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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Mercoledì, 03 Febbraio 2021 14:02

DRAGHI FOR PRESIDENT ?

L’intervento di Enrico Baroncelli a proposito dell’eventuale incarico a Mario Draghi per la formazione di un governo tecnico, contiene numerosi punti interessanti sui quali vale la pena soffermarsi anche, perché no, criticamente. Sulla evidente inadeguatezza dell’attuale classe politica a definire una rotta che porti il Paese fuori dalle secche di una gestione paralizzante della cosa pubblica, siamo d’accordo: così è impossibile continuare. Esiste il rischio, gravissimo, che la bagnarola parlamentare - partitico - governativa finisca per schiantarsi sugli scogli sommersi degli interessi di parte, anch’essi affioranti a pelo d’acqua.

Certo, affidare all’ex presidente della Commissione europea il compito di costruire un governo di “salute pubblica” è rischioso. Soprattutto, come spiega bene Baroncelli, per Draghi e per le prospettive future di un suo, possibile se non probabile, insediamento al Colle. Ma il ricorso anticipato alle urne potrebbe essere forse ancora più rischioso proprio per i motivi ben addotti nel commento. Dobbiamo necessariamente fare i conti con una classe politica in gran parte ideologicamente spappolata, agitata permanentemente da moti browniani legati ai meschini borderò di una azione politica di piccolissimo cabotaggio, priva di lungimiranza e di credibilità. Eventuali elezioni non avrebbero certo il potere di produrre una palingenesi epocale su elettori (ed eletti), soprattutto con un sistema a liste bloccate come il nostro. Liste che verrebbero comunque stilate dai soliti noti in camicia verde, gialla, rossa, grigia o nera. L’Italia, lo si voglia o no, è una Repubblica politicamente ed elettoralmente fondata su un tessuto sociale dotato di estrema policromia. Per questo è difficile (lo sarà sempre) produrre una riforma elettorale equilibrata, Rosatellum compreso.

Inoltre non è certo necessario ricorrere a tecniche necromantiche per intravedere gli effetti immediati della composizione numerica del prossimo Parlamento, ridotto di oltre un terzo dal referendum del 20 e 21 settembre 2020. Le pressioni e i condizionamenti degli apparati di partito sui singoli candidabili aumenteranno in proporzione diretta alla riduzione dei posti in aula in omaggio all’onnipresente legge di mercato: a una riduzione dell’offerta corrisponderà un deciso aumento del “prezzo” (in termini di ossequio alla disciplina di partito) che ciascun candidato dovrà pagare per accedere all’Assemblea. E gli apparati saranno così in grado di condizionare con maggior efficacia l’operato degli eletti nelle proprie file.

Meglio comunque votare subito? Lo chiedono a gran voce da mesi anche Meloni e Salvini. Vogliamo marciare, sia pur turandoci montanellianamente il naso, affiancati a quei due e sospinti da una indigesta e paradossale eterogenesi dei fini? E quali effetti, certamente non trascurabili, produrrà sulle geometrie politiche delle forze in campo, quindi sul responso delle urne, una campagna elettorale già ormai iniziata e prevedibilmente condotta all’arma bianca? La spaccatura interna ai 5 stelle è molto più profonda di quello che si può intuire osservando la superficie appena increspata dal dibattito politico e mediatico.

Certo, come ci si augura, sarebbe necessario dar vita ad “una competizione leale e due progetti contrapposti e onesti…”. Ben detto. Anche noi aspiriamo ad un’Italia politicamente e onestamente bipolare. Lo afferma su Facebook, con inarrivabile faccia tosta, persino Matteo (quello del cerchio magico, non di Pontida) rivolgendo un evangelico appello alle “persone di buona volontà”. Ma stiamo davvero parlando della stessa classe politica sul cui “fallimento definitivo” sembra non ci siano dubbi? La stessa classe che dovrebbe improvvisamente e inopinatamente provare amor patrio, passione, onestà e competenza per condurre l’italica res publica fuori da una crisi non solo pandemica ma soprattutto “morale”? Sì, proprio così.

