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Martedì, 02 Febbraio 2021 06:27

Riparte ristorazione in zona gialla, ma “stop and go” è difficile da gestire

Interessati 4400 esercizi nelle due province di Como e Lecco, “ma fermi e ripartenze continui complicano la programmazione di attività fondate su acquisto e vendita di prodotti alimentari deperibili”

Con il ritorno della Lombardia in zona gialla, è ripartenza anche per i locali di ristorazione nelle due province di Como e Lecco: sono interessati oltre 4400 esercizi delle due province lariane (circa 3000 a Como e 1400 a Lecco) dopo oltre un mese di chiusura. Una boccata d’aria comunque insufficiente a coprire le perdite, ingentissime, che si stimano per causa di una stagione turistica invernale già azzoppata dai divieti imposti, che mette in crisi l’intera economia di laghi e valli.

In tutta Italia, tornano a riaprire per il servizio del pranzo al tavolo bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi aperti per otto italiani su dieci (80%) per un totale di 47,8 milioni di persone che risiedono in regioni classificate in zona gialla. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova classificazione delle regioni con quasi tutta Italia che da oggi torna in giallo, con l’eccezione di Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e la Provincia di Bolzano ancora arancioni.

Nelle due province comunque – sottolinea la Coldiretti lariana – le attività di ristorazione al tavolo sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto: in zona arancione era ed è invece consentita la sola la consegna a domicilio o l’asporto. Le limitazioni fino alle 18 per i bar riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate.

In realtà lo stop and go delle ordinanze per le aperture e le limitazioni presenti in molti casi creano ostacoli alla programmazione delle attività che si fondono su acquisto e vendita di prodotti deperibili.

Le riaperture rappresentano comunque una opportunità per il ritorno alla normalità di molti italiani che sono stati costretti a rinunciare al pranzo fuori casa per svago o per lavoro ma è anche una importante boccata di ossigeno per le attività di ristorazione che si classificano tra quelle più duramente colpite dalle misure restrittive che hanno provocato un crack senza precedenti per la ristorazione nazionale che dimezza nel 2020 il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.

Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione ma serve anche una riflessione sulla possibilità di apertura serale dei ristoranti anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottata, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.

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Martedì, 02 Febbraio 2021 06:22

CHIUSA LA STRADA TRA TACENO E PORTONE

Sp 62 della Valsassina – CHIUSURA TOTALE AL TRANSITO dal pk 26+000 (Ponte di
Tartavalle in comune di Taceno) al pk 29+000 (loc. Portone di Bellano) a seguito di frana di crollo in
roccia.

E` disposta la CHIUSURA TOTALE AL TRANSITO della Sp 62 della Valsassina nel tratto Taceno -
Portone, tra il pk 26+000 (Ponte di Tartavalle in comune di Taceno) ed il pk 29+000 (loc. Portone
di Bellano), a decorrere dalle ore 16.00 di Lunedì 01 Febbraio 2021 sino a successiva revoca;

Il posizionamento dell’apposita segnaletica stradale, i preavvisi di chiusura ed ogni altro
apprestamento per la chiusura della carreggiata, come prescritto dal Nuovo Codice della Strada e
successive modifiche, così come la divulgazione agli organi di stampa e di vigilanza della presente
ordinanza, sono a carico della Provincia di Lecco.

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 22:20

Un`altra slavina sulla Grignetta

Allertamento oggi 01/02/21 verso le 13:30 per la XIX Delegazione Lariana. I tecnici della Stazione di Lecco sono intervenuti per una slavina scesa all'inizio del sentiero Cermenati, in Grignetta. Sul posto anche i Saf dei Vigili del fuoco e i Forestali dei Carabinieri. Durante la prima perlustrazione è stato ritrovato un caschetto e quindi si è valutato di approfondire la ricerca con i dispositivi Artva e Recco, con esito negativo.

