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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Domenica, 18 Febbraio 2024 11:07

"AZIONE" SUPPORTA CON CONVINZIONE LE FUSIONI TRA COMUNI

Siamo contenti di notare che l’attenzione sull’annosa questione della fusione tra comuni della nostra provincia è di nuovo alta. Non possiamo esimerci dal supportare gli amministratori che si stanno adoperando per spiegare alla cittadinanza l’importanza e i benefici di una fusione tra piccoli comuni. In Valsassina si stanno svolgendo degli incontri di sensibilizzazione dei cittadini per illustrare i vantaggi di una possibile fusione tra il Comune di Cortenova e quello di Primaluna, dove i sindaci Sergio Galperti e Mauro Artusi si stanno battendo da tempo in questa direzione. Anche il sindaco di Mandello Del Lario, Riccardo Fasoli, ha recentemente riportato l’attenzione su una possibile fusione con Abbadia Lariana e Lierna, proponendo di sedersi ad un tavolo per analizzare i benefici e gli svantaggi che questa operazione potrebbe creare alle parti coinvolte.

In questi giorni come Azione Lecco siamo stati impegnati in numerosi incontri con esperti e amministratori locali, ad esempio quello del 27 gennaio ad Introbio, con Caterina Avanza e Fabio Canepari (qui volendo potremmo già parlare dell’incontro del 7 marzo!); da questi incontri e dall’ascolto dei territori, è emerso un generale senso di inadeguatezza dei comuni di fronte alla complessità di gestione di alcuni bandi Europei e in particolare quelli legati al PNRR. Se a questo ci aggiungiamo la possibilità da parte dei comuni di ricevere ingenti fondi per incentivarne le fusioni e la possibilità di avere una gestione univoca non solo della macchina comunale, ma anche di molti servizi che, già adesso, spesso vengono erogati in collaborazione con i comuni limitrofi: gestione dei rifiuti, Polizia Locale, scuole, trasporti, opere pubbliche, turismo e cultura… Tutti questi servizi potrebbero giovare da un ingrandimento del bacino di utenza sotto un’unica coordinazione.

Per dare qualche dato concreto, la fusione dei soli comuni di Cortenova e Primaluna porterà un contributo annuo aggiuntivo e libero da vincoli di spesa di oltre 540.000 euro/anno, oltre che a risparmi di spesa sul personale di circa 74.000/anno. Tutto questo ovviamente senza diminuire il personale e fornendo un apparato amministrativo più strutturato e performante.

Il “muro da abbattere” è quello del campanilismo che spesso occupa parte del dibattito e influenza l’opinione dei cittadini che talvolta sono più preoccupati da quale nome verrà messo sul cartello all’ingresso del comune, che da quali servizi potrebbero migliorare. L’identità e il senso di appartenenza alla propria comunità sono temi molto importanti, ma bisogna spiegare che la modifica dei confini amministrativi non significa distruggere l’identità territoriale. Lo dimostra la storia dei rioni di Lecco, che, fusi in un solo comune ormai più di 90 anni fa, ancora oggi presentano nei loro residenti un forte senso di appartenenza alla comunità.

Anche Lecco, nonostante sia il più grande della provincia, rimane un comune di dimensioni modeste e una possibile fusione con altri comuni porterebbe ingenti somme nelle casse dell’amministrazione, che potrebbero essere ben sfruttati per migliorare i servizi di tutti i cittadini coinvolti. Si sente parlare spesso di “Grande Lecco” e lo stesso Consiglio Comunale ha già approvato all’unanimità una mozione nel Novembre 2021, dove si impegna a imbastire un dialogo per l’attuazione di questo progetto. Attualmente vediamo difficile realizzare una fusione così vasta come quella descritta nel progetto della “Grande Lecco”, che propone la fusione tra ben 14 comuni della nostra provincia, ma sicuramente si potrebbe procedere a piccoli passi. Ci auspichiamo che si possa perseguire in un dialogo tra alcuni dei comuni limitrofi a Lecco, ad esempio portando avanti le interlocuzioni in atto con Ballabio e Morterone. Basti pensare che la sola fusione tra Lecco e Morterone porterebbe in dote 20 milioni di euro in 10 anni e altre importanti risorse che si possono spendere sul territorio.

