VALBIANDINO.NET

Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Martedì, 09 Marzo 2021 08:04

I PREFETTI INVITATI A MAGGIORI CONTROLLI

È stata inviata ai prefetti la circolare a firma del capo di Gabinetto, Bruno Frattasi, con la quale si forniscono alcune indicazioni in merito alle misure di contenimento e contrasto della diffusione del contagio da Covid 19 contenute nel decreto del Presidente del consiglio dei ministri del 2 marzo 2021.
Questo ultimo dpcm - che ha sostituito quello del 14 gennaio 2021 - trova applicazione dal 6 marzo 2021 e fino al 6 aprile 2021.
L'impianto del nuovo provvedimento conferma in larga parte le misure attualmente in vigore.

Atteso il permanere della necessità di modulare gli interventi di contrasto alla pandemia in ragione delle differenti criticità rilevate nei territori, graduando la severità delle misure in base alla maggiore diffusione del virus e alla capacità di tenuta dei servizi sanitari, anche il nuovo decreto prevede un regime differenziato sul territorio nazionale, con misure progressivamente più restrittive in ragione dei diversi scenari di rischio: zona bianca, zona gialla, zona arancione e, infine, zona rossa.

La circolare richiama l'esigenza che i prefetti adottino ogni iniziativa necessaria per una più efficace attività di controllo. Tenuto conto, inoltre, di una possibile recrudescenza dei contagi richiama anche l'esigenza di pianificare servizi di controllo mirati, con il concorso delle polizie locali, nelle zone urbane usualmente interessate dal fenomeno della movida.

Leggi tutto...
Martedì, 09 Marzo 2021 06:51

LA DAD NON PIACE ALLE MAMME

I commenti delle mamme sulla DAD alle Elementari!

“Ma che gran rottura di scatole!”..questa la prima esclamazione all'unanimità della maggior
parte delle mamme con figli tra i 6 e i 10 anni.
Il povero preside della nostra scuola elementare di un paese della provincia di Monza e
Brianza, si è preso più insulti dello stesso Presidente Attilio Fontana, quando alle ore 16,15
di giovedì 4 marzo , pochi minuti prima del suono della campanella, ha avvisato tutti i
genitori nel piazzale che “da domani andiamo tutti in DAD”.

Tra i commenti spontanei sicuramente abbiamo sentito: “speriamo sia solo per una
settimana”, una speranza sommessa che ci riporta all`ormai lontano 24 febbraio 2020.

E invece è passato un anno e siamo ancora messi così male, per passare poi a “come saranno divisi i bambini?!”, “quanti computer ci servono?” e “ ma dove diavolo li metto questi bambini?!” (quelli che non hanno nonni o zii/zie a cui affidarli).

Si perchè la rabbia dei genitori, in particolare delle mamme, oltre al fatto di doversi sostituire ai maestri, perchè mi spiace deludervi, ma un bambino di 8 anni dalla dad capisce poco e nulla e quindi tocca a noi mamme rispiegare tutto, è che questi benedetti bambini a casa da soli non li puoi lasciare!!

Dai nonni non li puoi portare, perchè si contagiano, le baby sitter non si possono far
entrare in casa, la scuola è chiusa... e se le mamme lavorano?!... chissenefrega!

La donna può perdere il posto di lavoro perché a un anno dall'inizio di questa triste storia ancora lo Stato non e` riuscito ad organizzare le scuole per assicurare la didattica in presenza!! Vergogna!

Torniamo al Medioevo allora, con la donna a casa a badare alla prole... perchè non tutte le donne possono permettersi di perdere il posto di lavoro per la dad.

E chi è solo? separato? O ancora peggio vedovo\vedova?
Ma, caro Presidente del Consiglio Draghi, Lei ci pensa a queste cose prima di emettere i DPCM di `sto cavolo?!

Che poi vorremmo una spiegazione sul perché gli asili nido possano rimanere aperti.. dove l’uso delle mascherine e il distanziamento sono ovviamente vietati... scusi il Covid fa preferenze?o forse lei pensa che un bambino dai 3 anni in su possa fare autogestione?

Attendiamo spiegazioni... ma nel frattempo...Avete veramente rotto !

