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Martedì, 24 Dicembre 2024 12:29

IL PROBLEMA DELLA GALLERIA MONTE PIAZZO E IL "SOGNO" MANCATO DELL'AUTOSTRADA DELLE NEVI

Molti di noi spesso utilizzano la 36 per andare in Valtellina o in Alto Lago o in Val Chiavenna e tutti abbiamo visto gli ennesimi lavori in corso all'interno della galleria Monte Piazzo che ci "contringono" ad utilizzare una sola corsia.

Ebbene, questi lavori hanno come oggetto il rafforzamento della struttura del tunnel che è stato realizzato all'interno di un cono di frana, "un difetto strutturale che nessun intervento può eliminare completamente", come ha avuto modo di affermare in un recente convegno sulla mobilità della Valtellina e dell'Alto Lago Nicola Prisco, responsabile di ANAS Lombardia.

Il quale, fra altro, ha anche dato un tempo residuo di vita per la Monte Piazzo: quindici anni da quando saranno terminati i lavori di consolidamento, dopodichè diverrà, sempre parole di Prisco, "inutilizzabile".

Detto che ANAS ha stanziato 200 milioni di euro per i suddetti lavori e 42 milioni per lo svincolo di Piona, la "notizia" non può che fare scalpore e soprattutto preoccupare per le conseguenze che porterebbe a tutta l'economia dei territori interessati.

Ora sicuramente i tecnici e la politica staranno cercando una soluzione e tutti ci auguriamo che la trovino alla svelta perchè quindici anni, secondo i "cronoprogrammi" dei lavori pubblici italiani, sono un niente ed il rischio che si avveri la profezia è serio e concreto.

Da parte mia - inutilmente, lo so bene - non posso che tornare indietro nel tempo di una sessantina d'anni quando venne presentato (a tecnici e politici dell'epoca) il progetto della cosiddetta "Autostrada delle Nevi" predisposto dall'Ingegner Nino Cugnasca, uno che di strade - e non solo di quelle visto che, per esempio, a Introbio, di cui fu Sindaco, aprì le Terme d tentò di realizzare la funivia per Biandino allo scopo di svilupparne il turismo - se ne intendeva.

Ma cos'era l'Autostrada delle Nevi? Ripilogo sinteticamente a vantaggio di chi non ne ha mai sentito parlare e di chi magari se l'è dimenticato.

Il suddetto progetto prevedeva la realizzazione di una "autostrada/superstrada" con partenza dallo svincolo di Agrate della A4; il percorso risaliva nella Brianza e ad un certo punto - mi sembra verso Olginate - si spostava nel calolziese dove avrebbe dovuto essere realizzata una serie di tunnel che si inerpicavano verso la Valsassina.

Le gallerie - ed alcuni tratti scoperti - proseguivano poi a mezza costa sino a Casargo e, dopo aver attraversato la Val Varrone, sarebbero proseguite sotto il Legnone per sbucare infine in Valtellina. Diciamo che in alcuni tratti ricalcava il percorso dell'oleodotto Genova - Monaco realizzato nei primi anni sessanta e che ebbe il "merito" di far cambiare volto (e fatturati) a molte aziende artigiane che passarono dalla produzione degli attrezzi agricoli a quella delle flange.

Cosa avrebbe risolto questo tracciato? Butto lì, a caso, tre punti.

1) migliorato definitivamente la viabilità della Brianza con un collegamento diretto all'autostrada e niente Super36 come la conosciamo oggi

2) evitato di realizzare il tunnel del Barro, l'attraversamento di Lecco e la "nuova" Lecco-Ballabio, nonchè ovviamente, tutte le gallerie a lago

3) risolto il problema della Lecco-Bergamo, visto che sarebbe bastato entrare in autostrada (o superstrada, vedete voi) a Lecco, arrivare ad Agrate e poi con la A4 raggiungere comodamente la città orobica

Un'idea troppo ardita per l'epoca?

