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Giovedì, 15 Aprile 2021 13:46

Il 22 aprile si celebra la Giornata Mondiale della Terra

Un’occasione sempre più importante per riflettere sulla salvaguardia del nostro pianeta. Forse la sfida più grande per tutti noi. Di sicuro, una leva per sensibilizzare, promuovere stili di vita sostenibili, agire. Le nuove generazioni, dai piccoli ai più grandi, hanno già dimostrato di avere a cuore la tutela del mondo in cui viviamo. Ecco una serie di iniziative e attività per coinvolgerli, aspettando l’Earth Day.

Cominciamo dal MIUR.

Il 22 aprile 2021 la Giornata Mondiale della Terra verrà celebrata con la quinta edizione del Festival Educazione alla Sostenibilità. Tutte le scuole dell’infanzia, primarie, secondarie di primo e di secondo grado potranno partecipare al Festival seguendo su Rai Play la Maratona Multimediale #OnePeopleOnePlanet con ospiti in studio, testimonial, tutorial, approfondimenti scientifici, storie di ragazzi e del loro impegno per il Pianeta e la Comunità, intrattenimento e tanta musica.

Sempre questo mese, le scuole possono celebrare insieme a Twinkl la Giornata Mondiale dell'Arte (15 aprile 2021) e la Giornata della Terra, inviando opere d’arte a tema ambientale prodotte dalle classi per entrare a far parte della galleria d'arte virtuale Twinkl e ricevere un diploma ufficiale "Eco Champion".

Per raccontare a scuola la sostenibilità e divulgare i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 fissati dall’ONU a salvaguardia del pianeta, sul nostro sito abbiamo dedicato un’intera sezione alla sostenibilità. Articoli di approfondimento, schede di esperimenti, lesson plan, video esplicativi, laboratori esperienziali, webinar informativi: tanti contenuti per la primaria, la secondaria di 1° e di 2° grado.

Qualche esempio? L’attività didattica con un bicchiere e un cubetto di ghiaccio per capire le differenze tra Polo Nord e Polo Sud sull’innalzamento del livello dei mari. La relazione tra cambiamento climatico e cibo che mangiamo. La sostenibilità come leva di ripresa post pandemia nel turismo crocieristico.

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Giovedì, 15 Aprile 2021 13:30

LA GIUSTIZIA E I GIOVANI DI INTROBIO

“Presi gli imbrattatori di Introbio: denunciati due minorenni residenti in comune”. Bene. Giustizia è fatta. Ma è proprio questo il problema. Perché quando la giustizia è all’opera, è troppo tardi, l’accaduto è già qui. Così il sistema archetipico reato - punizione è già entrato in funzione ed ha ottenuto il risultato previsto: il delitto non ha pagato. Ma la giustizia interviene, inevitabilmente, a cose fatte, quando l’”atto” si è già cristallizzato in “fatto” irrevocabile e, spesso, irrimediabile. La scienza giurisprudenziale distingue correttamente la pena dal reato, ma non ha nulla da dire a proposito della “colpa”, elemento tipicamente umano, quindi morale, che in altri contesti viene categorizzato come “peccato”. Il quale può estinguersi in presenza di adeguata manifestazione di pentimento.

In termini umani, dunque sociali e psicologici, le cose stanno diversamente e riguardano la tendenza all’oggettività sospinta senza sosta dalla “modernità” equalizzante e livellatrice applicata grazie ad una sorta di algoritmo costruito sul principio “chi rompe paga e i cocci sono suoi”. Senza distinzione. A distinguere, se è il caso, ci penserà il giudice. I cocci, nel nostro caso, riguardano due imbrattamuri minorenni in cerca di identità; condizione estensibile a molti altri giovanissimi, come mostrano ogni giorno le cronache. Quell’identità che forse nessuno è stato ancora in grado di proporre loro con qualche esempio o stimolo o semplice indicazione di comportamento.

Non la famiglia, stretta certamente fra le necessità impellenti di una quotidianità che non lascia spazio al dialogo e all’osservazione. Non il gruppo sociale di riferimento di ciascun giovane, (totalmente autoreferenziale come tutte le “curve sud”) opaco verso un mondo la cui rappresentazione è sempre più indiretta e mediata da modelli pensati da adulti, a loro volta incapaci di progetti umanamente e socialmente significativi, immobilizzati davanti schermi ad altissima definizione ma privi in tutti i sensi di spessore. Non la sempre invocata “società” ormai disadorna della capacità di pensarsi come organismo ma solo come insieme eterogeneo di individui ossimoricamente privi di soggettività, dunque di un “senso”.