Trovate una soluzione prima che il popolo delle mamme si armi per un attacco al parlamento, perché, come la storia
insegna, portare i cittadini all’esasperazione porta a rivolte non sempre pacifiche, soprattutto quando di mezzo ci vanno i bambini!

firmato: Ilaria, una mamma molto "incavolata" ! "

Nota redazionale: anche in Valsassina sappiamo di chat tra genitori molto "infiammate" (a dir poco). La situazione e` difficile, gli animi sempre piu` esasperati, molte donne hanno grosse difficolta` col lavoro o l`hanno addirittura perso (100.000 donne hanno perso il lavoro in questo ultimo anno).
Non aiuta lo scaricare compiti e richieste sulle spalle di genitori gia` provati dal dover tenere in casa i bambini: la DAD non e` delegare il lavoro degli insegnanti alle famiglie, bisogna agire con molta prudenza e flessibilita`.

La DAD potrebbe invece essere un`occasione per rinnovare il lavoro didattico, tramite la multimedialita` ed altre possibilita` offerte dalla nuove tecnologie, ma non funziona se vista come semplice riproposizione di schemi didattici uguali a quelli vigenti in classe.
E` necessaria a questo proposito una ulteriore riflessione, in particolare da parte del corpo insegnante, soprattutto riguardo ai bambini piu` piccoli e piu` fragili.

 

Leggi tutto...
Martedì, 09 Marzo 2021 06:26

La scomparsa di Flavio Selva una grave perdita per la cultura valsassinese

E` con vero dolore che apprendiamo della scomparsa di Flavio Selva, 81 anni, morto a Milano dopo una breve malattia.
Conosciutissimo in Valsassina, soprattutto a Primaluna dove abitava, tra i fondatori della Associazione Amici della Torre nel 2001, di cui e` stato protagonista e per alcuni anni anche Presidente, insieme al professore introbiese Marco Sampietro, Flavio Selva era una presenza amabile e rassicurante, in molte delle manifestazioni e delle mostre organizzate dall'Associazione, soprattutto durante il periodo estivo.

Profondamente ambientalista, conoscitore delle piante, dei funghi e della vegetazione, si era battuto per la conservazione pero` delle opere storiche, dei reperti, delle testimonianze che i nostri padri ci hanno lasciato ma che troppe volte sono state demolite da Sindaci valsassinesi poco lungimiranti.

Era stato duramente colpito nei suoi affetti personali dalla tragica morte della moglie Pina, travolta da un`auto nel 2012 mentre attraversava la strada davanti a un supermercato, ma non aveva mai perso il suo sorriso e la sua caratteristica bonomia.
Con Flavio Selva la Valsassina perde uno dei suoi cultori storici, una persona abituata a lavorare dietro le file, senza manie di protagonismo e senza volersi mettere in evidenza, ma con la tenacia e la semplicita` di una persona vera.

Alla famiglia, ai figli e ai nipoti a cui era legatissimo, vadano senz`altro le nostre piu` sentite condoglianze

Nella foto, tratta dalla pagina Facebook di Amici della Torre, Flavio e` il primo a destra insieme a Bruno Biagi , Luigi Galperti e Marco Sampietro

Leggi tutto...
Lunedì, 08 Marzo 2021 17:38

8 MARZO: FONTANA E GIUSY VERSACE PRESENTANO "I MURI DEL SILENZIO"

Nella Giornata internazionale dei diritti della Donna, il presidente della Regione LombardiaAttilio Fontana, e la parlamentare e atleta paralimpica Giusy Versace hanno presentato a Palazzo Lombardia l’installazione fotografica ‘I Muri del Silenzio’, ospitata anche a Palazzo Pirelli sino al 31 marzo.

Un progetto fotografico

Si tratta di un progetto fotografico a sostegno delle donne vittime di violenza ideato dalla fotografa Mjriam Bon e realizzato da Giusy Versace, come strumento di denuncia verso ogni forma di omertà uditiva e visiva, che costringe a tacere chi subisce violenza. Sono i muri di chi non vede o di chi fa finta di non vedere, i silenzi di chi non parla perché ha paura, perché si vergogna.

