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Martedì, 06 Aprile 2021 07:38

6 Aprile, Giornata della Pasta alla Carbonara

in Video

CareBonara | Le Origini della Carbonara — Un cortometraggio di Barilla

Roma, 1944. Un cuoco italiano incontra un soldato americano con una missione: preparare un pasto speciale per le forze alleate di stanza nella città. Scopri la leggenda dietro le origini della carbonara, un piatto preparato per la prima volta per prendersi cura di qualcuno e che, ancora oggi, unisce le persone. Il 6 aprile, per il #CarbonaraDay​, prepara una carbonara per le persone a cui tieni.

 

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Lunedì, 05 Aprile 2021 07:33

PASQUA CON CHI PUOI !

Italia rossa fino a domani. E pure in seguito, ancorché con qualche attenuazione. La Valsassina non costituisce una discontinuità con il resto del Paese. Anche qui strade semideserte, locali e negozi serrati, alimentari a parte. Con pochissime eccezioni. Un tempo la Pasqua era “con chi vuoi”. Oggi, ai tempi del corona virus, è “con chi puoi”. Stiamo andando, noi e il mondo, fuori misura.

Ma per ottenere un mondo "a misura d'uomo" sarebbe necessario lasciare all'uomo la possibilità di misurare il mondo con la cadenza dei passi. È il passo lento ma sicuro della vita, la successione delle impronte umane guidate da quell'elan vital che preferisco chiamare buon senso, a garantire un percorso sostenibile e condivisibile. Proprio così, sui marciapiedi delle città come lungo i sentieri di montagna, seguendo i solchi scavati nei boschi, persino nella roccia, da milioni di passi umani che disegnano sempre la strada più "giusta", se non la più breve. Sempre la più sicura. Nonostante sia "vietato calpestare le aiuole". Per queste ed altre mille ragioni condivido l’idea di un Parco in Val Biandino, dove potrebbe muovere i primi passi un nuovo, minuscolo spiraglio di umana presenza. Anche se la pandemia mostra denti feroci.

Quando, durante la “bella estate” del 2020, parlavamo del "coronavirus che ci siamo lasciati alle spalle" stavamo commettendo un peccato grave di ottimismo. Temo proprio che lui, il virus, sia ancora ben fermo davanti a noi. E che ci resterà forse ancora a lungo. Troppa fretta di ricominciare. Troppo affanno per avviare una ripartenza dagli esiti incerti e pericolosi. Certo l'economia, la produzione, la vita quotidiana spingono con forza in questa direzione. E comprendiamo perfettamente le ambasce espresse qualche giorno fa da Fabio Dadati, a proposito dei viaggi aerei all’estero nonostante l’emergenza Covid e delle difficoltà nelle quali versano migliaia di esercizi nel settore turistico e della ristorazione.

Viene però allo scoperto, in questo frangente, grazie o a causa del virus, il problema di fondo prodotto dalla modernità: l'impossibilità di fermarsi, di riprendere fiato. Il mondo globalizzato non ammette rallentamenti, non sopporta pause. La spinta poderosa e cieca verso la "produttività" nasconde l'incapacità, temo radicalmente umana, di fermarsi e riflettere sul percorso e sulla meta. Decrescita felice? Per ora è solo crescita infelice. Stiamo avanzando alla cieca, a velocità folle delegando alla tecnologia funzioni che un tempo spettavano all'ideologia. E la tecnica, (metamorfosi del capitale) nuovo mito totemizzato del mondo, ha sempre più fretta.

A proposito: " le condizioni della selezione non raggiungono e non investono più l'uomo (...) poiché egli ha imparato ad assoggettare al processo dell'adattamento, invece di se stesso, i propri artefatti e i propri strumenti. Il mondo in cui viviamo è tanto meno un mondo darwinistico quanto più la teoria e la tecnologia sono mondi darwinistici oggettivati." Così Hans Blumenberg sembra indicare, con parole diverse, le conclusioni di Emanuele Severino (personaggio certamente non in odore di marxismo) quando il filosofo afferma che "Diventando lo scopo supremo delle forze che intendono servirsi della tecnica, quest'ultima usa e consuma tali forze, che si sono trasformate in mezzi. Cioè usa e consuma l'umanità in modo sempre più adatto al proprio indefinito potenziamento."

