L`ITALIA DEI BANCHI A ROTELLE E` SCOMPARSA
“Al pian terreno, dove s’eran già fatte le ripartizioni, c’erano dei bambini delle prime inferiori che non volevano entrare nella classe e s’impuntavano come somarelli; bisognava che li tirassero dentro a forza; e alcuni scappavano dai banchi; altri al veder andar via i parenti si mettevano a piangere, e questi dovevano tornare indietro a consolarli o a ripigliarseli”. Poco è cambiato, sotto questo profilo, da quando De Amicis, lo scrittore dei buoni sentimenti, aveva vergato queste righe sull’inizio dell’anno scolastico. Correva il 1881. Il regno d’Italia aderiva alla Triplice alleanza; l’irredentista Oberdan era già finito sul patibolo. E Collodi donava l’immortalità a un burattino di legno. Anche Pinocchio ha conosciuto il suo esordio scolastico. Così, per la centoquarantesima volta dopo l’Enrico Bottini di “Cuore”, davanti alle scuole, non più del Regno savoiardo ma della democraticissima Repubblica, sono tornati ad accalcarsi “signore, signori, donne del popolo, operai, ufficiali, serve, tutti coi ragazzi per mano…”.
In provincia di Lecco sono 2.459 i “primini” che entrano per la prima volta nell’edificio che ospita una scuola elementare. Sono tornati ad affollarsi e si sono moltiplicati, però, anche i problemi che da sempre vessano il nostro sistema scolastico in ogni ordine e grado e che tutti i 14 mila studenti lecchesi che rientreranno nelle aule dovranno affrontare. Ma non sarà come prima. Tutti “mascherati”, tutti (quando possibile) adeguatamente distanziati ancorché vaccinati. Insomma la DAD l’è morta. Parola di ministro. E con essa le lunghe, soporifere sedute casalinghe davanti al pc. Ma rinunciare del tutto agli strumenti didattici che la tecnologia mette a disposizione sarebbe un grave errore in un mondo nel quale il paradigma sostenuto dalla Tecnica (sì, proprio quella con la T maiuscola) è ormai diventato parte integrante della “natura umana”. Patrizio Bianchi, l’economista titolare del MUIR, sigla che contrae una delle più lunghe definizioni mai viste per un dicastero, giura che fin da oggi, in dieci regioni Lombardia compresa, tutti saranno in classe senza problemi.
E che il 93% del personale scolastico è stato vaccinato. Ci permettiamo di manifestare, in linea generale, sommessa incredulità. Perché problemi, siamo facili profeti, ce ne saranno eccome. Uno dei quali nasce dal fatto che, green pass o no, per accedere alle aule scolastiche sarà obbligatorio indossare la mascherina. Immagino quanto sarà semplice costringere bambini di sei o sette anni a tenere il viso costretto per alcune ore nell’angustia di un Dpi. Il buon senso ha consigliato, naturalmente e fortunatamente, di non estenderne l’obbligo nelle scuole per l’infanzia.
Ma per l’affollamento davanti agli istituti prima dell’inizio delle lezioni? Una situazione che non ha probabilmente sbocco dato che lo scaglionamento degli ingressi comporterebbe ritardi pesanti per l’inizio delle lezioni. No anche ai doppi turni, troppo complicati da gestire. Nuove norme antipandemiche, dunque, ma anche nuove esenzioni. Cade, infatti, la prescrizione del distanziamento di almeno un metro fra i banchi, trasformato in semplice “consiglio”. Raccomandazioni e suggerimenti non ci sembrano però strumenti da inserire in una valida strategia contro il Sars Cov - 2. Sul tema dei consigli c’è una significativa (e problematica) novità.
Il ministro suggerisce di mantenere spalancate le finestre per il ricambio d’aria anche durante l’inverno. Assisteremo a classi popolate di alunni paludati con guanti, tute da sci, passamontagna (può sostituire la mascherina?) e moon boot ai piedi? Più probabilmente fra qualche settimana le finestre nelle nostre scuole rimarranno ben serrate. Sulla distanza fra prima fila di banchi e cattedra le disposizioni permangono inflessibili: almeno due metri. Ma gli insegnanti potranno ancora lasciare la cattedra per cogliere sul fatto i sempre attivissimi copiatori seriali? Su questo argomento le disposizioni emanate dal ministero e dai provveditori sembrano tacere.