Una mostra e un libro

Il progetto è nato nel 2019 sotto forma di mostra fotografica allestita alla Camera dei Deputati a Roma. Lo scorso 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è diventato un libro fotografico in edizione limitata, che ha avviato una raccolta fondi da destinare a donne che hanno subito violenza, per aiutarle a ricostruirsi una nuova vita. Quest’anno, in occasione della ‘Festa della Donna’, dà vita a un’installazione fotografica, non aperta al pubblico, che rimarrà allestita da oggi al 31 marzo, all’ingresso degli edifici N1, N2, N3, N4, NP di Palazzo Lombardia e al grattacielo Pirelli.

In esposizione 21 fotografie

Sono 21 le fotografie esposte, che ritraggono in primo piano alcuni dei 75 volti protagonisti del libro. Persone note e meno note del mondo dello spettacolo, della politica, donne vittime di violenza e persone comuni nel gesto di coprirsi gli occhi, le orecchie e la bocca a voler significare “non vedo, non sento e non parlo”. Un’espressione unanime e trasversale per dire: basta alla violenza, all’abuso e al silenzio.

Mantenere i riflettori accesi

L’iniziativa vuole dare, quindi, continuità a un progetto in costante evoluzione che cerca di mantenere i riflettori accesi su un problema sempre più attuale.

Fontana: violenza sulle donne un dramma sociale

“Sono orgoglioso – ha dichiarato il presidente Attilio Fontana – di aver prestato il mio volto e gli spazi di Palazzo Lombardia per questa installazione”. “Con ‘i Muri del Silenzio’ teniamo accesi i riflettori sul dramma sociale della violenza sulle donne acuito, senza dubbio, dalle misure restrittive ma ancora figlio, purtroppo, di un retaggio culturale che dobbiamo abbattere con tutte le nostre forze. Questa è la giornata e l’occasione giusta per farlo! Buon 8 marzo a tutte le Donne”.

Versace: auspico si possa aprire una mostra

“Questa installazione – ha raccontato Giusy Versace – è il prosieguo di un progetto che ho a cuore e che ho contribuito a far crescere. Devo ringraziare per questo anche Regione Lombardia, che già lo scorso novembre aveva accolto favorevolmente il progetto del libro, e che oggi ci accoglie in una giornata così significativa come l’8 marzo. Per via delle misure restrittive, non è stato possibile allestire una vera e propria mostra aperta al pubblico, ma auspico, e non escludo, che si possa organizzare nei prossimi mesi, appena si potrà. Penso sia un dovere di ognuna di noi aiutare le donne che hanno subito violenza e continuare a parlare di quanta strada ci sia ancora da fare per una piena inclusione”.

‘Wall of Dolls – il muro delle bambole’

“Nel mio piccolo, lo faccio da anni assieme all’amica Jo Squillo per il progetto ‘Wall of Dolls – il muro delle bambole”. Ovvero – ha ricordato Versace – un’installazione presente in 6 città italiane e che continua a crescere. Con lo scopo di sensibilizzare soprattutto le nuove generazioni al rispetto per la vita. Per se stessi e per gli altri”.

Leggi tutto...
Lunedì, 08 Marzo 2021 11:40

ELEZIONI RINVIATE ALL'AUTUNNO. IN VALLE INTERESSATI CRANDOLA, CREMENO E MORTERONE

I cittadini di Crandola, Cremeno e Morterone dovevano recarsi alle urne questa primavera per rinnovare i consigli comunali. La situazione determinata dalla pandemia ha indotto il Governo a rinviare le consultazioni "in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021". Ecco la comunicazione estratta dal sito della Prefettura di Lecco.

 

Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Mario Draghi e del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l’anno 2021.

Il testo, in continuità con i provvedimenti analoghi già approvati nel 2020, dispone che le elezioni previste nell’anno in corso si svolgano in una data compresa tra il 15 settembre e il 15 ottobre 2021.

Il provvedimento è stato adottato tenuto conto del perdurare dell’epidemia Covid-19 e dell’esigenza di evitare fenomeni di assembramento, e di assicurare che le operazioni di voto si svolgano in condizioni di sicurezza per la salute dei cittadini, anche in considerazione della campagna vaccinale in corso.

