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Venerdì, 08 Luglio 2022 06:54

INAUGURATO LECCO FILM FESTIVAL : LE LUCI DELLA CITTA'

in Cultura

L’inaugurazione delle 18 ha aperto ufficialmente il festival con gli interventi dal palco allestito in piazza XX Settembre di fronte a Palazzo delle Paure. Ha introdotto la prima tavola rotonda la giornalista Tiziana Ferrario.

Un evento, il Lecco Film Fest, nato dalla collaborazione tra la Fondazione Ente dello Spettacolo e Confindustria Lecco Sondrio.

“E’ stata un’idea coraggiosa e anche irresponsabile – ha ricordato mons. Davide Milani, prevosto di Lecco e alla guida della fondazione, nonchè tra i promotori del Nuovo Cinema Aquilone, dove si proietteranno diversi films in questi giorni – perché questo festival è nato nell’anno della pandemia ed è stato uno dei primi festival a realizzarsi quando sono state possibili le riaperture.Il cinema ha la capacità di fare riflettere ma anche di fare comunità”.

Tanti partner che sostengono l’iniziativa e Plinio Agostoni, presidente degli industriali, si è detto orgoglioso che le imprese, con il loro contributo, siano parte viva di questo festival.

“Le luci della città” è lo slogan scelto per questa edizione, un titolo piaciuto anche al sindaco Mauro Gattinoni.

Tra gli intervenuti anche il presidente della Camera di commercio, Marco Galimberti, la presidente di Fondazione Comunitaria del Lecchese, Maria Grazia Nasazzi, per Fondazione Cariplo Carlo Mario Mozzanica.

Nel pomeriggio la proiezione del “Kurdbun – Essere curdo” del regista Fariborz Kamkari presente in sala al Cinema Nuovo Aquilone. Protagonista della prima serata è stata Sabrina Impacciatore, attrice e comica intervistata da Caterina Taricano, critica cinematografica sempre in piazza XX Settembre. In piazza Garibaldi si è svolto poi l’incontro con Giulia Steigerwalt, regista, intervistata da Lorenzo Ciofani, giornalista e critico.

Diversi sono gli appuntamenti che si susseguiranno nelle tre giornate successive, da venerdì a domenica (IN ALLEGATO IL PROGRAMMA COMPLETO). Ricordiamo i più importanti:

Oggi pomeriggio, Venerdì alle 16:30 presso il Cinema Aquilone, l’incontro dal titolo “La cultura come luce per il territorio: la sinergia tra diversi attori nel territorio lecchese” a cui interverranno Attilio Fontana, presidente di Regione Lombardia, Francesca Colombo, direttore generale culturale di BAM Milano Fabio Dadati, presidente di Lariofiere, Simona Piazza, vice sindaca e assessora alla cultura del Comune di Lecco, Sara Vitali, segretario associazione ArchiViVitali. Modera Maurizio Crippa, vicedirettore del Foglio

Alle ore 18:15, in Piazza XX Settembre interviene Elena Bonetti, ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia intervistata da Tiziana Ferrario, giornalista e scrittrice.

Sabato doppio appuntamento con Carlo Verdone: l’attore e regista dialogherà con mons. Davide Milani, alle ore 16:30 al Cinema Teatro Nuovo Aquilone, mentre alle 19 in piazza Garibaldi sarà intervistato da Marina Sanna, giornalista e critica cinematografi ca della Rivista del Cinematografo.

Domenica alle 11:30, in piazza XX Settembre ci sarà l’incontro dal titolo “I media e la cultura. Come si evolvono le pagine culturali di giornali e tg?” Intervengono Enrico Mentana, direttore di TG La7 e Open, Agnese Pini, direttore de La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Giorno e Quotidiano Nazionale, Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, Vincenzo Morgante, direttore di TV2000 e Radio InBlu.

