Diffusione Covid a Venerdi 21 Gennaio 2020
791 nuovi positivi in Provincia di Lecco
791 nuovi positivi in Provincia di Lecco
L'appuntamento con i dati delle vaccinazioni nel nostro territorio permette di evidenziare l'alta percentuale di terze dosi erogate a Parlasco e l'alto numero di non vaccinati a Primaluna, Introbio, Barzio, Pasturo e Cremeno. Quest'ultimo comune chiude (assieme a Pagnona) la "classifica" delle terze dosi.
Rispetto all'ultima rilevazione i cittadini che hanno iniziato il ciclo vaccinale sono 77 in più.
I comuni con minore percentuale di non vaccinati sono Parlasco, Cortenova e Premana.
Il dato complessivo di terze dosi (57,75%) è sostanzialmente in linea con quello provinciale (57,41%) che continua a mantenersi il più alto della Regione.
COMUNE | 2^ dose +unica | 2^ dose + unica/POP | 3^ dose | 3^ dose/POP | POP | No dose | % no dose/POP |
PARLASCO | 132 | 100,76% | 97 | 74,05% | 131 | 4 | 3,05% |
CORTENOVA | 1047 | 90,26% | 761 | 65,60% | 1.160 | 116 | 10,00% |
PREMANA | 1989 | 91,15% | 1388 | 63,61% | 2.182 | 203 | 9,30% |
CASARGO | 725 | 86,21% | 518 | 61,59% | 841 | 100 | 11,89% |
MOGGIO | 393 | 84,70% | 284 | 61,21% | 464 | 61 | 13,15% |
CRANDOLA | 235 | 85,45% | 163 | 59,27% | 275 | 41 | 14,91% |
CASSINA | 441 | 84,48% | 309 | 59,20% | 522 | 74 | 14,18% |
INTROBIO | 1605 | 82,56% | 1084 | 55,76% | 1.944 | 319 | 16,41% |
BARZIO | 1042 | 81,92% | 709 | 55,74% | 1.272 | 204 | 16,04% |
PRIMALUNA | 1829 | 81,04% | 1251 | 55,43% | 2.257 | 388 | 17,19% |
PASTURO | 1592 | 83,26% | 1058 | 55,33% | 1.912 | 321 | 16,79% |
MARGNO | 330 | 86,84% | 207 | 54,47% | 380 | 57 | 15,00% |
TACENO | 466 | 86,62% | 291 | 54,09% | 538 | 74 | 13,75% |
PAGNONA | 289 | 89,20% | 171 | 52,78% | 324 | 37 | 11,42% |
CREMENO | 1372 | 83,20% | 863 | 52,33% | 1.649 | 274 | 16,62% |
TOTALI | 13.487 | 85,09% | 9.154 | 57,75% | 15.851 | 2.273 | 14,34% |
E alla fine l'ATS Brianza (e si potrebbe aprire un capitolo sul "cosa c'entriamo noi con la Brianza", ma non è questa la sede) ci ha messo una pezza.
Alle 22 di ieri sera la presidente della Provincia, Alessandra Hofmann, ha anticipato ai sindaci il contenuto di una comunicazione dove si spiega che "Considerato l incremento della domanda di tamponi per quarantena contatto scolastico, da lunedi 24 gennaio, in aggiunta all offerta capillare delle farmacie, verranno attivate linee dedicate alla popolazione scolastica nei due punti tamponi drive di Vimercate (area ex IBM) e Monza (viale Stucchi) e presso l Ospedale di Lecco. L'accesso sarà possibile solo su prenotazione. Verrà reso disponibile a breve, sul sito di ats, il link per la prenotazione".
Come al solito meglio il piuttosto che il niente, ma resta da capire come mai la decisione sia stata presa ai tempi supplementari (diciamo quasi ai rigori) e non assieme a tutte le altre.
"Credo che tutti i territori ne avrebbero necessità" ha chiosato un Sindaco tra i più attivi, sottolineando come la Valtellina si sia mossa molto bene.
Ma, è ormai assodato, tra Chiavenna, Morbegno, Sondrio, Tirano e Bormio quando c'è da fare squadra non sono secondi a nessuno. E, soprattutto, conoscono molto bene i problemi di chi vive in montagna a differenza di quanto succede, a volte, con chi la Grigna la vede da Monza (e Brianza).
Ai, adesso, genitori non resta che attendere di poter accedere sul sito di ATS al link per la prenotazione.
LECCO, “QVQ - Qualità della Vita Quotidiana” QUANTA PROPAGANDA INUTILE
Nel corso degli ultimi anni ho segnalato, o quanto meno, ho rilevato le diverse situazioni di degrado, noncuranza, inciviltà che via via accadono in Lecco.
