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Giovedì, 24 Novembre 2022 08:09

FESTA A BARZIO DOMENICA CON IL CORPO MUSICALE SANTA CECILIA

Il Corpo musicale Santa Cecilia di Barzio ha festeggiato, domenica scorsa, la santa patrona dei musicanti. Il tradizionale appuntamento aperto a musicanti e amici del sodalizio, quest’anno ha segnato la conclusione dei festeggiamenti per il 135° anniversario della banda.

La giornata si è svolta seguendo il consolidato copione che ha visto la celebrazione della messa nella chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro, con l’accompagnamento della musica della banda e della corale Santa Cecilia. Alla cerimonia ha fatto seguito la visita al cimitero, per ricordare i musicanti scomparsi, e la sfilata per le vie del paese, fino al ristorante Vittoria, per il pranzo conviviale.

L’occasione è da sempre anche il momento per festeggiare i componenti della banda che raggiungono particolari traguardi di presenza nel gruppo. Domenica i riconoscimenti sono andati al presidente Mario Tagliaferri per i 30 anni di attività, a Pietro Valsecchi e Giambattista Scandella per i 35 anni, e ad Alfredo Invernizzi per i 45 anni. A tutti loro è stata donata una targa ricordo. Un riconoscimento speciale, con medaglia d’oro, è andato a Carlo Canali, già vicemaestro, che fa parte della banda da ben 70 anni.

Per loro parole di stima e riconoscenza da parte di Tagliaferri, che ha poi ricordato l’importante anniversario festeggiato dal Corpo musicale (fondato nel 1887), rivolgendo un pensiero “ai fondatori e a chi ha portato avanti nostro sodalizio” e ringraziando tutti musicanti, il consiglio direttivo e il maestro Iose Ratti.

Un pensiero speciale è stato rivolto al musicante Stefano Canali, impossibilitato a partecipare alle attività della banda a causa di un grave infortunio subito un paio di mesi fa. Lo stesso Canali ha inviato un messaggio agli amici, per augurare buona festa e congratularsi con i festeggiati.

A ricordo del 135° anniversario di fondazione, a tutti i partecipanti ai festeggiamenti è stata donata una cartolina con la riproduzione del dipinto che ritrae la banda, realizzato dall’artista valsassinese Gianfranco Combi.

 

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Mercoledì, 23 Novembre 2022 18:14

GUIDO AGOSTONI PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI RAPPRESENTANZA DEI SINDACI DELLA PROVINCIA DI LECCO

Nel pomeriggio di lunedì, i sindaci della Provincia di Lecco hanno eletto il nuovo Consiglio di Rappresentanza dei Sindaci del territorio. Si tratta del primo Consiglio organizzato dall’ASST di Lecco dopo il nuovo assetto dato dalla riforma regionale che disciplina la nuova composizione e il nuovo funzionamento delle Conferenze e dei Consigli di Rappresentanza.

Il consiglio di rappresentanza, composto da cinque componenti eletti dalla Conferenza dei Sindaci, è l’organismo di cui si avvale la Conferenza stessa per l’esercizio delle proprie funzioni. Attraverso di esso i primi cittadini esprimono proposte e pareri relativamente alle attività sanitarie e sociosanitarie dell’ASST di Lecco, promuovendo al tempo stesso l’integrazione con i servizi sociali dei Comuni.

La partecipazione alla Conferenza è stata molto numerosa: sono intervenuti infatti 68 Sindaci su 84, da Comuni di tutte le aree e di tutte le dimensioni; in termini di cittadini rappresentati, i Sindaci presenti hanno portato in Conferenza un “peso” pari a 310.797 abitanti (pari al 93,5% della popolazione totale della Provincia).

Le elezioni si sono svolte attraverso un nuovo sistema di votazione informatizzata che ha consentito di avere in tempo reale gli esiti dei voti, ponderati in base alla consistenza della popolazione.