Così fin da bambini, spiegava già 40 anni fa Günther Anders, invece di essere “organici al mondo” entriamo in “collisione col mondo”. Un mondo non più in grado di produrre senso, sempre più attivo nel generare rumore, sempre più efficace ed efficiente nella creazione di oggetti, sempre meno capace di progettare e costruire soggetti, dunque significati. Anche per questo non riusciamo più ad “agire” nel mondo, ma soltanto a “fare”. Un fare che ci allontana sempre più da ogni sensatezza. Proprio come nel caso dei due minorenni introbiesi e di molti altri come loro.

Per tutto questo, ma non solo, dico che ha ragione il Sindaco Adriano quando sostiene che "Di positivo in questa vicenda posso pensare al fatto che averli identificati potrebbe far capire ai loro possibili emulatori e amici quali sono le conseguenze: e cioè che prima o poi la verità viene a galla e bisogna fare i conti con la giustizia". Giustissimo. L’emulazione, il “processo mimetico”, costituisce un elemento fondamentale nello sviluppo della personalità. Ma ormai i modelli parentali hanno perso da tempo valore e sostanza in favore di riferimenti estranei al gruppo famigliare.

Per questo sostenere la necessità di puntare il dito “sulle responsabilità di famiglie che non si preoccupano se i loro figli minorenni stanno in giro tutta la notte” appare eccessivamente sbrigativo. Anche se capisco la necessità della sintesi. Solo una parte del problema giovani nasce fra le mura domestiche. Altre rutilanti e multimediali sirene cantano e incantano i nostri giovanissimi immersi in un sistema neurale iperconnesso che ci sta, letteralmente, irretendo e nel quale stiamo affondando inconsapevoli. Dobbiamo spingerci più in là, molto più in là, anche se a voler andare oltre “ci inoltreremmo in un sentiero molto insidioso”.

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Giovedì, 15 Aprile 2021 10:48

PRONTI CON LO ZAINO !

Primavera - Estate 2021: si scaldano Finalmente i motori per Riaperture e Ripartenze...
E' da giovedì 5 novembre che il mio zaino mi osserva mestamente quando in garage gli gironzolo attorno e forse si chiede quando finirà quest'altra innaturale pausa casalinga.
Prevedendo di riprendere a muovermi sui monti solo fra qualche settimana quando le temperature miti renderanno più gradevoli le escursioni nei miei luoghi preferiti, vuol dire che saranno sei mesi tondi tondi che non calzo gli scarponi e che dovrò riprendere gradualmente anche nel rispetto dei miei menischi e di tutto il resto della ormai poco allenata "carrozzeria".

Un amico Valtellinese ben più attempato ed esperto del sottoscritto parlandomi di pensione ricordo che mi disse: "Vedrai dopo i 60 come sarà difficile recuperare l'inattività anche di un solo mese e ricordati di non strafare quando riprendi o saran dolori...". Forse è Lapalissiano quanto dico e scrivo ma purtroppo ci sono già cascato perché la fretta mal consiglia.
Per ora ho in programma di guardarci dentro e alleggerire il Sacco da montagna dove c'é sempre troppa roba che nella bella stagione non sempre mi serve.
Tener leggero lo zaino, soprattutto dopo i 60, é il secondo sensato consiglio dell'amico Valtellinese: nei miei abbordabili itinerari a bassa quota mi è infatti già capitato di portarmi a spasso tutta estate i ramponi a 4 punte e pure le moffole.
Claudio b

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Giovedì, 15 Aprile 2021 07:45

MANDELLO DELIRIUM, UN LIBRO DI STEFANO ZONTA

in Cultura

Sposare una moto, legare il proprio destino a un marchio, il caso ha voluto che la mia vita si intrecciasse al marchio Moto Guzzi. Non un colpo di fulmine, non qualcosa di predestinato, ma un inesorabile conoscersi a vicenda, come succede nelle migliori coppie. Dunque, come resistere al fascino di una fabbrica italiana che ha fatto la storia? Come non desiderare di possedere la moto che ha come simbolo un'aquila dalle ali spiegate?

Così, trentasei anni passati con una Guzzi, 190.000 chilometri percorsi, mezza Europa battuta, fino al leggendario Capo Nord, decine di raduni internazionali senza mai tradirmi, senza mai lasciarmi per strada. Alla fine, in questo libro racconto la mia storia d'amore: quella tra un uomo e la sua motocicletta.