Certo non sempre la responsabilità cade sull’Amministrazione comunale, in quanto molte volte situazioni disagevoli sono dovute all’imperante inciviltà dei cittadini.
Però l’occasione per tornare sull’argomento l’ha data il Sindaco Mauro Gattinoni che nella sua ultima lettera ai lecchesi ha posto come prossimo e nuovo obiettivo il: QVQ - “Qualità della Vita Quotidiana” e più in dettaglio “QVQ vuol dire tenere sempre più in ordine strade e parchi, far funzionare meglio i servizi di raccolta rifiuti e soprattutto pulire le strade, tinteggiare quel muro imbrattato da mesi o raddrizzare il parapetto storto, sostituire il cestino rotto e aggiustare quella porta della scuola o quel gradino del marciapiede. E ancora saper rispondere per tempo ai bisogni ordinari delle famiglie, delle associazioni e delle imprese”.
QVQ frase sintetica, concisa ed efficace, che integra/sostituisce l’ormai famoso “Cambiamo passo” utilizzato durante la campagna elettorale.
Come ha scritto il Sindaco si tratta di un obiettivo dell’immediato futuro “vi propongo l’obiettivo su cui lavoreremo con più forza da qui in avanti”.
Peccato che tutti gli obiettivi sui quali Gattinoni ha promessi di lavorare sono elementi essenziali che già dovevano e devono essere sempre alla base dell’ordinaria amministrazione pubblica. Pulire le strade, tenere in ordine parchi e strade, sostituire il cestino rotto, aggiustare il marciapiede, non possono e non debbono essere posti come obiettivi futuri, ma il presente quotidiano.
Stimolato dall’obiettivo del Sindaco, grazie anche alla collaborazione di amici e conoscenti, ho potuto raccogliere segnalazioni di problemi che sussistono da anni e che di conseguenza collidono con il lavoro del “buon amministratore pubblico”.
Da tempo immemore vi sono i dispositivi per raccogliere e fornire i sacchetti per le deiezioni canine privi da sempre di detti sacchetti, ed alcuni anche rotti. Pulizia delle strade non si ha memoria dell’ultima volta che è stata fatta, per lo meno nei rioni per i quali ho avuto segnalazioni. Tempo addietro c’era la segnaletica con indicato il giorno in cui l’apposito mezzo sarebbe passato a pulire, ora non c’è nemmeno più.
A proposito di marciapiedi il lungo lago non ho memoria di quando sia stato sistemato l’ultima volta. E’ stato costruito nel 1959, grazie all’allora Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo e dalle condizioni in cui versa sembra che proprio non sia mai stato sistemato da allora. E’ pieno di cubetti di porfido che si sono rialzati dal manto e giacciono pericolanti attorno alle piante o in mezzo al camminamento. Non parliamo delle montagne di foglie, cadute in autunno per le quali probabilmente stanno aspettando che si decompongano. Per quanto riguarda la pulizia non ne parliamo, cestini assenti per i quali sono rimasti solo i paletti che li sostenevano. Quelli più grandi, vandalizzati dai già citati incivili e vandali, ricoperti dalla plastica in attesa che vengano rimossi? Sostituiti? Mah. Infine le panchine poste sotto gli alberi che in questi mesi sono privi di foglie e quindi tutti gli escrementi dei volatili vi cadono sopra. Queste non sono sporche da giorni, ma da mesi e sedervici sopra risulta alquanto scomodo. Quindi si procede con la pulizia di fortuna con fazzoletti propri.
Alcuni rioni della città sono completamente abbandonati. Olate negli ultimi mesi è stata devastata dai lavori per la fibra ottica e i nuovi cavi elettrici. I lavori di ripristino evidenziano chiusini non a livello, asfalto che sta scomparendo giorno per giorno, illuminazione pubblica assente da mesi. Tutti elementi segnalati verbalmente e per iscritto all’Amministrazione senza tuttavia alcun riscontro.
Un gruppo di cittadini ha reiteratamente chiesto un sopralluogo all’Assessore/a competente Maria Sacchi, sono passati mesi senza mai aver visto nessuno. Non parliamo di un Ministro della Repubblica di stanza a Roma, ma, senza voler sminuire l’importanza del ruolo e della carica ricoperta, di un Assessore comunale che in linea teorica e soprattutto pratica dovrebbe essere l’Istituzione più vicina ai cittadini.