Mi permetto di tirar fuori dalla naftalina, un’ormai dimenticata “questione morale” che l’onda anomala di Mani pulite sembrava avesse riportato definitivamente all’attenzione del mondo. E della politica, per la cui corretta e onesta gestione sarebbe certo opportuno seguire le indicazioni fornite, due secoli or sono, da un acuto osservatore della società, calandoci “nei panni degli altri più con l’animo del poeta che da ragionatore.” Firmato: Giacomo Leopardi. Però lui si occupava di poesia, non di politica.

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Mercoledì, 03 Febbraio 2021 08:57

Responsabilità dei Sindaci: urgente cambiare la normativa

Dopo la condanna della Sindaca di Torino, il Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli, il Sindaco di Lecco Mauro Gattinoni e i Sindaci della provincia di Lecco sottoscrivono l’appello di ANCI per sollecitare la revisione del Testo Unico degli Enti Locali.

La condanna di Chiara Appendino pone ancora una volta il Paese di fronte a un problema enorme: in questo contesto di norme e regolamenti diventerà sempre più difficile fare il mestiere di sindaco.
Un problema che Anci ormai da anni ha posto all’attenzione del governo e del parlamento.
Possono i sindaci rispondere personalmente, e penalmente, per valutazioni non ascrivibili alle loro competenze? Possono i sindaci continuare a essere i capri espiatori, le uniche istituzioni sulle quali si scarica il peso di scelte dalle enormi responsabilità? Possono essere condannati perché fanno il loro lavoro?

Qualche anno fa, in un’assemblea congressuale dell’ANCI, un gruppo di piccoli Comuni scelse una frase di Ibsen per compendiare i contenuti di un documento /denuncia.
“Una comunità è come una nave; chiunque dovrebbe essere preparato a prendere il timone”.
Questa condizione che rappresenta l’essenza stessa della nostra democrazia, in quanto diritto di tutti a guidare la propria comunità rischia di trasformarsi in un grande paradosso perché soprattutto nelle piccole comunità è diventato persino difficile trovare persone disposte a svolgere il ruolo di Sindaco, perché prevale sempre più spesso il timore di rimanere travolti da norme di difficile applicazione, a volte incomprensibili perché magari pensate o scritte da chi non si è mai confrontato con il duro lavoro di sindaco.

Noi dobbiamo vivere quotidianamente, soprattutto in questo particolare momento, nella trincea delle azioni orientate alla crescita sociale ed economica delle comunità e non possiamo rimanere immobilizzati dalla paura di apporre una firma o autorizzare una procedura. Non ci spaventa lavorare né rispettare le regole, purché queste siano eque e rispettose delle differenze tra il livello gestionale e quello dell’indirizzo politico anche sul piano delle responsabilità penali.
Chiara Appendino, alla quale va tutta la vicinanza e la solidarietà nostra, è stata condannata per una vicenda che chiama in causa tutti noi nell’esercizio quotidiano del nostro lavoro.

Oltre al dolore che un sindaco prova per queste tragedie che segnano non solo le famiglie delle vittime ma l’intera comunità cittadina deve anche rispondere penalmente per valutazioni che certamente non possono essere ascritte alla sua responsabilità.
Non dubitiamo del lavoro della magistratura, sia inquirente che giudicante, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo neanche in questa circostanza, così come rispettiamo profondamente il dolore e la voglia di giustizia dei parenti delle vittime ma sentiamo la necessità di richiamare con forza l’attenzione del legislatore sulla necessità di un intervento normativo decisivo e risoluto di modifica del Testo Unico degli Enti Locali altrimenti in questo contesto, come abbiamo più volte denunciato, perché già accade per i piccoli Comuni, non avremo più cittadini disposti ad assumere la carica di sindaco.

Non lo stiamo chiedendo per noi. Lo chiediamo per l’Italia, perché se liberiamo i sindaci dal peso di responsabilità non proprie, si liberano le energie delle loro comunità.

