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Mercoledì, 14 Aprile 2021 06:36

Campagna vaccinale: mediamente 286.000 dosi al giorno

Come procede la campagna vaccinale anti-Covid: in media 286 mila dosi al giorno

In Lombardia, secondo i dati ministeriali, sono stati vaccinati con almeno una dose il 75,07 per cento degli over 80

Il report settimanale sul piano vaccini sul territorio nazionale, aggiornato al giorno 10 aprile, dà, in tutta Italia una media di 286 mila somministrazioni al giorno. La presidenza del consiglio dei Ministri pubblica, nel rapporto, curve in ascesa, per quanto riguarda l’aumento delle forniture di vaccini e il proseguire della campagna, anche se regione per regioni i dati percentuali sono molto diversi tra di loro.
Nell’ultima settimana sono state inoculate 2.008.057 dosi di vaccino, presso una rete di centri che oggi sono 2174.
Gli over 80 vaccinati con almeno una dose sono 3.132.974, il 68 per cento.

In Lombardia questo valore è un poco più alto, cioè il 75 per cento degli ultraottantenni ha ricevuto almeno la prima dose del vaccino anti-Covid. Il numero delle seconde dosi è più basso: in Lombardia vale il 37,64 per cento.
La fascia d’età dai 70 ai 79 anni ancora poco vaccinata

Percentuali minori si riscontrano nei vaccini per la fascia anagrafica immediatamente più giovane rispetto agli over 80. La campagna è iniziata da poco in Lombardia e vede, per gli anziani tra i 70 e i 79 anni, 58.737 vaccinati con la prima dose. Solo 29.266 persone hanno ricevuto anche la seconda. Secondo il report in attesa del vaccino, per questa fascia anagrafica, ci sarebbero 947.824 lombardi.

Il piano vaccinale sembra agli inizi anche nelle altre regioni, con qualche differenza. In Veneto, ad esempio, 183.40 anziani della stessa fascia d’età hanno ricevuto la prima dose. In Toscana sono 129.305, in Lazio 168.640, in Campania 130.175, in Emilia Romagna 127.015.
Con ben 1.006.561 persone di popolazione target, la Lombardia è la regione con il numero più alto di over 70 da vaccinare, così come accade per le altre fasce d’età.

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Martedì, 13 Aprile 2021 17:27

SVOLTISI OGGI POMERIGGIO I FUNERALI DELL'ING. PIERFRANCO INVERNIZZI

Molto partecipato e commosso il tributo che il paese di Introbio ha dato ai funerali di Pierfranco Invernizzi, il notissimo geologo morto a 91 anni a casa sua per un malore improvviso domenica scorsa 11 aprile.

Moltissimi cittadini, amici e conoscenti, sono accorsi in Chiesa per la Messa celebrata dal Parroco don Marco.

La ritualita` cristiana (Invernizzi era molto religioso, la stessa domenica in cui e` spirato aveva appena ricevuto, al mattino, la Comunione portatagli dal Parroco) ha messo l`accento sulla speranza di Resurrezione, gia` ricordata nella molto recente domenica di Pasqua.

"Pierfranco - ha ricordato il parroco coadiuvato da un altro sacerdote fratello della moglie Bice, con la quale aveva appena festeggiato i 50 anni di matrimonio - uomo dal sorriso sempre dolce e rassicurante e` adesso al cospetto del Padre. Ma come uomo giusto, che bene si e` comportato per tutta la vita, non ha nulla da temere: egli adesso e` nella pace eterna dei giusti".

Al funerale anche una rappresentanza della Protezione Civile, di cui Invernizzi era volontario, che ha ricordato le finalita` di aiuto verso gli altri e la generosita` di cui Invernizzi ha spesso dato prova.

In particolare, tra l`altro, e` stato ricordato anche il suo sostegno alle iniziative missionarie in Kenia, dove e` andato tre volte.

Presenti inoltre diversi Sindaci in forma personale, a dare un tributo a un grande collaboratore di molte amministrazioni comunali e provinciali: erano presenti i primi cittadini di Introbio, Primaluna, Taceno , Margno e il Presidente della Comunità Montana Fabio Canepari.

Al termine della cerimonia il feretro e` stato portato presso il Cimitero di Cortabbio, nella tomba di famiglia.