Dal rinvio sono interessate:

  •     le elezioni dei consigli comunali e circoscrizionali previste tra il 15 aprile e il 15 giugno 2021;
  •     le elezioni suppletive per i seggi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica dichiarati vacanti entro il 31 luglio 2021;
  •     le elezioni amministrative nei comuni i cui organi sono stati sciolti per fenomeni di infiltrazione mafiosa, anche se già indette, tramite integrale rinnovo del procedimento di presentazione delle liste e delle candidature;
  •     le elezioni amministrative a seguito dell’annullamento delle elezioni degli organi delle amministrazioni comunali in alcune sezioni, anche se già indette;
  •      le elezioni amministrative nei comuni i cui organi devono essere rinnovati per motivi diversi dalla scadenza, se le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo si verificano entro il 27 luglio 2021;
  •     le elezioni degli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario, anche se già indette, e quelle relative agli organi elettivi per i quali entro il 31 luglio 2021 si verificano le condizioni che ne rendono necessario il rinnovo.

Il decreto stabilisce per l’anno 2021, limitatamente alle elezioni comunali e circoscrizionali, la riduzione a un terzo del numero minimo di sottoscrizioni richieste per la presentazione delle liste e candidature.

Il provvedimento infine disciplina lo svolgimento delle operazioni di voto, previste su 2 giornate (domenica dalle ore 7 alle 23 e lunedì dalle ore 7 alle 15), nonché dello spoglio delle schede e dell’ordine dello scrutinio.

Leggi tutto...
Lunedì, 08 Marzo 2021 08:27

Gli Statuti della Valsassina, Pena di morte e “femminismo” nel Medioevo in Valsassina

in Cultura

Norme, leggi, decreti ministeriali, ordinanze regionali, disposizioni più o meno transitorie, circolari prefettizie e chi più ne ha più ne metta. In tempi pandemici anche il cittadino più distratto si è ormai impadronito di un lessico ostico e fino a ieri oscuro, con il quale da più di un anno siamo costretti a convivere non solo in Valsassina ma in tutta la penisola.

Si tratta di atti pubblici necessari al contenimento della più vasta e grave epidemia dopo la “spagnola” del 1918 – 1919. La pletora incessante di provvedimenti giuridici alla quale siamo sottoposti testimonia efficacemente la qualifica dell’Italia come “patria del diritto”. E anche, spesso, del rovescio. Non si parla, qui, di tennis né di cucito. Vero è che senza un apparato legislativo a precisare diritti e doveri, aspettative e comportamenti, nessuna società potrebbe sopravvivere come gruppo sociale e politico omogeneo. In altri termini, la res publica trova i suoi fondamenti istitutivi e vitali nel diritto penale, civile, societario, internazionale, del lavoro e così via.

È comunque forse utile ricordare come la Valsassina si sia data molti secoli fa, un corpus normativo autonomo inteso a regolarne gran parte dell’attività in termini di vita amministrativa, civile e giuridica. Infatti sotto la signoria milanese dei Visconti, sullo scorcio del Trecento, vennero redatti gli “Statuti civili e criminali della Valsasssina” (“Statuta Civilia & Criminalia Communitatis Vallisaxinae”). Si tratta di uno strumento di grande importanza per la storia locale poiché testimonia bene la precocità con la quale le popolazioni valligiane guardavano alla loro autonomia dai Visconti, in questo ben fiancheggiati dai detentori del potere feudale locale, i Della Torre, la cui storia fu strettamente legata per molti secoli a quella della valle.

Ne parliamo di seguito supportati ancora una volta da quella inesauribile miniera di notizie prodotta da Giuseppe Arrigoni (al quale è dedicata la civica biblioteca di Introbio) e composta a metà del XIX secolo, che va sotto il titolo di “Notizie storiche della Valsassina e delle terre limitrofe dalla più remota fino alla presente età”.
Spiega dunque l’Arrigoni che gli Statuti, composti da “…duecento ottantaquattro capitoli, vennero approvati da Gio. Galeazzo Visconti protettore, governatore e conservatore della valle e delle pertinenze il 21 novembre del 1388, letti e pubblicati nel general consiglio della comunità radunato nel palazzo pretorio in Introbbio per ordine del nobile Albertino De Cavalli, vicario della Valsassina e delle pertinenze, il giorno 25 del menzionato mese.”

