro, Stella possono intanto cominciare a costruirne l'ossatura).
Non vogliamo contrapporci, ma aggiungerci al lavoro sinodale che coinvolgerà la Chiesa per due anni, a partire da ottobre. Sarebbe perciò bello trovare il modo e i luoghi per divulgare un comunicato (che dovrebbe essere pronto per metà settembre) sul processo che anche noi vogliamo avviare per dare un nostro contributo.
Ci interessa per ora avviare dei processi, senza ancora conoscere quale sarà il prodotto finale (un documento? un testo? una narrazione di esperienze? un convegno? …).
Ho riportato questa prima nota alla quale seguiranno altre indicazioni nei prossimi giorni perché indica una traccia di lavoro per l’oggi/domani.
Auguro a tutti una bella e buona estate.