Claudio Usuelli
Presidente della Provincia di Lecco
Sindaco di Nibionno
Mauro Gattinoni
Sindaco di Lecco
Roberto Sergio Azzoni
Sindaco di Abbadia Lariana
Alessandro Paolo Milani
Sindaco di Airuno
Patrizio Sidoti
Sindaco di Annone di Brianza
Giovanni Bruno Bussola
Sindaco di Ballabio
Mirko Ceroli
Sindaco di Barzago
Giancarlo Aldeghi
Sindaco di Barzanò
Giovanni Arrigoni Battaia
Sindaco di Barzio
Antonio Rusconi
Sindaco di Bellano
Andrea Colombo
Sindaco di Bosisio Parini
Federico Airoldi
Sindaco di Brivio
Luca Cattaneo
Sindaco di Bulciago
Stefano Motta
Sindaco di Calco
Marco Ghezzi
Sindaco di Calolziocorte
Luca Pigazzini
Sindaco di Carenno
Antonio Leonardo Pasquini
Sindaco di Casargo
Filippo Galbiati
Sindaco di Casatenovo
Roberta Marabese
Sindaco di Cassago Brianza
Roberto Combi
Sindaco di Cassina Valsassina
Aldo Riva
Sindaco di Castello di Brianza
Giovanna De Capitani
Sindaco di Cernusco Lombardone
Eugenio Alfonso Galli
Sindaco di Cesana Brianza
Angelo Isella
Sindaco di Civate
Monica Gilardi
Sindaco di Colico
Tiziana Galbusera
Sindaco di Colle Brianza
Sergio Galperti
Sindaco di Cortenova
Sabina Panzeri
Sindaco di Costa Masnaga
Matteo Manzoni
Sindaco di Crandola Valsassina
Ave Pirovano
Sindaco di Cremella
Pier Luigi Invernizzi
Sindaco di Cremeno
Stefano Cassinelli
Sindaco di Dervio
Paolo Lanfranchi
Sindaco di Dolzago
Massimo Vergani
Sindaco di Dorio
Virginio Colombo
Sindaco di Ello
Gian Carlo Valsecchi
Sindaco di Erve
Pietro Pensa
Sindaco di Esino Lario
Mauro Colombo
Sindaco di Garbagnate Monastero
Giuseppe Conti
Sindaco di Garlate
Fabio Vergani
Sindaco di Imbersago
Adriano Stefano Airoldi
Sindaco di Introbio
Marco Panzeri
Sindaco di La Valletta Brianza
Silvano Stefanoni
Sindaco di Lierna
Cristina Maria Citterio
Sindaco di Lomagna
Flavio Polano
Sindaco di Malgrate
Riccardo Fasoli
Sindaco di Mandello del Lario
Giuseppe Malugani
Sindaco di Margno
Massimo Augusto Panzeri
Sindaco di Merate
Bruno Crippa
Sindaco di Missaglia
Andrea Corti
Sindaco di Moggio
Giuseppe Chiarella
Sindaco di Molteno
Paola Colombo
Sindaco di Monte Marenzo
Franco Carminati
Sindaco di Montevecchia
Alessandra Hofmann
Sindaco di Monticello Brianza
Antonella Invernizzi
Sindaco di Morterone
Chiara Narciso
Sindaco di Oggiono
Giovanni Battista Bernocco
Sindaco di Olgiate Molgora
Marco Passoni
Sindaco di Olginate
Bruno Polti
Sindaco di Oliveto Lario
Paolo Brivio
Sindaco di Osnago
Gianpaolo Torchio
Sindaco di Paderno d'Adda
Martino Colombo
Sindaco di Pagnona
Renato Busi
Sindaco di Parlasco
Pierluigi Artana
Sindaco di Pasturo
Fernando De Giambattista
Sindaco di Perledo
Dante De Capitani
Sindaco di Pescate
Elide Codega
Sindaco di Premana
Mauro Artusi
Sindaco di Primaluna
Daniele Villa
Sindaco di Robbiate
Matteo Redaelli
Sindaco di Rogeno
Efrem Brambilla
Sindaco di Santa Maria Hoè
Emanuele De Capitani
Sindaco di Sirone
Davide Maggioni
Sindaco di Sirtori
Sandro Cariboni
Sindaco di Sueglio
Giacomo Angelo Valsecchi
Sindaco di Suello
Alberto Nogara
Sindaco di Taceno
Matteo Colombo
Sindaco di Valgreghentino
Antonio Rusconi
Sindaco di Valmadrera
Luca Buzzella
Sindaco di Valvarrone
Mauro Manzoni
Sindaco di Varenna
Paolo Giovanni Lozza
Sindaco di Vercurago
Robertino Ettore Manega
Sindaco di Verderio
Fabio Bertarini
Sindaco di Viganò

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Mercoledì, 03 Febbraio 2021 08:53

CHIUSA LA PREALPINA OROBICA FINO A VENERDI 05/02, RIAPERTA TARTAVALLE

Sp 64 Prealpina Orobica – CHIUSURA TOTALE AL TRANSITO dal pk 6+000 (fine
centro abitato di Moggio) al pk 12+000 (passo Culmine San Pietro) per operazioni di disgaggio pareti
rocciose.