Alle 19:00, in Piazza XX settembre l’incontro con Omar Pedrini, cantautore e musicista ex leader dei Timoria, intervistato da Marta Cagnola, giornalista Radio2

(Fotografie a cura di Elena Dell'Oro)

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Giovedì, 07 Luglio 2022 13:53

UN INCONTRO NEL CARCERE DI PESCARENICO

Dopo qualche giorno ripenso a cosa sia stato per me assistere alla proiezione di Ariaferma da dentro il carcere di Lecco insieme alle persone detenute, al garante Lucio Farina, alcuni cittadini e al collega Giovanni Cattaneo.
La prima cosa che colpisce sono le mura spesse e le torrette di controllo ben fissate nel terreno pronte a dissuadere da qualsiasi moto d’istinto.
Per fortuna sorrisi, strette di mano, chiacchiere e voglia di condividere il film ci hanno subito riportato calore umano. Ho respirato una grande richiesta di attenzione e un desiderio di mantenere relazioni con il mondo fuori.
L’esperienza del carcere, in particolare sotto il regime delle normative anti Covid, rischia di impoverire e seminare solitudini. Noi dobbiamo far sì invece che anche il carcere si senta parte della nostra comunità e che il mondo fuori non diventi invivibile per chi esce, anche perché mantenere un dialogo con le persone aiuta il riposizionamento sociale dei detenuti e abbatte il rischio di recidiva.
Penso sia questo il compito e il senso di un’amministrazione pubblica: creare ponti tra la comunità e i soggetti più fragili e vulnerabili, creare ponti tra il dentro e il fuori, a maggior ragione a Lecco che ha la fortuna di avere la casa circondariale al centro della città.

C’è chi vede il carcere come il luogo dove isoliamo le persone che non funzionano, io lo vedo invece come il luogo dove dobbiamo fare i conti con le cose che non funzionano nella nostra società. Più attenzione al carcere significa dunque più attenzione alla società.
Quando il film è terminato e dopo aver ascoltato le riflessioni delle persone più coraggiose che hanno voluto condividere ciò che gli si muoveva dentro, ci siamo salutati con un “arrivederci” che assume mille significati: un po’ un impegno nostro, un po’ una speranza per loro. Nel frattempo il buio è calato e si è mangiato torrette e mura, sembrava quasi che quei pochi metri che separano il dentro dal fuori fossero svaniti.
Grazie al tavolo lecchese per la giustizia riparativa per i suoi dieci anni di impegno, alla direzione della casa circondariale per la disponibilità, alle guardie carcerarie e alla loro umanità, alle persone recluse per la loro accoglienza.

Emanuele Manzoni Assessore al Welfare Comune di Lecco

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Giovedì, 07 Luglio 2022 13:48

LANCIO DEL GATTO A BUGLIANO: UNO SCHERZO SUI SOCIAL

Una tradizione che non esiste, un evento che non esiste in una città che esiste solamente sui social. E il corto-circuito, come già accaduto in passato, è servito. Il Comune di Bugliano, la nota cittadina in provincia di Pisa che in realtà non esiste fisicamente, ha colpito di nuovo. E lo ha fatto pubblicando l’annuncio di un evento (non) in programma il prossimo 30 luglio: il lancio del gatto. E, ovviamente, qualcuno è inciampato in tratto che segna il confine tra la satira paradossale e la realtà.

Lancio del gatto nel Comune di Bugliano: la gente si indigna ma il paese e l’evento sono stati inventati;

l'iniziativa è stata lanciata sui social dalla nota pagina che spesso condivide eventi o iniziative per scherzo.

Lancio del gatto: l’iniziativa è stata lanciata dalla nota pagina di Facebook, conosciuta per organizzare scherzi e prendere in giro le persone sui social. Tuttavia, c’è stata l’indignazione di molte persone tanto che è stato annunciato l’annullamento dell’evento che non si sarebbe mai tenuto in realtà.
In molti hanno scritto indignati al Comune, chiedendo l’intervento delle associazioni animaliste.