Ci auguriamo dunque che si continui a parlare di questo tema e che tutti gli amministratori si facciano carico di informare la cittadinanza, che ha il compito e la responsabilità di decidere su questo tema, illustrando i benefici che scaturirebbero da queste possibilità e analizzando attentamente, insieme alle parti coinvolte, i rischi, con un approccio costruttivo e pragmatico.

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Domenica, 18 Febbraio 2024 09:36

FESTA DI CARNEVALE ANCHE PER LE ELEMENTARI DI INTROBIO

Carnevale di festa anche per gli alunni delle elementari di Introbio che con i loro insegnanti si sono ritrovati a scuola in maschera ed hanno pranzato insieme a base di pizza.

Nel pomeriggio, poi, hanno sfilato per le vie del paese ed hanno raggiunto la sede comunale di Villa Migliavacca dove hanno ricevuto ciascuno un sacchetto di dolciumi.

Si è rinnovata quindi una bella tradizione cui si è aggiunto anche un momento culturale dedicato alla Villa, unendo la festa alla conoscenza di un po' di storia del paese. 

 CARINT1

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Domenica, 18 Febbraio 2024 08:36

LA MAGIA DEL CARNEVALE DI VENEZIA

Sotto un cielo abbastanza plummbeo e piovoso (le immagini si riferiscono però a Sabato scorso 10 febbraio) e a rischio acqua alta (però possiamo certificare che il tanto criticato MOSE funziona, al mattino l'acqua marina era al pelo su Piazza San Marco, sollevata però la barriera del MOSE alle ore 8 di mattina due ore dopo l'acqua ha cominciato a scendere, con grande soddisfazone dei Veneziani) anche a Venezia si è concluso il periodo del Carnevale.

Tante le maschere, tanti i cittadini Veneziani che hanno indossato un costume settecentesco (il secolo preferito dai cultori della Repubblica Serenissima) andando in giro per la città : il tempo non proprio favorevole non ha però guastato l'incanto di una città sempre veramente speciale e meravigliosa.






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Domenica, 18 Febbraio 2024 07:48

IL CARNEVALONE DI LECCO CHIUDE LA "SETTIMANA GRASSA"

A conclusione del festoso periodo del Carnevale (oggi è la prima giornata di Quaresima), si è tenuto ieri nel "Sabato grasso" a Lecco il tradizionale Carnevalone (organizzato come al solito in gran parte dal valsassinese Alfredo Polvara della Emmepi LCM) a cui hano partecipato molti Oratori e gruppi folkloristici della provincia lecchese, tra cui anche gli Sbandieratori di Primaluna, ma anche della Bergamasca e Monzese.

Premiato in particolare dalla Giuria competente l'Oratorio di Valmadrera (vedi foto di copertina) , in effetti molto spettacolare con i loro vestiti colorati, e sempre apprezzato il gruppo brasiliano, con le ragazze carioca agghindate con simil code di pavone e volteggianti esibizionisti, capaci di richiamare il Carnevale di Rio, accompagnati da instancabili percussionisti, lungo tutto il percorso che da Viale Turati, cioè dalla Chiesa dei Cappuccini, è molto lentamente arrivato alla Piccola, dove era stato fatto sgombrare anticipatamente il Mercato del Sabato. Un pomeriggio quindi all'insegna del divertimento, prima di passare ai sacrifici, soprattutto gastronomici, della Quaresima!

Galleria fotografica 

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Sabato, 17 Febbraio 2024 22:35

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA

in Cultura

Se sei figlio di Dio….Satana non sopporta il fatto che ci sia qualcuno che possa definirsi figlio di Dio e riesca a esserlo. Essere figlio è possibilità di assomigliare al Padre. E Satana lo detesta. Gesù avrà sempre a che fare con queste tentazioni e lo aiuteranno a  determinarsi sempre di più nelle scelte conseguenti al comprendersi figlio. Le tentazioni diventeranno una occasione di verità e di nuovi passi nella verità.

L’avere, l’apparire e il potere resteranno sempre per lui una possibilità. Potrà essere figlio e messia alla maniera suggerita da satana o secondo la volontà del Padre. Sino alla fine sceglierà di viverle come una occasione per fare della propria vita un dono d’amore, una scelta di fede/fiducia profonda e incrollabile, per riporre solo in Dio e nelle sue promesse ogni speranza.