È intervenuta anche l’unità cinofila da ricerca in valanga (UCV), sempre della Stazione Cnsas di Lecco. Durante le operazioni, il proprietario del casco ha saputo delle ricerche in corso e ha chiamato per avvisare e per dare una descrizione precisa dell’oggetto, che aveva perso durante un’escursione. Per precauzione, l’area è stata comunque bonificata per intero con l’unità cinofila e il sondaggio, sempre con esito negativo. Alle ore 18:00, non essendo emersa la presenza di persone coinvolte, le ricerche si sono concluse.

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 18:06

ACCORDO TRA REGIONE E FARMACIE PER I TAMPONI ANTIGENICI

La Giunta di Regione Lombardia, su proposta del vicepresidente ed assessore al Welfare, Letizia Moratti, ha approvato un accordo con che consentirà di eseguire i tamponi antigenici rapidi in farmacia.

“Si tratta – spiega Moratti – di un importante contributo al contrasto della pandemia. E rappresenta un ulteriore esempio di collaborazione tra gli attori in campo in questa lotta”.

La direzione generale Welfare ha raggiunto nei giorni scorsi infatti un’intesa in tal senso con Federfarma Lombardia, Assofarm/Conservizi Lombardia e la Federazione regionale Ordini dei Farmacisti.

“Ribadisco – spiega Letizia Moratti – quanto è importante il ruolo che le farmacie svolgono anche in qualità di farmacia dei servizi. L’obiettivo dell’accordo risponde all’esigenza di aumentare la capacità di testing nello screening della popolazione asintomatica su tutto il territorio regionale, ampliando la fruibilità e l’accessibilità al test antigenico ai cittadini, sia in ambito SSR (in particolari popolazioni) che in ambito privatistico/extra SSR. Le modalità operative del servizio saranno definite con successiva delibera.

Regione riconoscerà alle farmacie 12 euro (iva esclusa) per ogni test rapido effettuato. Un compenso comprensivo dei costi per l’approvvigionamento dei materiali di consumo, dei dispositivi di protezione individuale e della remunerazione del servizio.

Un’attività che viene imputata al capitolo attività istituzionali delle Ats e Asst per il 2021, che ha una dotazione fino a 1.197,5 milioni di euro, di cui fino a 116,7 milioni di euro destinate alle attività di prevenzione legate al Piano nazionale vaccini, tamponi Covid e screening oncologici.

“Controllo, prevenzione e collaborazione – conclude il vicepresidente di Regione Lombardia – devono continuare a rappresentare dei punti chiave nel contrasto al virus. L’obiettivo che ci proponiamo consentendo di effettuare i tamponi in farmacia è di fare quanto prima possibile ritorno a una ‘vita normale’. E alla ripresa delle attività quotidiane che abbiamo per troppo tempo sospese”.

 
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Lunedì, 01 Febbraio 2021 15:13

Coperte e Tende per gli immigrati in Bosnia

Riscaldiamo la Bosnia

#RISCALDIAMOLABOSNIA
Potrebbe essere anche solo una catastrofe umanitaria, come l'hanno definita molti giornali, quella che sta avvenendo nella vicina Bosnia a causa del freddo ma, grazie ad ognuno di noi, potrebbe essere trasformata in una "CATENA UMANITARIA" dove per ogni Anello, promessa di Speranza ed Amore, c'è un SACCO A PELO, una TENDA che non usiamo da anni oppure una semplice COPERTA.

E noi stiamo cercando si raccoglierle, perchè, come le nostre SCATOLE DI NATALE hanno dimostrato, le persone agiscono con il Cuore.
Cosa si può fare? Semplicemente donare un sacco a pelo, un piumone (una coperta, una trapunta) oppure una tenda in buono stato, che sono chiusi ed inutilizzati nelle vostre cantine o negli armadi, ridando loro vita e portando calore a chi ha perso davvero tutto.
Non è un caso, comunque, che san Valentino cada nel cuore dell'inverno, nei giorni più gelidi, forse per ricordarci il calore che possiamo trasmettere anche con una frase, riportando forza a chi la sta lentamente perdendo accompagnando il nostro aiuto concreto e caldo come una coperta.