 

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Martedì, 13 Aprile 2021 17:27

CONCORSO/PROGETTO "NEL DUBBIO CHIAMA": OGGI LA PREMIAZIONE DA PARTE DEL QUESTORE

Nella mattinata odierna il Questore di Lecco Alfredo D’Agostino ha proceduto, in Questura, alla premiazione di Sara Gerosa, studentessa della classe 4^ A del Liceo Artistico “Medardo Rosso” di Lecco, accompagnata dal Prof. Mario Carzaniga, referente del progetto, quale vincitrice del concorso/progetto “Nel Dubbio Chiama”.

Il Progetto è nato nel mese di ottobre dell’anno scorso, con la richiesta del Questore D’Agostino al “Medardo Rosso” di collaborazione di quegli studenti, per la realizzazione di una “Brochure” informativa sulla prevenzione delle truffe agli anziani.

L’iniziativa nasce dall’esigenza di informare la cittadinanza sui pericoli ed i reati che riguardano maggiormente le c.d. “fasce deboli”, come in questo caso gli anziani. Uno degli strumenti ritenuti fondamentali per implementare l’attività di prevenzione dei reati è una corretta informazione e sensibilizzazione, che deve essere veicolata in modo semplice ed intuitivo.

I lavori dei partecipanti al Concorso, studenti delle classi 4^ e 5^ A - sezione Grafico del sopra citato Liceo Artistico, in totale 47 studenti, sono stati valutati da un’apposita Commissione interna alla Questura, per scegliere l’elaborato migliore.

Il Questore ha fatto i suoi complimenti alla vincitrice Sara per la realizzazione del bellissimo elaborato ed ha ringraziato il Prof. Carzaniga ed il Liceo “Medardo Rosso” per l’ottima riuscita dell’iniziativa.

La “Brochure piegevole” in argomento, informativa sulla prevenzione delle truffe agli anziani, verrà presto divulgata sul territorio della provincia lecchese.

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Martedì, 13 Aprile 2021 16:02

LETTERA APERTA DI UN IMPRENDITORE LECCHESE

Un appello accorato alle istituzioni perchè si scelga una strada diversa per fronteggiare l'emergenza Coronavirus.

Un grido d'allarme che risuona forte in un momento davvero drammatico soprattutto per chi ha un negozio. Un racconto dettagliato e amaro di una situazione diventata sempre più insostenibile e inaccettabile. Un imprenditore brianzolo, con negozio in un Comune del Lecchese, ha scritto una lettera aperta, inviata a Confcommercio, per raccontare non solo la sua vicenda, ma il dramma condiviso da molti imprenditori. L'obiettivo della missiva?

"Vogliamo far sentire la nostra voce e far capire a chi fa le regole quanto problematica sia la situazione e come i lockdown siano stati gestiti in modo assurdo e sconsiderato".

Il racconto parte chiaramente dalla storia della sua azienda, che produce quanto vende nei suoi negozi diretti e che nel 2020 ha avuto perdite superiori al 60-70% del fatturato rispetto al 2019. Oltre a questa azienda c'è anche un’altra società immobiliare proprietaria di alcuni negozi a Milano.

"Dal 2015 abbiamo affittato i muri ad aziende nel settore della moda. I nostri inquilini, esasperati dai lockdown, prima ci hanno "costretto" ad accettare la loro richiesta di ridurre gli affitti e ora hanno dato disdetta: così ci ritroviamo con i locali vuoti, il mutuo da pagare pesantissimo e l’Imu che incide per più di 40.000 euro all’anno oltre alle altre tasse locali solo per i negozi di Milano".

Una situazione complicata aggravata "da un Governo che non ha saputo fronteggiarla: i morti sono e sono stati tantissimi, ma se il nemico attacca non bisogna “calare le braghe” e arrendersi. E soprattutto bisogna usare il cervello e non reagire di pancia".

Poi l'imprenditore aggiunge: "Il Governo chiude tutti noi, ma se si va in un negozio “necessario” trovi il parcheggio non pieno ma intasato e centinaia di persone al suo interno. Non capisco come sia possibile questo! Il problema non è chiudere i negozi, ma migliorare il trasporto pubblico, le scuole e gli ospedali. Lo Stato dovrebbe garantire i controlli mandando in giro le persone che noi paghiamo con le nostre tasse: i vigili, la polizia, l’esercito...".

E sui dipendenti pubblici in smart working il suggerimento provocatorio è duplice: "Una parte deve tornare in ufficio per fare il lavoro che oggi è sospeso, un'altra invece potrebbe essere "riconvertita" per dare una mano a gestire gli assembramenti".