E il deserto sarà il luogo spirituale scelto per vivere così. Si isolerà dove potrà e si immergerà come potrà nella preghiera. Saranno momenti di verità, di povertà, di essenzialità, di libertà, di silenzio, di ascolto, di comunione con il Padre e con gli uomini.

La quaresima potrebbe essere per tutti noi un tempo in cui educarci a riconoscere le insidie delle tentazioni dell’avere, del potere e dell’apparire per trasformarle in preziose occasioni per scegliere di essere figli alla maniera del Figlio Gesù, amato e desideroso di essere compiacimento del Padre. Le tentazioni dell’avere, dell’apparire e del potere promettono tantissimo ma ingannano e piuttosto allontanano dalla gioia vera che desideriamo. Scegliamo il deserto, attimi preziosi di silenzio, di preghiera, di ascolto della parola per guardarci e guardare alla vita con gli occhi di Gesù. Scegliamo il digiuno da piccole scelte animate solitamente dalla fame e dalla sete di avere, di apparire e di potere.

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Sabato, 17 Febbraio 2024 11:14

NUOVA SCUOLA MEDIA PER IL CENTRO VALLE: IL TERRENO ORA C'E'

Un passo avanti importante per la realizzazione della nuova scuola media al servizio del Centro Valle: il comune di Introbio ha formalizzato l'acquisto dell'area di via Valleggio dove è stata prevista la costruzione del complesso scolastico.

L'operazione è costata intorno ai 450.000 euro ed è stata finanziata per 300.000 circa con l'avanzo di amministrazione e per 150.000 euro con l'accensione di un mutuo decennale con Cassa Depositi e Prestiti.

Toccherà ora alle amministrazioni interessate (Taceno, Parlasco, Cortenova, Primaluna e Introbio) fare fronte comune, assieme alla Comunità Montana che aveva già dato la sua disponibilità, per reperire i fondi necessari affinché il progetto vada in porto.

Come noto, la scelta di un nuovo edificio (che peraltro utilizzerà la palestra già esistente) è stata determinata dall'evidente insufficienza dell'attuale sede che, oltre ad essere strutturalmente deficitaria (risalendo alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso), non dispone di aule adeguate, per numero e conformazione, alle mutate esigenze educative e, fatto di non secondaria importanza, agli standard di sicurezza vigenti: una "semplice" ristrutturazione (preventivata in oltre 600.000 euro) non sarebbe dunque stata risolutiva.

"Abbiamo raggiunto uno degli obiettivi che ci eravamo prefissati all'inizio del nostro mandato - afferma il sindaco Adriano Airoldi - e ovviamente sono soddisfatto. Ora, tutti insieme, dobbiamo lavorare per far sì che il progetto diventi una realtà al servizio dei giovani studenti di tutti i comuni coinvolti, con i quali il percorso è stato condiviso sin dall'inizio".

A breve il progetto già esistente e risalente al 2020 verrà ridiscusso per i necessari aggiornamenti, uno dei quali prevede il collegamento con la prospiciente area del Prà Baster che dovrà diventare complementare al complesso scolastico.

 

 

 

 

 

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Giovedì, 15 Febbraio 2024 08:07

A PROPOSITO DEL PONTE "TIBETANO" IN VALVARRONE

L’articolo da me pubblicato qualche giorno fa sul paventato progetto di un ponte tibetano in Valvarrone, nella zona dell’Alto Lario in provincia di Lecco, ha suscitato un ampio e assai vivace dibattito in zona e non solo. Nell’articolo chiedevo se fosse proprio quella proposta l’opera più adatta a rilanciare il territorio in questione e a contrastarne le fenomenologie socio-culturali purtroppo solite in molti territori montani (spopolamento, abbandono, mancanza dei servizi di base, eccetera), a fronte di un recente studio (luglio 2023) del Politecnico di Milano sviluppato per Regione Lombardia e per la definizione delle azioni relative alla Strategia Nazionale delle Aree Interne nella quale la zona in oggetto è compresa che invece ha indicato altre priorità per la Valvarrone: «l’accesso ai servizi, spopolamento tra relazioni transfrontaliere e processi di polarizzazione locale; la cura del territorio e la prevenzione dei rischi ambientali, in relazione alle economie radicate nell’area e ai loro possibili sviluppi; la governance e la capacità istituzionale».