Preso atto che nella giornata di lunedì 01 febbraio 2021, in corrispondenza del pk 7+600 circa della
Sp 64 Prealpina Orobica, sono occorsi dei distacchi di materiale lapideo che hanno invaso la
carreggiata, presumibilmente dovuti dal fenomeno di gelo/disgelo che caratterizza il periodo;
Atteso che, a seguito delle verifiche condotte in loco, si è rilevata la necessità di provvedere con
celerità ad un controllo approfondito della scarpata di monte lungo il suddetto tratto stradale,
attuando appositi disgaggi del materiale eventualmente instabile rimasto in quota, nonché la
rimozione di alcune ceppaie pericolanti;

Rilevato che, data la ristretta sezione stradale, non risulta possibile garantire il transito veicolare in
concomitanza dell’esecuzione delle operazioni precedentemente descritte;
Ritenuto opportuno procedere alla chiusura della strada provinciale al fine di permettere l’esecuzione
dei lavori, tutelare le maestranze al lavoro, e, nel contempo, garantire l’incolumità e la sicurezza degli
utenti della strada;

1. la CHIUSURA TOTALE AL TRANSITO della Sp 64 Prealpina Orobica, dal pk 6+000 (fine
centro abitato di Moggio) al pk 12+000 (passo Culmine San Pietro), per le giornate di mercoledì
3, giovedì 4 e venerdì 5 febbraio 2021, dalle ore 08.00 sino alle ore 17.00, e comunque sino
ad ultimazione dei lavori;

 

RIAPERTURA AL TRANSITO della Sp 62 della Valsassina nel tratto dal pk 26+000 (Ponte di Tartavalle in comune di Taceno) al pk 29+000 (loc. Portone di Bellano).

Premesso che nella giornata di lunedì 01 febbraio 2021 si è verificato il distacco di una frana di crollo
in roccia presso il pk 29+500 circa della Sp 62 della Valsassina, nel tratto compreso tra Taceno e
Portone, presumibilmente a seguito del fenomeno di gelo/disgelo;
Atteso che, a seguito delle prime verifiche effettuate in loco dal personale tecnico provinciale, si è
ritenuto opportuno procedere alla chiusura al transito del tratto interessato a causa di ulteriore
materiale instabile sul pendio sovrastante la carreggiata;
Preso atto che la chiusura sopracitata è state disposta con apposita Ordinanza n. 12/2021 della
Provincia di Lecco;
Considerato che, nella giornata odierna, sono stati condotti i disgaggi ed i controlli in parete,
provvedendo nel contempo alla pulizia della sede viaria;
Premesso quanto sopra, si ritengono favorevoli i presupposti per la riapertura al transito del tratto di
strada in oggetto al fine di ripristinare i collegamenti viabilistici interrotti;

 

ORDINA
1. a decorrere dalle ore 16.00 di Martedì 02 Febbraio 2021, la REVOCA DELL’ORDINANZA
n.12/2021 e la contestuale RIAPERTURA AL TRANSITO della Sp 62 della Valsassina nel tratto
dal pk 26+000 (Ponte di Tartavalle in comune di Taceno) al pk 29+000 (loc. Portone di Bellano).

 

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Mercoledì, 03 Febbraio 2021 08:43

DRAGHI, L`ASSO DI PICCHE DI MATTARELLA

Dopo lo stallo delle consultazioni del Presidente della Camera Roberto Fico, che hanno dimostrato come le diverse forze politiche , soprattutto i Renziani e i 5 Stelle, si siano incartate sulle differenti posizioni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha lanciato la sua prevedibile "arma nucleare" chiamando a rapporto, per un prevedibile incarico, l`ex Presidente della Banca Europea Mario Draghi.

