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Lunedì, 01 Febbraio 2021 15:13

Coperte e Tende per gli immigrati in Bosnia

Riscaldiamo la Bosnia

#RISCALDIAMOLABOSNIA
Potrebbe essere anche solo una catastrofe umanitaria, come l'hanno definita molti giornali, quella che sta avvenendo nella vicina Bosnia a causa del freddo ma, grazie ad ognuno di noi, potrebbe essere trasformata in una "CATENA UMANITARIA" dove per ogni Anello, promessa di Speranza ed Amore, c'è un SACCO A PELO, una TENDA che non usiamo da anni oppure una semplice COPERTA.

E noi stiamo cercando si raccoglierle, perchè, come le nostre SCATOLE DI NATALE hanno dimostrato, le persone agiscono con il Cuore.
Cosa si può fare? Semplicemente donare un sacco a pelo, un piumone (una coperta, una trapunta) oppure una tenda in buono stato, che sono chiusi ed inutilizzati nelle vostre cantine o negli armadi, ridando loro vita e portando calore a chi ha perso davvero tutto.
Non è un caso, comunque, che san Valentino cada nel cuore dell'inverno, nei giorni più gelidi, forse per ricordarci il calore che possiamo trasmettere anche con una frase, riportando forza a chi la sta lentamente perdendo accompagnando il nostro aiuto concreto e caldo come una coperta.

In più, chi ha partecipato all'iniziativa SCATOLE DI NATALE può testimoniarlo, il pensiero che una persona sconosciuta e disperata possa ricevere il nostro Conforto e la nostra Presenza, alla fine, scalda anche il nostro di Cuore!
SIAMO TUTTI PIU' BUONI... NON SOLO A NATALE ED IL 2021 E' L'ANNO BUONO PER DIMOSTRARLO.

Dove:

Lecco: Associazione Cristiana New Vision
Via A. Rosmini 12, Lecco
Sabato 6 Febbraio dalle 9:00 alle 12:00

Ultim'ora

ABBIAMO I MAGAZZINI PIENI DI MATERIALE.
DIAMO ASSOLUTA PRIORITÀ A COPERTE, SACCHI A PELO E TENDE DA CAMPEGGIO IN OTTIME CONDIZIONI.
STOP AD OGNI TIPOLOGIA DI ABBIGLIAMENTO PERCHÉ NON VERRÀ RITIRATO (PER I REFERENTI DEI PUNTI DI RACCOLTA: SE AD OGGI AVETE GIÀ RITIRATO QUALCHE COSA OK, DA DOMANI SOLO COPERTE).
C'È SERIO BISOGNO DI SACCHI PER METTERE SOTTOVUOTO LE COSE, QUINDI SE QUALCUNO VOLESSE DARE UNA MANO CONCRETA, CI AIUTI PORTANDO QUESTE TIPOLOGIE DI SACCHI

altre informazioni in pagina Facebook
Riscaldiamo la Bosnia

 

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 07:18

Dal WWF Lecco duemila euro per il WWF Australia

Fare pace con la natura e costruire un futuro sostenibile unica garanzia per la nostra salute e il nostro benessere

Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Molte delle malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.

La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto come spillover. In ecologia ed epidemiologia lo spillover - che si potrebbe tradurre come “tracimazione” - indica il momento in cui un patogeno passa da una specie ospite a un’altra, e si pensa che questo passaggio possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus.

(Per saperne di più sullo spillover può essere molto interessante rivedere l’intervista di Fabio Fazio a David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico, che già otto anni fa aveva previsto con estrema precisione la diffusione dell’attuale pandemia: https://youtu.be/vEmml7f1R7k)

Globalmente gli scienziati sono consapevoli che tra le cause della diffusione di malattie infettive emergenti, vi siano fattori importanti come la perdita di habitat, la creazione di ambienti artificiali, la manipolazione e il commercio di animali selvatici e più in generale la distruzione della biodiversità.

Gli incendi in Australia

Tra i più disastrosi episodi di distruzione della biodiversità dell’anno appena trascorso, basta tornare a gennaio 2020, piena estate in Australia, con la disastrosa stagione degli incendi dell'estate australiana, ribattezzata "estate nera".