Il gran dibattito suscitato mi rende molto contento, perché in queste circostanze un confronto franco e condiviso, al netto dei soliti incivili per i quali tutto il mondo è paese, è ciò che più serve per definire le questioni dibattute, nella speranza che chi ne detenga la gestione sappia ascoltare e compendiare la sostanza del dibattito al fine di ricavarne le migliori indicazioni possibili.

Tra i tanti commenti, ho avuto il piacere di leggere due, in particolare. Il primo è di Roberto Battista, consigliere del comune di Sellano in Valnerina, Umbria, luogo nel quale ci si appresta a installare proprio un ponte tibetano. Battista nel suo messaggio, pubblicato come commento al mio articolo sul blog, mi ha illustrato come sia nata la decisione di approvare la realizzazione del ponte. Data la lunghezza ve ne riporto solo un breve estratto.

Sono un consigliere del comune di Sellano, in Valnerina, Umbria, dove tra qualche settimana verrà inaugurato “l’ennesimo ponte tibetano”.
Ho letto con interesse l’articolo, che pone delle domande più che legittime, domande che sono tra le tante che come amministrazione comunale ci siamo posti prima di decidere di procedere con la costruzione del nostro ponte.
La situazione dei piccoli paesi delle aree interne è simile su tutto il territorio nazionale, fiumi di parole sono stati spesi per analizzare problemi e possibili soluzioni, il più delle volte da persone che hanno una conoscenza per lo più teorica del soggetto. […] La nostra decisione di procedere con l’edificazione del ponte fa parte di un progetto del quale il ponte stesso è solo la punta dell’iceberg, la parte visibile e spettacolare intesa a supportare tutto ciò che ci sta intorno. […]

Al netto delle rispettive opinioni, ho apprezzato molto le osservazioni con le quali Battista ha illustrato la genesi del loro ponte e la decisione per nulla facile di approvarlo; ancor più ho apprezzato il fatto che a Sellano si dimostrino ben consci dei rischi che un’opera del genere impone, e che per cercare di controllarne le conseguenze abbiano costruito intorno al ponte – o per meglio dire insieme all’azione del ponte – un progetto di sviluppo socioeconomico su base culturale che, per certi aspetti, ritengo sia l’unica cosa che possa rendere accettabile la realizzazione di un manufatto del genere. Comunque non giustificabile, dal mio punto di vista, ma quanto meno si mettono in essere quegli strumenti con i quali si possa cercare di controllare le derive i cui pericoli restano, in primis quello per il quale il luogo ove trova sede un ponte tibetano, che notoriamente attira un turismo molto attratto dal famigerato «effetto wow!» e molto poco dal contesto culturale d’intorno – paesaggistico, architettonico, artistico, eccetera – ne diventi un ostaggio, e la cui fama si leghi poi solamente alla frequentazione massificata del ponte mettendo in ombra ogni altra rilevanza del luogo, nonché – e soprattutto – il valore positivo di quelle rilevanze e delle ricadute altrettanto benefiche per la comunità residente. Per questo io resto fermamente contrario a infrastrutture turistiche come queste: non tanto per l’opera in sé quanto per il modello turistico che rischia di imporre inesorabilmente all’intero territorio, soggiogandolo alla propria presenza e annullando i benefici di qualsiasi altra iniziativa ben più sostenibile e di qualità. Certo, si può pensare di utilizzare il ponte tibetano come “specchietto per le allodole” da attrarre verso tutto il resto di migliore che il luogo sa offrire, posso capire un tale eventuale fine: ma mettere in relazione il turismo basso e massificato con quello alto e a basso impatto è assai difficile, il rischio principale è che il primo, per la sua natura ben più impattante, finisca per far scappare il secondo, come si registra in molte località nelle stesse circostanze. Battista chiude il proprio intervento proprio chiedendosi se saranno capaci di fare ciò che in pratica io ho denotato con altre parole. È quanto mai necessario che il sistema territoriale integrato che a Sellano è stato pianificato, per come ne ha scritto Battista, sia basato su alcuni step e obiettivi di alta qualità ineludibili e che possegga una visione temporale protesa il più possibile nel tempo. Un sistema che giustamente comporti che «il turismo sia solo una componente e il pretesto per rimettere in moto tutto il meccanismo della comunità» ma che abbia fin da ora gli strumenti per svincolare il luogo e la sua comunità dall’apporto della frequentazione turistica: non per eliminarla, anzi, ma per svilupparla sempre più come un vero e proprio valore aggiunto, e non solo un ingrediente al pari degli altri, in un tessuto socioeconomico nuovamente in grado di stare in piedi e camminare da solo e, soprattutto, di fare comunità, il vero segreto per la resilienza negli anni futuri dei piccoli paesi.