"E` la fine della politica,la fine della seconda Repubblica" hanno commentato ieri sera diversi opinionisti politici, nei programmi televisivi di Giovanni Floris e di Bianca Berlinguer.
Il fallimento definitivo di una classe politica poco adeguata alla grave situazione che da un anno stiamo vivendo a causa della pandemia.

Sono d`accordo solo in parte: sul fallimento di un ceto politico, e sul cinismo evidente di chi si mette a fare giochetti politici per avere una maggiore visibilita`, sulla pelle del popolo italiano, naturalmente pero` sempre in nome " dell`interesse e del bene comune dell`Italia", direi che c'e' poco da discutere.

La soluzione pero`, prevista da molti e temuta da altri, della "chiamata alle armi" di Draghi, "l`italiano piu` influente del mondo", devo dire che non mi convince per niente.

Fossi Draghi, che sicuramente e` un uomo intelligente e che ha ambizioni politiche nel suo futuro (si parla di lui come Presidente della Repubblica dopo Mattarella) rifiuterei addirittura l`incarico, con il quale rischia di bruciarsi non solo le dita ma la mano e il braccio intero. Entrare in questo pantano ? "Meglio di no, grazie !" direi se fossi in lui.

Siamo poi sicuri che l`ennesimo Governo tecnico verrebbe votato ? Non ne sarei tanto sicuro.
Il Governo tecnico di Draghi dovrebbe impostare i progetti per il "Recovery Plan", cioe` proprio il motivo per cui, agli inizi di Dicembre, Renzi si e` scollato dal Governo Conte, quando si parlava della famosa "piramide" di 300 tecnici al cui vertice dovevano esserci Conte e il Ministro dell`Economia Gualtieri.
Ora quello che a Conte non e` stato permesso, cioe` agire sostanzialmente da solo, al di fuori del Parlamento e all`insaputa dei Partiti, dovrebbe essere permesso a Draghi ? Poco realistico.

La soluzione a mio modesto parere invece e` un`altra: si vada alle elezioni, al piu` presto, chiedendo una proroga all`Europa per la formalizzazione del Recovery Plan.

Si dia la voce agli Italiani, che sono poi quelli che pagheranno l`ulteriore debito nei prossimi 25 anni (il Recovery va restituito entro il 2056) sulla base di una competizione leale e due progetti contrapposti e onesti, senza ipotesi fantasiose o irrealistiche.

Stabiliamo delle elezioni che siano in realta` un Referendum: il Centrodestra, Salvini, Meloni, Berlusconi, proporra` allora di utilizzare il Recovery Fund per abbassare le tasse, soprattutto ai redditi piu` alti, con la Flat Tax al 16%, la costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina, incentivi alle imprese e alle grande industrie.

Il Centrosinistra, PD LEU e i 5 Stelle , con candidato ancora Conte, proporra` invece di utilizzare i fondi per dare piu` sostegno alle famiglie, alle Scuole e al Lavoro, ampliare il reddito di cittadinanza e sussistenza, insomma quel Welfare che da un po` di anni latita e che diventera` sempre piu` importante anche a causa della crisi del Terzo Settore, cioe` del Volontariato.

Una contrapposizione onesta, chiara e semplice, senza falsita` o salti nel buio: siano gli Italiani a scegliere con chiarezza, perche' tutta questa paura di dare il voto al popolo ?

Ne hanno tutto il diritto, visto che saranno proprio loro a pagare il conto ! E` soprattutto una questione di Democrazia, basta con giochi e giochetti fatti sulle nostre teste !

Enrico Baroncelli

 

 

 

 

 

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Martedì, 02 Febbraio 2021 20:12

LA FOTOGRAFIA

Una foto, si sa, può raccontare lunghe storie.

Può ritrarre fiori, sentieri, panorami, il sole che nasce e quello che tramonta, il lago e la montagna, un ruscello e una cascata.

Può far scendere nel vortice della nostalgia, o far sorridere, o piangere, o tutte e due le cose insieme.

Una foto è una cosa così apparentemente innocua ma che può anche far male riportando alla luce un ricordo, un momento, una persona.