E a proposito di green pass, nulla quaestio: o ce l’hai o non ce l’hai. Nel secondo caso, con buona pace di no vax, no mask, no tutto il resto, non entri a scuola. Punto fermo sacrosanto. Permane, comunque, uno dei nodi di forse più difficile soluzione: i trasporti scolastici. In uno spazio angusto come vagoni ferroviari, pullman e autobus imporre un limite di capienza all’80 % serve a poco e moltiplicare in proporzione adeguata i mezzi di trasporto, più che una soluzione, suona come utopia. A proposito di spostamenti. I tanto discussi e costosissimi banchi dotati di (inutili) rotelle sono da molto tempo scomparsi dai radar. Che fine hanno fatto?
NONNO AUGUSTO E LA SUA MOTO GUZZI
"Gino, oh Gino, in do' ttu sei ?” “Son qui, oh mamma !” Gino era il secondo figlio della mia bisnonna Fidalma.
Vivevano in una frazione di Prato, precisamente Iolo, un paese agricolo della Toscana all`epoca pieno di tanti campi e poderi coltivati, sulla via principale in un edificio a due piani che nell`Ottocento era stato una delle prime Scuole Elementari del Regno d`Italia. Di quella Scuola rimaneva un ampio scalone centrale, che dal corridoio dove stava la cucina e un piccolo salottino portava alle camere di sopra. Uno scalone bello, ampio, con il passamano d`ottone, fatto per far salire torme di bambini, forse pero’ un po` troppo grande per una casa privata.
In compenso c`era un piccolo bagno, troppo stretto per farci stare una vasca da bagno ( le docce all`epoca non erano ancora state inventate !) e quindi i miei nonni si lavavano una volta alla settimana nei bagni pubblici. In cortile, accanto a un giardino che veniva usato per farci un po` d`orto, e a una splendida palma che sovrastava persino il tetto della casa, c`era un vecchio pozzo con una carrucola di ferro per tirare su l`acqua col secchio. Insomma era una casa dell`Ottocento, rustica e bellissima.
Sempre al piano terra c'era anche un magazzino, con un largo portone che aveva un ingresso autonomo sulla strada, dove nonno Augusto lavorava la raffia per produrre i “cappelli di paglia alla fiorentina”, come quelli che ancora oggi si usano al mare. Cappelli di ogni genere, larghi , o stretti, da uomo o da donna : quelli da donna in genere piu` larghi e adornati con simpatici nastrini colorati . All`epoca tutti portavano il cappello, non si poteva uscire senza. Cappelli di ogni tipo, Borsalíno di lusso o altro, ma quelli di paglia erano i piu` popolari e , diciamolo, anche i piu` simpatici.
Era un`attivita` che mio nonno Augusto e suo fratello Gino avevano continuato da loro padre Roberto. Roberto Baroncelli, il fondatore dell`azienda (nato esattamente 100 anni prima dello scrivente, il 2 Marzo 1858, l`ultimo anno del Granducato di Toscana) era un artigiano del cappello, e dava da lavorare a parecchie donne dei paesi vicini a Iolo. Ogni giorno partiva con la carrozza o il carretto a cavalli e portava loro la raffia da lavorare. Poi ripassava dopo due o tre giorni a ritirare il prodotto finito e ci pensava lui a smerciarlo dai rivenditori. Ma Augusto, mio nonno, era un innovatore. Agli inizi degli anni Trenta decise di comprarsi una splendida Moto Guzzi, probabilmente era una W 500 cc, lunga e col cestello dietro. L`avevo vista, da bambino, e ancora adesso sono molto rincresciuto che mio padre non l`abbia tenuta, oggi sarebbe un vero pezzo da collezione (la cerco ancora oggi quando vado al Museo Moto Guzzi di Mandello !).
