VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Giovedì, 11 Marzo 2021 08:06

Gli effetti della Pandemia sul Lavoro Femminile

 Gli effetti della pandemia, come è noto, si sono riverberati in modo particolarmente pesante sulle donne, allargando ulteriormente i gap di genere e mettendo ancor più in le fragilità esistenti

A livello regionale, la riduzione di fatturato 2020 registrata dalle imprese femminili rispetto a quelle maschili risulta più pesante e pari al -29% (> rispetto al calo del 24,3% registrato in media da MPI gestite da uomini). Le motivazioni alla base di questa differenza sono diverse, dalla maggior presenza di donne nei servizi, settore più colpito dalla crisi Covid-19, all’innalzamento del livello di difficoltà nella gestione di attività di cura e di attività lavorative, spesso sovrapposte. Le donne con difficoltà nella gestione dei tempi di cura sono anche quelle che hanno registrato diminuzioni di fatturato più pesanti nel 2020 pari al -31,2% (> rispetto al calo del -25,4% rilevato per le imprenditrici senza alcuna difficoltà rilevante nella conciliazione di tempi di vita e lavoro).

I dati Istat sull’occupazione femminile – gli ultimi disponibili fanno riferimento al III trimestre 2020 – indicano che le donne lombarde con un lavoro sono 41 mila in meno, nel dettaglio nel periodo luglio-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019 si contano 8 mila lavoratrici indipendenti in meno e 34 mila lavoratrici dipendenti in meno. Allargando l’analisi a livello settoriale si osserva un calo maggiore di occupate lombarde nel comparto dei Servizi (-23 mila) seguito dal Manifatturiero (-13 mila) e dalle Costruzioni (-7 mila). Con il numero di indipendenti che si contrae in misura maggiore nel Manifatturiero (-5 mila) e quello delle dipendenti nei Servizi (-18 mila).

Il calo delle occupate in Lombardia, come nelle altre regioni, conseguenza diretta della crisi Covid -19, nonostante le misure di supporto, è determinato anche della diminuzione di nuovi ingressi di donne nel mondo del lavoro: nel 2020 sono state 571 mila le donne entrate nel mercato del lavoro, 150 mila in meno rispetto al 2019. Sempre dati Istat, riferiti al 2019, danno evidenza di alcune disparità di genere che potranno influenzare in modo favorevole o sfavorevole la partecipazione delle donne lombarde nel percorso futuro di ripresa.

I gap a favore delle donne: quota di donne 25-64 anni con almeno un diploma (+6,6 p., 67,8% donne vs 61.2% uomini), quota di donne laureate (+13,6%, 39,8% donne vs 26,2% uomini) e quote di donne che partecipano alla formazione continua (+1 p., 9,6% donne vs 8,6% uomini). I gap a sfavore delle donne: quota di donne con competenze digitali (-6,3 p., 23,4% donne vs 29,7% uomini), quota lavoratrici dipendenti con bassa paga (+3,1 p., 7,4% donne vs 4,3% uomini), quota occupate sovraistruite (+1,9 p., 22,8% donne vs 20,9% uomini), quota occupate a part time involontario (+12 p., 17% donne vs 5% uomini) e ammontare retribuzione media annua delle lavoratrici dipendenti (-31,4%, 21.169 euro donne vs 30.879 uomini).

In Lombardia le imprese registrate gestite da donne sono in totale 179.630 di cui 38.869, il 21,6%, artigiane. Di queste ultime il 14,3% pari a 5.551 sono gestite da giovani under 35 e il 17,9% pari a 6.947 sono gestite da imprenditrici straniere.

IL FOCUS SU LECCO

In provincia di Lecco le imprese femminili registrate nel 2020 sono 5.107 di cui 1.286 artigiane, pari al 25.2%. 205 le attività artigiane gestite da giovani under 35 e 115 da straniere. I settori in cui operano le donne imprenditrici sono: costruzioni 3,7; manifatturiero 22,8; servizi alle imprese 21,4; servizi alle persone 51,8; altro 4,4.

Nel 2020 si contano 14.732 avviamenti di donne dipendenti contro le 16.684 del 2019 con un calo del 11,7% pari a 1.952 ingressi in meno nel mondo del lavoro. Dato positivo in controtendenza da segnalare, è il saldo positivo delle imprese artigiane femminili 2020 su 2019 con 31 unità in più. In Lombardia il saldo chiude in negativo con 72 imprese in meno.

La retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti nella nostra provincia segna invece un gap ancora negativo: se mediamente un uomo guadagna 29.837 euro l’anno, le donne sono ferme a 18.562 euro.

IL SONDAGGIO VERSO L’8 MARZO 2021. E MOLTO OLTRE

I risultati del Sondaggio d’ascolto promosso dal Movimento donne impresa di Confartigianato Lombardia ‘Verso l’8 di marzo 2021. E molto oltre’, effettuato dal 25 febbraio al 3 marzo 2021, a cui hanno partecipato 340 imprenditrici lombarde di MPI e imprese artigiane permettono di raccontare una parte dell’effetto Covid-19 sul mondo delle donne-lavoratrici-imprenditrici. Innanzitutto le donne imprenditrici a capo di MPI e imprese artigiane “al tempo del coronavirus” si definiscono in prevalenza flessibili, multitasking e problem-solver.

Il 38,4% delle imprenditrici ritiene che lo shock pandemico ha reso molto difficile essere donna imprenditrice. Tale percentuale si alza al 41,3% per quelle imprenditrici che regolarmente si prendono cura di persone non autosufficienti e per quelle con figli, al 48,4% per quelle con bambini sotto i 5 anni e al 59,3% per quelle che attualmente hanno difficoltà elevate nel gestire tempi di vita e lavoro.

Partendo dall’idea che le imprenditrici potessero essere più sensibili ai temi della conciliazione, abbiamo indagato quali fossero le soluzioni adottate per agevolare dipendenti e collaboratori, donne e uomini, nella gestione dei tempi di cura: nel 43% dei casi concedono flessibilità dell’orario di lavoro, nell’11,6% dei casi concedono ai dipendenti uomini flessibilità maggiore per dargli modo di condividere con mogli/ compagne la gestione di tempo di cura e nel 6,6% dei casi concedono uno o più giorni di lavoro in smart working. Va tenuto conto che questa ultima soluzione spesso non è applicabile nelle piccole realtà o per tipo di attività svolta (es. acconciatore) o per necessaria presenza in azienda (es. attività in area produttiva). Il Covid-19, come noto, ha spinto la transizione digitale, ad esempio avvicinando un numero maggiore di individui all’utilizzo di strumenti digitali per effettuare molte attività quotidiane quali la spesa di prodotti alimentari, il pagamento di bollette, la prenotazione di visite mediche o altri appuntamenti, etc.

Dalla survey si rileva che gli strumenti digitali sono stati di massima importanza e di elevato supporto per lo svolgimento sia di attività di cura che lavorative, spesso sovrapposte, per il 67% delle imprenditrici. Quota che si alza al 70% per le imprenditrici che a causa della diffusione del virus hanno visto incrementare le difficoltà di gestione di attività di cura.

In particolare rispetto al periodo pre emergenza le imprenditrici hanno fatto maggior ricorso a strumenti digitali per: attività di impresa (46,3%), tempo individuale/personale (41,3%), svolgimento di attività di cura (35,5%) e attività domestiche (22,3%).

A fronte dell’evidenza che lo tsunami pandemico ha contribuito a dare visibilità maggiore alle disparità di genere, alla domanda “Come ridurre le differenze di genere?” le imprenditrici individuano come prioritario promuovere un’educazione socio-culturale per sradicare gli stereotipi di genere (52,9%), incrementare la presenza di donne in luoghi decisionali (governo, task force) (39,7%), introdurre un welfare aziendale volto ad armonizzare vita familiare e lavorativa (35,5%), ridurre il gap retributivo (32,2%) e ripensare i modelli di business e organizzativi delle imprese (31,8%).

Interpellate sulle prossime conquiste che vorrebbero raggiungere, le intervistate hanno indicato prevalentemente: autonomia, rispetto, maternità retribuita per indipendenti, cambiamento culturale, fiducia, considerazione, condivisione del tempo di cura, libertà di scelta, non dover scegliere tra lavoro e famiglia, tutele, opportunità, sicurezza, parità di competenze, più tempo, nessuna rinuncia e tranquillità.