Nella sua missiva l'imprenditore attacca anche gli enti locali: "Che cosa stanno facendo ora? L’anagrafe del Comune dove ho il negozio è praticamente ferma e l’ufficio tecnico per depositare un progetto edilizio chiede mesi in più rispetto ai tempi già faraonici del periodo ante Covid. In questa situazione noi e i nostri inquilini non abbiamo potuto usare i nostri immobili per cui mi sembra assurdo dover pagare l’Imu e le altre tasse, ad esempio sui rifiuti non prodotti".

La chiusura è molto dura: "Non voglio fare politica, ma a questo punto come la mettiamo? La situazione non è più sostenibile, ecco perchè propongo che si faccia una class action contro lo Stato per la tutela dei nostri diritti e la salvaguardia delle nostre aziende. Chiediamo di farci riaprire immediatamente! E chiediamo che chi non ha potuto usare i propri immobili per imposizione statale non debba pagare l’Imu e le altre tasse applicate agli immobili resi inutilizzabili per decreto. Oltre al danno economico da noi subito non possiamo permettere di essere usati come scudo. Il Covid non lo prendi nei negozi! Salgono i contagi e chiudiamo i negozi…. Ma che discorso è? Se salgono i contagi o succede qualche calamità è lo Stato che deve trovare soluzioni con l’aiuto di tutti".

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Martedì, 13 Aprile 2021 15:59

I VOLONTARI DELLA PROTEZIONE CIVILE A SUPPORTO DELLA CAMPAGNA VACCINALE IN PROVINCIA DI LECCO

Durante la campagna vaccinale anti Covid-19 la Provincia di Lecco sta coordinando i volontari di protezione civile impegnati nei punti di vaccinazione del territorio.

Sin dal primo momento il servizio di protezione civile della Provincia di Lecco ha operato in supporto alla campagna vaccinale lavorando in collaborazione con il personale di Ats e Asst per coordinare le attività di assistenza alla popolazione che si presenta nei vari presidi di vaccinazione.

I volontari di protezione civile sono stati sottoposti a vaccinazione, affinché la loro attività possa essere svolta in sicurezza e nel rispetto della salute pubblica.

Nel fine settimana pasquale hanno operato ben 66 volontari presso il centro vaccinale di Lecco – Palataurus, distribuiti su tre giorni, mentre presso il centro vaccinale di Introbio, nella giornata di sabato 3 aprile, hanno operato 8 volontari.

Complessivamente oltre 250 volontari delle organizzazioni di protezione civile presenti sul territorio hanno prestato la loro opera, suddivisi secondo aree omogenee in relazione ai singoli punti vaccinali.

Nelle prossime settimane, in virtù della nuova programmazione definita da Regione Lombardia, i volontari di protezione civile opereranno nei centri vaccinali, tra cui anche quello già attivato al Palataurus di Lecco.

Questa attività viene periodicamente rendicontata alla sala operativa di Regione Lombardia, a cui vengono forniti i nominativi dei volontari e delle organizzazioni impegnati ogni giorno.

“La Provincia di Lecco – commenta il Presidente Claudio Usuelli – continua a svolgere questa funzione fondamentale per il corretto funzionamento del sistema provinciale di protezione civile. Ringrazio i numerosi volontari che quotidianamente si mettono a disposizione dei Sindaci e sono impegnati in diversi servizi a favore della popolazione. Si tratta di volontari che hanno partecipato negli anni ai corsi che la Provincia di Lecco organizza per poter disporre di nuove persone motivate e adeguatamente formate, pronte a intervenire a supporto delle attività condotte dagli enti competenti. La sfida attuale è quella di mantenere attiva la collaborazione tra il sistema sanitario e la protezione civile per continuare a garantire supporto alla campagna vaccinale secondo la programmazione attuata da Regione Lombardia e strutture sanitarie preposte”.

 
 
 
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Martedì, 13 Aprile 2021 15:56

PALAZZO LOMBARDIA SI ILLUMINA DI VERDE IN ONORE DEGLI ALPINI

“In onore degli Alpini, il Pirellone e Palazzo Lombardia si illumineranno di verde nella serata di martedì 13 aprile”. Lo ha anticipato Attilio Fontana , presidente della Regione Lombardia, intervenendo alla seduta del Consiglio regionale, in relazione alla cerimonia celebrativa della ‘Giornata regionale della riconoscenza per la solidarietà e il sacrificio degli Alpini’, istituita con legge regionale. Il presidente si è detto “orgoglioso di aver partecipato all’approvazione di quella legge” e ha ricordato “il piccolo grande miracolo di Bergamo con la costruzione dell’ospedale da campo per il contrasto al Covid”.