L`ho ancora negli occhi, splendida, rossa : rossa come la bandiera Socialista a cui mio nonno e` stato legato tutta la vita, infatti all`epoca della Marcia su Roma aveva in tasca la tessera di Filippo Turati. La sua moto Guzzi oltre a una lunga catena aveva un sacco di leve, di manopole, pedali, che da bambino mi affascinavano. Era parcheggiata a un lato del magazzino, sempre pronta a partire. Comodissimo il cestello sopra il parafango della ruota posteriore, dove mio nonno poneva la raffia da portare alle sue collaboratrici. “In do' ttu vvai oggi ?“ gli domandava quando partiva mia nonna Dina, che quando i capelli le diventarono bianchi se li tingeva d`azzurro, come la Fata Turchina di Pinocchio. “ Solito giro: a Iolo dalla Lina, poi Calciana da Ruggera, poi Tobbiana e Paperino” . “Torna presto che ti faccio la bistecca !”
Mio nonno era chiamato in paese anche “il Busticche”, per la sua nota passione per le bistecche. La sua moto comunque non l`aveva mai tradito: partiva sempre al primo colpo con una decisa spinta sul pedale, poi si divertiva a girare per quelle strade di campagna all`epoca certamente non ancora asfaltate: terriccio e ghiaia erano sempre pronti a farti scivolare. Andava piano, anche per non perdere la raffia, in curva non si poteva piegare piu` di tanto, ma comunque andava sempre, sia che piovesse sia che ci fosse il sole. Per lui era un gran divertimento. Una volta per strada lo fermarono i Fascisti: “ Oh Busticche , la prendiamo questa tessera o vuoi proprio farci incazzare ?” (si riferivano naturalmente alla tessera del PNF, Partito Nazionale Fascista). “ Io la tessera ce l`ho gia` , e` quella con il sole nascente !” “Guarda che quella tessera e’ scaduta e i tuoi amici o sono in carcere o sono in esilio in Francia. Non ti conviene fare il bischero con noi !”.
Mio nonno poteva permetterselo perche` non era un dipendente pubblico, lavorava in proprio, e poteva manifestare la sua avversione per il Fascismo. Alla mia famiglia, fin dai Medici in poi, non e‘ mai piaciuto chi voglia comandare da solo. Fini’ ovviamente che dovette bersi la sua giusta razione di “olio di ricino”, ancora negli anni ‘20, venne iscritto come Antifascista nel Libro Nero dell`Ovra (la Polizia che vigilava per il Regime) ma pote` continuare il suo lavoro senza essere troppo disturbato.
Andare in giro con la sua splendida Moto Guzzi (tutti si giravano a guardarlo, anche per il rumore che faceva, e le automobili all`epoca erano proprio poche) lo rilassava e lo metteva di buon umore. “ Un dura miha questo Mussolini un dura !” si confidava con la moto come a un`amica.
Quando scoppio` la guerra raccolse piccoli pezzi di bombe esplose vicino a casa sua, per metterli come ricordo nel ripostiglio insieme all' ombrellino da sole ottocentesco, ultimo ricordo di sua mamma Fidalma. Mussolini passo`, come mio nonno aveva previsto, la Moto Guzzi invece rimase ancora li`, nel magazzino di mio nonno, finche` aveva ancora voglia di lavorare. Suo figlio, mio padre Ferrero, aveva studiato da Ingegnere, e quando lui fu sistemato , anche a causa del fatto che i cappelli di paglia erano ormai diventati fuori moda, mio nonno se ne ando` in pensione, e la Guzzi servi` solo per farsi dei giretti. “ln do' ttu vvai oggi ?” “Iolo, Calciana, Tobbiana Prato” Buon divertimento, nonno: ancora oggi io ti immagino nei Campi Elisi sfrecciare in sella alla tua rossa fiammante Moto Guzzi, in viaggio verso il Paradiso dei Motociclisti I
ATS: NON BEVETE IN GRAVIDANZA
L`ATS Brianza consiglia vivamente di non bere alcolici alle donne in gravidanza !
Venerdi scorso era il #FASDAwarenessDay, la Giornata Mondiale della Sindrome Feto-Alcolica.
🤰Basta seguire una regola semplice per evitare complicanze a una nuova vita che sta per nascere: non bere alcol in gravidanza. Nemmeno un bicchiere.