La Presidente del Movimento Donne Impresa di Confartigianato Lombardia e Lecco, Elena Ghezzi, commenta così i risultati emersi dalla survey: “Le donne imprenditrici lombarde vogliono che il loro ruolo venga maggiormente riconosciuto, chiedono una reale integrazione, di essere valutate sulla base del merito, delle capacità e delle competenze. Nella maggior parte dei casi non chiedono un tipo di parità “da quote rosa”: tanto che alla domanda ‘Cosa ne pensa della frase del Presidente Draghi “Una vera parità di genere non significa un farisaico rispetto di quote rosa richieste dalla legge: richiede che siano garantite parità di condizioni competitive tra generi” il 56,2% si dichiara completamente d’accordo. Crediamo sia necessario ripartire da una considerazione: per raggiungere la parità nel mondo del lavoro, dovremmo creare le condizioni perché ci sia reale condivisione anche nel lavoro di cura. È uno degli insegnamenti che ci lascia questa pandemia: la perdita più elevata di lavoratrici rispetto ai lavoratori in un momento di emergenza è un campanello d’allarme, che dovrebbe essere vissuto come un fallimento sul quale interrogarsi. È il segnale che qualcosa, nel mercato del lavoro, non sta funzionando. Vorremmo che questa esperienza potesse essere il punto di partenza per una riflessione più ampia verso un cambiamento, sociale e culturale, che vada nella direzione indicata dal nostro Presidente del Consiglio, la ricerca di una reale parità di condizioni competitive”.

Leggi tutto...
Giovedì, 11 Marzo 2021 07:51

LA VALSASSINA E LA COSTITUZIONE

in Cultura

Tra le tante esperienze delle quali i valsassinesi vanno fieri, oltre all’arte della lavorazione del ferro e dell’industria casearia, ce n’è una che pochi conoscono, ma tanti ci invidiano ovvero la partecipazione determinante alla redazione della Costituzione della Repubblica Italiana ed il portale Valbiandino.net ci dà l’opportunità per rammentarlo. Essa fu approvata dall'Assemblea Costituente il 22 dicembre 1947 e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27 dicembre seguente. L'Assemblea fu eletta con un sistema proporzionale e furono assegnati 556 seggi, distribuiti in 31 collegi elettorali.

La distribuzione dei seggi nell'Assemblea Costituente avvenne tra i seguenti raggruppamenti politici:
• Partito Comunista Italiano,
• Partito Socialista di Unità Proletaria,
• Partito d'Azione,
• Partito Repubblicano Italiano,
• Movimento per l'Indipendenza della Sicilia,
• Partito Sardo d'Azione,
• Democrazia Cristiana,
• Unione Democratica Nazionale,
• Blocco Nazionale della Libertà,
• Fronte dell'Uomo Qualunque.

Appena eletta, l'Assemblea nominò al suo interno una Commissione per la Costituzione, composta di 75 membri incaricati di stendere il progetto generale.
A sua volta, la Commissione si suddivise in tre sottocommissioni: diritti e doveri dei cittadini, organizzazione costituzionale dello Stato e rapporti economici e sociali.
Il “comitato di redazione” o “comitato dei 18” - dal nome dei 18 giuristi che lo componevano - aveva il compito di coordinare il lavoro delle singole sottocommissioni ed elaborare il testo del progetto di Costituzione votato dalla Commissione dei 75. E qui entra in gioco il sen. Giovanni Uberti, figlio di genitori entrambi valsassinesi e con un ruolo tutt’altro che di secondo piano..
Il comitato era formato dall'ufficio di Presidenza della Commissione dei 75 con l'aggiunta di ulteriori membri, in modo da rappresentare tutti i gruppi politici.

Il Comitato di redazione non solo ebbe un ruolo essenziale nell'elaborazione del progetto di Costituzione, ma agì nel dibattito dell'Assemblea plenaria, in nome della Commissione dei 75, anche dopo la conclusione dei lavori.
Uno dei motivi di attrito tra le forze politiche consisteva nel fatto che il comitato di redazione, nonostante il suo ruolo, agiva in regime di non pubblicità ovvero non redigeva verbali sui lavori fatti.
Ma intanto l’iter costitutivo procedeva celermente e questo era fondamentale in un periodo politicamente incerto ed economicamente difficile come quello del dopoguerra.
Saranno altri interventi a svelarci fatti che hanno interessato ed interessano ancora l’opinione pubblica nazionale, come è il caso dello Smemorato di Collegno, interpretato da Totò in un film di Mario Monicelli.

Leggi tutto...
Giovedì, 11 Marzo 2021 07:15

ENRICO LETTA SEGRETARIO DEL PD ? SAREBBE BELLO

E`in queste ore che l`ex Presidente del Consiglio Enrico Letta dovra` decidere se abbandonare, almeno momentaneamente, il suo ruolo di insegnante di Scienze Politiche a Parigi, e tornare alla politica attiva alla guida di un Partito disastrato, dopo la caduta del Governo Conte 2, oppure no.