Sono stati eletti per il Consiglio di Rappresentanza:

Presidente: Guido Agostoni (Consigliere del Comune di Pasturo)
Vicepresidente: Maurizio Maggioni (Assessore del Comune di Olgiate Molgora)
Componente: Mirko Ceroli (Sindaco del Comune di Barzago)
Componente: Giuseppe Chiarella (Sindaco del Comune di Molteno)
Componente: Emanuele Manzoni (Assessore del Comune di Lecco)

“Ringrazio i Sindaci per la fiducia e la Direzione dell’ASST per la disponibilità – ha commentato Agostoni, presidente uscente del Distretto di Lecco – Si prospetta un lavoro intenso, che vede come presupposti la partecipazione attiva di tutti i Comuni e la ripresa di un dialogo paritario e costruttivo fra ASST e Comuni. Le sfide principali sono l’avvio di una nuova fase per la medicina territoriale, l’attivazione delle Case di Comunità e degli Ospedali di Comunità, l’interconnessione con i servizi sociali dei piani di zona. Dovremo valorizzare un nostro tratto distintivo, ovvero la capacità di co-programmare e co-progettare insieme al terzo settore, alle associazioni, alle famiglie e ai cittadini, perché solo la crescita di una corresponsabilità diffusa permette di fare reali politiche di welfare.”

Nella stessa giornata i Sindaci dei tre Distretti all’interno del territorio dell’ASST di Lecco (Bellano, Lecco e Merate) hanno eletto i rappresentanti delle rispettive Assemblee dei Sindaci: un passaggio che consentirà il confronto con l’ASST anche sull’erogazione dei servizi nei singoli territori. Anche in questo caso si è registrata una ampia convergenza sui candidati, confermando gli attuali Presidenti delle Assemblee degli Ambiti.

Sono stati eletti:

Per il Distretto di Bellano:
Presidente: Gabriella Del Nero (Assessore del Comune di Varenna)
Vicepresidente: Cristina Bartesaghi (Consigliere del Comune di Abbadia Lariana)

Per il Distretto di Lecco:
Presidente: Sabina Panzeri (Sindaco del Comune di Costa Masnaga)
Vicepresidente: Aldo Valsecchi (Vicesindaco del Comune di Calolziocorte)

Per il Distretto di Merate:
Presidente: Paolo Brivio (Sindaco del Comune di Osnago)
Vicepresidente: Franca Maggioni (Assessore del Comune di Merate).

“La nostra ASST è da sempre impegnata e attenta nell’ascoltare la voce dei Sindaci, accogliendo le loro proposte – commenta Paolo Favini, direttore generale di ASST Lecco – Da oggi, con la costituzione della nuova Conferenza e l’elezione del Consiglio di Rappresentanza, possiamo ulteriormente migliorare la nostra collaborazione con i Comuni, avendo a disposizione un canale istituzionale proprio. Il raccordo tra ASST e Enti Locali è uno dei pilastri della nuova Riforma Sanitaria di Regione Lombardia; lavoreremo coesemente affinché questo principio si traduca in benefici concreti per i nostri cittadini”.

Enrico Frisone, Direttore Socio Sanitario ASST Lecco, aggiunge: “Il lavoro della Direzione Sociosanitaria di una ASST, a cui fanno riferimento i servizi del polo territoriale, è e deve essere improntato a un dialogo costante con i Comuni. Garantiremo la massima disponibilità alla collaborazione e alla ricerca di soluzioni condivise alle esigenze dei cittadini. Con il Consiglio di Rappresentanza potremo condividere gli indirizzi di carattere generale; attraverso i Direttori dei Distretti lavoreremo a stretto contatto con le singole Assemblee, entrando nel dettaglio delle specificità territoriali. Auguro buon lavoro ai rappresentanti eletti”.

I tre Presidenti dei Distretti, nel ringraziare per la fiducia accordata, hanno sottolineato come la loro attività sarà improntata da una parte a presidiare le tematiche relative ai servizi sanitari territoriali, dall’altra a garantire il raccordo con gli interventi di carattere sociale, già oggetto dei lavori delle Assemblee di Ambito di cui sono alla guida. In questo senso la scelta di dare continuità al loro lavoro potrà facilitare i processi di integrazione dei servizi.

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Mercoledì, 23 Novembre 2022 13:54

CORTENOVA RICORDA I VENT'ANNI DALLA FRANA

Una giornata, quella del prossimo 1° dicembre, che Cortenova dedicherà interamente al ricordo della frana che intorno alle 3 del mattino delo stesso giorno di vent'anni fa travolse l'abitato di Bindo seppellendo abitazioni e attività commerciali e industriali.

Quattro i momenti che caratterizzeranno questo giorno di memoria.

Alle 10.45, proprio nell'area dove scese parte della montagna, si ritroveranno gli alunni della 4^ e 5^ elementare per un incontro sui comportamenti in caso di emergenze.

Alle 17.15 partirà da Largo De Vecchi una fiaccolata che raggiungerà Bindo dove, alle 18, sarà celebrata una S. Messa.

