Forse Zelenskj, che era diventato famoso in Ucraina interpretando la parte di un professore di Storia (quindi un mio collega) probabilmente non l'ha fatto apposta, ma citando Genova nel suo discorso di ieri in teleconferenza con il Parlamento Italiano, paragonandola alle sofferenze di Mariupol, non poteva citare una città più adeguata alle sue argomentazioni.
Neanche molti italiani ricordano infatti che Genova fu la prima città, pochissimo tempo dopo la sciagurata "Dichiarazione di Guerra" di Benito Mussolini, a sperimentare il primo bombardamento ricevuto dal mare da alcune corazzate francesi e aerei inglesi.
Si era appena spenta l'eco dell' "ora degli ineluttabili destini" , del "popolo italiano corri alle armi !", dell'"Abbiamo consegnato agli Ambasciatori delle potenze plutocratiche la nostra Dichiarazione di Guerra", emesso con l'angosciante "Annuncio al popolo" da Palazzo Venezia il 10 Giugno 1940, che una città italiana, divenuta poi forse non a caso Medaglia d'Oro della Resistenza, sperimentava sulla sua pelle il passaggio dai discorsi deliranti sull'"Impero ricostituito di Roma" alla tragica realtà della guerra.
Era la notte dell'11 giugno quando una flotta di aerei britannici sganciarono cinque tonnellate di bombe su Genova. In quella notte di inizio giugno tra martedì e mercoledì sei bimotori Whitley sorvolarono la città e lasciarono cadere sulla Superba gli ordigni, provocando una decina di vittime e ingenti danni alle strutture.
Solo tre giorni dopo, il 14 Giugno 1940 partirono da Tolone le navi della Terza Squadra navale francese, quattro incrociatori pesanti, comandate dall'ammiraglio Émile Duplat, che presero di mira gli stabilimenti metallurgici di Savona e alcuni depositi di carburante di Vado Ligure.
Fu il primo vero attacco (molti altri poi si succederanno negli anni successivi, soprattutto nell'Autunno del 1942, e nell'Agosto del 1943, con migliaia di morti) ma fin dall'inizio dimostrò la debolezza delle difese contraeree e non solo della "SuperMarina" Italiana.
Del resto lo stesso Mussolini, molto poco intelligentemente, aveva consegnato la sua "dichiarazione di guerra" senza neanche preavvisare, se non pochissimo tempo prima, la Marina Italiana : il risultato fu che circa un terzo di questa, soprattutto navigli commerciali, molti provenienti appunto da Genova, ormeggiati inconsapevolmente in qualcuno dei numerosi porti inglesi dell'Impero Coloniale in Africa e in Asia, vennero sequestrati immediatamente dai soldati britannici senza sparare neanche un colpo e i loro equipaggi furoni i primi a frequentare i numerosi campi di concentramento inglesi extra europei, tornando in Italia solo dopo cinque lunghissimi anni. Furono probabilmente anche fortunati, rispetto alla sorte che toccò a numerosi marinai italiani (alcuni anche lecchesi e del Lario) affondati e uccisi al largo di Capo Matapan e Punta Stilo (solo per citare due battaglie famose).
Insomma, la città di Genova è parte integrante della storia bellica della II Guerra Mondiale e dell'Italia: la dimostrazione civica di un popolo irretito per vent'anni da una retorica inane ed inutile, che di colpo senza saperlo e senza colpe si è trovato ad affrontare una realtà sempre più tragica e terribile.
Zelenskj davvero non poteva scegliere una città più adatta, per ricordare e cercare di coinvolgere il popolo italiano nella terribile lotta che il popolo ucraino sta vivendo, e anche questo fa onore alla sua intelligenza e al suo coraggio !