Riprendendo le parole del Sindaco Gattinoni “…saper rispondere per tempo ai bisogni ordinari delle famiglie, delle associazioni e delle imprese…”, vuol dire anche dare Servizi e fra questi come non ricomprendere lo Sport. Ebbene qui è buio assoluto. Il Centro Sportivo Comunale del Bione è lettera morta, ne è l’esempio l’insegna posta sul palo prospicente l’entrata, della quale è rimasto solo detto palo. Ad onor del vero l’occasione per ristrutturare integralmente il Centro fu persa dalla precedente Amministrazione Brivio.
Che dire poi del famosissimo progetto “bluebike” lanciato anni fa dall’ex Assessore Vittorio Campione, come la soluzione ai problemi del traffico cittadino ed attrazione del turismo. Peccato che Lecco, sia tutta in sali/scendi e se non hai un minimo di “gamba” è dura dal centro girare per i rioni lecchesi. Abbandonato al suo triste destino, nel più totale e completo disastro, con le colonnine vuote, le biciclette assenti. Qualcuno ha il coraggio di dire che ha intenzione di fare l’Amministrazione comunale, quanti soldi è costato? Chi risponde per questo fallimento?
Non da meno è di questi giorni l’esternazione della proprietà della Calcio Lecco, in particolare dell’ex Presidente Paolo Di Nunno, personaggio fumantino e dal carattere certo non facile, che si è contraddistinto a volte con uscite improbabili o improponibili, ma il merito di aver salvato il Lecco dal sicuro fallimento, ed in pochi anni averlo riportato in pianta pressochè stabile in Serie C. Egli non manca l’occasione per chiamare a raccolta imprenditori e comune lecchesi, anche se lo fa in un modo poco consono, affinchè gli si dia una mano economica. Ebbene questi appelli non hanno mai sortito effetto.
Sarà il suo modo di proporsi, la crisi economica, la riluttanza degli imprenditori lecchesi, sta di fatto che la sua gestione a Lecco, pare, sia agli sgoccioli. Tuttavia un aspetto importante l’ha sottolineato in settimana nel pre partita di Lecco Pro Vercelli, ovvero che la sua richiesta di sostegno al comune di Lecco è andata a vuoto. Di Nunno chiedeva una riduzione del costo di affitto dei campi del già citato Centro Sportivo del Bione, utilizzati per far allenare le giovanili. Il costo attuale si aggira, parole di Di Nunno, intorno ai 40/50 mila euro l’anno. Il Comune ha risposto “picche”. Ecco che quindi il patron Bluceleste probabilmente trasferirà il settore giovanile a Bresso dove il costo annuo per l’utilizzo dei campi è di circa 7mila euro. Una differenza enorme.
La morale di tutto questo è che non c’è bisogno di lanciare programmi roboanti sul miglioramento continuo di servizi da erogare al cittadino, perché questa è normale amministrazione, è il minimo sindacale è quello che un’Amministrazione competente, organizzata e diligente deve obbligatoriamente saper fare senza nemmeno il bisogno di pubblicizzarla. Fare e non parlare.
Però in tutto questo sono riuscito a trovare anche un aspetto comico della vicenda QVQ, ovvero, paradossalmente parrebbe la stessa citazione dell’improbabile “CHEF Ruffi” che nella descrizione delle sue incredibili ricette propone sempre l’olio “Q.B.” (quello buono). Solo che qui non siamo su Facebook con personaggi che vogliono far ridere per fare più visualizzazioni. Qui di mezzo c’è appunto la qualità dei servizi e della vita dei lecchesi.
Un'area destinata a diventare strategica, specie sul fronte della programmazione degli eventi, per le sue caratteristiche intrinseche, le dimensioni e la collocazione al centro della mobilità dei lecchesi e dei turisti: questo il nuovo “piazzale Riccado Cassin”.
Con delibera di Giunta, l'Amministrazione comunale di Lecco ha stabilito d'intitolare al grande alpinista lecchese, scomparso il 6 agosto 2009 all'età di 100 anni, l'area aperta - pari a oltre 10.000 MQ quadri - dove già oggi è presente il mercato cittadino e che nel corso del 2021 ha iniziato ad ospitare i primi eventi.
Il piazzale è e sarà oggetto di una più ampia azione di valorizzazione di quella che rappresenta una nuova zona chiave della città di Lecco, sita nei pressi del campus universitario e dotata di spazi unici. Attraverso questo primo step parte il procedimento che, dopo i pareri favorevoli degli enti amministrativi e toponomastici nazionali, porterà nei prossimi mesi alla posa della relativa segnaletica nel piazzale.