Nello stesso periodo si affacciavano anche le prime immagini della pandemia in Cina, con Wuhan e i suoi abitanti chiusi in casa. Scene inimmaginabili, che presto avremmo purtroppo vissuto anche in Italia.

E l’emergenza Coronavirus ha fatto passare in secondo piano l’emergenza Australia, dove sono andati in fumo più di 19 milioni di ettari di territorio.

Un report WWF pubblicato a luglio 2020 (Australia's 2019-2020 Bushfires: The Wildlife Toll), ed effettuato da cinque diverse istituzioni, ha stimato che ad aver sofferto le conseguenze degli incendi potrebbero essere stati quasi 3 miliardi di animali, in gran parte rettili e anfibi, ma anche 180 milioni di uccelli e 143 milioni di mammiferi.

Questi numeri comprendono sia gli animali morti direttamente negli incendi da cui non riuscivano a scappare, che quelli che si sono poi ritrovati a vivere in un habitat particolarmente ostile con pochissima acqua, pochissime prede e pochissimi luoghi in cui ripararsi da eventuali predatori.

Dermot O’Gorman, amministratore delegato di WWF Australia, ha detto: «È difficile pensare a un altro evento che negli ultimi decenni, ovunque nel mondo, abbia ucciso o avuto un impatto su così tanti animali. Per la biodiversità, è uno dei peggiori disastri della storia moderna».

Dal WWF Lecco al WWF Australia

Sulla base della consapevolezza delle conseguenze che la perdita di biodiversità determina in termini di diffusione di malattie infettive, l’impegno del WWF per la tutela ambientale non è quindi un lusso, ma un preciso impegno che va anche a tutelare la salute umana.

Per questo motivo WWF Lecco ha deciso di destinare una donazione di duemila euro al WWF Australia nell’ambito del “Bushfires Appeal”, una risposta all’emergenza incendi per salvare la fauna selvatica, ripristinare ciò che è andato perduto e proteggere la biodiversità del continente australiano.

«È stato un anno difficile anche per l’associazionismo» -dice Lello Bonelli, presidente WWF Lecco- «tra la burocrazia cui siamo stati costretti per gli adeguamenti normativi del Terzo Settore e il blocco di tutte le attività “in campo”: abbiamo dovuto rinunciare ai tradizionali corsi, serate, eventi… tutte occasioni che normalmente contribuiscono alla raccolta fondi per la nostra Associazione.»

«Abbiamo potuto assicurare un minimo di attività, soprattutto per i bambini, con il concorso di disegno online, le escursioni naturalistiche (ovviamente limitatissime nel numero di partecipanti), la pubblicazione di un libretto, scritto e illustrato da nostri attivisti, in collaborazione con il Parco Monte Barro.»

«Siamo riusciti ad assicurare la nostra attività di “vigilanza” sul territorio, con osservazioni ai PGT dei Comuni, segnalazioni, opposizioni e denunce su ogni tentativo di sfruttamento del patrimonio ambientale, non ultimo l’esposto alla Corte dei Conti lombarda per lo scellerato taglio dei pini di Malgrate. Siamo attenti alle problematiche derivanti dalle cave, dal progetto di teleriscaldamento alimentato a rifiuti, dalle scorribande di motocross sul Monte di Brianza. E appena portiamo a casa qualche vittoria, come nel caso del blocco della centralina idroelettrica sul torrente Fraina, subito bisogna ripartire per bloccare un altro tentativo di attacco ambientale sul Pioverna, o i progetti di inquinamento luminoso delle nostre montagne…»

«Le tematiche da gestire non ci mancano, ma per assicurare, oltre all’impegno locale, anche la vision internazionale della più grande associazione ambientalista a livello mondiale, ci è sembrato doveroso contribuire a un progetto come quello del WWF Australia, con uno sforzo economico per noi particolarmente impegnativo in quest’anno così difficile.».

Il grazie da Sydney a Lecco

«Dear WWF Lecco team» -comincia così la lettera di Dermot O’Gorman, CEO di WWF Australia – che ringrazia il panda lecchese per «la vostra generosissima donazione», che andrà a sostenere in particolare le attività finalizzate a «ripristinare le foreste e l'habitat della fauna selvatica, fermare la deforestazione, creare corridoi sicuri per la nostra fauna selvatica…».