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Giovedì, 07 Luglio 2022 13:24

LA GUERRA E LE RAGIONI DEI TERMOMETRI

In questa torrida estate i sofisticati àuguri del tempo-che-farà continuano a sottilizzare fra temperature reali e percepite. Insomma se il termometro dice che fa freddo e tu hai caldo, chi si deve preoccupare? Tu o il termometro? E chi ha oggettivamente ragione? Lo strumento tecnico chiamato termometro o quello psicobiologico chiamato Antonio o Giovanni o Carla? Di solito, comunque, Antonio o Giovanni o Carla percepiscono  più caldo di quello indicato dal  mercurio o dal quarzo liquido grigioverdemente evanescente della stazione meteo da tavolo. Io ce l’ho accanto al televisore. Non esco mai di casa senza aver lanciato un’occhiata al piccolo display dalle avanzatissime caratteristiche tecnologiche (è a colori!). Lo faccio senza pensarci, per abitudine impercepita, per stabilire se ho caldo o freddo. E ricompare così l’indispensabile-inevitabile dilemma introdotto  dal responso tecnologico. Da solo non sono più in grado di decidere se fa caldo o freddo. Il dibattito è apertissimo. Ma, dato che l’argomento di questo testo non è la fisica dell’atmosfera, veniamo a bomba. Proprio così. Non è necessario aver conseguito una laurea in economia per  restare terrorizzati dalle notizie riportate sui quotidiani. Soprattutto da quelle che non riportano. Paradossale, no?

 È interessante notare come nel caso della presente “grande crisi” (siamo sempre immersi in qualche grande crisi) si assista a un insolito capovolgimento delle tradizionali coordinate: il pericolo reale, una volta tanto, sembra molto superiore a quello percepito. Però c’è un elemento di novità (negativa): in questo caso i termometri sono scarsamente o per nulla affidabili. Insomma potrebbero essere stati “taroccati” per alterare i risultati della misura. Da una parte e dall’altra. In questo panorama distopico si segnala il pulpito dal quale Lavrov, onnipresente ministro degli Esteri di Mosca, si dichiara molto coerentemente preoccupato e spezza una spudoratissima lancia per la “tutela del diritto internazionale”. La disinformacia prodotta dal bullo del Cremlino, seduto spesso dietro un chilometrico tavolo (ovale proprio come l’ufficio del presidente degli States), è efficacissima. Ci hanno tolto anche la nostra ingenua, primitiva, istintiva fiducia nell’oggettiva e scientifica imparzialità della "misura tecnica", insieme all’affidabile attendibilità delle “notizie” che rilevano i fatti. Spiegazzando un po’ Pascal potremmo dire che il termometro ha le sue ragioni che la ragione non conosce.

  Ricordate le stratosfericamente negative e disastrose valutazioni prodotte dai “termometri” delle agenzie di rating e da quasi tutti gli osservatori occidentali sui debiti abissali del Cremlino e sull’ormai palese e devastante default tecnico al quale l’egocrate di Mosca sembra del tutto indifferente? I nostri termometri-barometri dicono che sull’economia russa insistono freddo sempre più intenso e tempo molto perturbato. Depressione, insomma, ad appena un passo da un irreversibile rigor mortis. Però nessun cittadino comune lo percepisce davvero (meno che mai in Russia) visto che l’”operazione militare speciale” prosegue senza sosta mentre condomini, ospedali, scuole, università (l’ateneo di Kharkiv è appena stato raso al suolo da un paio di missili) e fabbriche continuano quotidianamente ad essere sminuzzati, insieme al loro contenuto umano, dai missili russi con un altissimo tributo di vittime civili. E la guerra prosegue con la granitica ottusità delle bombe “intelligenti” sganciate dai droni. Una guerra la cui misura non sono più i mesi ma gli anni. Nonostante le reiterate previsioni sulle malattie di Putin, sulle sue difficoltà interne, sulla continua emorragia di oligarchi in fuga da Mosca, sulla sostanziale incapacità professionale dei vertici militari russi. I più ottimisti sostengono che gli effetti delle sanzioni si faranno sentire fra un paio d’anni. Ma mentre si attende l’ormai inevitabile crollo del putinismo che si fa?