Rimasti in vigore fino alla fine del XVIII secolo, gli Statuti estendevano la loro giurisdizione su un territorio molto vasto comprendente oltre alla Valsassina orograficamente definita, anche i territori di Dervio, bellano, Varenna, Perledo e Esino ed erano orientati a instaurare vincoli e prescrizioni normative soprattutto in due settori: il civile e il penale, allora definito “criminale”. Ma, come spiega l’Arrigoni, le competenze del corpus statutario valsassinese non si limitavano ai territori sopra citati, visto che anche la Val Taleggio e l’Averara erano “…soggette alla Valsassina…” come risulta evidente “…al cap. V, in cui “…vien data facoltà al vicario di Valsassina di porre in sua vece un vicario o due in Taleggio, in Averara e nei predetti monti…”. Per i più interessati al testo originale citiamo un breve estratto dal primo manoscritto e riportato in nota dall’Arrigoni: “Item statuerunt et ordinaverunt quod Vicarius, seu Rectore dicta Vallis et Montium possit, et teneatur, quando sibi videbitur, ponere unum Vicarium vel duos de hominibus Talegii in Talegium et similitur unum vel duos de hominibus Averariae in Averariam…”. Un latinorum che farebbe inorridire qualunque liceale. Ma, all’epoca degli Statuti, Cicerone era morto da molti secoli e il cosiddetto “volgare” stava ormai scalzando la lingua dei dotti. Prova ne sia che delle due copie esistenti degli Statuti, una è stata tradotta in italiano ad opera del notaio Leone Arrigoni.

Scorrendo il testo della parte “criminale” si scopre che la vita, al tempo degli Statuti, non doveva essere giuridicamente molto tranquilla anche a causa della pesantezza delle sanzioni previste, alcune delle quali prevedevano la mutilazione e, in extremis, la pena di morte. La descrizione di reati e relative pene è molto minuziosa e discriminante. C’erano ammende per chi “bestemmiava Dio e la Madonna”. Costui poteva essere condannato a pagare “cinquanta soldi terzoli, e chi bestemmiava i Santi solamente in soldi quaranta.” Come si vede le gerarchie celesti erano pienamente rispettate anche per quanto riguardava l’ammontare delle pene pecuniarie.

Spiega poi l’Arrigoni, che la scienza giuridica tesa ad equilibrare reato e pena entrava in funzione anche per i ladri “poiché chi rubava dieci soldi era multato in soldi cento” mentre chi si rifiutava di pagare “entro dieci giorni era punito nella persona a giudizio del vicario, dei sindaci e del consiglio generale”. Le norme prevedevano, come abbiamo detto, anche la mutilazione: chi si impadroniva illegalmente “da cento soldi alle dieci lire” se non pagava l’ammenda entro quindici giorni “doveva perdere un occhio”. E se l’ammontare del furto era ancora maggiore il ladro moroso rischiava di “perdere la mano destra” o peggio visto che “chi era recidivo la terza volta veniva appeso alle forche”.

Insomma in materia di reati e punizioni gli Statuti non badavano a spese. Come se non bastasse, quando il reo non pagava, si poteva ricorrere a considerazioni genealogiche poiché, riferisce Giovanni Arrigoni, “I parenti fino al quarto grado eran tenuti a soddisfar l’importo del furto.” Grande attenzione era posta inoltre alle differenze di genere visto che in val Taleggio e Averara, gli Statuti “oltre alla perdita dell’occhio e della mano, prescrivevano anche quella di un piede e per le donne invece delle citate era il taglio del naso”. Niente viene precisato, nel testo di cui disponiamo, a proposito degli “operatori” addetti alla somministrazione delle pene corporali. Numerosi sono pure i riferimenti penali al gioco d’azzardo, allora molto diffuso nelle osterie e taverne. Ma in questi casi le pene erano solo pecuniarie: nei casi più gravi il reo doveva pagare un’ammenda di venti lire. Ma solo se il reato veniva perpetrato “nelle chiese o nei cimiteri”. Tempi duri, quelli, anche per i piromani dato che chi “appiccava il fuoco ad una casa con rumore e moltitudine era punito col taglio della testa”. Il testo dell’Arrigoni nulla dice a proposito delle pene comminate agli incendiari solitari e silenziosi. En passant: anche l’omicidio prevedeva la decapitazione.