In più, chi ha partecipato all'iniziativa SCATOLE DI NATALE può testimoniarlo, il pensiero che una persona sconosciuta e disperata possa ricevere il nostro Conforto e la nostra Presenza, alla fine, scalda anche il nostro di Cuore!
SIAMO TUTTI PIU' BUONI... NON SOLO A NATALE ED IL 2021 E' L'ANNO BUONO PER DIMOSTRARLO.

Dove:

Lecco: Associazione Cristiana New Vision
Via A. Rosmini 12, Lecco
Sabato 6 Febbraio dalle 9:00 alle 12:00

Ultim'ora

ABBIAMO I MAGAZZINI PIENI DI MATERIALE.
DIAMO ASSOLUTA PRIORITÀ A COPERTE, SACCHI A PELO E TENDE DA CAMPEGGIO IN OTTIME CONDIZIONI.
STOP AD OGNI TIPOLOGIA DI ABBIGLIAMENTO PERCHÉ NON VERRÀ RITIRATO (PER I REFERENTI DEI PUNTI DI RACCOLTA: SE AD OGGI AVETE GIÀ RITIRATO QUALCHE COSA OK, DA DOMANI SOLO COPERTE).
C'È SERIO BISOGNO DI SACCHI PER METTERE SOTTOVUOTO LE COSE, QUINDI SE QUALCUNO VOLESSE DARE UNA MANO CONCRETA, CI AIUTI PORTANDO QUESTE TIPOLOGIE DI SACCHI

altre informazioni in pagina Facebook
Riscaldiamo la Bosnia

 

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 07:18

Dal WWF Lecco duemila euro per il WWF Australia

Fare pace con la natura e costruire un futuro sostenibile unica garanzia per la nostra salute e il nostro benessere

Esiste un legame strettissimo tra le malattie che stanno terrorizzando il Pianeta e le dimensioni epocali della perdita di natura. Molte delle malattie emergenti come Ebola, AIDS, SARS, influenza aviara, influenza suina e il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 (COVID19) non sono catastrofi del tutto casuali, ma sono la conseguenza indiretta del nostro impatto sugli ecosistemi naturali.

La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto come spillover. In ecologia ed epidemiologia lo spillover - che si potrebbe tradurre come “tracimazione” - indica il momento in cui un patogeno passa da una specie ospite a un’altra, e si pensa che questo passaggio possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus.

(Per saperne di più sullo spillover può essere molto interessante rivedere l’intervista di Fabio Fazio a David Quammen, scrittore e divulgatore scientifico, che già otto anni fa aveva previsto con estrema precisione la diffusione dell’attuale pandemia: https://youtu.be/vEmml7f1R7k)

Globalmente gli scienziati sono consapevoli che tra le cause della diffusione di malattie infettive emergenti, vi siano fattori importanti come la perdita di habitat, la creazione di ambienti artificiali, la manipolazione e il commercio di animali selvatici e più in generale la distruzione della biodiversità.

Gli incendi in Australia

Tra i più disastrosi episodi di distruzione della biodiversità dell’anno appena trascorso, basta tornare a gennaio 2020, piena estate in Australia, con la disastrosa stagione degli incendi dell'estate australiana, ribattezzata "estate nera".

Nello stesso periodo si affacciavano anche le prime immagini della pandemia in Cina, con Wuhan e i suoi abitanti chiusi in casa. Scene inimmaginabili, che presto avremmo purtroppo vissuto anche in Italia.

E l’emergenza Coronavirus ha fatto passare in secondo piano l’emergenza Australia, dove sono andati in fumo più di 19 milioni di ettari di territorio.

Un report WWF pubblicato a luglio 2020 (Australia's 2019-2020 Bushfires: The Wildlife Toll), ed effettuato da cinque diverse istituzioni, ha stimato che ad aver sofferto le conseguenze degli incendi potrebbero essere stati quasi 3 miliardi di animali, in gran parte rettili e anfibi, ma anche 180 milioni di uccelli e 143 milioni di mammiferi.

