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Venerdì, 26 Marzo 2021 07:31

Semplificare i rapporti tra Imprese e Pubblica Amministrazione

Pagamenti PA, Confartigianato: “Innovazione del lavoro pubblico sia alleata degli imprenditori”. Abbadia e Cortenova i migliori, Vercurago fanalino di coda 

“La riforma della Pubblica Amministrazione e l’azzeramento delle complessità burocratiche a carico delle imprese sono condizione fondamentale per il rilancio dello sviluppo del nostro Paese – commenta Daniele Riva, presidente Confartigianato Imprese Lecco – Il Piano recentemente varato dal ministro Brunetta e il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico non rimangano sulla carta, ma siano la vera svolta per una buona amministrazione alleata degli imprenditori”.

L’Italia è al 23° posto tra i 27 Paesi dell’Unione europea per l’eccesso di complicazioni amministrative e al 58° posto tra 190 Paesi nel mondo per la facilità di fare impresa. Per realizzare un appalto in Italia servono 7 mesi in più rispetto alla media europea, a causa dei numerosi passaggi burocratici che incidono per il 54,3% sui tempi complessivi per completare le opere. Anche l’utilizzo del superbonus 110% è frenato dalla burocrazia: il 52% delle imprese segnala ritardi nell’inizio delle attività a causa di problemi burocratici e il 42,5% lamenta le mancate risposte di uffici comunali e pubbliche amministrazioni.

Per uscire dalla crisi e utilizzare al meglio la straordinaria opportunità offerta dal Recovery Plan, Confartigianato ritiene indispensabile imprimere una svolta nelle politiche di semplificazione secondo tre direttrici: digitalizzazione estesa del rapporto tra PA e imprese, soprattutto attraverso il dialogo tra le banche dati pubbliche; standardizzazione dei procedimenti e della modulistica; riorganizzazione delle competenze e riduzione del numero di enti pubblici coinvolti nel medesimo procedimento. In questo modo si creeranno le condizioni per applicare finalmente il principio dell’ “once only”, in base al quale le pubbliche amministrazioni non possono chiedere all’impresa i dati già in loro possesso.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), da presentare alla Commissione europea entro il prossimo 30 aprile – prosegue Riva – dovrà contenere concreti interventi di riforma in grado di accelerare la crescita ed evitare una disastrosa crisi del debito sovrano. Le riforme previste dovranno essere attuate in tempi rapidi per poter consentire al sistema economico di accelerare i processi di creazione di valore”.

Le considerazioni di Confartigianato arrivano a margine dell’analisi effettuata dall’Associazione di categoria dal titolo “Crescita dopo la pandemia, contesto per le imprese e riforme: i ritardi dell’Italia da colmare”. Nello specifico, lo studio propone una analisi sul rispetto dei comuni italiani del limite di 30 giorni per i pagamenti dei fornitori, imposto dalla Direttiva europea dei pagamenti – importante progetto di riforma europeo – entrata in vigore il 1° gennaio 2013.

L’analisi territoriale proposta in questa nota – in cui si esaminano i dati disponibili dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (2021) centrata sui tempi di pagamento di 1.503 Comuni lombardi per cui sono rilevati pagamenti nel corso dei primi tre trimestri del 2020 – evidenzia che a più di 8 anni dal varo della introduzione della direttiva europea sui pagamenti nella normativa italiana, una delle situazioni meno problematiche si evidenzia proprio per la nostra regione con solo l’8,4% dei Comuni lombardi (127 Comuni) che paga oltre i 60 giorni, quota di 10 punti inferiore alla media nazionale (18,3%); per questo segmento di Amministrazioni comunale è molto contenuta la quota dell’importo delle fatture: solo il 3,6%, a fronte del 13% medio nazionale.

Oltre un Comune lombardo pagante su due (55,2%) è virtuoso e, come previsto dalla legge, salda le fatture entro 30 giorni: si tratta di 830 Comuni, che concentrano più di due terzi (71,5%) dell’importo pagato dai Comuni (3 miliardi di euro). Anche in tal caso si rileva una migliore prestazione dei comuni lombardi in quanto la quota di fatture pagate entro il limite di legge supera di 17,7 punti la quota media nazionale (53,8%).

Nel complesso sono al di fuori dei limiti di legge, pagando sopra ai 30 giorni, il 44,8% dei Comuni lombardi (673 Comuni) con una quota del 28,5% sull’importo pagato dai Comuni (1,2 miliardi di euro).