Bruxelles tentenna mentre Washington invia a Kyiv più proclami di solidarietà che missili e Biden guarda con sempre maggiore interesse a Pechino; Londra sta per perdere il “governo decisionista” guidato dallo zazzeruto Johnson e la Nato, appesa alle labbra carnose di Orban, traccheggia con inarrestabile ondivaganza. In questo ben supportata dalla diplomazia internazionale ormai dipendente dagli umori del despota di Ankara al quale Draghi, in nome di una realpolitik in fase di avanzata decomposizione, ha stretto la mano un anno dopo averlo definito “dittatore” (reale o percepito?). Intanto noi si sta col fiato sospeso nel timore che Mosca chiuda definitivamente i rubinetti del gas europeo. Forse lo “zarismo” (di cui Putin è il più recente e pericoloso esponente), ha i secoli contati come il capitalismo secondo il compianto Giorgio Ruffolo. Ma, si sa, il tempo è relativo. Dunque percepito. Siamo seduti sulla punta di un iceberg in rapido scioglimento.

E non sappiamo nuotare. Nessuno ormai sa più nuotare senza il supporto di un termometro. Il riscaldamento globale è reale? Forse sono solo percezioni. In realtà la temperatura del mondo sta salendo vertiginosamente non solo in termini metaforici. Dalla finestra vedo nuvole sfilacciate rincorrersi sopra la piccola macchia rossa della chiesetta di san Calimero. Il termometro – barometro – orologio - calendario dotato di display policromo riferisce di una temperatura esterna prossima ai 26 gradi (sono le 11.30). Ma anche il caldo e il freddo, proprio come il tempo e lo spazio, sono relativi. Dunque percepiti. Proprio come la politica, massime quella internazionale. Nessuno conosce le ragioni dei termometri. Però tutti li usano. Quando ci penso mi vengono i brividi.

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Giovedì, 07 Luglio 2022 13:13

Adesione al presidio di giovedì 7 luglio in difesa del diritto all’aborto

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di cancellare la ormai nota sentenza “Roe vs Wade” del 1973 sancisce, di fatto, il ritorno alla criminalizzazione dell’aborto. Si tratta di una scelta che consideriamo gravissima non solo in quanto lesiva del diritto delle donne statunitensi a decidere in piena libertà del proprio corpo, ma anche perché produrrà conseguenze drammatiche per la salute e la sicurezza delle donne stesse, che in caso di volontà di interrompere la gravidanza si vedranno costrette a praticare aborti clandestini. Una situazione tanto più inaccettabile se si pensa che, come sempre, a pagare il prezzo più alto saranno le donne più fragili, coloro che sono disoccupate o hanno un impiego povero e/o informale, che non garantisce sufficiente sicurezza economica e le costringe a dover scegliere tra il lavoro e la maternità.

Anche in Italia, dove l’interruzione volontaria di gravidanza (Ivg) è stata sancita dalla Legge 194 del 1978, il pieno accesso a questo diritto resta ancora da garantire. La Lombardia, in particolare, è penultima tra le regioni del Paese in termini di rapporto tra numero di consultori e abitanti: malgrado le disposizioni nazionali prevedano un rapporto 1/20mila, a livello lombardo la media è di 1/35mila. Il diritto all’aborto è limitato non solo dalla mancanza di strutture, ma anche dall’alto numero di obiettori di coscienza all’interno del sistema sanitario, una percentuale che raggiunge il 75% negli ospedali di Lecco e Merate e coinvolge medici anestesisti, ginecologi, infermieri e OSS.

La battaglia condotta dalle donne per rendere legale l’Ivg e sancire così il diritto imprescindibile all’autodeterminazione costituisce una grande conquista civile, dalla quale non accetteremo mai di retrocedere nonostante i continui attacchi da parte di governi e istituzioni (non solo negli Usa ma anche in Afghanistan, Polonia, Cile ecc.), che colpiscono i diritti delle donne per dimostrare il proprio potere. La Cgil Lecco da sempre partecipa convintamente alle lotte per i diritti di cittadinanza, come è avvenuto per il DDL Zan e come avverrà in futuro (ad esempio per lo Ius Scholae in discussione in Parlamento). Diamo quindi l’adesione al presidio di giovedì 7 luglio in Piazza Diaz Lecco, per manifestare la nostra solidarietà alle donne statunitensi e chiedere con forza la completa attuazione della Legge 194.