#zeroalcolingravidanza
STASERA E LUNEDI PROSSIMO SI RICORDA DANTE A LECCO
Dante Festival Lecco: un giovane di settecento anni
Serate al Planetario
Lunedì 13 settembre e Lunedì 20 settembre
Un festival ricco di collaborazioni, creato con una vera rete tra pubblico e privato e tra associazioni attive in ambiti diversi.
Ed è grazie al contributo del Gruppo Astrofili Deep Space che avremo due serate dedicate all’astronomia, alla cosmologia dantesca intrinseca nella poetica della Commedia.
La prima, naturalmente, sarà lunedì 13 settembre , nella notte della morte di Dante,
affidata a Loris Lazzati, tra i fondatori del Gruppo Astrofili Deep Space, relatore, divulgatore scientifico, coordinatore didattico e responsabile della programmazione del Planetario di Lecco fin dalla sua apertura, nel 2005.
In viaggio con Dante: i paesaggi celesti del Purgatorio
Lazzati, con una suggestiva proiezione conferenza nella cupola del Planetario di Lecco trasporterà il pubblico in un’atmosfera magica, ricreando l’aspetto reale del cielo visibile dal Purgatorio in quella tarda notte dell’aprile 1300 in cui Dante e Virgilio uscirono a riveder le stelle.
Un viaggio nel tempo, in cui i passaggi astronomici del Purgatorio, spesso considerati ostici, potranno essere compresi e apprezzati abbinando allo spirito analitico il coinvolgimento emotivo e spirituale, aspetti irrinunciabili della poesia.
A chiudere il festival il 20 settembre, ospite eccezionale, Sperello Alighieri, discendente in linea diretta di Dante.
La cosmografia dantesca tra antico e moderno
Alighieri è astronomo all’Osservatorio di Arcetri, cosmologo di fama mondiale, fondatore e primo direttore del Centro Galileo Galilei per il telescopio italiano TNG alle Canarie, inventore e costruttore del prototipo dello strumento (Faint Object Camera) che ha consentito la partecipazione europea al Telescopio Spaziale Hubble (HST) della NASA.
Con Massimo Capaccioli ha recentemente pubblicato “Il Sole, la Luna e le altre stelle”, un’originale chiave di lettura della Commedia che incrocia scienza e poesia ricostruendo le competenze astronomiche di Dante nel suo tempo.
Una lettura dell’opera dantesca in chiave cosmologica che lo scienziato così presenta:
"Dante aveva una grande passione e conoscenza dell’astronomia, fra le pochissime cose che condivido con lui, oltre al cognome. Da uomo medioevale si trovava in mezzo fra le credenze degli antichi e le conoscenze moderne, che ha più volte anticipato, come mostrerò con alcuni esempi: la nostra Galassia, le macchie lunari e l’universo curvo, illimitato ma finito, che anticipa l’ipersfera di Einstein”.
Orari
Lunedì 13 settembre 19.00, 21.00 e 22.30 salvo ulteriori orari aggiunti
Lunedì 20 settembre 21.00, 22.30 salvo ulteriori orari aggiunti
Ingresso : euro 6
Prenotazione obbligatoria Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
VACCINATA CON SPUTNIK ? NO GREEN PASS !
Una simpatica alunna russa dell`Istituto Parini di Lecco si e` vaccinata con due dosi di SPUTNIK, che tra l`altro sembra avere un`efficacia altissima, ha 110 di anticorpi (meglio di Pfizer !). Per la legge italiana pero`, siccome lo Sputnik non e` riconosciuto dall`EMA, e` come se fosse una no-vax, quindi non puo` avere il Green Pass. Per adesso puo` entrare a scuola, ma non puo` andare al cinema, nei centri sportivi dove gioca suo fratello, ecc. ecc. L`unica soluzione che le hanno prospettato e` quella di aspettare l`anno prossimo, quando gli anticorpi saranno scesi e potra` iniettarsi il Pfizer. A occhio pero` non mi sembra una grande soluzione !