 «Sono davvero grato» -sottolinea O’Gorman- «per la vostra generosità e spero che vi sentiate tutti orgogliosi sapendo che state facendo la differenza per la fauna selvatica nativa dell'Australia.».

 

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 07:12

Firmare per legge contro propaganda fascista

A Introbio, presso il Comune, si puo` firmare a sostegno della nuova Legge di iniziativa popolare

"Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti"

La proposta di legge e` sostenuta dall`ANPI, Associazione Partigiani Italiani, ed e` divenuta di attualita` dopo il saluto romano esibito da due consiglieri comunali a Cogoleto (Genova) nel Giorno della Memoria
Con la firma si puo` anche aderire alla Anagrafe Antifascista.

L'Anagrafe antifascista è una comunità virtuale di valori, aperta a tutti coloro che si riconoscono in una serie di principi enunciati sulla "Carta di Stazzema". Per aderire è sufficiente compilare online questo modulo.

Perché una Anagrafe antifascista nel 2018? Perché sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti ed ideologie che dovrebbero appartenere al passato.
Non solo. Si fanno largo sentimenti generalizzati di sfiducia, insofferenza, rabbia, che si traducono in atteggiamenti e azioni di intolleranza, discriminazione, violenza verbale.

In rete e sui social media, sulle testate giornalistiche, nelle dichiarazioni politiche come nei bar e nelle strade. Principi che credevamo forti e stabili e che ci sembrano in pericolo.

Sottoscrivere la Carta ed aderire all'Anagrafe significa prendersi un impegno per la democrazia e a sostegno dei valori della nostra costituzione

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 06:53

Tempio Crematorio a Dervio: e fare un Referendum ?

DERVIO Lettera aperta al Sindaco Cassinelli sul Tempio crematorio.

Caro Sindaco,
come ben sai sono una persona seria e quindi sulla questione del Tempio crematorio da realizzare a Dervio, fino ad ora non mi sono espressa perché non avevo elementi sufficienti. In particolare in questo periodo, riuscire a raccogliere informazioni dalle fonti non è così semplice, come non lo è avere il programma PDF.P7m con cui sul sito del Comune è stato pubblicato lo studio del progetto, a questo proposito mi chiedo anche quante persone siano state in grado di aprire quei files… Ma finalmente sono riuscita a leggerli con un aiuto esterno e quindi per me, da sempre attenta alle questioni ambientali, è ora di esprimermi in merito, valutando la proposta alla luce di altre argomentazioni che credo utile vengano esaminate per dare un giudizio consapevole sulla questione.

Dervio sta già scontando in termini del suo sviluppo, la colpevole mancanza di scelta rimandata negli anni passati, in relazione ad un suo sviluppo posteriore alla vocazione industriale che per decenni è stata quella dominante del paese. Ora che è indubbio che si debba puntare su uno sviluppo turistico e questo stiamo rincorrendo. Dervio è anche un territorio LIMITATO e quindi a maggior ragione l’impatto di ogni insediamento nuovo deve essere valutato attentamente.
Il progetto del Tempio crematorio non influisce sulle aree disponibili sviluppandosi all’interno dell’area cimiteriale ma, la sua realizzazione è compatibile con lo sviluppo turistico che si sta perseguendo?

Insediare nel centro dell’abitato questa struttura è davvero la scelta logistica migliore?
L’aria dove sorge è così “sicura” rispetto a possibili eventi eccezionali come ormai ci stiamo abituando a subire negli ultimi anni? Nessuno avrebbe mai immaginato Dervio alluvionato…eppure è successo e le previsioni climatiche non ci tranquillizzano certo…
Una volta realizzato questo forno crematorio il comune avrà qualche vantaggio economico, ma un buon amministratore dovrebbe anche valutare se un corretto sviluppo turistico possa giovare ai/alle derviesi o se questo progetto è congeniale soltanto per chi lo realizzerà e ne trarrà guadagno. Io onestamente in vacanza in un paese, seppur bello, ma con un forno crematorio in pieno centro, ci penserei due volte ad andarci …