In media, nei primi tre trimestri del 2020, a fronte di un importo totale di 4,9 miliardi di euro di fatture ricevute, i Comuni lombardi hanno pagato 4,2 miliardi di euro, mediamente in 30 giorni: il dato è inferiore a quello medio nazionale di 36 giorni e in linea con il limite di 30 giorni fissato nel 2013 recependo la direttiva comunitaria sui ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali.

La relativa migliore performance dei comuni lombardi è particolarmente significativa nell’anno della pandemia, che ha coinvolto in misura maggiore alcune province lombarde e ha visto un diffuso utilizzo nella P.A. allo smart working, spesso rendendo più complessa l’organizzazione del lavoro, attenuando gli effetti negativi sulle micro e piccole imprese lombarde che nel 34% dei casi segnalano a fine 2020 il persistere della crisi di liquidità determinata dal crollo dei ricavi.

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Giovedì, 25 Marzo 2021 20:18

ANCI ENTRA NELLA CABINA DI REGIA PER LE VACCINAZIONI. I SINDACI APPLAUDONO E INCROCIANO LE DITA.

Dopo le disavventure di ARIA, le decisioni ancora tutte da digerire sugli HUB di vaccinazione e la grande confusione che aleggia intorno alla pandemia, l'ingresso dei rappresentanti dei Comuni nella cabina di regia potrebbe costituire un fattore molto positivo. Ne sono convinti (quasi) tutti i sindaci che da giorni si disperano per le mancate comunicazioni e le difficoltà di interagire con Regione e ATS, nonchè per i centri di vaccinazione sparsi sul territorio che vengono chiusi.

"I sindaci sono indispensabili" ha detto il presidente della regione, e meno male che ci sono stati loro e che ci sono ancora, aggiungiamo noi. Perchè in trincea non c'è chi vive a palazzo ma chi gira per le strade e conosce magari a uno a uno tutti i suoi amministrati, le loro difficoltà e le loro paure.

Il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra, dice che "questa collaborazione consentirà ai sindaci di disporre di strumenti diretti e dedicati di monitoraggio e partecipazione costante e tempestiva alla campagna, di manifestare eventuali criticità, avanzando anche proposte di efficientamento delle attività al fine di raggiungere gli obiettivi previsti".

Lo speriamo tutti. Così come speriamo che "l'accesso dei sindaci agli elenchi della campagna vaccinale contribuirà, tra l'altro, a rilevare eventuali problemi e definire soluzioni che consentano di evitare, ad esempio, casi di lunghe trasferte soprattutto per gli anziani e risolvere i problemi delle vaccinazioni a domicilio".

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Giovedì, 25 Marzo 2021 15:23

RAPPORTO SULL'INCIDENTALITA' STRADALE. LA GUIDA IN STATO DI EBBREZZA IN CIMA ALLA LISTA DELLE CAUSE DI SOSPENSIONE O REVOCA DELLE PATENTI