Certamente sì, ma Nino Cugnasca oggi lo avremmo considerato un "visionario", uno Steve Jobs e un Elon Musk, per intenderci per cui la decisione della "politica" fu di costruire la strada a lago (e sappiamo quanto tempo e quanti soldi ci sono voluti) lasciandola zoppa per un bel pezzo, fino a quando (sempre con tempi lunghissimi e spendendo una barca di pubblici denari) si aprì il Barro e l'attraversamento cittadino.

Ed oggi resta ancora da risolvere clamorosamente il nodo della Lecco - Bergamo, un calvario dove migliaia di persone quotidianamente devono portare la loro croce eper il quale ad oggi non mi risulta esiste uomo o donna in grado di fare previsioni.

Non so se l'Ing. Cugnasca abbia fatto tutti questi ragionamenti o se abbia solo usato il buon senso quando ha pensato all'Autostrada delle Nevi.

So per certo - e non l'ho detto io ma un responsabile dell'ANAS - che se non si corre ai ripari più che alla svelta saranno guai. Grossi, grossissimi guai.

Buon S. Natale!

 

 

 

 







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Martedì, 24 Dicembre 2024 10:13

CORTENOVA: E' LA NOTTE DEL PRESEPE. TUTTO PRONTO PER "E SE FOSSE NATO QUI"

Vigilia di Natale all'insegna della tradizione e del ricordo di "come eravamo" quella che questa sera si vivrà in quel di Cortenova.

"E se fosse nato qui", infatti, è molto più di un semplice presepe vivente, è "L'Antico" cortenovese con le rappresentazione di un "come eravamo" destinato ogni anno a suscitare nostalgie e memorie.

Qui sotto pubblichiamo la mappa che verrà distribuita questa sera dagli organizzatori.

Per quanto riguarda i parcheggi sarà accessibile il campo sportivo in Località Serade, altrimenti sarà possibile utilizzare anche il parcheggio in Largo de Vecchi accedendo al paese dalla "riva dei Franceschin" o dalla strada recentemente sistemata e rimessa  a disposizione della comunità che passa dalla Madona di Crott.
"In loco - spiegano gli organizzatori - sarà possibile acquistare tazze personalizzate che danno diritto a prendere il vino brulé che verrà distribuito in osteria e su un apposito carrettino. Inoltre per gli amanti della Busëca ci sarà una postazione dove sarà possibile assaggiare la mitica trippa degli alpini di Cortenova (previo acquisto di un cucchiaio personalizzato oppure se lo vorrete con una piccola offerta libera)."

Tazza e cucchiaio saranno acquistabili poco prima della prima stazione nella piazzetta in via volta (di fronte al bar Spandri).

mappapresepe

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Martedì, 24 Dicembre 2024 09:48

DONNA PERDE LA VITA SUL RESEGONE. IL SOCCORSO ALPINO INVITA ALLA PRUDENZA

La cronaca, come molti lettori già sapranno, racconta di un incidente mortale avventuo ieri pomeriggio sul versante lecchese del Resegone. Una donna stava scendendo con altre persone dalla cima Resegone, sul sentiero Numero Uno. In un punto critico, la donna è scivolata e precipitata per circa 150 metri e per lei non c'è stato purtroppo nulla da fare. 

Ora, indipendentemente dal fatto in sé e dal giusto cordoglio per i familiari e gli amici della vittima, a noi sembra opportuno ricordare che per la giornata di ieri era stata diramata un allerta (confermata poi dai fatti) per vento forte che ha costretto, tra altro, l'ITB a non aprire gli impianti ed il comune di Lecco a vietare l'utilizzo dei parchi pubblici, mentre dalle cronache si apprende che anche il rifugio Azzoni era chiuso.

Il vento da nord, inoltre e come facilmente prevedibile, ha trasformato in ghiaccio la pochissima neve caduta nelle ore precedenti rendendo i sentieri più difficili e rischiosi da percorrere. 