Questi numeri comprendono sia gli animali morti direttamente negli incendi da cui non riuscivano a scappare, che quelli che si sono poi ritrovati a vivere in un habitat particolarmente ostile con pochissima acqua, pochissime prede e pochissimi luoghi in cui ripararsi da eventuali predatori.

Dermot O’Gorman, amministratore delegato di WWF Australia, ha detto: «È difficile pensare a un altro evento che negli ultimi decenni, ovunque nel mondo, abbia ucciso o avuto un impatto su così tanti animali. Per la biodiversità, è uno dei peggiori disastri della storia moderna».

Dal WWF Lecco al WWF Australia

Sulla base della consapevolezza delle conseguenze che la perdita di biodiversità determina in termini di diffusione di malattie infettive, l’impegno del WWF per la tutela ambientale non è quindi un lusso, ma un preciso impegno che va anche a tutelare la salute umana.

Per questo motivo WWF Lecco ha deciso di destinare una donazione di duemila euro al WWF Australia nell’ambito del “Bushfires Appeal”, una risposta all’emergenza incendi per salvare la fauna selvatica, ripristinare ciò che è andato perduto e proteggere la biodiversità del continente australiano.

«È stato un anno difficile anche per l’associazionismo» -dice Lello Bonelli, presidente WWF Lecco- «tra la burocrazia cui siamo stati costretti per gli adeguamenti normativi del Terzo Settore e il blocco di tutte le attività “in campo”: abbiamo dovuto rinunciare ai tradizionali corsi, serate, eventi… tutte occasioni che normalmente contribuiscono alla raccolta fondi per la nostra Associazione.»

«Abbiamo potuto assicurare un minimo di attività, soprattutto per i bambini, con il concorso di disegno online, le escursioni naturalistiche (ovviamente limitatissime nel numero di partecipanti), la pubblicazione di un libretto, scritto e illustrato da nostri attivisti, in collaborazione con il Parco Monte Barro.»

«Siamo riusciti ad assicurare la nostra attività di “vigilanza” sul territorio, con osservazioni ai PGT dei Comuni, segnalazioni, opposizioni e denunce su ogni tentativo di sfruttamento del patrimonio ambientale, non ultimo l’esposto alla Corte dei Conti lombarda per lo scellerato taglio dei pini di Malgrate. Siamo attenti alle problematiche derivanti dalle cave, dal progetto di teleriscaldamento alimentato a rifiuti, dalle scorribande di motocross sul Monte di Brianza. E appena portiamo a casa qualche vittoria, come nel caso del blocco della centralina idroelettrica sul torrente Fraina, subito bisogna ripartire per bloccare un altro tentativo di attacco ambientale sul Pioverna, o i progetti di inquinamento luminoso delle nostre montagne…»

«Le tematiche da gestire non ci mancano, ma per assicurare, oltre all’impegno locale, anche la vision internazionale della più grande associazione ambientalista a livello mondiale, ci è sembrato doveroso contribuire a un progetto come quello del WWF Australia, con uno sforzo economico per noi particolarmente impegnativo in quest’anno così difficile.».

Il grazie da Sydney a Lecco

«Dear WWF Lecco team» -comincia così la lettera di Dermot O’Gorman, CEO di WWF Australia – che ringrazia il panda lecchese per «la vostra generosissima donazione», che andrà a sostenere in particolare le attività finalizzate a «ripristinare le foreste e l'habitat della fauna selvatica, fermare la deforestazione, creare corridoi sicuri per la nostra fauna selvatica…».

 «Sono davvero grato» -sottolinea O’Gorman- «per la vostra generosità e spero che vi sentiate tutti orgogliosi sapendo che state facendo la differenza per la fauna selvatica nativa dell'Australia.».

 

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 07:12

Firmare per legge contro propaganda fascista

A Introbio, presso il Comune, si puo` firmare a sostegno della nuova Legge di iniziativa popolare

"Norme contro la propaganda e diffusione di messaggi inneggianti a fascismo e nazismo e la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti"

La proposta di legge e` sostenuta dall`ANPI, Associazione Partigiani Italiani, ed e` divenuta di attualita` dopo il saluto romano esibito da due consiglieri comunali a Cogoleto (Genova) nel Giorno della Memoria
Con la firma si puo` anche aderire alla Anagrafe Antifascista.