L’altro commento che forse ho contribuito a sollecitare e mi ha fatto piacere leggere è invece quello del sindaco di Valvarrone, Luca Buzzella: di nuovo, nonostante le visioni differenti e il tono un poco acido (ma comprensibile), l’ho trovato interessante perché ha messo in luce molti degli aspetti correlati alla questione del ponte tibetano progettato che altrimenti sarebbero difficilmente potuti diventare di dominio pubblico se non per pochi diretti interessati, oltre ad alcune importanti iniziative già realizzate dalla sua amministrazione per le quali non si può che essere grati.

Sulle sue osservazioni in merito a quanto riportato nell’articolo di “Salire” nr.47, il notiziario trimestrale del gruppo regionale lombardo del Club Alpino Italiano, è bene che rispondano i diretti interessati, se ritengono il caso di farlo. Io dico solo che quell’articolo non mi è sembrato affatto pieno di «inesattezze» o di «informazioni non esatte», e propone un’idea di frequentazione del luogo sicuramente interessante e apprezzabile oltre che ben più culturalmente consona agli scopi prefissi dall’amministrazione locale, legati in particolar modo alla fruizione turistica dell’area mineraria di Lentrèe, al netto che possa piacere o meno e per come se non possa discutere la fattibilità e la convenienza. Peraltro, quanto scritto su “Salire” è perfettamente in linea con la posizione ufficiale del Gruppo Giovani del Club Alpino Italiano il quale, in occasione del recente 101° Congresso Nazionale ha istituito un tavolo di lavoro su questo tema in coordinamento con la Commissione Centrale Tutela Ambiente Montano, come è stato riportato su “Lo Scarpone” qui. Dunque opinioni non certo campare per aria, quelle espresse nel trimestrale del CAI lombardo, ma basate su considerazioni già ampiamente articolate: vi si può essere d’accordo o meno ma non si possono certo liquidare in maniera troppo superficiale.

Per il resto, non mancano inesattezze nemmeno in quanto sostenuto dal sindaco Buzzella. Innanzi tutto, il rimarcare che «Ci serviva proprio uno studio! non l’avevamo capito!» riguardo le carenze del suo territorio il sindaco lo dovrebbe fare in primis a Regione Lombardia, che ha commissionato lo studio del Politecnico di Milano del quale ho riferito i risultati nel mio articolo originario nell’Accordo di Collaborazione tra la Regione e il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico milanese per l’attuazione del progetto “La costruzione della Strategia regionale aree interne nel ciclo di programmazione europea 2021 – 2027” approvato con DGR n. 5577 del 23 novembre 2021. Uno studio istituzionale su base accademica, dunque, non la sparata di qualche professorone saputello, che rende l’atteggiamento al riguardo del sindaco, mi permetto di dire, poco corretto. D’altro canto egli stesso segnala che vi sia ancora molto da fare, nell’ambito della Strategia, per il suo territorio, al netto della «grande fatica» segnalata per mantenere attivi i servizi di base territoriali, sforzo certamente encomiabile.