Infine, alle 19 appuntamento presso il Centro Polifunzionale (sempre a Bindo) per rivivere quei momenti e condividere un rinfresco offerto dall'Amministrazione Comunale.

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Mercoledì, 23 Novembre 2022 06:57

Ospedale Bellano: servizi esternalizzati

Ennesima, preoccupante esternalizzazione maturata nella gestione dei servizi pubblici sanitari: l’organizzazione predisposta per l’imminente apertura dell’Ospedale di Comunità (OdC) presso il Presidio di Bellano causerà, in ultima analisi, l’affidamento a un soggetto privato di posti letto gestiti sino ad oggi dal pubblico.
Ebbene sì, come FP CGIL lo avevamo scritto e denunciato da tempo: il PNRR non stanzia risorse aggiuntive per l’assunzione di personale sanitario e, quindi, per gestire le strutture individuate dalla Legge Regionale n. 22 del 14 dicembre 2021 e potenziare il sistema dei servizi territoriali (Case di Comunità e Ospedali di Comunità), l’unica strada percorribile è quella di esternalizzare la gestione dei posti letto fino ad oggi gestiti dal pubblico.
Previsione che si andrà presto a concretizzare sul territorio lecchese in considerazione di quanto sta per accadere in vista della prossima apertura dell’Ospedale di Comunità, che verrà collocato presso il 3° piano del Presidio di Bellano.

A quanto ci è stato riferito dalla Direzione aziendale in un recente incontro, i 14 posti letto riabilitativi, attualmente collocati al terzo piano del nosocomio bellanese, saranno trasferiti al Mandic di Merate, per “fare spazio” al nuovo Ospedale di Comunità.
Ed ecco l’esternalizzazione che prende forma: a Merate, non disponendo di personale aggiuntivo (la carenza di personale è tale che si fa fatica a gestire l’ordinario), i posti letto provenienti da Bellano saranno affidati in gestione ad una Cooperativa Sociale.
Come FP CGIL di Lecco abbiamo immediatamente contestato tale operazione, fedeli ai presupposti che governano una “vertenza nazionale” in cui la nostra organizzazione sindacale è impegnata, a tutti i livelli, per rivendicare investimenti concreti a favore del sistema sanitario pubblico.

Solo attraverso un piano straordinario di assunzioni si potrà realizzare un sistema sanitario pubblico e universale, che garantisca al cittadino il diritto alla tutela della propria salute, preservando, al contempo, i diritti dei lavoratori impiegati nell’erogazione dei medesimi servizi: sono anni che ribadiamo che allo stesso lavoro devono corrispondere la stessa retribuzione e pari diritti.
Dopo anni di pandemia, in cui il sistema sanitario ha dimostrato la propria rilevanza ma anche i caratteri della propria fragilità, correlata a carenze strutturali che i governi che si susseguono sembrano non percepire, non possiamo accettare, ancora una volta, di assistere passivamente a scelte organizzative che prevedono la gestione di attività dirette attraverso esternalizzazioni alle Cooperative Sociali.
Nonostante le norme nazionali e regionali vadano in direzioni opposte, come FP CGIL continueremo la nostra vertenza in difesa del SSN pubblico.

La Segreteria FP CGIL Lecco

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Martedì, 22 Novembre 2022 22:17

INCIDENTE SUI PIANI DI BALISIO: GRAVI DUE DELLE PERSONE COINVOLTE

Grave incidente nella serata di ieri a Ballabio. Attorno alle 20.40 la macchina dei soccorsi si è messa massicciamente in moto dopo un sinistro che, sul rettilineo di Balisio, lungo la sp62, davanti al negozio Alva , ha coinvolto due vetture e un trattore.
Il comando dei vigili del fuoco è intervenuto con due autopompe: le squadre hanno lavorato a lungo per estrarre dai mezzi gli occupanti rimasti incastrati, affidandoli poi alle cure dei sanitari. In posto ben tre ambulanze, l'automedica e l'elisoccorso fatto levare in volo da Como. Quattro le persone coinvolte, di cui una evacuata dal luogo dell'incidente in codice rosso e dunque di massima criticità. Si tratta di un 50enne: ha rimediato una serie di traumi, anche alla testa ed al volto, oltre che al bacino e agli arti inferiori. E' stato destinato, in eliambulanza, dopo essere stato stabilizzato in posto, all'ospedale Niguarda di Milano.