Poi ci sono loro, i professionisti dell'informazione, quelli che se li tocchi scattano come serpenti, quelli che l'umiltà di riconoscere le ragioni e le opinioni degli altri non sanno nemmeno dove stia di casa.

Loro, che hanno sempre la risposta pronta e pungente; loro che ogni replica facilmente si trasforma in minaccia. Non la pensi come me? Vali poco. O niente. Al massimo un piuttosto, ma devi proprio essermi amico.

Sono professionisti e vengono da lontano. Hanno studiato e possono darti lezioni su tutto, cosa vuoi, noi siamo gente di montagna, una volta urlavamo in latinorum, un po' come quelli che cantavano  le canzoni dei Beatles senza sapere una parola d'inglese ma lo facevano talmente bene che sembrava tutto vero.

Loro no, loro sanno il latino ed altre quattro o cinque lingue, compresa la loro, unica e incontestabile, che può insieme essere accusa e giudice al soldo di una legge che, però, non è uguale per tutti. Perchè ci sono gli amici intoccabili, e i nemici sulla pelle dei quali giocare.

Ma cosa c'entra la fotografia?

Una foto può raccontare, dicevamo. E qui ha raccontato, quella foto che ritrae una persona illustre scomparsa come fosse ancora ben presente, l'astio cieco che i nostri gentiluomini della tastiera nutrono verso il Sindaco e gli amministratori di un noto comune del centro valle.

Talmente cieco da non accorgersi che la persona in mezzo ai tre che quella foto ritrae ci ha lasciato nel novembre del 2019.

Eh già, una foto può raccontare davvero molte storie. E, qualche volta, anche la verità.

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Martedì, 02 Febbraio 2021 15:41

VACCINAZIONI IN LOMBARDIA: QUASI TERMINATA LA FASE 1. ECCO COSA SUCCEDERA' POI.

“Il completamento della Fase 1 del Piano vaccinazioni Anticovid in corso, è previsto entro il 23 febbraio. È la fase inerente gli operatori sanitari, sociosanitari delle strutture di ricovero e cura e degli operatori e ospiti delle Rsa. La somministrazione è di 320.000 vaccini di cui 305.814 già effettuate alla data del 31 gennaio”.

Lo ha detto la vicepresidente di Regione Lombardia, assessore al Welfare Letizia Moratti nel suo intervento in Consiglio regionale.

La fase successiva, denominata ‘Fase 1 Bis’ riguarderà 107.425 persone appartenenti a otto categorie, oltre ad altro personale da censire, anche in funzione delle indicazioni del Ministero. Nel dettaglio sono: Rsd (residenzialità psichiatriche), centri diurni, assistenza domiciliare, farmacisti, dentisti, odontoiatri e confprofessioni varie. Comprese inoltre:  sanità militare, Polizia di Stato, ambulatori accreditati e altri medici liberi professionisti, informatori scientifici del farmaco e altro personale da censire.

“E’ in corso una puntuale ricognizione per ulteriori categorie prioritarie – ha puntualizzato – una raccolta delle informazioni di contatto ed è previsto l’inizio delle somministrazioni a partire dal 10 febbraio sulla base delle adesioni”.

“Dopo questa prima fase che era sulla base di target specifici – ha continuato – occorre però chiarire alcuni punti con il Governo. In particolare – ha sottolineato Moratti – serve una Conferenza Stato Regioni nella quale verificare i criteri di distribuzione dei prodotti vaccinali in relazione alla popolazione individuata poiché questo criterio potrebbe generare difformità tra le regioni e non rispondere effettivamente ai bisogni dei cittadini. Per questo sarebbe opportuno avere una definizione centralizzata e condivisa delle priorità per categorie, in modo da poter garantire più uniformità possibile tra le regioni”.

L’avvio della fase massiva, denominata ‘Fase 2’ conferma il canale delle strutture ospedaliere pubbliche e private (hub), aggiungendo quello dei medici di base, delle farmacie, delle strutture cosiddette massive.

“L’ipotesi di categorie prioritarie che potrebbero ricevere per prime i vaccini del contingente AstraZeneca che abbiamo per ora individuato – ha aggiunto la vicepresidente – è quella di appartenenti alle forze dell’ordine, al personale scolastico, al comparto della giustizia e al trasporto pubblico locale”.