Inutile dire che molti di noi fanno il tifo perche` Letta accetti un incarico che fino a qualche giorno fa sembrava utopistico ("Adesso ho scelto di fare un altro lavoro" , ha ripetuto mille volte in passato).

Enrico Letta sarebbe un segretario di prestigio, e` una persona retta, sana e intelligente, come lo sono anche molti amministratori locali del PD, a cui giustamente si vorrebbe dare piu` spazio nella gestione del Partito.

E` venuto piu` volte a convegni tenutisi in provincia di Lecco (nell`aprile 2019 al Politecnico), l`ho conosciuto personalmente in un incontro tenutosi nel 2002 a Morbegno (c`era ancora la Margherita). E` stato un bravissimo Ministro dell`Economia insieme a Bersani, e un ottimo Primo Ministro, anche al netto delle polemiche sulla Ministra dell`immigrazione Cecile Kyenge, una sua ottima intuizione che purtroppo nessuno dei suoi successori ha avuto il coraggio di replicare.

Sarebbe sicuramente l`ideale per un Partito ormai dilaniato dalle correnti, in cui il divertimento principale, su questo aveva ragione Renzi, e` quello di sparare al bersaglio sui propri Segretari.

Perche` il problema, sia chiaro, non e` il Segretario: il problema e` proprio il PD. Un Partito nato nel 2007 proprio sulla autonomia delle correnti, sul modello democristiano per cui a qualsiasi leader veniva concesso di costruire la propria organizzazione correntizia, indipendentemente dal pensiero politico, e avendo in comune soltanto la "vocazione di Governo", come si e` visto in questi ultimi anni, e una sbandierata , quanto generica, "volonta` riformista".

Su questi presupposti , gli unici che potevano tenere insieme personalita` provenienti da esperienze politiche diverse se non opposte, cioe` ex democristiani ed ex comunisti, e` stato fondato il PD ai tempi di Walter Veltroni.

Una nuova Democrazia Cristiana senza neanche il collante, o la giustificazione, di una comune matrice religiosa cattolica: puo` stare in piedi su questa base un Partito in cui c`e` qualcuno che dice l`esatto contrario di quello che dice il suo vicino di seggio ?
Come accadde, solo per fare un esempio, sul caso di Eluana Englaro, in cui una Deputata lecchese, Lucia Codurelli, si schiero` per la liberta` di scelta sull`eutanasia, e il suo vicino, Antonio Rusconi, per l`opposto.

Probabilmente no, e infatti moltissimi se ne sono andati: a Sinistra, come Massimo d`Alema ( che aveva promosso una incredibile inziativa contro il Referendum voluto dal suo stesso Partito) e a Destra, a partire dallo stesso Renzi, che con Letta si comporto` in maniera poco dignitosa, sgambettandolo maleducatamente e dandogli una gomitata ("Fatti in piu` in la`", a mo` delle sorelle Bandiera) perche` lui voleva "accelerare" sul Governo e fare una riforma importante al mese (si e` visto !).

Rimane nel PD, dopo ormai quasi 15 anni, un corpo centrale un po` stranito, ma pronto a fare la sua parte, che ha superato le origini ideologiche divaricanti per concentrarsi sull`attivita` politica contingente, sulle"cose da fare", sul "lavorare per i cittadini" giorno per giorno.
Un po` poco , forse , per caratterizzare un movimento politico: abbastanza, forse, per Enrico Letta.
E` quello che tutti noi speriamo.
L`ultima chance, dopo le improvvise e choccanti dimissioni di Nicola Zingaretti.

