Dopo aver sparato a palle incatenate sull'indecente pratica del cambiar partito e giacchetta come se niente fosse e aver scritto a chiare lettere cosa penso del pietoso "fenomeno", attendo con una certa elettricità addosso di conoscere chi sono i candidati che rappresenteranno la Valsassina e la provincia di Lecco alle prossime elezioni regionali: fra un asterisco galeotto e l'altro, qualcuno anche inventato di sana pianta, ancora non si sanno i nomi ma le manfrine e i magheggi e pure i corteggiamenti sono già iniziati e non senza registrare gli evidenti imbarazzi di chi vorrebbe, forse si o forse no... da come va la meteo-politica.
Non so se il mio personalissimo auspicio di rinnovar le solite facce si avvererà a breve ma certamente la messe di voti che ha ribaltato i rapporti di forza nel centrodestra locale, a favore di Meloni e Company, preoccupa non poco chi ha già portato a casa il candidato presidente a livello centrale e certamente non può sperare di avere, in caso di vittoria, anche la maggioranza nella prossima giunta regionale. In tal caso, Presidente si ma altrettanto probabilmente "ostaggio" del peso politico dell'azionista di maggioranza: quello che in America chiamerebbero senza tanti complimenti "un'anatra zoppa" all'interno della sua stessa famiglia.
Gli "uscenti" sgomitano dietro le quinte e mandano avanti le truppe cammellate, in qualche caso, mi risulta, per davvero poco entusiaste di metterci la faccia: come da copione gli aspiranti fanno gli indifferenti che, devo vedere e ci devo pensare (sic). Nel frattempo la partita nei gironi di qualificazione, tutta interna ai partiti che hanno vinto le ultime elezioni politiche, si prospetta molto in salita e i candidati alternativi non mancano di certo soprattutto fra chi vuole far valere capacità, titoli ed esperienza e che il taglio dei parlamentari ha messo in standby: più d'uno freme per rientrare in gioco e il gioco si fa duro e senza esclusioni di colpi, sopra e sotto la linea di galleggiamento.
La riconoscenza e pure le amicizie della politica anche all'interno dello stesso partito sono, notoriamente, molto labili e in certi delicati frangenti non si regala niente a nessuno soprattutto agli ultimi, maldigeriti, arrivati che, invece, facendo gli gnorri, allungherebbero volentieri la manina per arraffare con nonchalance il piatto forte e la miglior posizione in corsa ma come si dice all'ombra del Vesuvio" ma pure sul Lario: chi ha avuto, ha avuto... chi ha dato, ha dato... scurdammoce 'o passato".