“L’avvio della fase massiva prevista a breve – ha specificato la vicepresidente – richiede una capillare comunicazione verso il cittadino. Per questo, entro una settimana, saranno forniti i dettagli delle procedure di adesione e prenotazione e entro due settimane sarà attivo il portale dedicato alla prenotazione delle vaccinazioni. Gli strumenti di raccolta delle informazioni di contatto e adesione, oltre al portale dedicato, saranno inoltre il portale dei medici di medicina generale e dei farmacisti e il contatto diretto tramite call center”.

“E’ nostro obiettivo prioritario – ha aggiunto – pianificare un modello di vaccinazione massiva adatto al territorio e alla popolazione lombarda. Per questo abbiamo già effettuato delle simulazioni e ipotizzato che esso sia scalabile e valutato sulla capacità effettiva di erogare e pianificare. I criteri per la scelta dei potenziali centri territoriali e dell’attività di somministrazione saranno di volta in volta da verificare con gli enti locali.

La governance che abbiamo previsto per gestire il piano delle vaccinazioni – ha continuato – è composta da una cabina di regia formata dal presidente Attilio Fontana, dall’assessore alla Protezione civile, Pietro Foroni, dall’assessore al Welfare, dal commissario speciale Guido Bertolaso. Si avvarrà delle competenze degli assessorati al Welfare e alla Protezione civile per la logistica, l’infrastrutturazione, l’esecuzione e il coordinamento delle risorse umane”.

La vicepresidente ha infine precisato la definizione del piano di contatto e gestione degli ultraottantenni, che sono oltre 700.000 in Lombardia. L’inizio delle somministrazioni è previsto il 24 febbraio. La raccolta di adesioni per gli ultraottantenni dovrà avvalersi del contatto dei medici di base e degli assistenti domiciliari. Potrà anche avvenire con l’accesso diretto al portale col supporto dei familiari o con il contatto telefonico.

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Martedì, 02 Febbraio 2021 07:52

UN APPELLO DEL SOCCORSO ALPINO

“Scegliete un’altra montagna: meno rischiosa, ma non meno coinvolgente”. È l’appello diramato dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS), nel pieno della stagione invernale, condizionata da una sanità messa a dura prova. Il Soccorso Alpino, con un video-appello diffuso tramite i social e i media – ma aperto ad ogni tipo di condivisione – quest’anno chiede a tutti gli appassionati di sport invernali una particolare prudenza. “Serve una grande responsabilità e scelte conseguenti – chiede Maurizio Dellantonio, il presidente nazionale del CNSAS –

Ogni incidente in montagna aggrava la mole di lavoro per l’intera sanità, impegnata nel fronteggiare l’emergenza Covid-19: è per questo che lanciamo questo video per chiedere che gli sport a rischio in montagna siano per una volta messi in secondo piano nelle scelte degli appassionati. Le alternative non mancano e potrebbero essere occasione per scoprire attività, percorsi e località meno note”. Negli anni passati le missioni di soccorso, per il CNSAS, erano state oltre 4mila per ogni inverno.

L’iniziativa del Soccorso Alpino e Speleologico è organizzata nell’ambito del progetto “Sicuri in Montagna”, che vede il penultimo weekend di gennaio tradizionalmente dedicato alla prevenzione degli incidenti sulla neve. Quest’anno è dedicata ai medici, agli infermieri e a tutto il personale sanitario italiano.

L’auspicio è che il filmato abbia la maggior risonanza possibile: chiediamo per questo la collaborazione dei media e della stampa, che potranno liberamente pubblicarlo e condividerlo tramite i loro canali. La versione in HD (1 min o 30 sec) è scaricabile a questo link: https://drive.google.com/drive/folders/1QU4xXiOhH1OPfEfS2eYJc_tlRsxu8fzZ?usp=sharing

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Martedì, 02 Febbraio 2021 06:27

Riparte ristorazione in zona gialla, ma “stop and go” è difficile da gestire

Interessati 4400 esercizi nelle due province di Como e Lecco, “ma fermi e ripartenze continui complicano la programmazione di attività fondate su acquisto e vendita di prodotti alimentari deperibili”

Con il ritorno della Lombardia in zona gialla, è ripartenza anche per i locali di ristorazione nelle due province di Como e Lecco: sono interessati oltre 4400 esercizi delle due province lariane (circa 3000 a Como e 1400 a Lecco) dopo oltre un mese di chiusura. Una boccata d’aria comunque insufficiente a coprire le perdite, ingentissime, che si stimano per causa di una stagione turistica invernale già azzoppata dai divieti imposti, che mette in crisi l’intera economia di laghi e valli.