L'Anagrafe antifascista è una comunità virtuale di valori, aperta a tutti coloro che si riconoscono in una serie di principi enunciati sulla "Carta di Stazzema". Per aderire è sufficiente compilare online questo modulo.

Perché una Anagrafe antifascista nel 2018? Perché sta succedendo qualcosa di preoccupante. Si riaffacciano simboli, parole, atteggiamenti, gesti ed ideologie che dovrebbero appartenere al passato.
Non solo. Si fanno largo sentimenti generalizzati di sfiducia, insofferenza, rabbia, che si traducono in atteggiamenti e azioni di intolleranza, discriminazione, violenza verbale.

In rete e sui social media, sulle testate giornalistiche, nelle dichiarazioni politiche come nei bar e nelle strade. Principi che credevamo forti e stabili e che ci sembrano in pericolo.

Sottoscrivere la Carta ed aderire all'Anagrafe significa prendersi un impegno per la democrazia e a sostegno dei valori della nostra costituzione

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 06:53

Tempio Crematorio a Dervio: e fare un Referendum ?

DERVIO Lettera aperta al Sindaco Cassinelli sul Tempio crematorio.

Caro Sindaco,
come ben sai sono una persona seria e quindi sulla questione del Tempio crematorio da realizzare a Dervio, fino ad ora non mi sono espressa perché non avevo elementi sufficienti. In particolare in questo periodo, riuscire a raccogliere informazioni dalle fonti non è così semplice, come non lo è avere il programma PDF.P7m con cui sul sito del Comune è stato pubblicato lo studio del progetto, a questo proposito mi chiedo anche quante persone siano state in grado di aprire quei files… Ma finalmente sono riuscita a leggerli con un aiuto esterno e quindi per me, da sempre attenta alle questioni ambientali, è ora di esprimermi in merito, valutando la proposta alla luce di altre argomentazioni che credo utile vengano esaminate per dare un giudizio consapevole sulla questione.

Dervio sta già scontando in termini del suo sviluppo, la colpevole mancanza di scelta rimandata negli anni passati, in relazione ad un suo sviluppo posteriore alla vocazione industriale che per decenni è stata quella dominante del paese. Ora che è indubbio che si debba puntare su uno sviluppo turistico e questo stiamo rincorrendo. Dervio è anche un territorio LIMITATO e quindi a maggior ragione l’impatto di ogni insediamento nuovo deve essere valutato attentamente.
Il progetto del Tempio crematorio non influisce sulle aree disponibili sviluppandosi all’interno dell’area cimiteriale ma, la sua realizzazione è compatibile con lo sviluppo turistico che si sta perseguendo?

Insediare nel centro dell’abitato questa struttura è davvero la scelta logistica migliore?
L’aria dove sorge è così “sicura” rispetto a possibili eventi eccezionali come ormai ci stiamo abituando a subire negli ultimi anni? Nessuno avrebbe mai immaginato Dervio alluvionato…eppure è successo e le previsioni climatiche non ci tranquillizzano certo…
Una volta realizzato questo forno crematorio il comune avrà qualche vantaggio economico, ma un buon amministratore dovrebbe anche valutare se un corretto sviluppo turistico possa giovare ai/alle derviesi o se questo progetto è congeniale soltanto per chi lo realizzerà e ne trarrà guadagno. Io onestamente in vacanza in un paese, seppur bello, ma con un forno crematorio in pieno centro, ci penserei due volte ad andarci …

Nello studio ovviamente si dice che tutti i parametri delle emissioni rispetteranno le leggi, ma chi lo garantirà? E’ indispensabile rischiare di avere possibili problemi ambientali a fronte di qualche entrata in più nelle casse comunali, entrata che potrebbe invece compromettere un beneficio economico bel più distribuito tra gli/le abitanti legati economicamente alle attività turistiche? Anche questa è una valutazione che una buona Amministrazione dovrebbe calcolare.
Le risposte che mi sono data mi spingono a schierarmi contro questo progetto che continuo ad essere convinta vada realizzato in una zona periferica o isolata non certo qui.
Non solo, è giusto che una amministrazione agisca contro il volere di molti?