Si è tenuta in videoconferenza, nella mattinata odierna, la riunione dell'Osservatorio per il monitoraggio sull'incidentalità stradale della provincia di Lecco convocata e presieduta dal Prefetto Castrese De Rosa.
Presenti al Tavolo i Sindaci Fasoli di Mandello del Lario, Rusconi di Bellano e Crippa di Missaglia, il Commissario Straordinario del Comune di Galbiate Motolese, oltre al Comandante della Polizia Stradale di Lecco Valleriani, il Sottotenente Erriquez per la Compagnia Carabinieri di Lecco, il Comandante della Polizia Locale di Lecco Porta, il Dott. Cerino per 118 Areu, l'ing. De Marchi per l'A.N.A.S., i responsabili dei servizi di viabilità della Provincia di Lecco e delle Polizie Locali di Ballabio, Casatenovo e  Valmadrera.
La viabilità rappresenta un tema nevralgico e delicato di questo territorio, visti i grandi flussi di traffico, le rotte turistiche, la morfologia e le tante categorie di utenti della strada, che rendono estremamente complesso il contemperamento delle tante esigenze in gioco; vi è la necessità di comprendere e prevenire i fenomeni che mettono a repentaglio la pubblica incolumità " ha affermato il Prefetto De Rosa.
Si conferma, nel lungo periodo, un trend positivo per questa provincia, con riduzione degli incidenti con lesioni, in allineamento con la tendenza regionale. Dal rapporto annuale, si evince che nel 2019 sono stati registrati 901 incidenti e che in vent'anni il numero di vittime si è dimezzato (32 nel 2001, 16 nel 2019), con i 2/3 degli incidenti registrati in ambito urbano.
Purtuttavia è stata condivisa la necessità di concentrare l'attenzione sui tratti stradali che sono stati fatti oggetto, nelle ultime settimane, di esposti pervenuti dalla cittadinanza e che riguardano in particolare i seguenti tratti viari: SS 36 SP 583 SP 72 (2 incidenti mortali complessivamente nell'anno 2020), nonché alcuni raccordi urbani su cui si rende necessaria una georeferenziazione funzionale all'analisi delle cause di incidentalità, oltre che mirati controlli di polizia.
Per quanto riguarda l'attività della Prefettura, nel 2020 sono state 531 le patenti sospese e 53 quelle revocate , nonostante la riduzione della circolazione per la normativa cd. anti-Covid : la violazione per guida in stato d'ebbrezza si conferma in cima ai motivi di sospensione e/o revoca delle patenti di guida.
Infine, è stato sottolineato il legame tra la prevenzione dell'incidentalità e la funzione di deterrenza delle misure sanzionatorie e cautelari. Sono state condivise dall'Osservatorio alcune proposte operative relative ai predetti tratti stradali segnalati come critici, che spaziano dall'apposizione di sistemi di rilevazione della velocità da remoto, al miglioramento delle infrastrutture e della segnaletica stradali.
Quanto alle strategie di contrasto delle violazioni al Codice della Strada, sarà messo in campo un sistema di controlli " a scacchiera " del territorio, che coivolgerà le Polizie Locali della provincia, a presidio dei punti critici dei trati urbani.
L'analisi dei fenomeni di incidentalità verrà implementata da un sistema plurale e partecipato di rilevamento dei dati, che sarà elaborato con il coordinamento della Polizia Stradale di Lecco.
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Giovedì, 25 Marzo 2021 12:14

RECORD ITALIANO PER LE BICI: OLTRE DUE MILIONI DI PEZZI VENDUTI!

– Bisogna rivolgere lo sguardo alla prima metà degli anni ’90, quando l’avvento del fenomeno mountain bike contribuì in modo significativo alla diffusione della bicicletta in Italia, per leggere dati simili. Quasi trent’anni dopo, al termine di un anno molto difficile per il Paese, il mercato nazionale delle due ruote a pedale torna a sfondare il muro dei 2 milioni di pezzi venduti.

I NUMERI - Secondo le stime diffuse stamane da Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori), il 2020 è stato infatti un anno da record: crescono le bici tradizionali (+14% sul 2019) con 1.730.000 pezzi acquistati e volano le eBike, che si fermano a 280mila, ma fanno segnare un robusto + 44% rispetto all’anno precedente. Numeri questi che portano a 2.010.000 (+17%) il totale delle biciclette vendute durante i mesi così duramente segnati dalla diffusione del Covid-19.

LE RAGIONI DEL SUCCESSO - E proprio le conseguenze della pandemia sono paradossalmente per l’associazione una delle ragioni di questo boom di vendite, come confermato dal presidente di ANCMA Paolo Magri, che “nella necessità di distanziamento, di mobilità sostenibile in ambito urbano, come anche nel desiderio di libertà e benessere” vede uno dei principali motivi del ritorno in sella degli italiani. Ma il successo del mercato fa i conti anche con l’introduzione del bonus mobilità governativo, che - secondo ANCMA - “ha contribuito a sostenere in modo rilevante una domanda, che comunque seguiva un trend di crescita positivo già prima dell’operatività degli incentivi”.

INCENTIVI ALL’UTILIZZO - “I risultati eccezionali del 2020 – ha aggiunto Magri – non sono certo un traguardo fine a sé stesso, ma costituiscono un punto di partenza per passare dalla logica di incentivi all’acquisto a una prospettiva concreta di incentivi all’utilizzo fatta di attenzioni e investimenti sul piano culturale, per l’infrastrutturazione ciclabile, lo sviluppo del cicloturismo e per garantire la sicurezza di chi sceglie nel quotidiano la mobilità dolce”.