Inoltre, la testimonianza di Roberto Battista sul ponte tibetano di Sellano, della quale vi ho scritto poc’anzi, rimarca un’iniziativa non così simile a quella presentata per la Valvarrone, anche se può essere funzionale dire che lo sia (quella di Sellano ricorda invece il progetto del “Ponte nel Cielo” della Val Tartano, a ben vedere). E, come ho rimarcato poco sopra, a Sellano si è fatto del ponte tibetano un elemento posto sullo stesso piano di altri che compongono un progetto di rinascita socioculturale del luogo, nel quale sembra vi sia presente una buona consapevolezza dei rischi a cui si deve far fronte con infrastrutture come quelle qui in discussione. Mi auguro che il «progetto complesso» che la Valvarrone sta portando avanti possa presentarsi con simile consapevolezza, visione strategica e capacità di fare comunità, prima di fare «Un’attrazione sensazionale, che potrebbe attirare migliaia di turisti!» – parole presumibilmente proferite dal sindaco.

Tocca quindi rimarcare una nota desolante: quel commento per il quale «Ma la cosa che mi urta è il voler imporre con supponenza un solo pensiero, quel famoso pensiero unico a cui danno fastidio pure le CROCI SULLE VETTE! Vi ricordate?» (Sic). Ma che c’entrano nel dibattito il pensiero unico e le croci sulle vette? Della cui questione, peraltro, il sindaco Buzzella dimostra con tale affermazione di non aver capito la sostanza, ovvero di interpretarla in maniera del tutto ideologica, tentando di spostare in tale fangoso ambito il dibattito. Tentativo al quale sfuggo immediatamente: me ne sto ben distante da qualsiasi ideologia, preferisco continuare a riflettere e dibattere nell’ottica del più consono buon senso, come dovrebbe sempre accadere quando si ha a che fare con ambiti delicati e preziosi come quelli montani.

Infine, nell’accusa rivolta dal Sindaco di denigrare, di gettare delle ombre, nell’invito a restare umili eccetera, risiede il rischio opposto, ovvero che la carenza di umiltà e di rispetto verso i propri interlocutori venga proprio da chi pare non voler accettare alcuna interlocuzione solo perché la parte “opposta” sostiene opinioni che non piacciono e risultano contrarie ai propri intendimenti. Forse ci si dimentica che per entrambe le parti ciò che sperabilmente conta deve essere la valorizzazione (termine ambiguo, ma tant’è) e lo sviluppo del territorio della valle e del benessere della comunità che lo abita, innanzi tutto a suo favore e poi di qualsiasi altro portatore d’interesse – villeggiante, turista, operatore economico, imprenditore, eccetera. Sviluppo capace di generare valore per il quale si possono formulare idee e progetti differenti e meno male che sia così: posto ciò si mettono sul tavolo quelle idee, ci si confronta, si dibatte, si ragiona, in breve sui mette in atto il metodo migliore possibile per trovare le soluzioni altrettanto migliori oltre che più condivise a beneficio del territorio, dei suoi abitanti e per entrambi del loro futuro. Questo è anche l’unico modo per poter considerare un’opzione altamente critica e impattante come la realizzazione di un grande ponte tibetano nel paesaggio della Valvarrone, inserita in un ben più ampio e articolato progetto di sviluppo territoriale – anche turistico, certamente – di quello che, al momento, pare sia stato pensato per la Valvarrone, al netto di quanto sia già stato realizzato in loco e per cui non si può che essere grati e riconoscenti verso l’amministrazione locale. Ciò da un lato perché «Per salvaguardare la pacifica convivenza tra chi è a favore e chi è contrario è comunque necessario saper attribuire un valore corretto a quello che viene perso e quello che viene guadagnato con queste infrastrutture per poter limitare le ripercussioni e offrire le migliori opportunità per il futuro» (sono parole emerse dal tavolo di lavoro del CAI), e dall’altro lato perché strutture del genere «portano a una omologazione del paesaggio, della fruizione della montagna che rischia di essere persino controproducente rispetto agli obiettivi di questa proposta di valorizzazione turistica. Per rendere seducenti i territori montani a volte sono necessari interventi di carattere minuto, ma soprattutto una narrazione accattivante, capace di cogliere e di evidenziare la poesia e il fascino degli elementi già esistenti. Degli elementi capaci di rendere un territorio unico». Parole di Antonio De Rossi, uno dei più importanti architetti italiani, attivo soprattutto nei territori montani sia alpini che appenninici. Sicuramente lui di “inesattezze” su tali questioni non ne scrive.