Tecnica = capitale ? Temo di sì. Proprio queste conclusioni, mi sembra, si possano trarre osservando il nostro mondo anche grazie al filtro potente della pandemia che, in realtà non ha altre origini, altre radici se non quelle che affondano nella globalizzazione la quale, lo ricordo, non è un progetto, né un disegno. Non è un "atto" ma un "fatto" che noi ci sforziamo di guidare ma di cui, in realtà, siamo solo semplici funzionari. La sto facendo troppo lunga. Chiudo citando un pensatore "anomalo" sotto tutti i punti di vista. In un appunto del 1887 Nietzsche scriveva che "l'amministrazione economica globale della Terra (...) che inevitabilmente ci attende (...) è un consumo sempre più economico degli uomini e dell'umanità". I mezzi sono diventati fini, i fini mezzi. Chi aveva posto l'uomo sulla testa? E chi lo aveva rimesso in piedi? Nihil novum sub sole.

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Sabato, 03 Aprile 2021 18:08

APRITE I CENTRI SPORTIVI. LIBERATE I NOSTRI RAGAZZI

Uno strano modo per fare gli auguri di Pasqua, ma molti giovani e giovanissimi non passeranno affatto delle buone feste. L’ultimo provvedimento governativo ha di fatto prolungato la zona rossa fino a fine aprile e questo significa, ancora una volta, CENTRI SPORTIVI CHIUSI.

E non solo i centri sportivi. Da oltre un anno sono bloccate tutte quelle attività ludico-culturali INDISPENSABILI per la formazione e la crescita dei ragazzi (si pensi a CORSI DI TEATRO, DI MUSICA, DI NUOTO, LE PALESTRE etc a cui non è mai stata data una valida alternativa per proseguire) rendendoli, di fatto, la categoria più colpita da questa situazione.

Chiusura e senso di colpa opprimente: è questo che lo Stato sta riservando alle sue forze più fresche, e tutto ciò è inaccettabile.

Pur capendo i motivi per cui le società sportive decidono di non aprire ( ed essendo solidali con loro) siamo sgomenti dalla totale assenza delle varie federazioni, in primis la F.I.G.C.

Ci chiediamo, fino a che punto dovranno continuare queste politiche governative?

Stanno veramente tutelando la salute dei nostri ragazzi proibendo loro di svolgere attività sportiva?

O forse, gli interessi economici che girano dietro a queste piccole società non equivalgono a altro?

Vi ricordiamo che prima o poi i vostri atleti diventeranno vecchi, e le risorse nuove le dovete coltivare fin da ora, perché poi sarà troppo tardi.

Un’altra domanda che nasce spontanea scorrendo i vari profili social dei personaggi famosi è:

come mai loro continuano allenamenti di tennis, di calcio etc??

E non ci stiamo riferendo agli agonisti, per i quali, le varie federazioni si sono mobilitate giustamente già lo scorso anno.

Gli allenamenti e le prove dei nostri ragazzi sono forse meno importanti delle loro? O per loro è tutto classificabile come “lavoro” e quindi accettabile per legge?

Se almeno usassero la loro popolarità per dar voce a questi problemi, probabilmente non saremo qui, noi da una piccola provincia Lombarda, a chiedere a chiarimenti e risposte.

Ci stiamo veramente rendendo conto che gli adolescenti, assieme ad altre categorie, sono i veri dimenticati di questa pandemia.

I ragazzi hanno bisogno di relazionarsi, e quale modo migliore dello sport e delle attività culturali per farlo? Oltre ovviamente alla scuola.

Concludiamo citando De Coubertin

“Lo sport è parte del patrimonio di ogni uomo e di ogni donna, e la sua assenza non potrà mai essere compensata”

 

AD MAIORA LEUCUM

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