Non mancano i riferimenti agli spacciatori di monete taroccate. Infatti, a testimonianza della pericolosa potenza del denaro, “il falsario di monete e chi prestava ajuto veniva abbruciato vivo”. Andava un po’ meglio agli spergiuri e bugiardi i quali, qualora non avessero pagato l’ammenda dovuta, rischiavano di essere marchiati con “un bollo di ferro rovente sul viso” oppure sottoposti al “taglio della lingua”. L’alternativa prevedeva il rogo “a norma dei casi”.

Non mancavano negli Statuti, riferimenti “femministi”. Durissime, infatti, le pene in caso di stupro: “Chi forzava una donna, consumando l’atto, era condannato nel taglio della testa e nella perdita di metà dei suoi beni”. Ma, sottigliezze della legge, se “la donna violentata era disonesta, dovevasi pagare solamente lire dieci”. All’epoca la violenza carnale era ancora un delitto contro la morale, non contro la persona: ope legis, la donna “immorale” valeva molto meno di quella onesta. Gli Statuti normavano con pignolesca meticolosità anche i rapporti famigliari ed extrafamigliari visto che era permesso “al padre il percuotere il figlio, al marito la moglie disonesta, al maestro gli scolari, al fratello maggiore il minore, al padrone il bifolco”. Beninteso, precisa il testo riportato dall’Arrigoni, “sempre senza crudeltà”. Ferma restando la circostanza che chi conduceva un ménage famigliare more uxorio, il concubinario insomma, poteva lecitamente ancorché “aspramente” picchiare la sua convivente “purché non le facesse sangue, né le rompesse le ossa”.

In altri termini la concubina poteva essere sottoposta a corporale, purché incruenta, punizione. Come si vede nel Trecento pochi erano in grado di rilevare la differenza fra peccato e reato. Cesare Beccaria nascerà solo quattro secoli dopo. Ma anche gli uomini di legge erano passibili delle sanzioni previste dagli Statuti. A costoro erano riservati alcuni articoli in base ai quali “Il notajo che avesse fatte scritture false, o chi le produceva, era punito col taglio della mano destra.” Per buona misura il titolare della funzione notarile “che avesse arbitrariamente inscritto nel libro dei bandi o cancellatovi alcuno” doveva essere “marcato di perpetua infamia”. Inoltre, riferisce l’Arrigoni, il vicario era “entro un mese obbligato a far dipingere il ritratto col nome e cognome del notajo” sui muri esterni del municipio di Introbio esponendo in tal modo il reo, tramite i suoi connotati, al ludibrio dei cittadini.

A questo punto seguiamo anche noi i passi dell’Arrigoni il quale spiega che avrebbe voluto dilungarsi “alquanto sul codice delle leggi municipali” ma “per amor di brevità e per non tediare troppo chi non cerca che i fatti, ne lascio la cura alla perspicacia dei lettori”. E noi anche alla loro pazienza.
I due manoscritti degli Statuti” sono attualmente conservati al Centro di documentazione e informazione dell’Ecomuseo delle Grigne, nel Comune di Esino Lario.
Riferimenti:
https://ecomuseodellegrigne.it/
https://it.wikipedia.org/wiki/Statuti%20della%20Valsassina%20del%201393

Leggi tutto...
Lunedì, 08 Marzo 2021 08:21

RICORDATI GLI SCIOPERI DEL 7 MARZO 1944

Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Comune e Provincia di Lecco celebrano il 77esimo anniversario degli Scioperi del 7 marzo 1944. In questo giorno si ricorda il sacrificio di lavoratrici e lavoratori lecchesi per la libertà e il riscatto dell'Italia dalla dittatura. Furono 22 gli operai deportati nei lager nazisti, solo per aver scioperato, chiedendo condizioni di vita migliori e la fine dell’occupazione nazifascista, tra cui c’era anche Giuseppe “Pino” Galbani, prezioso testimone dell’Olocausto che per anni ha raccontato ai più giovani gli orrori del campo di concentramento.

Nella mattinata di domenica sono stati omaggiati questi lavoratori con una breve cerimonia al Parco 7 Marzo di corso Matteotti a Lecco e davanti alla lapide dei Caduti in via Castagnera, quest'ultima benedetta da don Mario Fumagalli. Alla manifestazione, contenuta per rispettare le norme antiCovid, hanno partecipato autorità civili e militari, tra cui Claudio Usuelli, presidente della Provincia di Lecco, Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, che hanno ricordato l'importanza degli scioperi del marzo 1944 per la costituzione dell'attuale società democratica e solidale. Non è voluta mancare alla cerimonia Giancarla Riva Pessina di Anpi Lecco, una delle ultime testimoni di quel giorno.