Nello studio ovviamente si dice che tutti i parametri delle emissioni rispetteranno le leggi, ma chi lo garantirà? E’ indispensabile rischiare di avere possibili problemi ambientali a fronte di qualche entrata in più nelle casse comunali, entrata che potrebbe invece compromettere un beneficio economico bel più distribuito tra gli/le abitanti legati economicamente alle attività turistiche? Anche questa è una valutazione che una buona Amministrazione dovrebbe calcolare.
Le risposte che mi sono data mi spingono a schierarmi contro questo progetto che continuo ad essere convinta vada realizzato in una zona periferica o isolata non certo qui.
Non solo, è giusto che una amministrazione agisca contro il volere di molti?

Ovviamente questo progetto non era compreso nel programma elettorale e a maggior ragione un gruppo che aveva fatto della partecipazione, informazione dei/delle cittadini/e uno dei punti cardine del programma elettorale, sta agendo al meglio in questo caso? No! Nessuna consultazione è prevista e non lo è anche se la petizione che sta raccogliendo l’opposizione consiliare fa emergere chiaramente la contrarietà di una grande fetta della popolazione.
Non sarebbe invece opportuno promuovere un referendum consultivo in modo che emerga chiaramente e oggettivamente la volontà dei/delle derviesi? Personalmente non voglio lasciare in mano a 13 Amministratori, di cui uno non eletto, questa scelta e le sorti del mio Paese, neppure se fossero, e non è questo il caso, tutti d’accordo tra loro.

Sindaco e maggioranza eletti e votati, ma la democrazia non prevede fortunatamente mandati assoluti! E, secondo me, una buona amministrazione dovrebbe cercare coesione e consenso per il bene del paese e non fomentare divisioni e scontri… Tra persone che davvero pensano al bene di Dervio, il confronto, la discussione e il dibattito non dovrebbe essere vissuto come un fastidio e soprattutto non dovrebbe assumere connotazioni personalistiche! Anzi, anche l’eventuale abbandono di questo progetto, potrebbe essere indice di buona amministrazione se l’interesse del Paese avesse il sopravvento!
Per questo mi aspetto, che pur nella difficoltà del momento, che si apra dibattito vero e che tutti/e i derviesi siano chiamati ad esprimersi prima di assumere una qualsiasi decisione.
Per conto mio…inizierò con il sottoscrivere la petizione perché anche la mia voce possa essere ascoltata!

F.to Gabriella Friso
Dervio, 31 gennaio 2021

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 06:41

L’OMBRA DEL VENTO di C. L. Zafòn

in Cultura

 La Biblioteca perdurerà: illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta.
J. L. Borges

 

Uno stile piacevole, fluido, con alcuni picchi di efficace policromìa. Un tessuto narrativo denso di fenomeni carsici che si moltiplicano in una inarrestabile cascata combinatoria. Una selva fitta di personaggi realizzati a sbalzo con decoroso mestiere. E, come è inevitabile, uno o più misteri che alla fine, solo alla fine ovviamente, vengono svelati.

Meglio: dissolti. O, se preferite, gradualmente disciolti in una soluzione ad alta concentrazione iniziale, addirittura supersatura, che dopo qualche decina di pagine inizia irreparabilmente a perdere di intensità, di peso, di colore per concludersi quando “…figure evanescenti, padre e figlio si confondono tra la folla delle ramblas, mentre l’eco dei loro passi si perde per sempre nell’ombra del vento” insieme all’attenzione di chi legge le 439 pagine del “…libro più venduto in Spagna dopo il Don Chisciotte”. Parola di Internet.
Tanto vento e niente arrosto dunque. Anche se sono numerosi i lettori entusiasti che affollano i blog nei quali ci si occupa con accenti superlativi del romanzo d’esordio di Zafòn.