IL COMPARTO - L’elaborazione dei dati raccolti da ANCMA permette inoltre di tracciare una fotografia aggiornata sullo stato di salute del comparto in Italia. Quello del ciclo è un settore costituito da circa 250 imprese, in prevalenza PMI, eccellenze riconosciute a livello internazionale, simbolo del saper fare italiano che ha fatto la storia sia nelle competizioni che sul mercato di consumo. Nel 2020 anche la produzione del comparto ha registrato complessivamente un segno positivo (+6% sull’anno precedente): cresce quella delle eBike di 29 punti percentuali, mentre subiscono un lieve calo le importazioni e le esportazioni biciclette a trazione muscolare, segno che le aziende italiane hanno lavorato molto per soddisfare la domanda interna per questo segmento. Segno positivo invece sia per l’export che per l’import di eBike, rispettivamente +28% e +67%.

IL MERCATO eBIKE - E proprio le biciclette a pedalata assistita si confermano un fenomeno di mercato in costante crescita. In soli cinque anni le eBike hanno infatti quintuplicato i dati di vendita, passando da poco più di 50mila pezzi annui ai 280mila del 2020: un’impennata che ha allargato la platea di fruizione e che apre ulteriori prospettive di sviluppo per l’industria del settore e la sua filiera. 

LA RETE DI VENDITA - Un ultimo dato riguarda infine le modalità d’acquisto. Il 2020 ha confermato il negozio specializzato come punto di riferimento per i consumatori sul territorio: ANCMA stima infatti che più del 70% dei 2 miliardi di euro di fatturato generato dell’intera rete di vendita durante l’anno sia venuto proprio dalle realtà commerciali più di prossimità.

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Giovedì, 25 Marzo 2021 11:43

INCONTRO TRA PREFETTO E COMANDANTE REGIONALE DELLA GDF

Il Prefetto di Lecco, Castrese De Rosa, ha ricevuto ieri in Prefettura la visita del Generale di Divisione Stefano Screpanti, Comandante Regionale Lombardia della Guardia di Finanza.
 
Il Generale Screpanti, insediatosi a Milano a novembre del 2019, nel corso della carriera ha ricoperto numerosi e prestigiosi incarichi di comando, tra i quali quello di Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Ravenna e di Palermo e, in ultimo, a Roma, quello di Capo del III Reparto "Operazioni" del Comando Generale della Guardia di Finanza.

 

Nel corso dell'incontro, molto cordiale, il Prefetto De Rosa ed il Generale Screpanti hanno avuto modo di approfondire sia argomenti di interesse generale che di più stretta attinenza al prezioso ruolo svolto dalla Guardia di Finanza sul territorio lecchese, con particolare riguardo alle attività connesse alla criminalità economico-finanziaria.

 

Con l'occasione, il Prefetto ha espresso al Generale Screpanti grande apprezzamento per l'operazione, denominata Tullac , conclusa ieri dalla Guardia di Finanza di Lecco, coordinata dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, con il supporto tecnico del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma, con la quale è stata data esecuzione a dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere disposte dal GIP del Tribunale di Lecco nei confronti di un sodalizio criminale che gestiva un lucroso traffico di sostanze stupefacenti nelle vicine province di Milano, Monza Brianza e Sondrio.

 

Il Prefetto, nel complimentarsi per la brillante operazione che esalta il lavoro di squadra e gli sforzi quotidiani del personale, dei funzionari e dei dirigenti, ha chiesto al Generale di estendere le espressioni di gratitudine ed apprezzamento a quanti hanno concorso, a vario titolo, al successo di questa operazione.
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Giovedì, 25 Marzo 2021 11:19

MERCATO DEL LAVORO: SITUAZIONE "SORPRENDENTEMENTE" POSITIVA IN PROVINCIA DI LECCO

I dati del Rapporto congiunturale 29 dell’Osservatorio provinciale del Mercato del Lavoro lecchese e quelli dell’indagine Istat sulle forze di lavoro, pubblicati quasi contestualmente, evidenziano una situazione sorprendentemente positiva per il sistema occupazionale della provincia di Lecco nel 2020, poiché la pandemia in atto faceva presagire scenari allarmanti.

Secondo i dati dell’Osservatorio provinciale nel 2020 il numero complessivo di avviamenti registrato dai Centri per l’Impiego di Lecco e Merate è stato di poco superiore alle 30.000 unità, in forte flessione rispetto alle oltre 35.000 dell’anno precedente (-15%). La contestuale diminuzione delle cessazioni, passate da quasi 35.000 a circa 27.000 (-21%), ha determinato tuttavia un saldo positivo (+ 2773 unità), addirittura migliore di quello del 2019 (+721).