Non potendo organizzare la tradizionale iniziativa con l’incontro nell’aula magna dell’istituto Bertacchi di Lecco, a causa dell’emergenza sanitaria, è stato prodotto un documentario, insieme a Teleunica, con le testimonianze in video di Pino Galbani, Regina Aondio e Lino Funes, deportati nei lagar nazisti. Nel video intervengono anche Angelo De Battista (storico), Enrico Avagnina (presidente di Anpi Lecco) e Diego Riva (segretario generale Cgil Lecco, in rappresentanza di Cgil, Cisl e Uil).

“Non dobbiamo scordarci delle gravi responsabilità che ha avuto il fascismo italiano, con le leggi razziali del 1938: solo conoscendo la storia possiamo affrontare meglio il presente e il futuro – afferma Riva –. È stato soprattutto il mondo operaio delle fabbriche che, lottando contro il regime, ha creato le basi per una nuova società, per la libertà, per i diritti e per una tutela sociale. Questi scioperi sono stati importissimi anche per il mondo del lavoro di oggi e ci hanno insegnato che ogni volta che le lavoratrici e i lavoratori si uniscono possono fare la differenza. In questa ricorrenza ricordiamo anche Pino Galbani, deportato nel campo di concentramento di Mauthausen, scomparso quattro anni fa”.

“Gli Scioperi del 1944 sono forse il momento più alto di una lunga serie di mobilitazioni che iniziarono un anno prima – spiega De Battista –. Hanno avuto una chiara caratteristica di opposizione al regime e si è trattato di un evento unico della Resistenza italiana nel panorama europeo, ha rafforzato molto tutto il movimento. Allo sciopero parteciparono lavoratrici e lavoratori di importanti fabbriche della città, come Rocco Bonaiti, Badoni, Arlenico e Faini. Gli uomini furono portati a Mauthausen, le donne, invece, finirono ad Auschwitz”.

“Il 7 marzo 1944 è una data fondante dell’identità antifascista e democratica della città di Lecco, medaglia d’argento al valore militare – sottolinea Avagnina –. Si tratta di un momento in cui si parla della Resistenza come fattore collettivo. Anche grazie a questi atti siamo arrivati alla redazione della Costituzione e, quindi, al nostro Stato democratico. Ricordiamo che la nostra città ha tre date che la distinguono nella sua identità democratica e antifascista: oltre il 7 marzo 1944 non possiamo dimenticare il 17 ottobre 1943, data della battaglia di Erna, e il 12 luglio 1944 con la strage di Fossoli. In quei giorni, si espressero la resistenza degli operai, dei partigiani, dei cattolici, delle donne”.

 

Leggi tutto...
Lunedì, 08 Marzo 2021 08:17

Giornate FAI per le Scuole: impegnati gli studenti dell`Artistico

 gGi studenti del Liceo Artistico Statale “Medardo Rosso” apriranno virtualmente le mura e i sotterranei di Lecco
Nella mattinata di mercoledì 10 marzo gli “Apprendisti ciceroni” vi accompagneranno in un tour virtuale dal profilo Instagram @faigiovanilecco

Come ogni anno il FAI, attraverso le Giornate FAI Scuola, dà l’opportunità ai giovani di scoprire i tesori del loro territorio tramite visite guidate gestite da studenti come loro, che si sono formati per essere “Apprendisti ciceroni”. Nell’edizione 2021, a causa della pandemia, la modalità delle visite è stata modificata, infatti verranno svolte attraverso delle dirette sulle pagine Instagram delle delegazioni FAI di tutta Italia dall’8 al 13 marzo. Anche la nostra città avrà questa opportunità, nella mattina del 10 marzo, grazie alla collaborazione tra la delegazione Fai di Lecco e il Liceo Artistico Statale “Medardo Rosso”, che da sei anni aderisce al progetto “Apprendisti ciceroni”.

