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Martedì, 20 Aprile 2021 14:03

CORSO DI FORMAZIONE VOLONTARI PROTEZIONE CIVILE

La Provincia di Lecco, in collaborazione con il Comitato di coordinamento volontari di Lecco, organizza un corso di formazione per volontari di protezione civile che potranno operare nelle oltre 50 organizzazioni iscritte all’alboprovinciale .

Il corso, rivolto a tutti i cittadini di Lecco e Provincia e accreditato da Polis Lombardia, sarà riconosciuto dal sistema regionale di protezione civile ed è articolato su due livelli:

  • Livello A0-01 “Introduzione al sistema di protezione civile”
  • Livello A1-01 “Corso base per operatori volontari”

Il corso si svolgerà esclusivamente online sulla piattaforma della Regione Lombardia e il termine per le iscrizioni è fissato per il 14 maggio.

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Martedì, 20 Aprile 2021 08:34

DONGO APRILE 1945

in Cultura

FINE DI UNA DITTATURA: I LUOGHI DELLA MEMORIA - DONGO (CO), APRILE 1945

Dongo è solo uno dei luoghi coinvolti nei fatti storici dell’Aprile ’45. Infatti, Mussolini e i suoi ministri e collaboratori partirono da Como la mattina del 26 aprile e si fermarono a Menaggio, dove si aggregarono alla colonna di automezzi tedeschi in ritirata verso la Germania.
Il 27 aprile da Menaggio la colonna, lunga quasi un chilometro, risalì la strada Regina fino ad arrivare a Musso verso le 7 del mattino.
A Musso la colonna fu fermata ad un posto di blocco predisposto dalla 52° Brigata Garibaldi: dopo una breve sparatoria e in seguito a lunghe trattative, i tedeschi ottennero il permesso di poter proseguire a condizione che venga effettuata un’ispezione. Si decise poi di effettuare l’ispezione sulla piazza di Dongo.

Oggi a bordo della strada che da Musso porta a Dongo, vicino all’ingresso del “Giardino del Merlo”, sul luogo del fermo della colonna, un cartello del progetto “La fine della guerra” ricorda quei momenti.
A Dongo Mussolini e suoi gerarchi vengono riconosciuti ed arrestati, nel pomeriggio del 27 aprile. Il comandante della 52° Brigata Garibaldi, Pier Luigi Bellini delle Stelle “Pedro” decide di trasferire Mussolini, un prigioniero troppo importante per essere tenuto insieme agli altri. La scelta ricade sulla piccola caserma della Guardia di Finanza di Germasino, un paesino isolato e facilmente difendibile nella valle Albano, sopra Dongo. Nel frattempo, una delle donne fermate con i gerarchi si rivela essere Claretta Petacci, l’amante del Duce, che chiede di poter stare con lui: Mussolini però è già stato trasferito. Il Duce però rimane a Germasino solo poche ore. All’una di notte del 28 aprile, infatti, viene svegliato per essere nuovamente trasferito. Di nuovo a Dongo, viene ricongiunto con Claretta, e viene condotto in auto verso Como. Oggi la caserma di Germasino è una casa privata, su cui è stata posta una targa che commemora il passaggio di Mussolini, e nei cui pressi si trova una cartello del progetto “La fine della guerra”.

Palazzo Manzi è un altro protagonista delle vicende storichedell'aprile 1945. Da qui partono i rastrellamenti delle Brigate Nere stanziate a Dongo. E qui il 26 aprile s’insedia il primo Sindaco della Liberazione. Nelle stanze al pian terreno ha luogo l’interrogatorio di Mussolini, dopo la sua cattura. In Sala d’Oro vengono rinchiusi i gerarchi fermati a Musso, prima della loro fucilazione. E in quello stesso salone viene allestita la camera ardente per gli ultimi morti della Resistenza a Dongo.
La sala era un tempo il salone d’onore, dove i nobili proprietari organizzavano balli e ricevimenti. Quando la contessa Giuseppina Manzi donò il palazzo alla comunità di Dongo, si decise di adibirlo a sede del Municipio, cambiando destinazione d’uso alle diverse sale. Ma la Sala d’Oro non venne modificata e, ancora oggi, si presenta noi nelle sue forme in stile “impero”, con mobili d’epoca e tessuti in stile.
Il lungolago è invece il luogo della fucilazione dei 15 gerarchi e fedelissimi del Duce, ad opera del plotone comandato da Walter Audisio “Colonello Valerio”. La ringhiera non è mai stata sostituita, e porta ancora oggi i segni dei proiettili dei mitra degli esecutori. Dopo la fucilazione i corpi verranno poi trasportati, con i cadaveri di Mussolini e della Petacci, a Piazzale Loreto a Milano per essere esposti al pubblico.