Ovviamente questo progetto non era compreso nel programma elettorale e a maggior ragione un gruppo che aveva fatto della partecipazione, informazione dei/delle cittadini/e uno dei punti cardine del programma elettorale, sta agendo al meglio in questo caso? No! Nessuna consultazione è prevista e non lo è anche se la petizione che sta raccogliendo l’opposizione consiliare fa emergere chiaramente la contrarietà di una grande fetta della popolazione.
Non sarebbe invece opportuno promuovere un referendum consultivo in modo che emerga chiaramente e oggettivamente la volontà dei/delle derviesi? Personalmente non voglio lasciare in mano a 13 Amministratori, di cui uno non eletto, questa scelta e le sorti del mio Paese, neppure se fossero, e non è questo il caso, tutti d’accordo tra loro.

Sindaco e maggioranza eletti e votati, ma la democrazia non prevede fortunatamente mandati assoluti! E, secondo me, una buona amministrazione dovrebbe cercare coesione e consenso per il bene del paese e non fomentare divisioni e scontri… Tra persone che davvero pensano al bene di Dervio, il confronto, la discussione e il dibattito non dovrebbe essere vissuto come un fastidio e soprattutto non dovrebbe assumere connotazioni personalistiche! Anzi, anche l’eventuale abbandono di questo progetto, potrebbe essere indice di buona amministrazione se l’interesse del Paese avesse il sopravvento!
Per questo mi aspetto, che pur nella difficoltà del momento, che si apra dibattito vero e che tutti/e i derviesi siano chiamati ad esprimersi prima di assumere una qualsiasi decisione.
Per conto mio…inizierò con il sottoscrivere la petizione perché anche la mia voce possa essere ascoltata!

F.to Gabriella Friso
Dervio, 31 gennaio 2021

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Lunedì, 01 Febbraio 2021 06:41

L’OMBRA DEL VENTO di C. L. Zafòn

in Cultura

 La Biblioteca perdurerà: illuminata, solitaria, infinita, perfettamente immobile, armata di volumi preziosi, inutile, incorruttibile, segreta.
J. L. Borges

 

Uno stile piacevole, fluido, con alcuni picchi di efficace policromìa. Un tessuto narrativo denso di fenomeni carsici che si moltiplicano in una inarrestabile cascata combinatoria. Una selva fitta di personaggi realizzati a sbalzo con decoroso mestiere. E, come è inevitabile, uno o più misteri che alla fine, solo alla fine ovviamente, vengono svelati.

Meglio: dissolti. O, se preferite, gradualmente disciolti in una soluzione ad alta concentrazione iniziale, addirittura supersatura, che dopo qualche decina di pagine inizia irreparabilmente a perdere di intensità, di peso, di colore per concludersi quando “…figure evanescenti, padre e figlio si confondono tra la folla delle ramblas, mentre l’eco dei loro passi si perde per sempre nell’ombra del vento” insieme all’attenzione di chi legge le 439 pagine del “…libro più venduto in Spagna dopo il Don Chisciotte”. Parola di Internet.
Tanto vento e niente arrosto dunque. Anche se sono numerosi i lettori entusiasti che affollano i blog nei quali ci si occupa con accenti superlativi del romanzo d’esordio di Zafòn.

Un testo che, a dispetto dei necessari ma non sufficienti meriti di cui si diceva all'inizio, si perde per strada finendo in un intrico inutilmente ingarbugliato di oscurità grandi e piccole, di arcani misteri dei quali, quando si materializza la scontata conclusione, non c’è più traccia significativa e catarticamente gratificante come ci si aspetterebbe da in ogni romanzo di genere che si rispetti. Insomma i buoni sono buonissimi; i morti sono mortissimi; i cattivi sono cattivissimi e bruttissimi (ma ci sono almeno un paio di buoni-brutti); i libri sono articoli per bibliomani compulsivi pronti a sacrificare la propria e l’altrui vita per scriverli, leggerli o distruggerli. Anche se del loro contenuto nulla o quasi si dice nella narrazione di Zafòn. E quelli più interessanti sono gelosamente custoditi nell’immensa biblioteca chiamata Cimitero dei libri dimenticati.