Nel progetto sono coinvolti gli studenti della classe 3^E design, che da qualche settimana si stanno preparando per essere all’altezza dell’importante compito. «Ci stiamo preparando per quattro live su Instagram – raccontano gli stendenti del Medardo Rosso - nelle quali presenteremo le testimonianze architettoniche dei resti del castello di Lecco, testimonianze che si nascondono nel centro della città. La nostra formazione è avvenuta online utilizzando la piattaforma WeSchool, appositamente predisposta dal FAI, ma anche tramite la visita dei luoghi che andremo a mostrare ai partecipanti alle dirette e agli incontri con l’esperto dott. Luigi Rosci che ci ha fatto appassionare a questo pezzo antico di storia di Lecco».

Questa attività realizzata insieme alla delegazione FAI di Lecco, è valida come PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), dando agli studenti la possibilità di conoscere una parte della storia del territorio che altrimenti sarebbe rimasta sconosciuta, sfruttando le loro naturale propensione e capacità all’utilizzo dei social network.

«Ci rendiamo conto – concludono gli studenti - che stiamo arricchendo le nostre competenze in diversi ambiti grazie al contributo del FAI giovani, della delegazione di Lecco e dei nostri docenti che ci stanno affiancando. Le dirette si terranno il giorno 10 marzo dalle ore 9:45 alle ore 11:00 e, non potendosi svolgere in loco come previsto originariamente, saranno arricchite con materiale fotografico e video. Che dire, seguiteci sul profilo Instagram @faigiovanilecco per prendere parte a questo tour virtuale … vi aspettiamo numerosi!»
Speriamo di avere molti partecipanti sia tra gli studenti della città di Lecco che tra la popolazione. È un’occasione imperdibile che permetterà di scoprire una parte dimenticata della nostra città! Per qualsiasi altra curiosità vi rimandiamo alla pagina web dell’evento: www.giornatefaiperlescuole.it.

Leggi tutto...
Lunedì, 08 Marzo 2021 07:09

GRANDE PAPA FRANCESCO !

Personalmente non sono mai stato un "Papista", come dicevano gli Inglesi nel XVI secolo, all`epoca della scissione anglicana praticata da Enrico VIII.
Non si puo` pero` non avere grande ammirazione,, oltre che rispetto, per la visita pastorale di Papa Francesco in uno dei luoghi piu` martoriati e pericolosi del mondo. Una missione ad alto rischio (in particolare rischiosi i trasferimenti in elicottero) conclusasi per fortuna nel migliore dei modi.

Il suo appello contro la guerra e il terrorismo, il rivendicare ancora una volta che "non si puo` uccidere in nome di Dio", l`incontro con il massimo rappresentante della Religione Islamica Sunnita, l`Ayatollah Ali Al Sistani, la sua Messa tra le macerie dei bombardamenti, il suo portare umilmente un ramoscello d`ulivo in una zona travagliata e adesso addirittura a rischio di guerre nucleari (proprio ieri l`Iran ha minacciato Israele di diventare oggetto di un attacco, appena avra` completato la preparazione della sua bomba atomica) sono qualcosa che fanno del Papa un altissimo protagonista positivo della politica internazionale.

La sua figura emerge ancora piu` grande se confrontata allo squallore e alla miseria invece della nostra politica interna, dove un politicante da strapazzo che si paragona a Machiavelli fa cadere un Governo in piena pandemia, mentre si reca nei paesi Arabi non per elogiare la Pace, ma per dichiarare, in cambio di 80.000 dollari, che chi fa a pezzi i giornalisti e considera le donne niente piu` che concubine e` un rappresentante del "Nuovo Rinascimento"!

Ci voleva, per portare un raggio di luce e di speranza in un mondo, e particolarmente in Italia, in preda ormai allo sconforto, un Papa che venisse dal Sud America, la terra della "Teologia della Liberazione", dell`indimenticabile Vescovo Helder Camara e di tanti altri sacerdoti trucidati dalle bande di coltivatori e spacciatori di droga.

Una terra dove la Chiesa, fin dai tempi del domenicano Bartolomeo de Las Casas, come pure i Gesuiti nel Settecento, si e` sempre schierata per davvero dalla parte dei piu` poveri e indifesi.

Grazie Papa Francesco per avere portato una luce di speranza dal fondo del tunnel: ne avevamo veramente bisogno !

Leggi tutto...
Pagina 690 di 721