Tra i fucilati di Dongo, i ministri della R.S.I. Ferdinando Mezzasoma, Paolo Zerbino, Augusto Liverani, Ruggero Romano, il sottosegretario della Presidenza del Consiglio Francesco Barracu e il segretario del Partito Fascista Alessandro Pavolini.
Dopo l’arresto a Dongo e il trasferimento temporaneo a Germasino, all’una di notte del 28 aprile Mussolini viene ricongiunto a Claretta Petacci e insieme vengono caricati su un’auto in direzione di Como.
Non arriveranno mai nel capoluogo lariano: dopo il fallimento del tentativo di trasportare i due prigionieri in barca da Moltrasio a Blevio, i partigiani che li scortavano decisero di tornare indietro, verso Mezzegra. Lì infatti, nella frazione di Bonzanigo, abitava una coppia, amici del Capitano Neri (Capo di Stato Maggiore della 52° Brigata Garibaldi) che sapeva erano persone fidate.
Erano Giovanni e Lia De Maria, alla cui porta bussarono i partigiani, chiedendo ospitalità per la notte per i due prigionieri. I coniugi De Maria acconsentirono e a Mussolini e alla Petacci venne offerta una camera per riposare.

Nel pomeriggio del 28 aprile, a Mezzegra giunge Walter Audisio “Colonnello Valerio”: con altri partigiani sollecita Mussolini e la Petacci a lasciare rapidamente l’abitazione dei De Maria. I due prigionieri vengono così condotti sul luogo dell’esecuzione: in una strada stretta e riparata, davanti al cancello di Villa Belmonte a Giulino di Mezzegra.
“Valerio” pronuncia la condanna: <<Per ordine del Comando Generale del CVL sono incaricato di rendere giustizia al popolo italiano>> e alle h. 16.10 Mussolini e la Petacci vengono fucilati.
Oggi, sul luogo della fucilazione, si trovano una croce e le foto del Duce e di Claretta.
info e foto d'epoca: www.museofineguerradongo.it

Nella foto: Giulino di Mezzagra, villa Belmonte, il supposto luogo della fucilazione di Mussolini e Claretta, poco dopo gli eventi

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Martedì, 20 Aprile 2021 07:17

Il Soccorso Centro Valsassina assume un operatore

OFFERTA DI LAVORO -
Soccorso Centro Valsassina

Sei un Soccorritore Esecutore?
Ricopri il ruolo di CapoServizio?
Ricopri il ruolo di Autista 118?

Il Soccorso Centro Valsassina assume un addetto al soccorso sanitario extraospedaliero.
Ti interessa?! Invia il tuo CV a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
#soccorritori #anpas #valsassina

Inoltre il Soccorso ricorda che dal
6 APRILE 2021

Prosegue, da oggi, la convenzione H24 in condivisione per la nostra associazione!
Cosa significa? Presso la nostra sede ci sarà un’ambulanza a disposizione per i servizi di Emergenza, tutti i giorni (attivati attraverso il numero unico 112).
Per il Soccorso Centro Valsassina è un importante traguardo, raggiunto grazie all'impegno dei nostri volontari che hanno dedicato tempo e passione per "costruire" l'associazione. A loro va un immenso GRAZIE
Al servizio della Comunità. Da quasi 40 anni

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Martedì, 20 Aprile 2021 07:08

NUOVO DIRIGENTE DELLA SQUADRA MOBILE

QUESTURA DI LECCO: ARRIVATO IL NUOVO DIRIGENTE DELLA SQUADRA MOBILE

Nella mattinata di lunedi 19/04, proveniente dalla Questura di Rovigo, ha preso servizio presso la Questura di Lecco il Commissario Capo dott. Gianluca GENTILUOMO (nella foto con il Questore D’Agostino).

Nato a Messina, 35 anni, laureato in Giurisprudenza, abilitato alla professione di Avvocato, con Master di II livello in Professioni Legali (SSPL). Vinto il concorso per Commissari della Polizia di Stato, nel dicembre 2015 iniziava il biennio di formazione presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma, all’esito del quale conseguiva il Master di II livello in Scienze della Sicurezza. Terminato il Corso di formazione, nel gennaio 2018 veniva assegnato alla Questura di Genova, dove gli è stato affidato l’incarico di Funzionario Addetto dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. Nel mese di giugno 2018 viene trasferito alla Questura di Rovigo, quale Dirigente della Squadra Mobile.