Premessa: la Direzione Welfare della Regione rende noto che "negli ultimi giorni si sta assistendo ad una crescente domanda di tamponi proveniente dal mondo scuola (quarantena per contatto scolastico/sorveglianza attiva)”.
Quindi, la stessa Direzione Welfare (che, per i meno avvezzi alla lingua d'oltremanica, vuol dire "benessere") spiega che "in collaborazione con le ATS, si è attivata per creare dei percorsi dedicati a questa tipologia di richiesta nei punti tampone gestiti da ASST e privati, che si vanno ad affiancare alla già capillare offerta delle farmacie. Si conferma, infatti, che il canale preferenziale per questa casistica rimangono le farmacie”.
Ottimo, direte voi. E ottimo diremmo anche noi, senonché i lecchesi (intendiamo tutta la provincia di Lecco) da questa geniale iniziativa lombarda sono stati lasciati fuori.
Infatti, come spiegano da Palazzo Lombardia, "da lunedì 24 gennaio saranno già operativi percorsi dedicati alla popolazione scolastica presso i seguenti punti tampone, suddivisi nelle sedi Ats:
Se avete letto bene avrete certamente visto che se volete fare un tampone "scolastico" potete scegliere comode destinazioni quali Morbegno e Dongo, tanto per restare nelle vicinanze; oppure fare una gita a Tirano ed approfittarne per chiedere una grazia alla Madonna locale; i più arditi potrebbero fare una capatina in Valcamonica, mentre i brianzoli avranno l'opportunità di farsi un giro a Vimercate.
Ora, non si pretendeva certamente un punto tampone in ogni comune, ma se in Valtellina sono riusciti ad averne ben 6, qualcuno dovrà spiegarci come mai in provincia di Lecco la somma è pari a zero.
Ci auguriamo di ricevere risposte da chi le potrà fornire.
Perché per il momento dalla Direzione Benessere è tutto.
Si può dire che quasi ogni giorno la "fabbrica" del Consiglio dei Ministri lancia sul mercato nuove disposizioni in merito all'utilizzo del green pass.
Il che se da una parte è positivo perché dimostra l'attivismo dei nostri ministri, dall'altra non può non creare una certa confusione nella popolazione che deve risolvere il non facile compito di stare al passo con tutti i decreti.
E l'ultimo è di oggi e stabilisce che dal primo febbraio non servirà esibire il Green Pass per andare a comprare cibo e altri beni di prima necessità (insomma entrare in negozi e supermercati), per andare in farmacia (e parafarmacia) e, cosa che non si augura a nessuno, per recarsi in tribunale o in una caserma (per esempio ad esporre una denuncia).
Di contro, se siete fumatori e andate dal tabaccaio state attenti perché, sempre da sabato 1 febbraio, la certificazione verde dovrete esibirla; la stessa cosa se andate in banca o in posta. O se volete farvi un tatuaggio.
Già che ci siamo vi ricordiamo (casomai ve ne foste dimenticati) la scadenza del 15 febbraio: da quella data scatterà l'obbligo di Green Pass rafforzato per tutti i lavoratori (pubblici e privati) e i liberi professionisti di almeno 50 anni.
Quindi attenzione, perché se avete cinquant'anni e non siete ancora vaccinati la prima dose dovete farla entro il il 31 gennaio. Solo così potrete ottenere un Green Pass rafforzato valido a partire dal 15 febbraio (infatti, il certificato verde è rilasciato subito dopo la prima dose ma è attivato il quindicesimo giorno successivo alla somministrazione).
Qui sotto un utile promemoria.
Il Presidente Mattarella come Giorgio Napolitano nel 2013 ? Sketch divertentissimo di Maurizio Crozza
Nonostante le rassicurazioni del Ministro Bianchi ("Tutto va bene Madama la Marchesa" !) la seconda settimana di Gennaio ha visto anche nel territorio lecchese l'esplosione dei casi Covid soprattutto nelle scuole .
Come dimostra il grafico che riportiamo nella tabella preparata dall'ATS Lecco e Brianza aggiornata in data 19 Gennaio, molte classi sono state mandate in DAD nell'ultima settimana ( a Introbio anche una classe nell'Asilo Venini e diverse classi della Scuola Primaria a Cassina Valsassina).
Nella Provincia lecchese quindi sono state 45 le classi asilo/nido pubbliche chiuse per anche un solo contagio, 96 quelle della Primaria (Elementari), mentre durante le vacanze di Natale naturalmente non ce n'erano, 58 le classi della Scuole Medie , e 94 quelle delle Superiori (cifre quasi raddoppiate in provincia di Monza e Brianza) dove i contagiati devono essere tre per classe.