Con riferimento ai flussi in ingresso e uscita dal mercato del lavoro lecchese nel 2020, non si sono registrate significative differenze di genere e rispetto alle classi d’età: in tutti i sottoinsiemi considerati (maschi e femmine, 15-29 anni e 50-64 anni) il saldo percentuale tra avviamenti e cessazioni resta positivo e oscilla tra il +4,4% (classe 15-29 anni) e il 6,7% (maschi).

Si tratta di dati in linea con quelli sulle forze di lavoro forniti dall’Istat, secondo i quali nel 2020 la provincia di Lecco mantiene un ottimo posizionamento nella graduatoria delle 107 province italiane, sia in riferimento al tasso provinciale di attività (pari al 72,8%, con Lecco seconda in Lombardia dopo Milano, e in 16ª posizione a livello italiano), che al tasso di occupazione (pari al 68,9%, con la provincia di Lecco 1ª in Lombardia e 6ª in Italia). Valori che rimarcano la capacità di tenuta del sistema produttivo e occupazionale lecchese, in particolare dell’industria manifatturiera, che nel 4° trimestre 2020 ha fatto registrare la miglior performance regionale con riferimento alla produzione industriale (+1,6%), nonostante le criticità dell’emergenza pandemica.

La buona performance del sistema occupazionale lecchese è confermata dal dato sugli occupati, in calo dello 0,7%, ma che evidenzia la migliore posizione in Lombardia (a pari merito con la provincia di Monza e Brianza): anche in questo caso il dato è sensibilmente migliore dei cali registrati a livello lombardo (-1,7%) e italiano (-2%).

Scende anche il numero dei disoccupati, dalle circa 8.400 persone senza lavoro stimate nel 2019 alle 8.200 persone dell’anno scorso (pari a un tasso di disoccupazione provinciale del 5,2% nel 2020).

Certamente le norme sulla cassa integrazione guadagni con causale Covid-19 e sul blocco dei licenziamenti adottate dal marzo 2020 hanno innalzato un “diga” per contenere l’ondata di licenziamenti che si sarebbe verificata senza l’adozione di misure a tutela dell’occupazione.

Infatti, si è verificata una crescita vertiginosa delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate dall’Inps (oltre 26.500.000 ore nel 2020 rispetto ai circa 2 milioni del 2019), segno che l’aumento esponenziale del ricorso agli ammortizzatori in costanza di rapporto di lavoro ha contribuito in modo sostanziale alla tenuta del quadro occupazionale.

Il fatto che nel 2020 l’80,5% delle ore autorizzate abbia riguardato la cassa integrazione ordinaria, il 2,7% quella straordinaria e il 16,7% quella in deroga sembra indicare una netta prevalenza di difficoltà temporanee da parte delle imprese rispetto a situazioni di crisi strutturali.

La forte richiesta di cassa integrazione da parte delle imprese operanti nel commercio e servizi (267.000 ore di cassa straordinaria e 4.337.000 di ore di cassa in deroga nel 2020) evidenzia le gravi difficoltà di questi comparti e la necessità di garantire più a lungo l’estensione degli ammortizzatori sociali con causale Covid-19, come previsto dal decreto legge 41/2021 “Sostegni”, entrato in vigore il 23 marzo scorso.

Sotto il profilo degli indicatori del mercato del lavoro lecchese – commenta il Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli – il 2020 si è chiuso in modo inaspettatamente positivo, ma è evidente che si tratta di valori solo in parte spiegabili con la positiva reazione messa in campo da alcuni comparti del nostro sistema economico. Senza i provvedimenti a tutela dell’occupazione, che proseguiranno nei prossimi mesi, ci saremmo trovati davanti a numeri certamente negativi”.

“Il buon posizionamento ottenuto dalla provincia di Lecco nelle graduatorie nazionali – aggiunge il Consigliere provinciale delegato ai Centri per l’impiego Giuseppe Scaccabarozzi – ci spinge a lavorare con determinazione per rafforzare la rete e la collaborazione tra soggetti pubblici e privati, sostenere il sistema produttivo e rendere più efficace ed efficiente il sistema occupazionale locale; solo così potremo essere pronti e preparati quando termineranno le norme sul blocco dei licenziamenti e sulla cassa integrazione. La prosecuzione della campagna vaccinale resta l’unica strada per uscire il prima possibile da questa situazione di emergenza, in modo che le persone alla ricerca di un impiego, siano essi giovani che si affacciano sul mercato del lavoro o adulti che si stanno impegnando per rientrarvi, possano avere maggiori opportunità”.