Meno gravi le condizioni degli altri feriti. Un 65enne è stato inviato in "giallo" al Sant'Anna di Como con un trauma cranico commotivo e ad un braccio; stesso codice, infine, per un 34enne e per l'unica donna coinvolta, entrambi indirizzati al Manzoni di Lecco.
Paralizzata la circolazione per circa due ore, dalle 20,40 alle ore 11, per i rilievi affidati alla Polstrada.

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Martedì, 22 Novembre 2022 06:52

UN'ERBA DELLA MADONNA

Il nome scientifico della pianta cui appartengono questi questi fiorellini, “Sedum telephium” è stato proposto nel XVIII secolo da un personaggio che chi segue anche distrattamente questa rubrica ha sentito spesso nominare. Si tratta, ovviamente, di Carl von Linneaus detto Linneo, considerato il fondatore della moderna classificazione degli esseri viventi. È una pianticella che in Valsassina cresce un po' dovunque ma soprattutto nelle zone sassose e lungo i bordi di strade e mulattiere. L'appellativo generico “Sedum” è di incerta origine.

Alcuni fanno derivare il nome dalle presunte proprietà antalgiche, blandamente sedative, delle foglie che sarebbero in grado di lenire il dolore di ferite e traumi; secondo altri autori il termine “Sedum” potrebbe derivare dal latino col significato di “mi siedo” a causa della conformazione concava degli steli che si piegano arcuandosi verso il terreno. L'appellativo specifico “telephium” potrebbe derivare dal greco τηλεφιον “telefio” nel senso di erba boschiva. Ma sull'origine del termine non c'è alcuna certezza, come spesso accade in materia di etimologie. Noto comunemente come “erba della Madonna” o “Borracina maggiore” il sedum appartiene alla famiglia delle Crassulacee con foglie spesse e carnose come alcune piante grasse ed è strettamente imparentata con la “Borracima cinerea” di cui ci siamo occupati in queste pagine nel luglio dello scorso anno. L'erba della Madonna, che contiene elevate dosi di flavonoidi e polifenoli, secondo la medicina tradizionale e l'omeopatia possiede quasi illimitate doti terapeutiche e va inserita fra gli antidolorifici e antinfiammatori.

Sarebbe anche in grado di agevolare la cicatrizzazione di piccole ferite, favorire la rimozione dei calli e lenire il dolore di piccole ustioni. Inoltre viene considerata utile contro vesciche da sfregamento, punture di zanzare e altri insetti mentre un tempo era ritenuta efficace contro le infiammazioni tenidee, mastiti e dissenteria. Non prendete quanto sopra né quanto segue per oro colato ma pare che la Borracina possa curare anche crisi epilettiche e carenza di vitamina C. In Inghilterra il Sedum telephium è chiamato “Witch’s Moneybags” (borsellino della strega) e veniva tenuto in tasca come amuleto contro le emorroidi. Però datemi ascolto: se avete problemi di salute non andate in erboristeria né dall'omeopata ma dal vostro medico e lasciate perdere i rimedi della nonna.

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Lunedì, 21 Novembre 2022 16:17

A BOBBIO SI SPARA E SI ASPETTA LA NEVE

Complici le temperature drasticamente diminuite negli ultimi giorni, ai Piani di Bobbio sono entrati in funzione i cannoni sparaneve che avranno il compito di creare le condizioni per cui il 3 dicembre la stazione sciistica valsassinese possa aprire i battenti.

Come si vede, al momento si sta accumulando per poi procedere alla distribuzione del manto bianco sulle piste in attesa che arrivi qualche precipitazione ad alleviare un po' il lavoro degli addetti e, soprattutto, consenta di contenere gli elevati costi che comporta l'innevamento artificiale.

Neve che poptrebbe arrivare anche stanotte visto che, stando alle previsioni di Meteosvizzera, tra stanotte e domani mattina transiterà una veloce perturbazione che al sud delle Alpi potrebbe portare neve fin verso 800 metri; domattina ultime precipitazioni e neve a quota 700 - 900 metri.

Nella foto sotto è ben visibile anche la nuova seggiovia "Nuova Ongania" che ha sostituito il vecchio skilift. Come si può notare, tutta l'area interessata dai lavori è stata completamente ripristinata.

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Lunedì, 21 Novembre 2022 09:53

LA LEGGENDA DEL RANSCIGA

in Cultura

Quella che sto per raccontarvi è una di quelle storie che narrano avvenimenti capitati non si sa bene dove né quando ma che la voce del popolo ha sempre dato per realmente accaduti anche se, oltre alla «voce», non c’è nient’altro che possa darne testimonianza.

