Breve premessa geo-economica.
La Lombardia è la regione più popolata d’Italia, circa dieci milioni di anime. Ergo, oggi è quella con il maggior numero di casi Covid.
La Lombardia è anche la Regione più produttiva d’Italia con oltre il 21% del PIL nazionale. E, sempre come PIL, in Europa è la seconda regione. Insomma una potenza.
La Lombardia appartiene, con la Catalogna, il Baden-Wurttemberg, l’Auvergne-Rhone-Alps, al gruppo che viene chiamato “i motori d’Europa”. E ci sarà una ragione.
La Lombardia ha risorse turistiche che tutto il mondo le invidia. La Lombardia eccelle in ogni settore economico e manifatturiero. E lo tocchiamo con mano tutti i giorni soprattutto dalle nostre parti.
La Lombardia è capitale della moda e del terziario. Avevate dubbi?
La Lombardia è, insomma, la locomotiva d’Italia ed una delle locomotive d’Europa. Una bella responsabilità che non le consente di poter sbagliare in nulla altrimenti i vagoni che si tira dietro rischiano di deragliare.
Perciò la Lombardia, per venire a noi, non può permettersi di sbagliare nella gestione della pandemia. Non può essere così confusa – ed è solo l’ultimo esempio - nell’organizzazione delle vaccinazioni.
Non puoi mandarmi uno di Lecco a Sant’Omobono solo perché l’algoritmo non sa che in mezzo c’è il Resegone. Si va a vaccinarsi, non a fare turismo, anche se una giornata alle terme, quando riapriranno, aiuterebbe a riprendere contatto con sé stessi.
Ma, soprattutto, non può sempre tentare di discolparsi, cercare scuse, accampare pretesti, addossare responsabilità.
La responsabilità non è di altri. La responsabilità è di chi comanda e oggi, purtroppo, chi comanda in Lombardia versa in un evidente stato confusionale.
Ma chi comanda la Lombardia, per tutto quanto ho detto sopra, non ha il diritto di essere in stato confusionale.
È vero che dopo dodici mesi come quelli che abbiamo passato si possa anche arrivare al punto di poter perdere l'equilibrio, ma la Lombardia e i dieci milioni di Lombardi hanno bisogno di una guida sicura e ferma, mentre oggi sembra di vivere su una giostra, non di viaggiare spediti su una locomotiva che trascina l’Europa.
Ovvio che non bisogna fare di tutta l’erba un fascio perché molti meriti alla Regione (intesa come Istituzione) vanno riconosciuti. Poi, come sempre, sulle scelte si può discutere, essere d’accordo o meno, ma di certo di lavoro fatto (e bene) se ne intravvede molto, di qualità e anche riguardo al nostro territorio.
È però nell’emergenza che si capisce se il macchinista e i suoi colleghi sono in grado di portare il treno fuori dal pericolo.
La mia opinione oggi – e lo dico con grande rammarico visto che, assieme a molti altri, li ho votati - è che non siano all’altezza del compito.
Riccardo Benedetti