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Giovedì, 25 Marzo 2021 07:51

Uno stanziamento per il recupero degli edifici rurali

Post Covid, fondi straordinari per i borghi rurali. I piccoli comuni lariani sono il 78% del totale

Con 1,65 miliardi di euro per il rilancio di piccoli borghi abbandonati, si inizia a programmare l’Italia del post Covid oltre a salvare l’immenso patrimonio edilizio rurale italiano composto da edifici rurali fra malghe, cascine, fattorie, masserie e stalle a rischio degrado. E’ quanto afferma Coldiretti nel commentare positivamente il piano del ministro della Cultura Dario Franceschini, per rispondere ai cambiamenti strutturali provocati dalla pandemia nei comportamenti degli italiani: un’opportunità anche per ridare vita ai borghi di alpi e valli nelle province di Como e Lecco, che sono un patrimonio di identità e tradizioni di valore inestimabile, oltrechè un presidio territoriale di straordinaria importanza, specie in ambito montano.

Con la grande spinta verso lo smart working, il distanziamento e le limitazioni agli spostamenti, l’emergenza ha cambiato le abitudini sociali e lavorative degli italiani che sono tornati a guardare le campagne fuori dalle città, non solo come meta per gite fuori porta ma come scelta di vita dove godere di spazi abitativi più ampi con una maggiore sensazione di sicurezza e benessere. Incentivare il recupero e la custodia di questi borghi rappresenta anche un’occasione per alleggerire la pressione demografica sui grandi centri urbani, senza un ulteriore consumo di suolo e il rischio di cementificazione in un territorio già fragile.

 “Lo stanziamento di fondi destinati anche per il recupero degli edifici rurali, dai casali ai depositi, dai rustici alle stalle dismesse – afferma il presidente di Coldiretti Como Lecco Fortunato Trezzi - non rappresenta solo la possibilità di salvare un immenso patrimonio edilizio, ma anche un’occasione importante per recuperare fabbricati spesso abbandonati e salvare l’architettura rurale che dà forma al paesaggio ed esprime l’identità dei luoghi in una relazione di integrazione tra i sistemi produttivi locali e la conservazione della biodiversità agricola.

Un’opportunità per rivitalizzare le aree interne anche della nostra regione, valorizzando l’identità territoriale e i sistemi produttivi locali. Nelle due province di Como e Lecco i comuni sotto i 5mila abitanti sono 242 e rappresentano circa il 78% del totale (a percentuale è sensibilmente più incisiva in provincia di Lecco, con 71 piccoli Comuni pari all’80%, mentre nel Comasco sono 120, pari al 77% del totale provinciale) ed hanno un ampio margini di accoglienza residenziale in un paesaggio fortemente segnato dalle produzioni agricole e dall’ambiente boschivo e collinare.

“È ora più che mai importante però superare i ritardi sulle infrastrutture telematiche cercando di colmare il digital divide che spezza il Paese fra zone servite dalla banda larga e altre no, fra città e campagne, per far esplodere le enormi risorse che il territorio può offrire”.

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Giovedì, 25 Marzo 2021 07:44

RIFLESSIONE A 41 ANNI DAL MARTIRIO DEL VESCOVO ROMERO

24 marzo 2021

San Romero d’America. Come memoria di questo fratello nella vita ho riletto questa mattina le parole che avevo scritto nel 1990 a San Salvador nel decimo anniversario del martirio di Romero. Ero presente con una delegazione italiana in una stagione ancora di forte violenza e repressione. Allego anche la foto che ho scattato del murale della tomba. Angelo

La memoria di Romero
Parlare con l’alfabeto dei sud

Sono le 18: tra un quarto d’ora saranno dieci anni che il vescovo Romero venne ucciso nella cappella dell’hospitalito della Divina Provvidenza.
Nella cattedrale di San Salvador, riaperta questa mattina (e che chiuderà in serata), hanno terminato di fare memoria di Romero i vescovi fratelli Lorscheider, Casaldaliga e il padre della teologia della liberazione Gutierrez.
Mi si avvicina un uomo adulto, dagli occhi lucidi e mi dice: chiudo questa giornata con l’immagine del tuo volto nella mia anima. E voglio che tu sappia e che lo dica all’estero che noi non siamo contro i nord americani, li sentiamo fratelli; solo non vogliamo più la guerra, ma vivere seminando il grano e facendo crescere i nostri figli.

