Quello che stupisce, in molte persone che si ammalano di Covid, e anche pesantemente, è che spesso non hanno alcuna idea di come possano averlo preso.
"Sono stato sempre attentissimo" - mi dice Giuseppe , un giornalista di Lecco mio amico fraterno tuttora ricoverato all`Ospedale nel reparto Covid.
"L`hai preso magari al Supermercato ?" gli suggerisco al telefono, l`unico strumento di comunicazione che hanno i malati, le visite naturalmente sono assolutamente proibite.
"Ma non credo: mi sono sempre lavato le mani col disinfettante, pulivo la macchina ogni volta che tornavo, usavo i guanti. Incontri con le persone non ne ho fatti".
Il Covid l`ha colpito cosi`, all`improvviso, agli inizi di Marzo, e per Giuseppe sono cominciate ormai quasi tre settimane d`inferno.
"Agli inizi stavo male: avevo colpi di tosse così forte che mi squassavano i polmoni. Una tosse che colpiva dall`alto, non dal basso.
Mi piegavo in due per il dolore, alcune volte sono persino caduto per terra."
"Non riuscivo più a respirare: andavo alla finestra per cercare di iniettarmi un po` d`aria, ma sentivo che non ce la facevo".
Giuseppe chiama il suo medico di base. "Ho fatto un tampone volontario, il primo era stato negativo, il secondo invece positivo" (ndr: anche una mia alunna, risultata in seguito positiva e malata di covid, all`inizio aveva avuto un tampone negativo).
"Il dolore saliva: chiamo il 118 e mi portano al Pronto Soccorso. Naturalmente strapieno, con il casino che c`e in questo periodo mi rimandano indietro, pensando che non fosse una cosa così grave".
"Passo una notte infernale: il giorno dopo non mi reggo in piedi, sento dolore dappertutto come se mi avessero tirato delle pugnalate nella pancia e alla schiena".
"Richiamo il 118: non ce la faccio più. L`ambulanza della Croce Rossa all`inizio sbaglia anche strada (abito in una via stretta, nel centro di Castello) con grande sforzo mi sporgo dalla finestra e la chiamo. Finalmente mi ricoverano. Covid dichiarato, iniziano le terapie".
"Quest`anno per fortuna - dice Giuseppe - i Medici e gli infermieri hanno imparato molto dall`esperienza dell`anno scorso, quando il Covid era sconosciuto, arrivato come una tempesta, e molti non sapevano cosa fare. Le cure di oggi sono molto più mirate"
Lo intubano, a volte gli mettono il casco per farlo respirare: "ora passerò agli occhialini , quelli che hanno due tubi che entrano nel naso" .
Anche la voce di Giuseppe è cambiata: ora è molto piu` cavernosa.
La stanchezza si fa sentire, non riesce a stare al telefono per più di qualche minuto. Una tremenda stanchezza fisica è l`aspetto piu` caratteristico che ti rimane dopo il covid, fai fatica anche a camminare per brevi tragitti.
Ma per fortuna comincia a stare meglio, il peggio è passato, vede una via d`uscita.
"Quando esci, brindiamo". "Assolutamente, prosit" !
Auguri Giuseppe, ristabilisciti presto !