Acquistabile a 15,20 euro a questo link

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Mercoledì, 14 Aprile 2021 17:38

PONTE DI PAGNONA: AFFIDATO L'INCARICO PER LA RISTRUTTURAZIONE

La Provincia di Lecco ha affidato l’incarico professionale per la progettazione esecutiva, la direzione lavori, il coordinamento sicurezza e adempimenti connessi delle opere di consolidamento strutturale del ponte di Pagnona, lungo la strada provinciale 67 in direzione di Premana, realizzato in ferro a singola campata con una luce netta di circa 17 metri.

Nel giugno del 2019 il territorio comunale di Pagnona, a seguito delle forti precipitazioni registrate, è stato interessato da un’alluvione che ha causato la tracimazione della diga presente in paese e l’ingrossamento del torrente Varroncello che si è riversato anche sul ponte e ha interessato le strutture di supporto laterali.

Il progetto complessivo comporta una spesa pari a  300.000 euro, 150.000 euro di contributi statali per i danni del maltempo e 150.000 euro di contributo regionale.

La Provincia di Lecco ha approvato il progetto definito lo scorso 11 marzo, mentre il 1° aprile si è conclusa con esito positivo la Conferenza dei servizi. Una volta conclusa la progettazione esecutiva si potrà procedere con la procedura di appalto e successivamente dare avvio ai lavori.

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Mercoledì, 14 Aprile 2021 15:33

PRESI GLI IMBRATTATORI DI INTROBIO: DENUNCIATI DUE MINORENNI RESIDENTI IN COMUNE

Che alla fine il "delitto" (più o meno grave lo lasciamo decidere ai lettori) non paghi è stato più volte certificato anche dalle nostre parti.

L'ultimo esempio in ordine cronologico la notizia di oggi che parla della conclusione, da parte dei carabinieri di Introbio, delle indagini volte ad identificare gli autori degli imbrattamenti e delle scritte comparse la mattina del 19 marzo scorso in tutto il territorio comunale di Introbio. 

I militi hanno fermato due minorenni introbiesi grazie alle immagini della videosorveglianza, riscontri visivi e fotografici che hanno permesso loro di concentrare le ricerche sui due.

Ottenuta l'autorizzazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni di Milano, sono scattate infine le perquisizioni ed il rinvenimento sia degli indumenti indossati nel corso del loro raid, sia le bombolette spray usate per le scritte.

Il materiale è stato sequestrato e messo a disposizione della Procura della Repubblica. I minorenni sono stati denunciati a piede libero per imbrattamento e deturpamento aggravato di cose altrui.

Sin qui la cronaca.

Poi ci sono le reazioni, prima fra tutte quella del Sindaco di Introbio Adriano Airoldi.

"Prima di tutto voglio riconoscere pubblicamente lo sforzo effettuato dai Carabinieri che sono riusciti a raggiungere l'obiettivo di identificare i colpevoli mettendo assieme, con discrezione ma con determinazione, tutti i tasselli. Detto questo non posso certo dirmi felice: ci si aspetterebbe che dei minorenni di notte dormissero perchè stanchi per lo studio, o per aver fatto sport, o per aver aiutato in casa, non che se ne andassero in giro a compiere vandalismi ingiustificabili".

"Si tratta di giovani che erano già stati messi in guardia anche recentemente - continua Airoldi - ma che, evidentemente, hanno preferito continuare sulla loro strada ed ora si trovano a dover fare i conti con una denuncia che si porteranno dietro tutta la vita".

"Di positivo in questa vicenda posso pensare al fatto che averli identificati potrebbe far capire ai loro possibili emulatori e amici quali sono le conseguenze: e cioè che prima o poi la verità viene a galla e bisogna fare i conti con la giustizia".

Ci sarebbe ancora molto da scrivere e commentare ad esempio sulle responsabilità di famiglie che non si preoccupano se i loro figli minorenni stanno in giro tutta la notte, ma ci inoltreremmo un un sentiero molto insidioso per cui la chiudiamo qui.

In fondo, almeno per il momento, giustizia è fatta.

