Andrebbe stampato in centinaia di migliaia di copie e affisso sui muri di tutta Italia (perché non di tutta Europa?) l’accorato, commovente, angoscioso, umanissimo intervento di Tatiana Selva sul suo terribile incontro-scontro con la sciagura planetaria chiamata Covid 19. E con un male che provoca “dolori ai nervi di tutto il corpo indicibili (era novembre 2020 ma i miei nervi soprattutto nelle gambe non sono ancora guariti) continuo ad essere scoagulata e appena appena il mio corpo si riempie di lividi”. Andrebbe diffuso, l’appello di Tatiana alla ragione e alle ragioni del cuore (anzi al semplice, banalissimo buon senso) da tutti i media immaginabili.
Dai bollettini meteorologici a quelli -absit iniuria verbis- parrocchiali, ai comunicati sindacali, alle comunicazioni di servizio aziendali. Anche durante le manifestazioni sportive e le loro spesso demenziali e virali espressioni “popolari” andrebbe diffuso ope legis quel testo grondante di umana sofferenza. Ad evidente ed inequivocabile dimostrazione della necessità di una corretta informazione da disseminare con ogni mezzo ovunque sia possibile, valgano le sgomitanti nonché non autorizzate manifestazioni, non solo nostrane, di saltellanti e vociferanti no vax, no green pass, no covid e no tutto il resto; sedicenti vittime di deprivazioni solo percepite, visto che nessuno protesta per la gravissima erosione della libertà personale legata al possesso di una patente di guida per poter usare l’automobile.
Proteste e cortei contro il green pass rappresentano strumenti utilissimi per la diffusione massicciamente pandemica del morbo, secondi solo all’inoculazione diretta di coronavirus tramite siringa ipodermica. Alla soluzione vaccinale andrebbe comunque aggiunto il composto di grande efficacia segnalato sopra: il buon senso. Prodotto rarissimo ma sottovalutato alla borsa del complottismo da bar Sport i cui esemplari rappresentanti urlano insulti e minacce ai giornalisti, come è accaduto a Milano, sbraitano contro inesistenti dittature sanitarie e cianciano di vaccini inutili fatti di acqua distillata perché “tanto ci si contagia uguale” e “anche i vaccinati sono contagiosi”.
Per questi e altri validissimi motivi la generosa denuncia di Tatiana, che ha “visto la paura e la morte” andrebbe letta nelle scuole quando riapriranno: temiamo proprio che l’assalto del coronavirus, a settembre, non sarà acqua passata. Intanto sotto con i vaccini e, nonostante i problemi famigliari (minuscoli) legati alla gestione del green pass alla Sagra segnalati da Enrico Baroncelli, niente ammucchiate neanche da parte di chi è completamente vaccinato. “Andare un po’ sulla fiducia” va bene. Ma non fidarsi, in questo caso, è meglio.