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Giovedì, 07 Luglio 2022 11:45

CHE HA DETTO ?

Grazie alle nostre "entrature" nei Servizi Segreti (israeliani) sappiamo di una lunga telefonata intercorsa tra il Presidente Mario Draghi (MD) e Beppe Grillo (BG) subito dopo l'incontro di Conte con Draghi avvenuto ieri pomeriggio.

BG: Embè, che ha detto ?
MD: Mah, le solite cose: forse esce , forse non esce, dipende dal programma
BG: Programma ? Quale programma ? Quello lo facciamo diverso quasi ogni settimana ! Cosa ca..(censured) dice ?
MD: Mah, ha detto che non si può cancellare il Reddito di Cittadinanza, che non è vero che i giovani stanno in giro a fare un caz .. (censured) perchè "sempre meglio che lavorare" !
BG: Testa di caz.. (censured) E poi ?
MD: poi ha detto che bisogna stabilire il Salario minimo, che con 400 euro al mese non ci compri neanche le caramelle
BG: ma se neanche i Sindacati sono d'accordo ! Lo sai quanti comizi ho fatto io contro i Sindacati, definendoli delle merd.. (censured). Uno anche a Lecco nel 2013 !
MD Lo so Beppe lo so, tu con i Sindacati non sei mai andato d'accordo
BG: Tutti corn.. (censured) e venduti ! E poi ?
MD: E poi guarda, si è quasi messo a piangere. Ha detto che Di Maio gli ha tirato una coltellata nella schiena, che non se l'aspettava, che gli ha portato via quasi tutti i Ministri e metà dei parlamentari.
BG: Così impara, dopo un anno che ha voluto gestire a tutti i costi il Movimento questi sono i risultati. Bel cog.. (censured) !
MD: Guarda, mi ha veramente fatto pena, si vedeva che era proprio depresso: gli ho offerto un Crodino e un altro pacchetto di kleenex (li aveva finiti quasi tutti)
BG: Il Maalox deve prendersi, come ho fatto io alcuni anni fa, una confezione di Maalox, porca tr.. (censured) ! Quindi nulla di fatto, come al solito si trattava di un penultimatum ?
MD: Si, credo proprio di si, posso andare avanti tranquillo. Ah, ha detto che vuole avere delle risposte entro la fine di Luglio.
BG: Ok, allora mandagli una cartolina da Saint Tropez, o dalla Costa Azzurra, come vuoi.
Chiamami appena c'è qualche novità, quel cog. (censured) dobbiamo tenerlo d'occhio !
MD: Non ti preoccupare Beppe, va tutto bene
BP: ok caro, con "Giggino" non ci sono problemi ?
MD: "Giggino" è sdraiato, tutto perfetto
BP: Ciao allora alla prossima
MD: Alla prossima

 

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Giovedì, 07 Luglio 2022 06:41

OL PRET DE RATANA', UNA LEGGENDA VIVA ANCORA OGGI

in Cultura

Dobbiamo ringraziare alcuni lettori, valsassinesi e milanesi, che ogni tanto omaggiano la Biblioteca di Introbio di qualche ottimo libro. A volte sono gialli e polverosi, troppo vecchi e malandati per avere qualche interesse, ma a volte sono libri di un certo interesse. Come quello portato settimana scorsa da una gentile lettrice, "La Milano del Pret di Ratanà" , scritto da Francesco Ogliari e Franco Fava.

Una lettura interessante: ma chi era questo "Pret de Ratanà" (Retenate), cioè Don Giuseppe Gervasini, sospeso "a divinis" dal Cardinale di Milano Andrea Carlo Ferrari nel 1902, all'eta di 35 anni, ma riammesso ai Sacramenti l'anno dopo, la cui fama di santone e promotore di miracoli era giunta anche in Valsassina ?
Per chiarirlo ripubblichiamo alcune note che avevamo scritto più di dieci anni fa per il giornale online che pubblicavamo all'epoca, Leccoprovincia.it.