ALPINI IN CORNISELLA PER RIPARTIRE
Una bellissima giornata di sole ed un cielo terso hanno fatto da scenario alla festa annuale degli alpini di Pasturo alla cappelletta della Cornisella. Presenti numerosi gagliardetti in rappresentanza di gruppi provenienti dalla Valle ma anche da lontano. Molto intensi gli interventi del capogruppo Locatelli e del Sindaco Artana: entrambi hanno ricordato le difficoltà degli ultimi due anni e la necessità, unita alal voglia, di ripartire. Ed enrambi hanno accennato alla situazione attuale in alcune aree del mondo dove la democrazia e la libertà sono ancora un miraggio per milioni di persone.
Una S. Messa seguita in un silenzio che amplificava ancor più emozioni e ricordi ha fatto da preludio alla cerimonia dell'ammainabandiera e, prima ancora, dal canto del Signore delle Cime che sotto lo sguardo duro e materno della Grigna tutti i presenti hanno intonato, qualcuno anche con qualche lacrima agli occhi.
Grazie agli Alpini che ogni volta ci "costringono" a riflettere sui valori importanti che devono guidare il nostro vivere quotidiano.
FESTEGGIAMENTI A CORTENOVA PER I 50 ANNI DEL CENTRO SPORTIVO
Festeggiati ieri, sabato 11 Settembre, i 50 anni dalla fondazione del Centro Sportivo di Cortenova, una lunga storia iniziata nel 1971 con l'inaugurazione del nuovo campo a sette giocatori (in erba e con pista di atletica intorno) costruito dall'intera comunità cortenovese sotto la guida del parroco di allora, Don Carlo Antonini.
Nel pomeriggio le quattro sezioni che compongono l'associazione (atletica, calcio, ciclismo e pallavolo) hanno organizzato alcune manifestazioni dimostrative al termine delle quali è stata offerta una graditissima merenda ai partecipanti.
Alle 18 Don Marco Mauri ha celebrato una S. Messa molto partecipata. Presenti, oltre a molti cittadini e appartenenti al Centro Sportivo, rappresentanti delle associazioni comunali, tanti sindaci del territorio, il presidente della Comunità Montana, i consiglieri regionali Piazza e Formenti, il sottosegretario Antonio Rossi, i rappresentanti di Fidal e CSI ed esponenti di altre associazioni sportive del territorio accolti dal Consiglio Direttivo gialloblu (ritratto nella foto sotto) composto, oltre che dal presidente, dal vice Gianni Selva (responsabile sezione atletica) e da Emanuela Mornico, Cinzia Mascheri (responsabile sezione pallavolo), Silvio Galperti (responsabile sezione calcio), Marco Acquistapace (responsabile sezione ciclismo) e Walter Negri (tesoriere).
Al termine il presidente Riccardo Benedetti è intervenuto ringraziando i presenti ma, soprattutto, chi ebbe il coraggio e la determinazione per regalare al paese una struttura che potesse andare a vantaggio delle giovani generazioni: ha anche ricordato che oggi il CSC Cortenova conta ben 473 tesserati provenienti da tutti i comuni valsassinesi e non solo, visto che si contano atleti di Bellano, Lecco e della Bergamasca.
Infine ha ripercoso brevemente la storia rammentando i momenti salienti della vita associativa: la costituzione, la costruzione del primo campo di calcio a undici, la rinascita dopo la frana del 2002 ed ora quello che tutti ci si augura debba essere il post pandemia con la costruzione del nuovo campo in sintetico.
Su quest'opera si è soffermato il Sindaco cortenovese Sergio Galperti che ha inviato un messaggio ai suoi colleghi, riprendendo i numeri citati da Benedetti poco prima, invitandoli a fare rete anche nello sport per dare sempre nuove opportunità e nuovi spazi ai giovani della Valle.
Dopo un breve intervento del consigliere regionale Formenti (che ha raccontato delle sue esperienze di atleta dove spesso si è trovato a dover battagliare con i cortenovesi), ha preso la parola Antonio Rossi. Il sottosegretario e plurimedagliato atleta olimpionico ha fatto i complimenti al Centro Sportivo ed ha voluto esprimere la sua gratitudine verso che ogni giorno si adopera affinchè lo sport raggiunga sempre più persone, dichiarandosi rincuorato dal vedere tanta gente stringersi attorno ad un'associazione sportiva, ai suoi dirigenti, agli allenatori e agli atleti.