Un testo che, a dispetto dei necessari ma non sufficienti meriti di cui si diceva all'inizio, si perde per strada finendo in un intrico inutilmente ingarbugliato di oscurità grandi e piccole, di arcani misteri dei quali, quando si materializza la scontata conclusione, non c’è più traccia significativa e catarticamente gratificante come ci si aspetterebbe da in ogni romanzo di genere che si rispetti. Insomma i buoni sono buonissimi; i morti sono mortissimi; i cattivi sono cattivissimi e bruttissimi (ma ci sono almeno un paio di buoni-brutti); i libri sono articoli per bibliomani compulsivi pronti a sacrificare la propria e l’altrui vita per scriverli, leggerli o distruggerli. Anche se del loro contenuto nulla o quasi si dice nella narrazione di Zafòn. E quelli più interessanti sono gelosamente custoditi nell’immensa biblioteca chiamata Cimitero dei libri dimenticati.

Dove, prima o poi, troverà posto anche il romanzo di cui si tratta qui. “L'ombra del vento”, appunto. Un libro che parla di un libro. Un meta romanzo. Ovvero un romanzo a metà nel quale buonismo e cattivismo vengono spalmati, certo con buona tecnica, sulle vicende che partono da una biblioteca che odora molto di Nome della rosa, un po’ di Borges e un tantino, ma solo un tantino, dei disegni transfiniti di Maurits Cornelis Escher: “Era un tempio tenebroso, un labirinto di ballatoi con scaffali altissimi zeppi di libri, un enorme alveare percorso da tunnel, scalinate, piattaforme e impalcature: una gigantesca biblioteca dalla geometria impossibile”. Zafòn non è Eco, né Borges, tantomeno Escher.

Il risultato è un polpettone di bell’aspetto, azzimato e profumato come si conviene, in tempi di micragnosa editoria, ad ogni best seller. C’è dentro tutto, ma proprio tutto: cuori infranti, omicidi, amicizie spezzate, tradimenti, torture e pestaggi, incendi e figli diseredati, donne sofferenti per amore, guerra civile e incivile, poliziotti crudeli e poliziotti buoni, cripte dotate di apposite bare dotate di appositi cadaveri, fughe a Parigi, capitani d’industria decaduti, la penna stilografica di Victor Hugo, vecchie dimore patrizie abbandonate alla rovina. Dovrebbe esserci anche qualche porta che cigola sinistramente ma non ne sono certo. Per capirci: un plot che piacerebbe a Dario Argento, il grande guitto horror de noantri.

Il lettore si trova così a degustare (parola grossissima) una sorta di Big Mac dal sapore indefinibile e di sospetta digeribilità le cui premesse, come abbiamo spiegato, consistono in una biblioteca gigantesca, l'importanza della quale, nello sviluppo dell'azione svanisce col procedere della narrazione. Una struttura immensa che odora “…di polvere e di magia”. Nemmeno Harry Potter potrebbe esprimere un nonsenso così banalmente perfetto. Né potrebbe lasciarsi “…trascinare in un turbine di emozioni sconosciute…” mentre il campanile della cattedrale batte… Indovinate un po’ che ora è. Difficile, no? Ma provateci uguale.

E poi ci sono i personaggi il cui spessore psicologico, senza eccezione alcuna, non supera il micron. Dopo qualche pagina dalla prima comparsa del “misterioso” individuo (adeguatamente sfigurato in volto da qualche tremendo accidente (tranquilli il mistero sarà chiarito) anche il lettore poco meno che distratto capisce di chi si tratta. E come può chiamarsi l’ispettore della policia di Barcellona cattivo e puteolente se non Fumero? Quasi onomatopeico. Sapete che fine farà? Non ve lo dico per non rovinarvi il clamoroso finale. Dimenticavo una precisazione necessaria: Zafòn non è un alias di Conan Doyle .

Insomma, per non farla lunga, “L’ombra del vento” è un agguerrito candidato per un posto d’onore all’interno del “tempio tenebroso” di cui sopra, dove si respira “…profumo di carta e magia.” come scrive Zafòn, con ispirato e illuminato lirismo, in un altro best seller, (“Il gioco dell’angelo”). Meglio, molto meglio, l’interminabile serie di J. K. Rowling nella quale, almeno, la magia non è una metafora umidiccia e maghi e maghetti cavalcano scope biturbo e ci danno dentro di brutto fregandosene platealmente della propria e altrui credibilità. Zafòn, invece, si prende molto sul serio. Un peccato mortale perpetrato in presenza certa di materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso.