In tutta Italia, tornano a riaprire per il servizio del pranzo al tavolo bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi aperti per otto italiani su dieci (80%) per un totale di 47,8 milioni di persone che risiedono in regioni classificate in zona gialla. E’ quanto emerge dall’analisi della Coldiretti in riferimento alla nuova classificazione delle regioni con quasi tutta Italia che da oggi torna in giallo, con l’eccezione di Umbria, Puglia, Sardegna, Sicilia e la Provincia di Bolzano ancora arancioni.

Nelle due province comunque – sottolinea la Coldiretti lariana – le attività di ristorazione al tavolo sono consentite solo dalle ore 5,00 alle 18,00 con la possibilità della consegna a domicilio, nonché fino alle ore 22 della ristorazione con asporto: in zona arancione era ed è invece consentita la sola la consegna a domicilio o l’asporto. Le limitazioni fino alle 18 per i bar riducono ulteriormente la sostenibilità economica per giustificare le aperture tanto che in molti preferiscono mantenere le serrande abbassate.

In realtà lo stop and go delle ordinanze per le aperture e le limitazioni presenti in molti casi creano ostacoli alla programmazione delle attività che si fondono su acquisto e vendita di prodotti deperibili.

Le riaperture rappresentano comunque una opportunità per il ritorno alla normalità di molti italiani che sono stati costretti a rinunciare al pranzo fuori casa per svago o per lavoro ma è anche una importante boccata di ossigeno per le attività di ristorazione che si classificano tra quelle più duramente colpite dalle misure restrittive che hanno provocato un crack senza precedenti per la ristorazione nazionale che dimezza nel 2020 il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro, secondo le stime Coldiretti su dati Ismea.

Gli effetti della chiusura delle attività di ristorazione – continua la Coldiretti – si fanno sentire a cascata sull’intera filiera agroalimentare con disdette di ordini per le forniture di molti prodotti agroalimentari, dal vino all’olio, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura ma anche su salumi e formaggi di alta qualità che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione – precisa la Coldiretti – rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato.

Le limitazioni alle attività di impresa – conclude la Coldiretti – devono dunque prevedere un adeguato e immediato sostegno economico lungo tutta la filiera per salvare l’economia e l’occupazione ma serve anche una riflessione sulla possibilità di apertura serale dei ristoranti anche alla luce delle importanti misure di sicurezza adottata, quali il distanziamento dei posti a sedere facilmente verificabile, il numero strettamente limitato e controllabile di accessi, la registrazione dei nominativi di ogni singolo cliente ammesso.

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Martedì, 02 Febbraio 2021 06:22

CHIUSA LA STRADA TRA TACENO E PORTONE

Sp 62 della Valsassina – CHIUSURA TOTALE AL TRANSITO dal pk 26+000 (Ponte di
Tartavalle in comune di Taceno) al pk 29+000 (loc. Portone di Bellano) a seguito di frana di crollo in
roccia.

E` disposta la CHIUSURA TOTALE AL TRANSITO della Sp 62 della Valsassina nel tratto Taceno -
Portone, tra il pk 26+000 (Ponte di Tartavalle in comune di Taceno) ed il pk 29+000 (loc. Portone
di Bellano), a decorrere dalle ore 16.00 di Lunedì 01 Febbraio 2021 sino a successiva revoca;

Il posizionamento dell’apposita segnaletica stradale, i preavvisi di chiusura ed ogni altro
apprestamento per la chiusura della carreggiata, come prescritto dal Nuovo Codice della Strada e
successive modifiche, così come la divulgazione agli organi di stampa e di vigilanza della presente
ordinanza, sono a carico della Provincia di Lecco.

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