Mi pare la comunicazione/ simbolo di un popolo che questa mattina è sceso, più di settemila persone, sfidando lo stato d’assedio, sulle strade, per testimoniare la risurrezione di Romero nella lotta per la vita.
Dell’altro popolo a cui non è stato permesso di entrare nella capitale perché chiusa in una morsa per scoraggiare i germi di risurrezione. Il popolo delle comunità marginali, delle ”repoblaciones" del territorio di Chalatenango o di Morazan, che sta traducendo a voce alta e con determinazione il discorso della liberta, dei nuovi modelli di organizzazione, di economia, della politica.
Degli studenti universitari; dei sindacalisti che hanno ancora negli occhi le stragi dei propri compagni; degli operai che in uno sciopero della fame hanno occupato la chiesa del Rosario; dei preti e catechisti dei quartieri poveri che devono fuggire da un luogo all’altro perché braccati  dall’esercito; dei gesuiti della Uca che trovavano nelle parole di Sobrino il senso della morte dei propri compagni massacrati qualche mese fa.

Ho incontrato questo popolo assieme ad altri venti compagni della delegazione italiana giunta in Salvador per il decimo anniversario del martirio di Romero.
Dieci giorni di lavoro nelle pieghe di questo Paese straordinario per la capacità di resistere, di organizzarsi, di rilanciare il futuro.
In un momento in cui tutti stanno celebrando il funerale della "rivoluzione", pensando che le centinaia di migliaia di morti del centro america equivalgono a una buona quotazione nelle banche internazionali, questo popolo ha ancora il dono di farci scoprire il Vangelo della libertà, costringendoci ad uscire dalle nostre ambiguità.
Oggi la lettura del peccato strutturale è decisamente profetica, cioè ha un nome e cognome: l’aiuto economico multinazionale che si converte in armi, in uomini addestrati alla violenza e alla tortura; l’aiuto dell’Italia, il secondo Paese al mondo per rapporti solidali con il Salvador, che diventa momento di sopraffazione dei diritti, cito il caso clamoroso della Cogefar nei cui cantieri fino a qualche settimana fa sono uccisi operai sindacalisti.

Oggi non schierarsi o semplicemente cercare una equidistanza dalle parti è mettersi dalla parte dei tutelati; è decretare la morte dei poveri; è decidere che questi possono entrare nel gioco del tiro al bersaglio, come i sei gesuiti e le due e le due donne alla UCA (addestravano i giovani a essere critici e alla rivolta, dicono gli accusatori/ esecutori), come i 75.000 uomini e donne del popolo uccisi in questi anni (desideravano una patria condivisa e non usata solo da quattordici famiglie dell’oligarchia), come Romero, ucciso dieci anni fa, abbandonato dagli stessi fratelli d’altare, come dice Casaldaliga in San Romero d'America.
Come il peccato del mondo aveva ucciso il Figlio di Dio, così il peccato del mondo quotidianamente ha tolto e continua a togliere la vita ai figli poveri di Dio.
Annunciare il Vangelo in questa realtà è compromettersi per un mondo giusto e in pace.

Ho pensato di Romero che è stato il santo che in questi tempi ha reso più evidente la vocazione dell’annuncio, di essere missionari (quindi ha reso evidente e comprensibile il carisma clarettiano).
Il Salvador, con il Centro America, è nel crocevia della vita (il costo della vita sale sempre più, e il valore della vita continua a scendere).
È’ tempo di ricominciare, di immaginare processi mondiali, di sperimentarli nei dialoghi di solidarietà.
Tutte le persone e i gruppi incontrati, prima dell’aiuto economico, hanno chiesto una solidarietà politica, un rompere il muro di silenzio e di indifferenza, di intervenire presso le realtà di chiesa, di stato e di società dei nostri paesi.
La vocazione alla giustizia ed alla pace ci viene rivelata e chiesta da questi paesi, i piccoli del mondo, i sud della terra.
Comprenderemo i fenomeni dell’est e dell’ovest se parleremo con l’alfabeto del sud.