Leggi tutto...
Mercoledì, 10 Marzo 2021 16:59

RIUNITO DAL PREFETTO DI LECCO IN VIDEOCONFERENZA IL CONSIGLIO TERRITORIALE PER L’IMMIGRAZIONE

Si è riunito stamattina in videoconferenza il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, presieduto dal Prefetto di Lecco, Castrese De Rosa.
All’ordine del giorno le nuove necessità e le istanze della popolazione migrante: “la crisi economica e sociale derivata dalla pandemia sta rappresentando un rischio non solo di impoverimento e marginalizzazione dei soggetti più deboli – ha segnalato il Prefetto - ma anche un ostacolo ai percorsi di integrazione che un territorio come quello di Lecco deve continuare a offrire.”.
Sono stati condivisi i dati sulla popolazione migrante residente (ad oggi circa 28.0000 abitanti) e l’incidenza della stessa sulla popolazione provinciale (8% circa).
Nel corso della riunione sono state affrontate anche le problematiche connesse alla gestione dei procedimenti amministrativi in materia di immigrazione, ai quali nel 2020 si è aggiunta la procedura straordinaria dell’emersione di lavoro, che la Prefettura sta continuando a trattare. Le istanze pervenute sono 1146, tutte già istruite e in corso di definizione.
È stato anticipato, inoltre, l’avvio nei prossimi mesi del progetto FAMI – che ha ricevuto nei giorni scorsi l’approvazione del Ministero dell’Interno - denominato “Accogliere, Orientare, Includere”, attraverso il quale, da un lato, sarà rafforzata la capacità di risposta della Prefettura alle istanze dell’utenza, dall’altro, verranno implementati i processi di governance del fenomeno migratorio a livello provinciale.
Agli attori territoriali della gestione del fenomeno migratorio il Prefetto ha chiesto di fare sistema e rappresentare le problematiche poste dalla popolazione migrante, contribuendo a prestare assistenza in termini di informazione e orientamento a supporto dell’azione svolta dalla Prefettura.
Numerosi gli interventi di tutti i partecipanti, che, nell’esprimere soddisfazione per il rinnovato impulso all’attività di un organismo fondamentale per il processo di integrazione/inclusione, hanno posto sul tavolo della discussione significativi spunti di riflessione: dal disagio sociale a quello psicologico, dalle problematiche collegate alla regolarizzazione dei titoli di soggiorno al tema della cultura imprenditoriale di chi, proveniente da Paesi stranieri, intende intraprendere iniziative economiche in Italia.
Il Prefetto De Rosa, nel ringraziare tutti gli intervenuti, li ha esortati a fare rete: “questo è solo il primo di una serie di incontri nei quali credo fortemente, perché ciascun Ente, se vuole risolvere i problemi da solo, non fa molta strada. Auspico un Consiglio Territoriale per l’Immigrazione periodicamente riunito, protagonista della soluzione dei problemi connessi all’immigrazione nella provincia di Lecco”.
Leggi tutto...
Mercoledì, 10 Marzo 2021 14:40

VILLA MONASTERO: DEFINITO IL CALENDARIO DI MOSTRE E INIZIATIVE CULTURALI PER IL 2021

in Cultura

La Provincia di Lecco ha definito le mostre e le iniziative culturali programmate per il 2021 a Villa Monastero di Varenna, che verranno proposte in base alle disposizioni governative e regionali sull’emergenza sanitaria in atto, adottando tutte le misure necessarie a garantire la massima sicurezza dei visitatori.

“Il calendario delle mostre – commenta il Consigliere provinciale delegato alla Cultura e al Turismo Irene Alfaroli – si presenta anche quest’anno assai ricco e vario, con numerosi eventi rivolti ai visitatori. Grazie alle costanti attività di studio e ricerca nel corso degli anni finalizzate alla valorizzazione di questa storica dimora lariana, i nuovi appuntamenti offerti al pubblico permettono opportuni e interessanti approfondimenti sulle vicende storiche e artistiche della Villa, poste in relazione con il territorio provinciale. Oltre alla mostre già definite, stiamo lavorando anche su altre iniziative culturali, che verranno presto definite”.

In occasione della Giornata internazionale della donna (8 marzo) sui canali social Instagram e Facebook di Villa Monastero sono state ricordate le figure femminili che hanno caratterizzato la storia di questa dimora lariana che si protrae nell’arco di otto secoli, dalla fondazione del monastero alla fine del XII secolo fino al pieno Novecento.

Dal 27 marzo al 9 maggio nello spazio espositivo di Villa Monastero verrà presentata la mostra fotografica #scatta l’estate con Acel Energie – Un contest fotografico per scoprire i paesaggi del cuore dei nostri territori.

Nel medesimo spazio dal 15 maggio al 6 giugno si terrà la mostra fotografica di Federico Wilhelm intitolata Testa o croce.

Da sabato 8 maggio, in occasione delle celebrazioni per il Bicentenario della morte di Napoleone Bonaparte, sarà possibile rileggere le collezioni della Casa Museo attraverso un percorso di approfondimento sulle opere neoclassiche presenti nella Villa e nel Giardino botanico, dove si conserva il gruppo scultoreo dedicato alla Clemenza di Tito realizzato dallo scultore Giovan Battista Comolli, autore di numerosi ritratti di Napoleone. Il noto gruppo venne eseguito nel 1830 poco prima della morte dell’artista, di cui lo scorso anno si è ricordato l’anniversario.