Ecco, a tal proposito: non è che il vero “pensiero unico” qui è quello che sta alla base delle decine (se non centinaia) di ponti tibetani nonché di tutti gli altri manufatti turistici (panchine giganti, passerelle panoramiche, eccetera) già esistenti un po’ ovunque e tutti quanti sostanzialmente uguali? Magari no, o forse sì: meglio pensarci sopra bene, in ogni caso.

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Giovedì, 15 Febbraio 2024 07:29

UNIVERSITA' DELLA TERZA ETA' VALSASSINA: STA PER PARTIRE LA NUOVA ASSOCIAZIONE

E' il momento anche dei ringraziamenti, prima di partire con la nuova avventura che avrà la sua inaugurazione ufficiale venerdi prossimo 23 febbraio.
Innanzitutto voglio ringraziare le molte persone che hanno risposto a quello che all'inizio era un semplice appello, lanciato su Internet e sui Social, di creare una Università della Terza Età anche in Valsassina.
Una sessantina di persone che hanno subito lodato l'idea, e molte di loro erano presenti nella prima riunione tenutasi preso la Biblioteca di Introbio Sabato 27 Gennaio (foto Lecconotizie). Ad oggi, mentre stiamo ancora ufficializzando l'Associazione, abbiamo già più di una ventina di soci iscritti.

Naturalmente dobbiamo ringraziare la Biblioteca di Introbio, che ci ha dato inizialmente la sede per i primi nostri incontri, e ora soprattutto la Comunità Montana Valsassina Esino e Riviera, che ci ha concesso l'uso di una sala in via Fornace Merlo accanto al salone Pensa.
Una attestazione di stima e di fiducia che spero sapremo ricambiare, e di cui ringraziamo vivamente il Presidente Fabio Canepari.

Il programma delle iniziative che abbiamo elaborato lo troverete, sempre aggiornato, sul nostro nuovo sito, www.unitervalsassina.it e in particolare su questa pagina, https://www.unitervalsassina.it/events/.

E' già un programma piuttosto denso, ma altre ne seguiranno, sia fino a Giugno che dopo la pausa estiva l'obiettivo è di organizzare almeno un incontro alla settimana, che riguarda tematiche varie: da argomenti di geo-politica internazionale, ad argomenti sulla Salute , l'alimentazione, i farmaci da banco, Tecniche di Pronto Soccorso, allo Sport e alla Letteratura.

Corrisponde a quello che è il programma della Associazione, stabilito nello Statuto, e cioè "educare, formare, informare.. nell'ottica di una educazione permanente" , concetti ben noti tra l'altro a chi, come il sottoscritto, ha insegnato per molti anni nelle Scuole Serali per l'Educazione degli Adulti.

Ma anche "aprirsi al sociale e al territorio .. operare il confronto tra le generazioni" (ecco perchè è indispensabile l'apporto dei giovani) "promuovere iniziative culturali e sociali .. per il confronto tra culture e generazioni diverse".

Quindi "organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative .. per la promozione e diffusione della cultura" attraverso la pratica del volontariato.

Ottimi e alti obiettivi, che personalmente condivido in pieno: vorrei però sottolineare un aspetto. Se siamo riusciti a creare questo programma (e molte altre iniziative sono in previsione) è perchè si è subito creato un clima di collaborazione tra i soci.

Non abbiamo bisogno di professoroni o di espertoni che vengano a farci dotte conferenze: ognuno di noi, semplicemente, mette a disposizione le sue competenze e le sue conoscenze, nei campi più diversi, in uno scambio reciproco e utile di informazioni nei diversi settori.

Sono gli stessi soci quindi che, a turno, saranno i conferenzieri, in uno scambio didattico e culturale che favorirà la crescita di ognuno.
Questa la trovo una prospettiva eccellente: un modello di scuola trasversale (oserei dire montessoriana) in cui non ci sia un "Maestro", ma tutti a turno sono "maestri".

Oltre al fatto di far sentire meno soli gli anziani che parteciperanno: "creare comunità", questo è l'obiettivo di attività anche ricreative ed escursionistiche.
Ci saranno sicuramente molte difficoltà e ostacoli anche imprevisti, ma noi contiamo proprio di riuscirci .

Allora arrivederci a presto, non mancate !

Enrico Baroncelli

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