Questi i dati dell'ATS Brianza, per la settimana dal 10/01 al 16/01 (per quanto riguarda la Valsassina la diffusione sembra ancora moderata, rispetto alla Brianza meratese e oggionese) poi le considerazioni ognuno può trarle da solo!
Il Covid 19 non molla. Almeno non ancora. E anche in Lombardia i dati diffusi dal Ministero della Salute sono preoccupanti anche se non disastrosi. Ieri, giovedì 20 gennaio, sono stati 33.676 i nuovi casi di contagio registrati sulla base di 153.143 tamponi. I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 3719 (+ 41 rispetto a mercoledì) mentre la provincia di Lecco fa registrare 1025 casi di positività in più una delle cifre più basse rispetto alle altre province lombarde. Ma da noi, nel Lecchese, la situazione sembra meno grave che altrove. Lo confermano i dati rilasciati quotidianamente dalla Regione secondo i quali nel Lecchese il tasso di positività è passato dal 24,9% del 7 gennaio al 21,9 di ieri, 20 gennaio. Anche se, va sottolineato a scanso di improvvidi ottimismi, che negli ultimi tre giorni si è assistito ad una decisa tendenza alla risalita della curva dei contagi transitata dall’11,8 % di martedì, al 16,3 di mercoledì, a quasi il 25 per cento di ieri. Con un incremento anche dei ricoveri: +6 in terapia intensiva e +41 negli altri reparti Covid. E tutti sono in ansiosa attesa del “picco che verrà”.
Ma anche e soprattutto in materia di pandemia, come spesso accade, i numeri non dicono tutto. Come dimostrano le stime legate al numero di decessi da Covid nel mondo che forniscono responsi in larga misura sorprendenti. Infatti, a detta dell’autorevolissima Nature, in pratica il Vangelo delle riviste scientifiche (“forse in assoluto quella considerata di maggior prestigio nell'ambito della comunità scientifica internazionale” come spiega Wikipedia), le valutazioni “ufficiali” sarebbero molto approssimate per difetto. Insomma, le cifre riportate a proposito dei morti da coronavirus potrebbero essere molto inferiori alla realtà a causa di una serie di problemi pratici legati in particolare alla frammentarietà e scarsa attendibilità delle tecniche di rilevamento e trasmissione dei dati. A questo proposito, secondo Nature, i Paesi del pianeta Terra possono essere divisi in due gruppi: quelli che hanno avuto tanti morti e quelli che non hanno saputo contarli con accettabile affidabilità. Per questo (e per altri motivi) i numeri che emergono dal cosiddetto “dataset” contenente i dati sui decessi per Covid 19 delle 116 nazioni del mondo prese in esame sono scarsamente indicativi.
Secondo i dati ufficiali, infatti, i decessi globali nel mondo dall’inizio della pandemia ammonterebbero a 5,5 milioni mentre le stime prodotte da alcuni modelli elaborati da altri gruppi di ricercatori si collocano fra i 17 e i 22 milioni. La differenza è gigantesca: quattro volte la stima “ufficiale”.
FONTE. Il grafico riporta i decessi rilevati (aree blu) e i dati stimati relativi all’eccesso di mortalità (aree arancioni) in diverse nazioni.
Ma non è tutto. Alcuni sostengono che le difficoltà nella raccolta dei dati sui decessi dipendono soprattutto dalle condizioni economiche e dall’arretratezza dei Paesi esaminati. Sembra proprio che non sia così. È sempre il servizio pubblicato su Nature a chiarire i termini del problema: il grafico che segue dimostra, come si può notare, che la ricchezza o la povertà dei singoli Paesi non determina l’attendibilità né la completezza delle cifre fornite. Nel pannello in alto a sinistra sono rappresentati i Paesi più ricchi; in quello in basso a destra i Paesi più poveri. L’area arancione chiara ai lati della curva rappresenta il cosiddetto “intervallo di confidenza”, vale a dire il margine superiore e inferiore di affidabilità (approssimazione) del grafico che in questo caso raggiunge il 95%.
Come si vede l’andamento della curva è molto simile in entrambi i casi: fra ricchi e poveri la differenza è minima. A conferma che la stima finora stabilita di 5,5 milioni di decessi globali è decisamente sottostimata. Va comunque osservato che a causa dei differenti metodi di rilevazione da un Paese all’altro i risultati potrebbero differire anche notevolmente. Ma la valutazione complessiva resta invariata: probabilmente abbiamo sbagliato a contare e a stimare (per difetto) i morti provocati dalla pandemia di Covid 19.