Sempre in riferimento al Bicentenario è stata programmata la mostra Tracce napoleoniche nelle collezioni lariane, tra curiosità, inediti ritratti e noti fasti, che si terrà dal 25 settembre 2021 al 30 gennaio 2022 in occasione delle Giornate europee del Patrimonio, curata dal conservatore Anna Ranzi e dallo studioso Francesco D’Alessio. Verranno presentati dipinti, stampe, documenti, immagini, oggetti di uso quotidiano di raffinata provenienza, che illustrano e testimoniano il successo e la diffusione anche in territorio lariano della fama di questo storico personaggio.

maggio, in relazione alla Giornata internazionale dei Musei 2021 Icom (International Council of Museums), verrà presentata la donazione, recentemente acquisita grazie alla generosità della famiglia proprietaria, di una importante pergamena manoscritta risalente al 1204: si tratta di un documento di compra/vendita in cui è citato per la prima volta il monastero femminile cistercense di Santa Maria, fondato alla fine del XII secolo, dalla cui trasformazione seicentesca è nata la Villa. Venerdì 21 maggio la pergamena verrà infatti proposta al pubblico dopo l’accurato studio condotto da Antonio Battaglia.

luglio e agosto si svolgerà la manifestazione Antonio Venini (1858-1941): il fascino del lago e della natura nei paesaggi varennesi, dedicata all’artista milanese di cui si celebrano gli 80 anni della scomparsa; allievo e amico di Francesco Didioni, di cui seguì i corsi e con il quale frequentò gli ambienti accademici, il pittore espose per la prima volta pubblicamente alla Permanente di Milano nel 1890 un dipinto ambientato a Varenna; trascorse in questa località lunghi periodi nella bella villa della famiglia, descrivendo l’aspetto del borgo in immagini di indubbio fascino naturalistico.

La stagione si chiuderà a dicembre e nel periodo natalizio con una mostra dedicata a un interessante dipinto di ambito leonardesco di soggetto religioso, che contribuirà ad allietare i visitatori durante le feste.

Nel frattempo sono state prorogate fino al 16 maggio le due mostre attualmente in corso: Fiori nel vento – ventole e ventagli floreali dell’Ottocento e Carte in… Cantate. Antonio Ghislanzoni e Amilcare Ponchielli attraverso le lettere dell’Archivio di Villa Monastero e altri inediti documenti, con scenografie di Luigi Bartezago.

Per informazioni: www.villamonastero.euwww.facebook.com/villamonasterolc e www.instagram.com/villamonastero.

 
Leggi tutto...
Mercoledì, 10 Marzo 2021 08:24

LA CRISI HA COLPITO SOPRATTUTTO LE DONNE. SERVONO POLITICHE ADEGUATE.

“A distanza di un anno dall’inizio del primo lockdown, che ha stravolto i ritmi di vita delle famiglie e delle nostre comunità, a pagare il prezzo più alto da un punto di vista del lavoro sono state le donne. La caduta del tasso di occupazione, infatti, è stata quasi il doppio tra le donne rispetto agli uomini, -1,3 contro -0,7 punti percentuali”. Lo rende noto Alessandra Locatelli, assessore regionale alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità.

Per le donne la pandemia rappresenta un freno

“Complessivamente quasi un terzo delle donne ritiene che sulla strada della parità di genere la pandemia abbia rappresentato un freno e i numeri lo confermano. Anche in Lombardia – spiega Locatelli – si registra un peggioramento degli indicatori relativi al tasso di disoccupazione tra le donne. Ciò a indicare la difficoltà di ingresso e lo scoraggiamento tra la forza lavoro femminile”. “In un contesto di questo tipo – continua – i nostri sforzi devono quindi concentrarsi nell’evitare che le donne vengano penalizzate. Rafforzandone la figura anche con strategie di welfare aziendale mirate e garantendo pari opportunità di accesso ai percorsi di formazione, di occupazione e di carriera”. “È fondamentale – sottolinea l’assessore – continuare a sostenere tutti gli ambiti, a livello privato, associativo e istituzionale, che lavorano per incoraggiare le donne a raggiungere i risultati che desiderano”.

Riflessione sui carichi di lavoro familiari ed extrafmiliari

“Queste azioni – rimarca l’assessore – non possono prescindere dall’avvio di una seria riflessione sul tema della condivisione dei carichi di lavoro a livello familiare ed extra familiare. Proponendo quindi politiche efficaci affinché le donne non rischino di uscire dal mercato del lavoro. In un momento così difficile dal punto di vista della crisi sociale ed economica”.