Durante la pandemia Alpini in campo con 3.000 volontari per oltre 230.000 ore di lavoro

Il governatore Fontana ha, quindi, evidenziato il “contributo dell’Associazione Nazionale Alpini e lo sforzo abnorme per arginare il virus, fornendo assistenza e salvando vite umane. Lo scorso anno – ha aggiunto – l’Associazione nazionale Alpini ha impiegato in Lombardia oltre 3.000 volontari, per oltre 230.000 ore. Ha raccolto più di 4 milioni e mezzo di euro. Siamo orgogliosi di voi, siete portatori di valori etici e di concretezza. È per questo che la gente vi ama. Siete dimostrazione di efficienza e di abnegazione. Se ci sarà bisogno – ha concluso Fontana – voi ci sarete sempre”.

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Martedì, 13 Aprile 2021 08:09

I SINDACI DELLA PROVINCIA SCRIVONO ALLA REGIONE PER PERORARE LA CAUSA DEL "MODELLO LECCHESE" DI VACCINAZIONE

E' indirizzata in primo luogo all'Assessore Moratti, ma anche, tra gli altri, a Bertolaso e al direttore generale dell'ASST di Lecco: è una lettera che i sindaci del territorio hanno scritto per sottolineare la validità del cosiddetto "modello lecchese" in tema di campagna vaccinale. Sul tavolo la richiesta di rivedere la scelta di avvalersi di soli 3 centri di vaccinazione (Barzio, Lecco e Cernusco Lombardone) e rivalutare la funzione dei centri vaccinali di prossimità che così bene hanno dimostrato di saper fare nel corso delle ultime settimane. Si attende ora il riscontro della Regione.

"In queste settimane i Comuni del territorio del Distretto di Lecco (Ambiti di Bellano, Lecco e Merate) hanno collaborato con ATS Brianza e ASST Lecco al completamento della campagna vaccinale anti-Covid in favore dei cittadini ultraottantenni.

Si è assistito ad una grande mobilitazione generale che, a partire dagli Enti locali, ha visto il coinvolgimento diffuso di gruppi di Protezione civile, Associazioni, cittadini privati volontari, personale sanitario qualificato ed accreditato volontario, cooperative di Medici di Medicina Generale.

È stata garantita l’attivazione di diversi centri vaccinali “di prossimità” nei quali la campagna si è svolta in sicurezza, senza problemi di carattere gestionale e riscontrando una generale ottima soddisfazione nei cittadini sottoposti a vaccinazione e nelle loro famiglie.

Tali centri vaccinali sono stati distribuiti nel territorio del Lago e della Valsassina così come nella Brianza Lecchese (Introbio, Mandello del Lario, Oggiono, Valmadrera, Calolziocorte, Olgiate Molgora, Merate, Casatenovo) e sono stati caratterizzati da un’aggregazione locale di più Comuni per zone omogenee, in un’ottica di collaborazione sovracomunale che da tempo contraddistingue il nostro territorio.

I centri vaccinali di prossimità hanno anche spinto un maggior numero di cittadini alla vaccinazione, garantendo una maggiore copertura, principale obiettivo della campagna.

Possiamo dire che si è confermato, quel “modello lecchese” di intensa collaborazione fra Comuni, ATS e ASST, che ha permesso la realizzazione di una campagna vaccinale che ha generato soddisfazione nei cittadini per l’efficienza prodotta da questa gestione condivisa.

Nonostante questo, per le fasi successive ATS Brianza e ASST Lecco hanno comunicato la prospettiva di proseguire le vaccinazioni esclusivamente in tre hub di massa per tutto il nostro territorio (Barzio, Lecco, Cernusco Lombardone).

Vogliamo con decisione ribadire la nostra disponibilità a discutere rispetto all’opportunità di proseguire con l’esperienza di un modello fatto di centri di prossimità sovracomunali che possono dare un contributo fattivo, ad integrazione degli hub di massa, nelle settimane e nei mesi a venire, in cui si dovranno affrontare centinaia di migliaia di vaccinazioni nella nostra Provincia.