Dove, prima o poi, troverà posto anche il romanzo di cui si tratta qui. “L'ombra del vento”, appunto. Un libro che parla di un libro. Un meta romanzo. Ovvero un romanzo a metà nel quale buonismo e cattivismo vengono spalmati, certo con buona tecnica, sulle vicende che partono da una biblioteca che odora molto di Nome della rosa, un po’ di Borges e un tantino, ma solo un tantino, dei disegni transfiniti di Maurits Cornelis Escher: “Era un tempio tenebroso, un labirinto di ballatoi con scaffali altissimi zeppi di libri, un enorme alveare percorso da tunnel, scalinate, piattaforme e impalcature: una gigantesca biblioteca dalla geometria impossibile”. Zafòn non è Eco, né Borges, tantomeno Escher.

Il risultato è un polpettone di bell’aspetto, azzimato e profumato come si conviene, in tempi di micragnosa editoria, ad ogni best seller. C’è dentro tutto, ma proprio tutto: cuori infranti, omicidi, amicizie spezzate, tradimenti, torture e pestaggi, incendi e figli diseredati, donne sofferenti per amore, guerra civile e incivile, poliziotti crudeli e poliziotti buoni, cripte dotate di apposite bare dotate di appositi cadaveri, fughe a Parigi, capitani d’industria decaduti, la penna stilografica di Victor Hugo, vecchie dimore patrizie abbandonate alla rovina. Dovrebbe esserci anche qualche porta che cigola sinistramente ma non ne sono certo. Per capirci: un plot che piacerebbe a Dario Argento, il grande guitto horror de noantri.

Il lettore si trova così a degustare (parola grossissima) una sorta di Big Mac dal sapore indefinibile e di sospetta digeribilità le cui premesse, come abbiamo spiegato, consistono in una biblioteca gigantesca, l'importanza della quale, nello sviluppo dell'azione svanisce col procedere della narrazione. Una struttura immensa che odora “…di polvere e di magia”. Nemmeno Harry Potter potrebbe esprimere un nonsenso così banalmente perfetto. Né potrebbe lasciarsi “…trascinare in un turbine di emozioni sconosciute…” mentre il campanile della cattedrale batte… Indovinate un po’ che ora è. Difficile, no? Ma provateci uguale.

E poi ci sono i personaggi il cui spessore psicologico, senza eccezione alcuna, non supera il micron. Dopo qualche pagina dalla prima comparsa del “misterioso” individuo (adeguatamente sfigurato in volto da qualche tremendo accidente (tranquilli il mistero sarà chiarito) anche il lettore poco meno che distratto capisce di chi si tratta. E come può chiamarsi l’ispettore della policia di Barcellona cattivo e puteolente se non Fumero? Quasi onomatopeico. Sapete che fine farà? Non ve lo dico per non rovinarvi il clamoroso finale. Dimenticavo una precisazione necessaria: Zafòn non è un alias di Conan Doyle .

Insomma, per non farla lunga, “L’ombra del vento” è un agguerrito candidato per un posto d’onore all’interno del “tempio tenebroso” di cui sopra, dove si respira “…profumo di carta e magia.” come scrive Zafòn, con ispirato e illuminato lirismo, in un altro best seller, (“Il gioco dell’angelo”). Meglio, molto meglio, l’interminabile serie di J. K. Rowling nella quale, almeno, la magia non è una metafora umidiccia e maghi e maghetti cavalcano scope biturbo e ci danno dentro di brutto fregandosene platealmente della propria e altrui credibilità. Zafòn, invece, si prende molto sul serio. Un peccato mortale perpetrato in presenza certa di materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso.

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