Il presidente ha ricordato nel suo discorso anche i sindaci di questi cinquant'anni, a partire da Erino Acquistapace e Tonino Melesi, oggi scomparsi, e poi Luigi Melesi, Luigi Selva, Valerio Benedetti e l'attuale Sergio Galperti al qaule è stata donata una giacca creata appositamente per l'occasione.
Un omaggio anche per i presidenti che in questi lunghi anni hanno contribuito a far crescere il Centro. In mattinata è stato deposta una composizione floreale sulla tomba dove viene ricordato Don Carlo Antonini. Nel corso della cerimonia del pomeriggio sono state consegnate le giacche commemorative a Mario Benedetti (figlio del primo presidente "laico" Luigi), a Lino Mascheri, Alfredo Comis e Domenico Ceppi.
MOTO GUZZI A PRIMALUNA
La Mostra delle Moto Guzzi storiche arriva all`Hotel Bianco di Primaluna
E` giunta all`Hotel Bianco di Primaluna la Mostra itinerante delle moto storiche Moto Guzzi, partita ad Aprile da Milano, mostra in cui sono esposte i modelli piu` iconici e rappresentativi della Casa Mandellese, dagli anni '20 al 1950 circa.
Moto esempi di ingegno e di meccanica, modelli rappresentativi di stile e di tecnologia all`epoca avveniristica ( e anche oggi bisogna dire con la nuova V100 , la moto dedicata al Centenario, ingegneristicamente la casa dell`Aquila di nuovo precorre i tempi !).
Dalla Sport 15 500 del 1931, monocilindrico 500 cc 5 marce che andava alla velocita` di 100 km l`ora, al piu` economico Sport 13 del 1927, motore 4 tempi a 90km l`ora (che per le strade sterrate dell`epoca non era poco !) al diffusissimo Guzzino degli anni `40, al Falcone, entrato prepotentemente nella cultura popolare, al C2V sempre 500 cc del 1924, 3 marce lanciate a 100 km l`ora, al GTW del 1935 con il quale due primalunesi, Marco e Tino, sono arrivato nel 2005 fino in Sicilia, a Sciacca, al Galletto 192 degli anni `60 , al SuperAlce 500, molti modelli sono esposti sulla terrazza sotto il porticato.
La Mostra, portata all`Hotel Bianco dalla passione dei titolari Gianni Beri e la moglie Patrizia Dall`Ara (entrambi ex Sindaci di Primaluna) rimarra` nella localita` valsassinese fino a domenica 12 Settembre, corredata da pannelli espositivi, in particolare sulla storia sportiva del Circuito del Lario, iniziata nel 1921 . Nel 1923 e per alcuni anni vi partecipo` anche il mitico Tazio Nuvolari, su una Bianchi 350, mentre il mattatore fu spesso Achille Varzi su Guzzi 500: la velocita` media, su quelle strade strette e sterrate, era di quasi 70 km l`ora !
STRANE SCRITTE SUL SAN MARTINO
Nella tarda serata di venerdì 10 settembre, il monte San Martino a Lecco è stato illuminato da un fascio di luce laser verde con alcuni simboli ed una scritta “Questa montagna fa parte della Provincia di Como”.
Goliardata, trovata pubblicitaria, scherno di alcuni comaschi? Ancora non si sa nulla, sicuramente questo ha fatto scalpore in quanto il San Martino è sito a Lecco e quindi Provincia di Lecco. In tanti, in città, sono rimasti per minuti con il naso all'insù, stupiti da ciò che si leggeva sulle pareti della vetta.
Le scritte erano, altresì, accompagnate da altre in pieno stile "writer", e sono stato bersaglio di insulti e scherno sui social lecchesi dove l'accostamento tra Como e il San Martino è stato visto come un affronto.
Anche la Questura di Lecco si è interessata allo strano evento, con alcune volanti impegnate in attività di controllo attorno alla zona del San Martino per individuare i presunti autori dopo le numerose segnalazioni.