Da Regione richiesta al Governo

“A tal proposito – conclude l’assessore Locatelli – Regione Lombardia ha già espresso al Governo la necessità di intervenire con urgenza con adeguati congedi parentali in relazione ad eventuali ulteriori misure di chiusura delle scuole e con il ripristino del bonus babysitter, ma è importante rivolgersi anche alle aziende attraverso adeguati incentivi”.

Leggi tutto...
Mercoledì, 10 Marzo 2021 07:26

PROSEGUE LA VACCINAZIONE MASSIVA ANTI COVID. INTROBIO SI CONFERMA COME ESEMPIO DA REPLICARE.

CAMPAGNA DI VACCINAZIONE ANTI COVID 19: VACCINAZIONE MASSIVA E AGGIORNAMENTI

Sono state definite le indicazioni riguardanti la vaccinazione massiva per Regione Lombardia e, in particolare, per l’Agenzia di Tutela della Salute della Brianza.

La campagna di vaccinazione massiva ha l’obiettivo di vaccinare il maggior numero di persone possibili, nel più breve tempo possibile.

“Un impegno rilevante e necessario – spiega il Direttore Generale di ATS Brianza Silvano Casazza - che vedrà coinvolte in un lavoro sinergico tutte le realtà sanitarie e istituzionali del territorio, come già sta avvenendo in questa fase della campagna vaccinale”.

I numeri sono davvero importanti: “La vaccinazione di massa antiCovid – continua il dott. Casazza - prevede per l’ATS Brianza una popolazione di 1.137.000 soggetti da vaccinare, con 27.000 circa inoculi al giorno previsti”.

Sul territorio di ATS Brianza sono stati individuati come punti vaccinali massivi l’Autodromo di Monza (paddock), l’ex area Philips di Monza, Lariofiere a Erba e MB Carate Brianza Polaris Studio.

“Questi centri permetteranno di vaccinare 12.400 cittadini al giorno – evidenzia il Direttore Generale di ATS Brianza – mentre i restanti 14.700 cittadini al giorno per arrivare al target di 27.000 previsto verranno gestiti dalle Asst del territorio (Ospedale di Lecco, Merate, Desio, Carate, Vimercate e Monza), i diversi punti vaccinali che apriremo sul territorio delle due province, in collaborazione con i medici di medicina generale, i comuni e la protezione civile, e nei centri privati accreditati che verranno coinvolti. Questo permetterà, vista anche la conformazione territoriale delle due province, di poter gestire tanti cittadini in centri più vicini al domicilio e quindi più comodi. Chiaramente poi, grazie all’impegno dei nostri medici USCA e dei Medici di Medicina Generale, vaccineremo a domicilio i cittadini che non possono recarsi nei centri vaccinali”.

Nel frattempo continua la vaccinazione degli over 80, in concomitanza con la fase 1bis (ospiti e lavoratori delle strutture per disabili, così come odontoiatri, infermieri, farmacisti e altri operatori sanitari non dipendenti di strutture ospedaliere, personale degli ambulatori e dei laboratori privati non accreditati) e la vaccinazione delle forze dell’ordine. Da lunedì partiranno anche gli inoculi per il personale scolastico.

Al momento vengono vaccinate circa 1.600 persone al giorno in ATS Brianza (600 pv Lecco, 1000 pv Monza) di cui circa 1.150 over 80 (400 pv Lecco, 750 pv Monza). Numeri che verranno implementati lunedì con la creazione di nuove linee per il personale scolastico e con le vaccinazioni nelle strutture private accreditate.

“Nel frattempo – conclude il dott. Casazza – va evidenziato l’esempio davvero positivo del centro vaccinale di Introbio che serve tutta la Valsassina attivato pochi giorni fa. Per questo stiamo definendo, insieme alle ASST, Comuni, Medici di Medicina Generale, Protezione Civile e terzo settore, l’apertura nei prossimi giorni di altri centri vaccinali sparsi sul territorio che permetteranno sia di incrementare i numeri ma anche di fornire un luogo più vicino al cittadino dove vaccinarsi”.

 

Leggi tutto...
Martedì, 09 Marzo 2021 18:32

IL SORRISO DEI NOSTRI ANZIANI

Notizie non buone dal fronte.

Le varianti si diffondono così come gli esperti avevano previsto e l'ipotesi di tornare in zona rossa si sta facendo sempre più concreta.

