Cell Le truppe del generale Covid 19 sembrano proprio in difficoltà e da alcuni giorni si stanno “attestando su nuove posizioni” come avrebbero riferito durante il Ventennio le fascistissime veline, eufemizzando il termine “ritirata” in riferimento alle batoste subite dal regio esercito in Grecia, Albania, Africa orientale durante l’ultima guerra. Però, riguardo alla pandemia, sembra che le cose stiano proprio così.
Il tasso di positività registrato giovedì 10 febbraio, è sceso all'8,1% (media nazionale 11%). Continuano a diminuire i ricoveri nelle terapie intensive, nelle quali i posti letto occupati sono 182 (-10), e nei reparti Covid: 2.272 (-121). Nelle province lombarde la situazione è analoga: si contano nel Milanese 2.673 contagi, di cui 1.044 a Milano città; a Bergamo: 780; Brescia: 1.032; Como: 579; Cremona: 312; Lecco: 210; con tassi di contagio in continuo abbassamento. Anche gli indici dell’ultimo report dell’ATS Brianza puntano in questa direzione. Nella tabella che segue si osserva con chiarezza la diminuzione percentuale settimanale dei casi di positività rilevati dall’11 Novembre scorso al 6 febbraio 2022. I nuovi casi di contagio sono passati dal 23,3% della prima settimana di gennaio, al 7,6% rilevati dal 3 al 6 di questo mese.
Naturalmente il miglioramento epidemiologico legato all’arretramento degli indici di contagio si riflette anche sul mondo della scuola dove sono in netta e continua diminuzione le classi in quarantena e la Didattica a distanza. Il grafico sottostante riporta una “radiografia” della situazione nelle strutture scolastiche dell’ATS e del Lecchese per quanto riguarda la scuola dell’infanzia (blu), primaria (rosso) e secondaria di primo e secondo grado (grigio e arancione). La riduzione delle quarantene fra i banchi è in rapidissima diminuzione soprattutto a partire dalla settimana 24/01 - 06/02.
Stiamo dunque diventando “quasi” normali anche se abbassare del tutto la guardia è decisamente imprudente proprio perché a livello nazionale le misure restrittive sono state attenuate. Non siamo ancora al “libera tutti”. Ma ci stiamo avvicinando. E anche dal panorama internazionale, sul fronte della lotta alla pandemia, giungono buone notizie. Un gruppo di ricercatori canadesi della McMaster University, ha annunciato di aver sviluppato un vaccino trivalente somministrabile tramite aerosol. Per ora la sperimentazione, molto soddisfacente secondo gli scienziati canadesi, ha riguardato alcuni topi. La fase di studi sugli esseri umani non è ancora partita. Ma le premesse fanno molto ben sperare. Sembra inoltre che se le fasi successiva della sperimentazione clinica produrranno esiti positivi (e tutto lascia pensare che potrebbe essere così) l’umanità avrà a disposizione un’arma contro il Coronavirus molto più efficiente degli attuali vaccini poiché l’inalazione andrebbe a proteggere direttamente gli organi interni prima e più direttamente colpiti da Sars cov-2, vale a dire mucosa respiratoria, bronchi e polmoni.
Inoltre i ricercatori della McMaster University affermano che il nuovo farmaco sarebbe più efficace grazie alla sua trivalenza, in grado di colpire componenti più stabili del virus e non solo l’ormai famigerata proteina spike, la cui propensione alle mutazioni è alla base della maggior parte dei problemi riscontarti della lotta al Covid-19. Ciò significa anche che il nuovo vaccino sarebbe in grado di proteggere anche da eventuali varianti virali offrendo in tal modo una protezione di lunga durata. Ora i ricercatori sono in attesa di passare allo studio clinico di fase 1 consistente nella sperimentazione del principio attivo sull’uomo. Infine secondo gli scienziati canadesi l’inalazione consentirebbe di ridurre moltissimo la quantità di principio attivo da somministrare: si tratta di una frazione vicina all’1% rispetto ai vaccini iniettati per via intramuscolare. Lo studio della McMaster è stato pubblica sulla rivista Cell reperibile al seguente link: https://www.cell.com/cell/fulltext/S0092-8674(22)00145-3