Dunque. Tanti anni fa, in una baita dei nostri monti situata dalle parti del Pizzo Tre Signori, viveva un pastore fatto un po’ a modo suo. Secondo lui gli unici essere viventi con i quali ci si poteva intendere erano le capre; tutti gli altri, bipedi o quadrupedi che fossero, li considerava uno sbaglio del Creatore.

Quale fosse il suo vero nome non si sa. Lo chiamavano Ransciga, vocabolo ormai scomparso dal nostro dialetto che serviva ai nostri vecchi per indicare un falcetto a serramanico, molto in uso nei tempi andati, che tutti portavano in tasca per gli usi più svariati.

Ma veniamo alla «storia».

Un giorno d’estate, mentre il nostro Ransciga se ne stava sdraiato sul pascolo a pancia in su cercando di seguire con lo sguardo le sue capre sparpagliate per i canaloni della montagna in cerca di qualche ciuffo d’erba, avvenne una cosa fuori dall’ordinario: tutto a un tratto vide svolazzare, proprio lassù sopra la cima del Pizzo, un uccello mai visto prima.

Lui gli uccelli della montagna li conosceva bene, e gli bastava sentirli cantare per distinguerli, senza bisogno di vederli; ma un essere così grosso, nero, con un collo lungo cinque spanne e che stava per aria girando intorno senza il minimo battito d’ali proprio non gli era mai capitato sotto gli occhi.

Ransciga si alzò a sedere e rimase lì per un bel po’ a rimirare quello strano animale volante arrivato da chissà dove, cercando di indovinare con quale altra razza di uccello potesse essere imparentato.

Ad un tratto l’uccellaccio sembrò fermarsi in mezzo al cielo poi, come se all’improvviso gli fosse mancato il sostegno dell’aria, venne giù come un sasso puntando dritto verso il pastore il quale, spiccando un balzo, fece appena in tempo a ripararsi dietro un grosso sasso prima che la brutta bestia gli piombasse addosso.

Mancata la mira l’uccello riprese quota e il Ransciga, che se l’era vista brutta, corse verso la baita, per uscirne subito imbracciando il suo fucilone caricato a pallettoni.

Il grande uccello era ancora lassù che girava. Ransciga si sedette bene in vista con il suo archibugio stretto tra le ginocchia e gli occhi fissi su quel diavolo volante, sicuro che avrebbe ripetuto lo scherzetto di poco prima. Infatti non passò molto tempo. L’uccello nero si fermò in aria per poi precipitarsi giù a valanga in direzione dell’uomo seduto sul prato.

Fu un attimo. Il pastore balzò in piedi, puntò il fucile quasi senza mirare, come faceva quando fulminava le pernici al volo, lasciò partire il colpo e… a questo punto incominciarono a succedere le «cose» che sarebbero state tramandate ai posteri. Lo strano uccello, colpito in pieno dalla scarica, anziché precipitare morto come avrebbe fatto un qualsiasi volatile, si trasformò in una palla di fuoco, lanciò una specie di urlo lacerante, andando a schiantarsi giù in fondo, ai piedi del Pizzo.

Il povero Ransciga, alla vista di un simile spettacolo, per poco non rimase secco dallo spavento ma, siccome era un uomo coraggioso, si riprese in fretta, ricaricò il fucile per scendere a balzelloni verso il punto in cui la sua strana preda era andata a cadere.

Ben presto però dovette fermarsi perché, dal fondo della valle, saliva una gran puzza di carne bruciata che gli toglieva il respiro. Giacché il nostro uomo oltre che coraggioso era anche prudente, prima di riprendere la discesa volle rendersi conto di cosa stava succedendo e, affacciatosi ad uno spuntone di roccia, guardò giù.

Il Ransciga rimase di stucco.

Un cento passi sotto, dove l’uccello infuocato era andato a sbattere, vide una enorme buca, scavata ove prima c’era una spianata erbosa. Tutto intorno erano disseminati sassi di ogni dimensione mentre dal fondo saliva una nebbiolina giallastra e quella grande puzza che lo aveva costrutte a fermarsi.

Tanto per assicurarsi ch non stava sognando lasciò andare un’altra schioppettata, indirizzando il colpo verso il centro della buca da dove gli pareva uscisse il fumo giallo e puzzolente. Si rese subito conto di aver combinata un altro guaio e per la terza volta, in quella giornata balorda, il poveraccio sudò freddo.