Ci sia permessa però un'aggiunta che parte dal ricordo orale di due anziani valsassinesi (uno era Andrea Magni di Introbio), tramandataci da altra fonte . Sembra che queste due persone, che facevano i "Cavalanti" (come si diceva all'epoca, cioè gestivano dei cavalli anche per i trasporti) si fossero recati a Milano da Introbio per chiedere la guarigione per due dei loro cavalli che erano malati.

"Potete tornarvene a casa - li apostrofò Don Giuseppe, appena si furono presentati sulla porta - i vostri cavalli sono già morti !" .
Come facesse a saperlo, visto che non avevano neanche avuto il tempo di aprire bocca, è sempre rimasto un mistero. Inutile dire che la triste predizione era vera, come poterono appurare al loro ritorno.

Ma mentre erano ancora lì in quella cascina, furono testimoni di un altro fatto a dir poco sconcertante.

Il rude e corpulento sacerdote prese una bambina tra le braccia, e del tutto all'improvviso la gettò fuori dalla finestra aperta.
La finestra era al primo piano, e subito dopo di corsa  Don Giuseppe uscì fuori, spintonando i due malcapitati, per lanciarsi velocemente sotto la finestra dove scorreva una roggia o un torrente (probabilmente una volta quella cascina era un mulino)  a recuperare tra le acque la povera bambina.

Dallo spavento preso però la povera bambina aveva cominciato a gridare : "Mamma ! Mamma !".

E quella era la soluzione del problema: la povera bambina era infatti rimasta muta da poco dopo la nascita, non si sa se per uno shock uguale a quello provocatole da Don Gervasini, ma sicuramente la "cura"  dell'eccentrico prete, anche se poco ortodossa, le aveva fatto recuperare l'uso della parola .

Miti ? Leggende ? Racconto di un lontano passato di un'Italietta agricola ? Può darsi, però è certo che si trattava di un prete davvero originale e molto caratteristico, e molti altri episodi divertenti vengono raccontati nel libro di Ogliari (famoso storico e professore milanese).

Buona lettura !

Il "Pret de Ratanà": BIOGRAFIA

Giuseppe Gervasini nacque il 1 marzo 1867 a Sant'Ambrogio Olona, in provincia di Varese.
Fin da piccolo visse a Milano, dove giunse con i genitori, che facevano gli osti in citt . Rimasto orfano, visse con uno zio che lo fece studiare. Fin dai tempi della scuola il piccolo Giuseppe si appassion alla botanica, alla medicina, alle scienze, con una passione curiosa che coltivò anche durante il servizio militare.
Soltanto dopo il periodo trascorso nelle fila dell esercito Giuseppe decise di consacrarsi al sacerdozio, diventando Don Giuseppe; infatti inizia a correre veloce per tutta la citt , e non solo, la fama di un prete che guarisce le persone, specialmente i poveri che possono rivolgersi a lui in quanto non chiede alcun compenso per il suo operato.

Tra le tante leggende metropolitane sorte sul conto di Don Gervasini ce n'è una che lo vuole "nemico dei ricchi"; in realtà amici benestanti (si parla addirittura di membri di famiglia Pirelli) ne aveva; ma la sua attenzione era rivolta pi che altro a guarire le persone meno abbienti, che in quegli anni, tra il 1920 e l' inizio della II Guerra Mondiale, non avevano altro modo per farsi medicare.
La sua fama di guaritore (e si narra anche di veggente e stregone ) e forse anche certi suoi modi bruschi, che riservava in modo particolare alle donne, lo resero però presto inviso a certa parte del clero milanese che lo confinò dapprima nel paesino di Retenate (da cui presumibilmente prese il soprannome di Pret de Ratanà) e poi lo sospese "a divinis". Ma don Gervasini non uscì mai dalla Chiesa Cattolica, continuò a dire messa privatamente anche quando gli era stato inibito di farlo in pubblico e venne infine reintegrato a tutti gli effetti, forse grazie all intercessione diretta del Cardinal Ildefonso Schuster (il quale si narra fosse uno dei beneficati del prete).

