Lo ha citato anche Tajani, il noto detto cinquecentesco che caratterizzava chi passava da una parte all'altra (da quella della Spagna o della Francia) per i propri interessi personali ("purchè se magna""!).
Ora, sicuramente è ingiusto riferito a due parlamentari che hanno collaborato col Governo Draghi e non hanno digerito la "coltellata alle spalle" che il Cavaliere ha infierito contro l'uomo che lui stesso vent'anni fa aveva mandato alla BCE e con cui fino a ieri vantava ottimi rapporti.
A parte questo, e a parte gli insulti "sessisti" che le due si sono prese da un parlamentare di Fratelli d'Italia e sui Social (mentre Brunetta è stato accontentato con i soliti riferimenti alla sua bassa statura) è un altro il problema su cui vorrei soffermarmi.
Sono rimasto infatti colpito dai commenti su Twitter, anche molto civili, che si sono scatenati contro Calenda e l'esibizione, anche a mio parere abbastanza inopportuna, che il simpatico "Pariolino" romano ha fatto dei due "nuovi acquisti".
"Sono un insegnante - hanno scritto in diversi - e mi ricordo bene i disastri che ha fatto la Gelmini , quand'era Ministro all'Istruzione nel Governo Berlusconi: se avevo qualche idea di votare per te, Calenda, mi è passata completamente".
Molti hanno sottolineato che un Partito che poteva essere una novità nel panorama politico italiano, con molti giovani e molto entusiasmo, non può presentare così tranquillamente dei "reduci" provenienti da parecchi anni di militanza in Partiti diversi.
"Azione" ha perso quindi il suo senso di novità e di freschezza ?
E' un caso classico in cui nuovi ingressi possono portare qualche voto, ma ne possono fare perdere molti di più ?
Forse ai "nuovi acquisti" bisognerebbe far fare un po' di gavetta, prima di inserirli nei piani alti del Partito a cui sono approdati, anche perchè non è affatto sicuro che i loro storici elettori li seguano supinamente.
E' anche questo il dilemma in cui si dibatte Letta: se fare una "grande ammucchiata" nel centrosinistra, in cui mettere tutti, da Fratoianni a Calenda, che hanno programmi esattamente opposti , e che si sa che comincerebbero a litigare il giorno dopo anche se per caso vincesse le elezioni ? Oppure andare avanti ognuno per conto suo, con la propria identità, e presentare un PD "a vocazione maggioritaria" ?
Stesso problema nel centrodestra: la "grande ammucchiata" (dopo 4 anni poi in cui ognuno sostanzialmente è andato per conto suo, Lega con Conte, poi con Forza Italia per Draghi, e solo FDI sempre all'opposizione) può far vincere le elezioni, ma non basterà per governare. Ricominceranno le liti, le discussioni, le espulsioni ("Che fai, mi cacci" ? come disse Fini). In tutti e due i casi, l'avversario momentaneamente perdente si siederà sulla riva del fiume ad aspettare che passi il cadavere del nemico (citazione da Mao Tze Tung, molto usata in questi ultimi anni).
Aspettiamo, aspettiamo, finchè non arriverà il prossimo tecnico, molto prima della scadenza quinquennale della legislatura, a "Salvare l'Italia", che sia Monti, Draghi o Cottarelli.
E' un po' di lustri, ormai , che in Italia le cose funzionano (?) così !