Il Questore della Provincia di Lecco Alfredo D’AGOSTINO lo ha accolto ed ha augurato al dott. Gentiluomo buon lavoro, sottolineando l’importanza dell’incarico che andrà a ricoprire quale Dirigente della Squadra Mobile della Questura, nell’interesse della collettività lecchese.

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Martedì, 20 Aprile 2021 06:48

PSICODRAMMA COVID NELLE SCUOLE

Sì, è proprio così, come scrive Enrico Baroncelli. Il mondo della scuola si trova al centro di un dramma epocale. Ma non solo docenti e studenti si trovano loro malgrado fra i disperati protagonisti di uno psicodramma peraltro privo di adeguata catarsi conclusiva. Questo “dramma medico-psicanalitico” come lo definisce Baroncelli, è molto di più.

È una tragedia universale nel cui seno siamo tutti (o rischiamo di diventarlo) vittime sacrificali di una liturgia i cui officianti vengono quotidianamente sottoposti ad attacchi, che sempre più spesso degradano in aggressioni, da parte di chi subisce i devastanti effetti della “confusione delle riaperture sì, riaperture no”. E i ragazzi in età scolare sono i più danneggiati da una situazione che solo lentamente e parzialmente mostra segni di evoluzione positiva. La scuola, dunque. Ma il problema NON NASCE nella scuola ma prima e dopo la scuola; nasce all’esterno dove i contatti umani sono quasi incontrollabili. Si trovano, queste cause, soprattutto nei “mezzi pubblici strapieni” ma riguardano anche le abitudini sociali dei giovani che, comprensibilmente, faticano a rinunciare all’incontro con gli amici dopo la scuola.

Come ha affermato il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, il ritorno generalizzato fra i banchi “dipende anche dai trasporti. Non so come si farà, da oggi al 3 maggio, a realizzare le condizioni necessarie a far ripartire la scuola. Tutti auspichiamo la riapertura ma il tema è la fattibilità.” Certo, basterebbe moltiplicare autobus, pullman, treni dimezzandone però la capienza. Ma due metri di separazione fra un utente e l’altro, in un ambiente volumetricamente minuscolo non risolvono il problema legato al rischio di contagio per gli studenti che utilizzano il trasporto pubblico per raggiungere la scuola e per tornare a casa.

E come non capire i “genitori che sclerano perché devono tenere i figli, incolpevoli compagni di classe del ragazzo scopertosi positivo, chiusi in casa per l’ennesima Quarantena”. Però vale forse la pena di sottolineare, a proposito di quell’”incolpevoli”, che quarantena, DAD, isolamento sociale aut similia non sono punizioni. Porre la questione in questi termini significa sospettare che esista una volontà di colpire senza ragione chi non ha responsabilità in quanto sta accadendo. Significa insinuare che chi ci governa (bene o male non è significativo in questo contesto) manifesti l’intenzione di punirci anche in assenza di una colpa.

Questo riferimento ad un sistema occulto “pena-punizione” spiega bene la confusione dilagante su cosa fare e come farlo per risolvere i problemi giganteschi prodotti, non solo nella scuola, dalla pandemia. Riaprire tout court le scuole significherebbe inoltre ricostituire le “classi pollaio” come giustamente denuncia la studentessa di Lamezia Terme citata nell’intervento di Enrico Baroncelli. Intanto il contagio riparte anche fra i ragazzi della Valsassina e del Lecchese. E hanno ragioni da vendere i Presidi quando si oppongono alla riapertura dell’insegnamento in presenza, in difetto di interventi adeguati poiché il certamente auspicabile, ma difficilmente praticabile, rientro in classe dal 3 maggio prossimo, creerebbe più problemi di quanti ne potrebbe risolvere. La verità è che le fughe in avanti comportano rischi altissimi. Non dimentichiamo che la Sardegna in quattro settimane è passata dal colore bianco di un’isola felice, al rosso fuoco dell’impennata dei contagi. Invece di banchi a rotelle servono vaccinazioni a tappeto. Ma per questo dobbiamo affidarci a un alpino.