Il "pret de Ratanà", viveva quasi con nulla, indossava un saio molto liso (spesso con le maniche rimboccate) e offriva tutto quanto riceveva ai più poveri (si dice che facesse sfornare a sue spese tutti i giorni grandi quantit di pane che poi lasciava a disposizione dei bisognosi in una cesta davanti all'uscio della sua casa) ma, a conferma del fatto che anche tra i ricchi aveva degli estimatori, abitava in una villetta nei pressi della cascina Linterno (nel quartiere milanese di Baggio), donatagli appunto da un ricco beneficato.

Qui, nell'ampio orto retrostante l'abitazione, il sacerdote si dedicava ai suoi studi preferiti, cio quelli relativi alle erbe e al loro possibile impiego medico; studi per nulla teorici e molto immediati.
Grazie ai suoi ritrovati molte persone guarirono, ovviamente da mali leggeri. Il prete, che venne investito poi da un alone di fascino e mistero legati a suoi possibili miracoli, era probabilmente un omeopata all' avanguardia, in un periodo dove la chimica non si era ancora sposata con la medicina dando vita alla farmacologia moderna.

In questo senso, grazie alle sue intuizioni e al suo spirito democratico che lo portava a vivere come i poveri e al fianco dei poveri, la sua figura è davvero da additare come un esempio di benefattore della cittadinanza di Milano.
Ma molti venivano anche da più lontano: persino dal lecchese e dalla Valsassina andavano a farsi visitare dal "Pret de Ratanà" (come ricordano ancora oggi alcuni nostri anziani).

Molti, al momento della sua morte, avvenuta il 22 novembre 1941, vollero ringraziarlo facendone scolpire un busto a grandezza naturale da porre sulla sua tomba, al Cimitero Monumentale.
E ancor oggi, a pi di 60 anni dalla sua scomparsa, la sua tomba è meta continua di pellegrinaggi di beneficati e di devoti che ne chiedono l'intercessione, ricoprendone la lapide (che porta incisa la frase: "la fiumana dei tuoi beneficati così ti ricorda e ti ricorderà sempre") di fiori, lumini ed ex voto.
Per questo motivo anni fa la sua tomba, inizialmente posta all'inizio del cimitero, è stata traslata in fondo, per l'esattezza al campo XX, di modo che i suoi numerosissimi visitatori non intralcino i parenti delle persone delle tombe adiacenti.

 




 

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Giovedì, 07 Luglio 2022 06:29

LA SESTA ONDATA È GIÀ QUI

Ci mancava anche la variante di “seconda generazione” di Omicron: sigla BA.2.75, che la cataloga come sottovariante di BA.2 ma molto più contagiosa della “genitrice” e forse anche di Omicron 5, che in questo periodo va per la maggiore e preoccupa gli scienziati. Infatti la sesta ondata di Covid è in pieno arrembaggio e sta dilagando non solo in Italia. Ieri il tasso di contagio nazionale aveva superato il 33%: un tampone positivo ogni tre a testimonianza non sindacabile dell’elevatissima infettività di Omicron 5, recente covariante del mutabilissimo Coronavirus che da quasi due anni e mezzo sta imperversando in tutto il pianeta. Pandemia, appunto. In Lombardia e nel Lecchese va appena meglio visto che i dati forniti da Regione e Ats Brianza riferiscono di percentuali di poco superiori a 26 punti e qualche decimale. E la marea virale non solo non accenna a rallentare ma sembra in fase di costante accelerazione.

Come dimostrano le cifre, fornite dalla sanità regionale, che parlano di uno scatto in avanti dei contagi parametrati su 100 rilievi: lunedì 4 luglio la percentuale di positività aveva segnalato l’asticella al 22,8%. Il giorno successivo l’indice era salito al 26,2 con un aumento netto di 3,4 punti. Mercoledì 6 luglio il parametro si è attestato su un poco confortante 25,9% con 3 nuovi ingressi in terapia intensiva e 68 nei reparti ordinari. Anche il report diffuso da Ats Brianza che fotografa la situazione settimana per settimana fino al 30 giugno scorso, non inducono a facili ottimismi come illustrano le tabelle sottostanti.