San Salvador 24 marzo 1990

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 16:37

CALCIO: DEFINITIVO LO STOP AI CAMPIONATI

in Sport

Negli ultimi comunicati ufficiali emessi la F.I.G.C. ha ufficializzato la prosecuzione dell’attività dei campionati di Eccellenza maschile e femminile e di Serie C/C1 di calcio a cinque maschile e femminile fornendo ulteriori disposizioni circa i tesseramenti nonchè prorogando i termini di trasferimento al 15 aprile 2021.

Quanto alle altre categorie dilettantistiche, la F.I.G.C. ha deliberato la definitiva interruzione delle competizioni con annullamento delle classifiche.

"Si evidenzia - scrive la Lega - che la necessità di tale chiusura era stata rappresentata dalle stesse società lombarde, con modalità plebiscitarie in alcune categorie e sempre superiore al 90% in ogni categoria, nel corso delle call organizzate dal C.R.L. con le proprie affiliate all’indomani dell’insediamento del nuovo consiglio direttivo regionale".

"Il Comitato, atteso il grande interesse e l’importanza relativi all’attività giovanile da parte di istituzioni e società sportive, sta sollecitando in merito le necessarie valutazioni e disposizioni da parte del Governo e degli organismi federali centrali, Settore Giovanile e Scolastico in primis".

Viene così definitivamente messa la parola fine anche al campionato di Prima Categoria disputato dal Cortenova. Appuntamento, tutti lo sperano, a settembre.

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Mercoledì, 24 Marzo 2021 16:27

IL PREFETTO CHIEDE MAGGIORI CONTROLLI

A seguito dei recenti, benché isolati, episodi di violenza verificatisi negli ultimi giorni nell’area della stazione ferroviaria di Lecco, il Prefetto Castrese De Rosa ha convocato il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per concordare le più opportune misure al fine di garantire maggiore sicurezza sui treni e nelle stazioni ferroviarie.
All’incontro hanno preso parte i vertici delle Forze di polizia, il Sindaco ed il vicesindaco del Comune di Lecco, il Consigliere provinciale delegato per la Sicurezza, il Dirigente del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Milano, la società Trenord e Rfi.
In apertura di seduta, il Prefetto, espressa piena solidarietà ai lavoratori di Trenord vittime della recente aggressione, ha illustrato i dati in possesso delle forze dell’ordine da cui non è emerso alcun particolare allarme sociale.
Purtuttavia, si è convenuto sulla necessità di rafforzare le misure di vigilanza e controllo, da parte delle Forze di polizia a competenza generale, che saranno coadiuvate da personale Polfer, impiegato anche in quadranti, come quello notturno, non coperti dal personale della Sezione Polfer di Lecco, come ha assicurato il Capo del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Milano, che si è impegnato a dislocare a Lecco un apposito nucleo scorta.
Il Prefetto ha chiesto espressamente a Rete Ferroviaria Italiana di implementare i sistemi di videosorveglianza già presenti nelle stazioni ferroviarie e di accelerare gli interventi strutturali necessari per la chiusura notturna delle stazioni, al fine di migliorare le condizioni di sicurezza dei cittadini.
Infine il Prefetto ha annunciato che è in fase di definizione un accordo di collaborazione con Regione Lombardia per incrementare i servizi di vigilanza e controllo nelle stazioni ferroviarie della tratta Lecco-Milano, attraverso azioni integrate svolte dalle Polizie locali unitamente al personale Polfer.
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Il Comitato ha poi esaminato le misure da mettere in campo in occasione delle prossime festività pasquali durante le quali saranno vigenti, come noto, le misure previste per la cosiddetta Zona rossa al fine di contenere il più possibile la diffusività del virus e di contribuire così alla tenuta del sistema sanitario.
Tale disciplina più rigorosa, come ribadito anche dal Gabinetto del Ministro dell’Interno con una recente circolare, rende necessario un particolare sforzo operativo che incida significativamente sul dispositivo dei controlli.
A riguardo, il Prefetto ha raccomandato che i servizi territoriali vengano disposti con accuratezza e si concentrino specificamente nelle aree più sensibili, potenzialmente interessate da fenomeni di assembramento, specialmente in corrispondenza delle giornate festive e prefestive, coinvolgendo anche gli amministratori locali nelle attività di controllo.
“Nonostante gli spostamenti saranno limitati – ha affermato il Prefetto- e sarà messo in campo un apposito dispositivo dal Questore D’Agostino in un tavolo tecnico dedicato, è opportuno comunque il massimo senso di responsabilità dei cittadini nel rispettare le
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