Dal punto in cui i pallettoni erano andati a conficcarsi uscì una voce cavernosa che sentenziò: «Io torno all’inferno ma tu resterai per sempre dove ti trovi adesso e non potrai più parlare nemmeno con le tue capre».

Il Ransciga, che a quanto pare aveva impallinato Belzebù, si guardò attorno smarrito: ma non fece in tempo a dire amen che il suo corpo, alto e robusto, s’irrigidì trasformandosi in un sasso grigio e informe, simile a quelli che il gran botto provocato dalla caduta dell’uccello di fuoco aveva scaraventato tutto intorno.

È passato tanto tempo. Il Ransciga non lo ricorda più nessuno e il grande buco, col passare degli anni, si è riempito d’acqua limpida trasformandosi in quel pittoresco e bellissimo laghetto alpino che tutti ancora oggi chiamano Lago di Sasso.

testo di Giulio Selva – Manifestazioni Zootecniche Valsassinesi, 1984
pubblicato a cura di ANGELO SALA sul sito www.valsassinacultura.it

(Foto di copertina di Ferdinando Ceresa)

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Lunedì, 21 Novembre 2022 09:40

CAPRA OROBICA: UN SUCCESSO SENZA PRECEDENTI. RITORNA IL PREMIO RANSCIGA

Successo senza precedenti quello ottenuto nello scorso fine settimana dalla Mostra della Capra Orobica svoltasi a Casargo.

Oltre 400 in capi in gara portati in loco da una cinquantina di allevatori che hanno attratto in Alta Valle un pubblico numerosissimo.

Soddisfatto, e non poteva essere altrimenti, il Sindaco Antonio Pasquini che nel corso della manifestazione ne ha rimarcato la crescente importanza e in effetti la "Capra Orobica" si è ritagliata negli anni un ruolo primario nella promozione delle attività agro pastorali del nostro territorio. Pasquini ha voluto anche ringraziare tutti coloro che si sono prestati ad organizzare l'evento garantendone la perfetta riuscita.

Le premiazioni hanno visto l'assegnazione del titolo di ‘Re Becco’ all’esemplare di Domenico Masolatti da Traona e di ‘Regina’ alla capra di Davide Gobbi di Margno.

Il premio per il miglior allevamento, invece, è stato assegnato a Cristina Chioda proveniente da Valgoglio nella Bergamasca.

Ha fatto molto piacere ai custodi delle tradizioni locali il ritorno del Premio Ransciga assegnato a due lecchesi: Walter Vitali “per la determinazione di fare della sua passione la sua professione con il rispetto ed il vanto di continuare la secolare tradizione alpigiana che ha da sempre contraddistinto la sua famiglia” si legge nelle motivazioni, e Giacomo De Battista “per il suo impegno passione e dedizione che svolge nel sul suo tempo libero e che lo ha portato ad essere un giovane protagonista delle terre Alte svolgendo il suo lavoro in alpeggio sorridendo alla fatica”.

Il Ransciga, per i tanti che non lo sapessero, è un personaggio nato dalla abile penna di Giulio Selva, giornalista e scrittore introbiese che contribuì in modo determinante alla diffusione della cultura sul nostro territorio, nonchè al successo della Sagra delle Sagre come strettissimo collaboratore di Renato Corbetta.

E proprio per ricordarlo in altro articolo pubblichiamo per intero la Leggenda del Ransciga, doveroso omaggio all'indimenticato Giulio.

(La foto di copertina è di Alberto Locatelli)

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Lunedì, 21 Novembre 2022 09:33

DOLORE IN VALLE PER LA SCOMPARSA DI FABIO LOCATELLI

Dolore e sconcerto in Valle per la scomparsa di Fabio Locatelli, contitolare dell'omonima impresa con sede a Introbio, colpito da infarto mentre nei boschi sopra Moggio praticava la sua amatissima caccia.

La notizia ha iniziato a circolare nelle prime ore della mattinata ed ha gettato nello sconforto tutti coloro che lo conoscevano.

Fabio, cinquant'anni, era il figlio di Rocco e il nipote di Giuliano (indimenticato ex sindaco di Moggio), entrambi peraltro scomparsi in giovane età.

Lascia la moglie e tre figli.

Alla famiglia Locatelli le condoglianze di tutti noi di Valbiandino.net. 

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