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Lunedì, 19 Aprile 2021 18:08

TRANSOROBICA OCCIDENTALE: APPROVATA LA CONVENZIONE TRA LA REGIONE E LA COMUNITA' MONTANA

La Giunta regionale, su proposta dell’assessore a Enti locali e Montagna Massimo Sertori, ha approvato lo schema di convenzione tra Regione Lombardia e Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val D’Esino e Riviera, per il recupero del primo lotto della viabilità storica e la valorizzazione identitaria delle comunità transorobiche. Inoltre, ha disposto l’utilizzo di risorse del fondo regionale per la ripresa economica destinato agli enti locali, per le annualità 2021-2023.

Oltre 3,1 milioni di euro per lo sviluppo e il rilancio del territorio

“Regione – spiega Massimo Sertori – si impegna a finanziare la progettazione e la realizzazione di questo intervento fino ad un importo massimo di 3.120.000 euro.Attraverso queste importanti risorse miriamo a favorire lo sviluppo infrastrutturale per rilanciare il sistema economico locale, grazie anche alla riqualificazione degli itinerari del Legnoncino, del Legnone, dello Stavello e del Trona. E lo facciamo sviluppando le qualità dei luoghi e mettendo a sistema le offerte dei singoli territori interessati”.

Servizi innovativi per una migliore fruizione dei territori

Quest’opera – continua Sertori – andrà ad intercettare turisti e visitatori. Permetterà una migliore fruizione dei luoghi anche attraverso servizi innovativi rivolti a coloro che transiteranno lungo l’itinerario. Intercettando l’offerta turistica già presente nei singoli paesi, ma anche ponendo al centro dell’esperienza la storia del territorio, le peculiarità culturali, paesaggistiche e ambientali che hanno costruito un’identità condivisa e che proprio attraverso questa progettualità vengono salvaguardate e valorizzate”.

Rossi: cresce l’offerta turistico-culturale in vista delle Olimpiadi 2026

“Il recupero di questi quattro itinerari – aggiunge Antonio Rossi, sottosegretario alla Presidenza con delega allo Sport, alle Olimpiadi 2026 e ai Grandi eventi – si inserisce in un più ampio quadro di rilancio dell’intera area che punta ad aumentarne l’attrattività sia a livello nazionale sia internazionale. Questo anche in vista dell’appuntamento a Cinque cerchi con Milano-Cortina. I Giochi invernali promettono di rivelarsi un catalizzatore formidabile per l’immagine nel mondo della Lombardia, per questo è importante arrivare all’evento olimpico con un’offerta turistico-culturale variegata che esalti le diversità della nostra splendida regione”.

Natura, cultura e sport: itinerari comunità transorobiche sugli scudi

“Questa misura – aggiunge Rossi – permetterà di ampliare il pacchetto di soluzioni a 360 gradi che vanno oltre gli sport della neve e la stagionalità della manifestazione olimpica. Gli itinerari del Legnoncino, del Legnone, dello Stavello e del Trona, con i loro splendidi panorami e le divagazioni storico-culturali che offrono rappresentano, infatti, un originale elemento di appeal nei confronti dei tanti turisti amanti delle esperienze all’aria aperta e delle bellezze paesaggistico-culturali che potranno essere stimolati a una vacanza lombarda dal richiamo dei Giochi. In quest’ottica la scoperta del Museo della Guerra Bianca di Colico – Forte Montecchio, delle tante aree militari come quella del Monte Legnoncino o del Monte Rotondo ma anche delle zone storico-mineraria della Valvarrone e della Valgerola rappresentano un elemento di appeal in più”.

I quattro percorsi oggetti dell’intervento di recupero

L’intervento di ‘Recupero viabilità storica e valorizzazione identitaria delle comunità transorobiche’, interessa il ‘Lotto 1’ del progetto ‘Transorobiche Occidentali’. L’ultimazione dei lavori è prevista per il mese di settembre del 2023. La struttura del progetto si sviluppa lungo quattro itinerari. Questi rivolti a collegare il versante settentrionale e meridionale delle Orobie. Si tratta della Transorobica Occidentale 1 (Legnoncino), della Transorobica Occidentale 2 (Legnone), della Transorobica Occidentale 3 (Stavello) e, infine, della Transorobica Occidentale 4 (Trona).