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Domenica, 31 Gennaio 2021 20:03

Chiusura bar e ristoranti costata 30 miliardi a filiera agroalimentare

L'assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi commenta il differimento della ‘zona gialla’ in Lombardia e la conseguente chiusura di bar, ristoranti e pizzerie in una giornata – la domenica – tradizionalmente

Chiusura forzata di bar, ristoranti e pizzerie ha provocato danni enormi

“A causa della chiusura forzata di bar e ristoranti – sottolinea Rolfi – la filiera agroalimentare italiana ha perso circa 30 miliardi di euro nel 2020. La Lombardia è la prima regione agricola d’Italia e anche la prima per numero di bar, ristoranti e pizzerie. Per questo il passaggio da fascia arancione a fascia gialla nella giornata di lunedì è incomprensibile. Il governo ha deciso di togliere una domenica d’ossigeno a oltre 50.000 attività che possono garantire tutte le misure di sicurezza necessarie e che rappresentano uno sfogo commerciale essenziale per tutta la filiera agroalimentare, un comparto che vale il 15% del Pil nazionale”.

Lombardia prima regione agricola e per numero esercizi ristorazione

“I recenti dati Istat – prosegue – hanno confermato come la Lombardia sia leader nazionale per valore della produzione agricola, con 7,7 miliardi di euro su 57 miliardi in Italia, e per valore della trasformazione con 3,6 miliardi di euro sui 31 italiani. Abbiamo 44.688 aziende agricole che non hanno mai smesso di produrre e che hanno sofferto della chiusura di bar e ristoranti. Alcune filiere, penso a quella suinicola e del lattiero caseario, ne stanno risentendo in maniera particolare”.

Aiutiamo la ripartenza delle attività di ristorazione

“Grazie al lavoro del presidente Fontana e ai sacrifici dei lombardi – dice ancora Rolfi – da domani la Lombardia tornerà in zona gialla: faccio un appello affinché, rispettando tutte le misure di sicurezza e nelle proprie disponibilità economiche, i lombardi aiutino baristi e ristoratori a ripartire per rimettere in moto uno dei più importanti comparti dell’economia lombarda e nazionale” .

Produzione agricola per provincia, in percentuale sul totale della Lombardia

Totale Lombardia 7,8 miliardi di euro (100%); Bergamo 8,8%; Brescia 27,4%; Como 2%; Cremona 15,4 %; Lecco 1,5%; Lodi 5,8%; Mantova 19,7%; Milano 5,5%; Monza 1%; Pavia 9%; Sondrio 2%; Varese 1,8%.

Aziende agricole: Brescia in testa, seguono Mantova e  Bergamo

Numero delle aziende agricole lombarde per provincia: Bergamo 4.880, Brescia 9.712, Como 2.064, Cremona 3.804, Lecco 1.103, Lodi 1.288, Mantova 7.461, Milano 3.520, Monza 891, Pavia 6.075, Sondrio 2.280, Varese 1.610.

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Domenica, 31 Gennaio 2021 17:44

LA DOMENICA DEI DALTONICI

Alla fine le truppe lombarde hanno dato retta al loro presidente.

Il giallo doveva iniziare di domenica e di domenica, nei fatti, il giallo è iniziato. Anzi, da quel che si è visto, sembrava proprio che il Covid fosse solo un lontano, lontanissimo, ricordo. Insomma, in due settimane dal rosso al bianco, un bel record, vero?

Evidentemente le truppe lombarde non hanno tenuto conto del contrordine governativo: giallo sì, ma di lunedì, aveva firmato Speranza, nomen omen per un ministero che negli ultimi dodici mesi ha vissuto cullandosi spesso nell’illusione che il popolo, dopo aver sperimentato gli arresti domiciliari ed essersi barcamenato nell’arcobaleno, avesse capito il messaggio. E ancora oggi il ministro (simpatico o antipatico che sia) è dovuto intervenire nuovamente per via di feste e baldorie segnalate a Milano e non solo: zona gialla non vuol dire scampato pericolo, e ci vuole poco, pochissimo, per tornare indietro.