 

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Mercoledì, 14 Aprile 2021 07:11

LO TSUNAMI NEL LAGO E LA LEGGENDA DELLA CHIESA SOMMERSA DI LENNO (CO)

in Cultura

Altro che "placido Lario". Quando la natura s'arrabbia è capace di scatenare uno tsunami anche qui.
Il Lario sarebbe stato sconvolto da due tsunami nel VI e nel XII secolo dopo Cristo. Gli studiosi lo deducono da corpi sedimentari in una delle zone più profonde del lago, tra l’Isola Comacina e Brienno, frutto di eventi franosi sub lacustri, verificatisi nel 500 e nel 1100. Luogo d’origine sarebbe la scarpata, a 140 metri di profondità, tra la punta di Bellagio e Tremezzo.
Conseguenza degli smottamenti sarebbe stato poi il verificarsi di due tsunami che potrebbero aver travolto edifici civili o chiese.
Ed è proprio di una di queste Chiese che vi parliamo oggi.

Siamo a Lenno, dove si entra nel cuore della Tremezzina, territorio costiero del ramo occidentale del Lago: da qui in avanti i pendii montuosi si ammorbidiscono e il litorale è un susseguirsi ininterrotto di parchi e ville.
Fin dal lontano 59 avanti Cristo, quando Giulio Cesare inviò 500 greci a colonizzare la sponda occidentale lariana, Lenno doveva essere un luogo incantevole e, non a caso, gli venne dato lo stesso nome dell’isola da cui provenivano quegli uomini: Lemnos. Non è così azzardato ipotizzare, all’epoca, la suggestiva visione di un piccolo arcipelago con due isole, una vicina all’altra: l’Isola Comacina e dinanzi, una seconda più grande,che oggi si identificherebbe con il promontorio di Lavedo.

La lingua di terra che collega il promontorio alla terra ferra , insomma, potrebbe essersi sganciato dall'alto in seguito ad un'onda anomale che riempì il braccio di lago esistente tra isola e costa, facendo sprofondare nell’abisso una fascia di paese e un pezzo della stessa isola.
Pare che proprio a Lenno, in prossimità del lago, secoli fa vi si trovasse una chiesa che, a causa di questa inondazione, finì per essere sommersa.
La leggenda vuole che una dirompente alluvione cambiò la morfologia del litorale lennese, facendo sprofondare nel lago una fascia di paese e cancellando l’isola in corrispondenza dell’attuale promontorio di Lavedo.
Alcuni abitanti del luogo giurano di udire strani rintocchi di campane quando il vento soffia sul lago nei giorni di burrasca: le campane della chiesa scomparsa.

La campana della chiesa inghiottita dalle acque, grazie ad un’intercapedine di materiale sabbioso, rimane vuota all’interno e il suo batacchio è ancora libero di suonare: dalle profondità lacustri echeggiano i rintocchi in occasione di violente ondate di maltempo, quando, come ricordano i vecchi pescatori, il suono della campana arriva a spezzare le nuvole minacciose a tutela degli abitanti.
Ma una leggenda, si sa, diventa tale se c’è qualcosa che la innesca.
Infatti sul fondo del lago è stato visto qualche pezzo di pavimentazione, gradini e massi lavorati. Inoltre è stato riportato in superficie, nel 2006, un oggetto rassomigliante ad un'acquasantiera.

Di questi eventi catastrofici, come dicevamo prima, si racconta ne siano avvenuti due. Il precedente, nel VI secolo, avrebbe spazzato la famosa Villa Comoedia, una delle sontuose residenze lariane di Plinio il Giovane: ad essa potrebbero appartenere le due colonne rinvenute all’inizio del secolo scorso nelle acque del Golfo di Venere, ora esposte al Museo Civico di Como

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Mercoledì, 14 Aprile 2021 07:06

13 aprile 1914: la prima partita del Lecco

in Sport

Si Celebra Oggi Martedi 13 aprile la ricorrenza della prima partita della squadra di calcio di Lecco, allora chiamata Lecco Football Club ⚽️
Benché fondata ufficialmente il 22 dicembre 1912, si deve aspettare infatti il 13 aprile 1914 per il primo incontro di cui si abbia notizia, e si tratta di un'amichevole con l'Associazione Bergamasca (c'è chi scrive contro il Milan, ma il libro "Blucelesti. Cento anni di calcio a Lecco" descrive chiaramente e nei minimi dettagli l'incontro con i bergamaschi): una partita "tesissima", come viene citata dalle cronache dell'epoca, perché arbitrata nientepopodimeno che... da un giocatore della quadra avversaria. La partita finirà 4 a 2 per i lecchesi, con 3 reti di Saverio e una di Romano.
Per l'esordio in un campionato ufficiale, invece, si dovrà aspettare fino al campionato 1920-1921, ma di questo vi parleremo un'altra volta

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