Il 10 febbraio 1947 fu firmato dal Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi il Trattato di Pace di Parigi che segnò il passaggio delle terre Istriane e Dalmate dall’Italia alla Jugoslavia e che quindi causò l’Esodo dei 350.000 istriani e fiumani in fuga dalle stragi compiute dall’Esercito di liberazione iugoslavo e dall’Ozna, la polizia di Stato di Josip Broz “Tito”.
Fu un terribile sacrificio chiesto a quelle comunità in nome di tutti gli italiani quale conseguenza dell’esito della Seconda Guerra Mondiale. Ancora oggi viene ricordata come una tragica ferita inferta a quella popolazione senza che le potessero esserle attribuiti demeriti particolari. Popolazione che dovette lasciare le proprie terre, le proprie case, i propri beni, frutto della sua laboriosità e fuggire verso destinazioni e destini incerti.
Non sempre l’accoglienza in Italia fu adatta al loro disagio: centri di raccolta e sistemazioni di fortuna presso amici e parenti erano quanto ricavabile in una nazione reduce da una tremenda guerra perduta e anche vittima di una latente guerra civile. Non si poté neanche contare su un diffuso senso di solidarietà, anzi, specialmente da schieramenti di sinistra era frequente riscontrare atteggiamenti di negazionismo che contrastavano e contrastano ancora gli atti di rivendicazione storica degli esuli e dei loro sostenitori.
Basta citare una recente dichiarazione di un rappresentante ANPI: “... le autorità jugoslave ambivano mobilitare la comunità italiana, non escludendo certamente l’uso di metodi coercitivi, nel progetto di annessione della Venezia Giulia, assorbendola ,successivamente, negli ingranaggi del nuovo stato jugoslavo...”. La cronaca ci racconta i terribili esempi di “metodi coercitivi” : deportazioni, torture, assassinii, infoibamenti…. Non rimaneva che l’esodo.
Finalmente, con Legge 30 marzo 2004 n.92 è stata istituita la solennità del Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, allo scopo di offrire un riferimento ufficiale per ogni gesto di ricordo verso quei tragici eventi e verso quei nostri concittadini così gravemente colpiti. Ai quali non rimase che il tristissimo esodo. La fuga. La salvezza.
E per dar modo agli altri di RICORDARE: fu l’esodo di quasi tutta la popolazione della Venezia Giulia, della Dalmazia e delle Isole del Quarnaro. Fuggirono in Italia con ogni mezzo, vecchi piroscafi, camion militari, vagoni merci, carretti... abbandonando tutto.