 

Come risulta evidente dai dati riprodotti, gli indici di contagio delle ultime settimane sono in risalita pressochè costante in tutta l’area di competenza di Ats Brianza. Lecco non costituisce un’eccezione visto che nella provincia sia le percentuali di casi totali di positività accertate (che comprendono anche eventuali reinfezioni), sia i tassi di prime positività sono in risalita dalla fine di maggio collocandosi fra il 25 e il 28 per cento. E la consolazione legata alla minore gravità degli effetti prodotti dalla variante Omicron 5 non deve indurre ad abbassare la guardia poichè di questo passo le strutture ospedaliere potrebbero tornare a soffire di sovraffollamento: è ovvio che se aumentano gli infetti aumentano anche i ricoveri. Come abbiamo rilevato all’inizio, sembra che Omicron 5 stia producendo altre covarianti già individuate in alcune aree del pianeta. Virologi e ricercatori si stanno infatti impegnando con preoccupazione attorno a BA.2.75, ultimo nato dal capostipite Omicron. Questa covariante sembra in grado di apportare numerose mutazioni alla proteina Spike di Omicron. Il virologo Tom Peacock dell’Imperial College londinese, ha riferito di averne rilevate ben 8 a carico del capside virale, il “cavallo di Troia” che il virus utilizza per accedere alle cellule infettandole. Sembra anche che BA.2.75 sia molto abile nell’eludere le difese anticorpali anche se è ancora presto per valutarne la pericolosità in termini epidemiologici.

Chi conosce l’inglese, per ottenere ulteriori informazioni, può utilmente far riferimento a questo link. Sulle misure da adottare per far fronte alla sesta ondata guidata da Omicron 5, grava dunque l’incognita mutazioni che rappresenta forse il punto interrogativo più importante per la lotta alla pandemia. Intanto il Governo, su iniziativa del ministro Speranza, sta già pensando di estendere la quarta dose di vaccino anche ai sessantenni. Nell’attesa meglio essere prudenti ed evitare assembramenti, soprattutto in ambienti chiusi e tenere a portata di naso la mascherina, preferibilmente FFP2. Insomma il mutante numero 5 di Omicron è molto più contagioso dei predecessori ma, almeno così pare, meno aggressivo. Preoccupano molto, però, le sue notevoli doti trasformistiche che in futuro potrebbero creare ulteriori problemi nella gestione, anche politica e sociale, della pandemia.

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Mercoledì, 06 Luglio 2022 13:55

BENVENUTA LAURA !

Dopo 9 mesi difficili, finalmente è nata LAURA: benvenuta e tanti auguri a lei e alla sua mamma Silvana Spotti
Finalmente a Introbio potremo tornare a tagliarci i capelli (eravamo diventati tutti capelloni come si usava negli anni '70 !)

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Mercoledì, 06 Luglio 2022 11:27

DAI "RAGNI" SPLENDIDE IMMAGINI DAL GRAND CAPUCIN

Il #GrandCapucin (3838 m): il più bell'obelisco del massiccio del #MonteBianco, teatro di innumerevoli grandi salite a cominciare dalla primissima, 98 anni fa, da parte di Adolphe Rey e compagni.
 
La via #Lecco (300 m, 6a e A2 o 8a+) sulla parete sudest è stata aperta nel 1968 da Aldo Anghileri, Guerino Cariboni, Casimiro Ferrari, Carlo Mauri e Pino Negri de I Ragni di Lecco - Arrampicata Alpinism Climbing.
 
È uno spettacolo di granito arancione tra il bianco della neve e l'azzurro del cielo, come raccontano le immagini di Lorenzo Negri – “Ragno” dell'ultimissima generazione – che l'ha ripetuta nei giorni scorsi insieme a Edoardo Carelli.
 
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