Due i punti importanti riguardanti il Consiglio comunale svoltosi martedi sera a Introbio, alla presenza di un numeroso pubblico: il primo a proposito di un nuovo progetto per una nuova Scuola Media, un progetto ormai diventato pubblico.
Preceduto da alcune delucidazioni del Sindaco sulla situazione di Bilancio, che vede nuovi introiti anche grazie agli 80.000 euro versati dalla Norda per lo sfruttamento delle acque minerali, e altri interventi previsti sulla viabilita` (asfaltature, illuminazione, dossi ecc.) e per l`abbattimento delle barriere per i disabili in particolare per l`accesso a Villa Migliavacca, si e` passati a trattere dei due argomenti piu` rilevanti.
"C`e` un bando di cui possiamo usufruire fino a 4 milioni di euro (da Regione Lombardia e Fondi Europei) - ha detto il Sindaco Adriano Airoldi - per poter costruire una nuova Scuola Media al posto di quella attuale edificata alla meta` degli anni `50, che non ha i requisiti anti-terremoto e quindi sarebbe da sostituire".
La nuova Scuola, abbastanza ampia, con un buon numero di classi e la possibilita` di ospitare un numero elevato di studenti, fino a 250 alunni, come risulta da previsioni dell`ICS di Cremeno per i prossimi dieci anni, e magari comprendente anche un auspicabile biennio delle Scuole Superiori " un biennio che se si fara` dovrebbe essere di tipo economico-meccanico, nelle tradizioni della scolarita` valsassinese", hanno detto sia il Sindaco che il consigliere delegato al Bilancio Riccardo Benedetti, ha pero` bisogno di un ampio terreno su cui edificarla.
"Ci sono dei pre-requisiti indispensabili per ottenere il finanziamento, tra questi la disponibilita` per il Comune di un terreno adeguato. Abbiamo chiesto anche agli altri Comuni consorziati con noi per la Scuola Media, e cioe` Taceno, Parlasco, Primaluna e Cortenova, se volessero approfittare loro del bando, che puo` essere erogato pero` a un Comune solo, ma non hanno il terreno (Cortenova al limite proponeva la localita` Roccolina, dove sorge la Scuola Elementare).
"Per predisporre un terreno ampio stiamo pensando di acquistare quello limitrofo alla`attuale Scuola Media, di proprieta` di Jarno Magni e fratello, dove sorge una casa che sarebbe da demolire, siamo in trattativa su questo".
Su questa idea c`e` la convergenza degli altri Comuni citati, che successivamente contribuirebbero alle spese di gestione della nuova Scuola .
Il secondo argomento era la discussione su quanto sta succedendo a Biandino, dove un privato, inizialmente autorizzato a risistemare un sentiero che partendo dalla Chiesa della Madonna della Neve portava in alto al Rifugio Santa Rita, si e` decisamente allargato, scavando e costruendo sul terreno una strada ciclabile ampia piu`di due metri e lunga circa seicento.
"Noi chiediamo - ha domandato Lino Artusi, gia` imprenditore edile e viceSindaco all`epoca della prima amministrazione Airoldi, candidatosi Sindaco nel 2019 e ora consigliere comunale della minoranza - risposte ad alcune domande precise, su cui abbiamo presentato un`interpellanza. E cioe` : come ha fatto a salire in Val Biandino un escavatore, con quale permesso, visto che si tratta di un`area soggetta a vincoli paesaggistici e idrogeologici ? C`era qualche permesso dell`Ufficio Tecnico ? Chi ha denunciato il fatto e come seguira` una probabile denuncia il Comune ?".
In un lungo dibattito sostanzialmente a due, Airoldi ha richiamato una missiva del 14 Settembre indirizzata dal Comune al proprietario del Rifugio Santa Rita, che aveva richiesto un intervento di ordinaria manutenzione del sentiero a sue spese, in cui pero` si ponevano dei limiti precisi.
"All`inizio io ero anche contento di questo intervento - ha detto Airoldi, ma non mi aspettavo che in solo due-tre giorni si combinasse questo disastro, di cui sono stato avvisato dai Carabinieri della Guardia Forestale. Con il proprietario del Rifugio (ricordiamo che il sentiero e` demaniale e la proprieta` dei terreni intorno di un`altra persona) avevamo parlato di manutenzione ordinaria, il sentiero doveva essere sistemato ma senza l`ausilio di mezzi meccanici, l`escavatore non era assolutamente autorizzato ne` a salire ne` tantomeno a operare. Il terreno smosso non doveva finire nei corsi d`acqua limitrofi. Insomma c`erano dei paletti precisi che non sono stati rispettati".
Adesso la questione e` in mano alla Procura, che ha bloccato tutti i lavori: il Comune ha ordinato di restituire entro 90 giorni il sentiero come era prima, vedremo gli ulteriori sviluppi: comunque la minoranza si e` dichiarata soddisfatta delle risposte date all`interpellanza.