Vi invitiamo a non rinunciare a questa disponibilità dei Comuni che, peraltro, non comporta alcun aggravio di spesa per Regione Lombardia, stante il fatto che le sedi dei centri vaccinali ed il supporto gestionale sono messi a disposizione di Regione, ATS e ASST senza oneri ma in assoluta gratuità e con spirito di collaborazione.

La nostra proposta va esclusivamente nella direzione di voler contribuire a quella che è l’assoluta priorità del Paese e della nostra Regione.

Solo una stretta e fattiva collaborazione tra i diversi livelli istituzionali ci può garantire quella forza che è necessaria per uscire tutti insieme al più presto da questo periodo difficile.

Chiediamo pertanto di poter presentare nel dettaglio una nostra proposta di continuità con l’esperienza avviata nel nostro territorio e di poterne discutere nei prossimi giorni, incontrandovi sul nostro territorio in uno dei centri vaccinali operativi. In attesa di un vostro urgente riscontro porgiamo cordiali saluti".

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Martedì, 13 Aprile 2021 06:49

L’esclusione digitale dei pensionati e delle pensionate

Viene definita esclusione digitale e riguarda milioni di pensionate e pensionati italiani. Persone che, in pratica, non riescono a accedere a un gran numero di servizi per l’incapacità di usare adeguatamente gli strumenti informatici.

Una situazione che, con l’ormai annunciata eliminazione del Pin (Personal identification number, codice identificativo personale) e l’adozione dello Spid (Sistema pubblico di identità digitale), peggiorerà ulteriormente. La Fnp, il sindacato dei pensionati della Cisl, sta segnalando da tempo il fenomeno.

Perché il passaggio dal Pin allo Spid complicherà ancora di più l’accesso dei pensionati ai propri cedolini Inps e ai servizi online. «Nell’ultimo mese – spiega Beppe Saronni, segretario Fnp Cisl Monza Brianza Lecco – sono arrivate una sessantina di persone per avere informazioni su questo argomento. E poi c’è chi chiede delucidazioni telefonicamente. Come Cisl, ovviamente, non siamo contrari al ricorso alle procedure informatiche. Ma è altrettanto evidente come questo periodo di transizione debba essere gestito con molta attenzione. In caso contrario, si rischia di tagliare fuori una parte importante della popolazione italiana». L’Inps, del resto, già da sei anni ha eliminato le comunicazioni cartacee.

I pensionati, per accedere ai propri dati o per stampare il Cud (certificazione unica) o il modello ObisM (certificato di pensione), devono perciò utilizzare il Pin personale. Ma l’utilizzo di quest’ultimo non è molto diffuso. Secondo i dati comunicati da Cgil Cisl Uil all’Inps, solo 4,5 milioni di pensionati su 16 milioni usano il Pin. Intanto, dal 1° ottobre 2020 è stato sospeso il rilascio di nuovi Pin. Dal prossimo 1° ottobre lo Spid sarà l’unica forma di accesso ai servizi online, insieme alla carta di identità elettronica 3.0 e alla carta nazionale dei servizi. Lo Spid offre maggiori garanzie sotto il profilo della sicurezza, ma è più complicato da ottenere. Presuppone, per esempio, la disponibilità di un indirizzo di posta elettronica e di un telefono cellulare utilizzato in esclusiva dal pensionato. Una coppia di pensionati, per accedere con lo Spid rilasciato dallo stesso provider, dovrà perciò avere due cellulari.

La stessa Cisl Monza Brianza Lecco, naturalmente, continua ad assistere gli iscritti per la stampa del certificato unico e dell’ObisM. Ma il problema rimane: sono numerosi i Comitati Provinciali e Regionali Inps che hanno sollevato la questione e hanno chiesto all’Istituto previdenziale di trovare soluzioni adeguate. Gli esponenti delle organizzazioni sindacali dei pensionati hanno incontrato i responsabili dell’Inps e hanno ribadito la propria disponibilità per affrontare e risolvere la questione. «In ogni caso – aggiunge Saronni -, bisogna trovare le modalità per venire incontro alle esigenze della popolazione anziana». «Innovazione e semplificazione, necessarie e assolutamente utili per chi riesce a praticarle – commenta Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco -, potrebbero essere accompagnate con un supporto istituzionale in presenza, dove i soliti “esclusi” possano trovare aiuto in queste quotidiane necessità. Mettere al centro la persona significa considerare anche quanti faticano a stare al passo: sono cittadini con gli stessi diritti e con più bisogni, che pagano le tasse spesso meglio di altri e che necessitano dell’attenzione di tutti».

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