L’importanza dell’innovazione tecnologica er le comunità transorobiche

Ogni itinerario presenta oltre all’asse principale, una serie di collegamenti e itinerari secondari. Permettono di connettere tra loro i singoli percorsi e di raggiungere elementi tematici di pregio lungo il percorso. In questo quadro, per consentire un moderno utilizzo del tracciato e degli spazi pubblici, è necessaria l’introduzione di innovazioni tecnologiche per favorire la conoscenza del territorio.

Interventi edili e forestali

Gli interventi edili e forestali sono fondamentali per la messa in sicurezza e l’adattamento viario dei collegamenti. Verrà utilizzata la viabilità esistente. Saranno preferiti, inoltre, i percorsi storici e le mulattiere militari della Grande Guerra. Al fine di un loro recupero storico/culturale. Le vie principali saranno connesse alle arterie secondarie e di connessione con i punti tematici. Così da favorire l’accesso agli alpeggi, alle strutture ricettive, alle aree storico minerarie e militari.

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Lunedì, 19 Aprile 2021 11:21

SCUOLA: GRANDE E` LA CONFUSIONE SOTTO IL CIELO. INTANTO RIESPLODONO I CONTAGI ANCHE IN VALLE.

Ancora una volta, nella confusione delle riaperture si riaperture-no, la Scuola e` al centro del dramma medico-psicanalitico che sta vivendo la societa` italiana. Il prisma catadiottrico dello stato di confusionalita` che il Governo attuale dimostra non meno di quello precedente.

Le Riaperture sono un "Rischio calcolato" dice Draghi: " Si` - risponde l`ormai celeberrimo direttore dell`Ospedale Sacco di Milano Massimo Galli - ma calcolato male !".

Ecco appunto, guardiamo per esempio la Scuola: neanche una settimana dalle riaperture, il 12 Aprile per Medie e Superiori, che gia` sono riesplosi i contagi tra gli alunni (ricordiamo che la variante Inglese colpisce forte anche i piu` giovani) in Valsassina, ma anche a Lecco e nella Brianza, con tutte le conseguenze del caso.

Genitori che "sclerano" perche` devono tenere i figli, incolpevoli compagni di classe del ragazzo scopertosi positivo, chiusi in casa per l`ennesima Quarantena di due settimane ("E` la quarta volta in un anno !" protestano).

Quindi i ragazzi o stanno chiusi in casa per la DAD (pero` almeno avevano qualche ora di libera uscita), oppure chiusi in casa per la Quarantena, non si scampa.

A Lamezia Terme una ragazza di Quinta Superiore scrive al Governatore della Calabria Scarfi`: "Con che coraggio ci volete rimandare in classe dopo quasi un anno e mezzo di DAD ? Vuol dire riprendere ad alzarsi alle 6, prendere mezzi pubblici strapieni, arrivare nella classe (spesso pollaio ndr) aumentare il carico di stress e di fatica di un anno gia` molto faticoso".

A Lecco i rappresentanti di classe di Prima, Terza e Quarta di un Istituto Superiore hanno ufficialmente chiesto alla Preside di restare in DAD fino a Maggio inoltrato:" Non ci sentiamo sicuri in classe, temiamo i mezzi di trasporto, temiamo di contagiarci a vicenda con le conseguenze della Quarantena" (qualcuno di loro va a lavorare e avrebbe conseguenze negative se posto in quarantena).

I Presidi, preoccupati anche loro e contrari ad aperture generalizzate, ormai passano il 70% del loro tempo a fare i tracciamenti di alunni, professori, bidelli, che siano risultati positivi : quindi bisogna avvisare tutti gli altri compagni di classe, insegnanti di corso, ecc. che devono sottoporsi ai tamponi e stare in Quarantena pure loro.
Quindi avvisare l`ASST di riferimento, e programmare con loro tamponamenti e "vigilanze attive".

"Io avevo fatto il concorso per Preside per potermi occupare di didattica, di potenziamento delle discipline, di approcci ai ragazzi soprattutto quelli piu` problematici" si sfoga una simpatica Preside di Lecco:" Invece sono mesi che non faccio quasi altro che occuparmi di tracciamenti, di banchi a rotelle, di organizzare gli orari di entrate e di uscite da accessi diversi !".

Insomma, ancora una volta, grande e` la confusione sotto il cielo: il pericolo e` che a Maggio sara` ancora peggio.
Troppo poche ancora le vaccinazioni : forse la maggior parte dei nonni saranno vaccinati, qualche insegnante anche (per fortuna) ma la stragrande maggioranza dei ragazzi e dei genitori ancora ne sono lontani, anzi lontanissimi !

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