Ebbene, aldilà delle parole di Speranza, dopo questa domenica propedeutica a quella del “liberi tutti”, possiamo senza ombra di dubbio affermare che non dovremo assolutamente stupirci se tra un paio di settimane saremo ancora punto e daccapo. Forse, invece, dovremmo sorprenderci del contrario.

Esempio: se è vero che Casargo dista da Lecco 34 km., oggi – domenica arancione – nelle località montane del bel Comune dell’Alta Valle sarebbe potuta salire al massimo solo gente da Ballabio in qua, per cui tutte le auto che adesso stanno scendendo verso Lecco e che erano parcheggiate in quantità industriale tra Paglio e Giumello di fatto sono fuori posto.

E allora, uno si chiederà, cosa ci facevano decine di brianzoli, milanesi, comaschi ammassati in pochi metri quadri a piedi, con ciaspole o con gli sci (ed evito per amor di Patria di tirare in ballo le mascherine)?

E , sempre quell’uno, si risponderà che in fondo le regole sono lì per essere rispettate, ma non troppo, non esageriamo! Meglio rifugiarsi nel condizionale, e lo sa benissimo quel tizio che avevo davanti a Taceno che quando ha visto i carabinieri ha fatto una svolta improvvisa verso Bellano per evitare un possibile controllo.

Se solo avesse voluto, oggi il comune di Casargo avrebbe dato una bella iniezione di liquidità al proprio bilancio. Non l’ha fatto e ne comprendo i motivi, ma in prospettiva, cioè guardando avanti di una settimana, vien da chiedersi cosa succederà.

E cosa succederà è facile immaginare.

Ovviamente sia benedetta la zona gialla (soprattutto per bar, ristoranti e tutte le categorie che potranno riaprire), ma è evidente, visto quel che c’era in giro oggi, che siamo ancora lontani dall’aver imparato la lezione, e domenica prossima, statene certi, ne avremo la riprova.

Poi, però, mi raccomando, evitiamo di dar colpe al Governo o alla Regione. 

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Domenica, 31 Gennaio 2021 08:35

HABEMUS FORUM !

Grande novita` da oggi (seppure in fase ancora un po` sperimentale, chiediamo un po` di pazienza per migliorarlo) sul sito Valbiandino.net

L`installazione di un Forum dedicato: un Forum che consentira` un rapporto piu` stretto e continuativo con i nostri lettori, che cominciano ad essere parecchi.

Per adesso abbiamo pensato a tre categorie:

1) Segnalazione di Eventi , ma anche notizie e commenti da parte dei lettori
2) Mercatino degli oggetti usati che volete vendere (ne ho gia` messo uno per fare un esempio)
3) Sondaggi a cui potrete rispondere molto facilmente per far sentire la vostra opinione, ne inventeremo di nuovi nei prossimi giorni.

Altre Categorie ci verranno in mente man mano che il Forum, come speriamo, si sviluppera` nel tempo.

Una cosa importante: per sollecitare la partecipazione al momento abbiamo dato la possibilita` anche ai lettori "ospiti" di leggere e addirittura scrivere messaggi senza bisogno di registrarsi con noiosissimi login e password, tanto nessuno penso inserira` dati sensibili o codici bancari !

Pero` abbiamo bisogno assolutamente della massima collaborazione e correttezza da parte di chi scrivera` i propri messaggi, quella che una volta si chiamava "netiquette", a dire il vero sempre piu` difficile da trovare in rete.

Cioe` niente espressioni volgari o parolacce, niente insulti personali o offensivi, massimo rispetto per tutti, cerchiamo di stare in una logica di correttezza formale e di civile scambio di opinioni : naturalmente i messaggi che non si conformeranno a questo saranno cancellati dai moderatori.

Per andare al nuovo Forum dal Menu qui sopra cliccate Forum, e sarete indirizzati alla nuova pagina https://www.valbiandino.net/index.php/forum-2

Molte grazie per la vostra collaborazione, questo e` un nuovo salto di qualita` per il sito Valbiandino, contiamo su di voi e a risentirci al piu` presto !

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