Oggi abbiamo appreso che per tornare alla normalità ci vorranno dai 7 ai 15 mesi, sempre che si riesca a vaccinare 240.000 italiani al giorno.

In più i dati che arrivano dall'ATS della Brianza (la nostra, anche se con la Brianza c'entriamo poco) segnalano che nell'Ambito di Bellano (in pratica tutto il territorio della Comunità Montana più Lierna, Mandello e Abbadia) si sarebbero superati i 250 casi ogni 100.000 abitanti, soglia oltre la quale in modo automatico si dovrebbe finire in "rosso".

Una buona notizia, in questo freddo inizio di marzo, fortunatamente c'è, ed è che al Presidio di Introbio le vaccinazioni degli over 80 continuano: i nostri anziani stanno ricevendo cure ed affetto, e questo non può che rassenerare un po' il clima.

Che però continua ad essere molto nuvoloso soprattutto sul versante scuola, visto che corre voce di una manifestazione che un gruppo di genitori starebbe organizzando per protestare contro la didattica a distanza anche dalle nostre parti così come avvenuto e avviene in grandi città.

A cosa possano portare iniziative simili (del tutto legittime e comprensibili naturalmente) non è chiaro: il contagio (a meno che ci stiano vendendo numeri falsi o che "il covid non esiste" come affermano i negazionisti della prima e dell'ultima ora) cresce, e con il contagio crescono i ricoverati in reparto e quelli in intensiva.

Le testimonianze degli operatori sanitari confermano una situazione al limite e non si vede come qualsiasi autorità possa oggi responsabilmente disporre un rientro nelle aule prima che la buriana sia passata almeno un po'.

E' vero che la scuola è un posto sicuro: temperature all'ingresso, distanziamento, mascherine, finestre aperte nonostante la stagione, ricreazioni iper controllate. Ma allora se i maggiori contagi nelle ultime settimane riguardano la fascia di età dagli 11 ai 19 anni, il Covid questi ragazzi dove lo prendono?  Solo sui mezzi di trasporto?

Con il senno di poi il pensiero che tre settimane e quattro weekend in giallo forse siano stati un azzardo (a fin di bene) circola anche se fa logicamente fatica ad emergere. La decisione si basava su speranza e fiducia, entrambe, come abbiamo visto, mal corrisposte.

E così oggi, ad un anno dal lockdown del 2020, siamo qui ad attenderci un provvedimento simile, come se dodici mesi non fossero serviti a niente, e poco serve come consolazione il vedere che in tutta Europa, tranne rari e forse rivedibili casi, la situazione è la stessa, indipendentemente da chi governa e dagli sforzi che fa.

Il Covid non ha risparmiato (e non sta risparmiando) nessuno e solo una campagna vaccinale "da guerra" potrà tirarcene fuori (in Israele ci sono riusciti, ma, si sà, quella terra prima di tutto è santa e poi straricca di risorse, oltre che abituata da millenni alla guerra).

L'anno scorso, però, i vaccini non c'erano. Oggi sì, ed è questo che ci deve aiutare ad accettare altri probabili sacrifici con la consapevolezza che stavolta non saranno inutili.

E nei sorrisi dei nostri anziani che escono vaccinati dal Presst di Introbio possiamo trovare conforto ed esempio.

Riccardo Benedetti

 

 

 

Leggi tutto...
Martedì, 09 Marzo 2021 09:11

A Premana e a Cremeno si puo` chiedere la didattica in presenza

In casi eccezionali , bambini con Bisogno Specifici di Apprendimento o figli di operatori sanitari, sia a Premana (Preside Maria Luisa Montagna) che all`ICS di Cremeno (Preside Renato Cazzaniga) e` permesso ai genitori di chiedere la Didattica in Presenza.
Questo almeno fino a Venerdi 12 Marzo, quando usciranno ordinanze piu` specifiche in merito.
Riportiamo il comunicato dell`ICS di Premana.

RICHIESTE DIDATTICA IN PRESENZA

Puntuali e motivate richieste di svolgere la didattica in presenza, presentate da famiglie in cui entrambi i genitori sono impegnati nella cura e nell’assistenza ai malati e/o sono direttamente impegnati in servizi pubblici essenziali volti al contenimento della pandemia, verranno accolte in considerazione del necessario e primario obbligo di rispetto delle misure per la prevenzione e la gestione dell’emergenza, nonché delle opportune condizioni organizzative che possono essere messe in campo dalla scuola

La dirigente scolastica,
Maria Luisa Montagna

Leggi tutto...
Pagina 689 di 721