Questa mattina, proprio a seguito di quanto accaduto sul Resegone, è intervenuto anche il Soccorso Alpino chiedendo di prestare "massima attenzione alle condizioni meteorologiche di questi giorni: in quota c’è vento forte e la situazione ambientale presenta un innevamento relativamente scarso, con ghiaccio. Tutto questo rende particolarmente difficile la progressione, quindi rivolgiamo un appello a chi intende andare in montagna. Verificate sempre i bollettini nivometeorologici ufficiali, accertatevi che il vostro itinerario sia percorribile in sicurezza, adottate un equipaggiamento adeguato. In caso di dubbi, rivolgetevi agli esperti e ai professionisti della montagna. Molte informazioni sulla sicurezza in montagna nella stagione invernale sono pubblicate sul sito sicurinmontagna.it."

Gli incidenti in montagna possono sempre capitare a chiunque anche in frangenti meno avversi: se però siamo messi sull'avviso forse sarebbe meglio pensarci su due, tre, quattro volte e saggiamente rimandare.

Perchè, lo vediamo tutti gli anni, ogni tanto ne va della vita.

 

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Lunedì, 23 Dicembre 2024 16:09

IVAN PIAZZA "ALPINO DELL'ANNO"

Grande serata quella di sabato scorso nella Parrocchiale di Primaluna dove la Sezione di Lecco dell'Associazione Nazionale Alpini a organizzato la consegna del Premio Alpino dell'Anno dedicato alla memoria dell'indimenticato Raffaele Ripamonti

La chiesa era gremita di Alpini e cittadini accorsi ad ascoltare l'esibizione del Corpo Musicale Marco d'Oggiono diretto dal M° Anghileri; presenti il primo cittadino di Primaluna, Mauro Artusi e, naturalmente il direttivo di ANA Lecco al completo capitanato dal Presidente sezionale Emiliano Invernizzi.

Ed è stato proprio Invernizzi ad annunciare il nome dell'assegnatario del premio conferendolo a Ivan Piazza, grandissima figura Alpina, corista del Coro Grigna, scrittore e narratore sul periodico della sezione "Il Penna Nera delle Grigne", e che svolge, come scrivono gli stessi Alpini "un incomparabile lavoro nelle commissioni Centro Studi e Comunicazione e molto altro".

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Piazza, che si credeva invitato per tutt'altro motivo, ha accettato con incredulità e grande commozione il riconoscimento che si è meritato per la sua lunga "carriera" come Alpino: il premio gli è stato consegnato da Dario Ripamonti, figlio dell'ex Presidentissimo Raffaele tra gli scroscianti applausi del pubblico presente.

Grande soddisfazione anche per il Gruppo Alpini di Primaluna che ha ospitato l'evento e offerto tè, vin brulé e panettoni per lo scambio di auguri finale suggellato da due brani eseguiti dal Coro Grigna (altra presenza a "sorpresa" dedicata a Ivan Piazza) diretto dal M° Riccardo Invernizzi.

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Molto apprezzata e la presenza tra i fedeli di Don Mauro Malighetti, già Prevosto di Primaluna ed ora Prevosto in quel di Merate.

Una bella e toccante cerimonia, insomma, che chiude un anno intensissimo il cui culmine è stata la celebrazione, alla presenza dell'Arcivescovo di Milano Delpini, del 65° della Chiesetta del Morbegno al Pian delle Betulle con relativa inaugurazione delle opere eseguite intorno ad essa.

 

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Lunedì, 23 Dicembre 2024 12:02

VENTO FORTE: OGGI NIENTE SCI AI PIANI DI BOBBIO

E' la seconda volta in pochi giorni che l'I.T.B. è costretta a tenere chiusi gli impianti per il vento forte e così anche oggi niente sci ai Piani di Bobbio.

D'altronde la Protezione Civile lombarda aveva lanciato un allerta e le previsioni sono state rispettate: stamattina presto Meteobarzio ha registrto raffiche a oltre 60 kmh mentre in tarda mattinata sull'Orscellera il vento soffiava a 40 kmh.

L'auspicio di tutti è che domani la situazione si normalizzi e riprendano a funzionare tutti gli impianti in sicurezza.

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Lunedì, 23 Dicembre 2024 09:05

INCIDENTI SULLA NEVE A BOBBIO: IERI IN CINQUE ALL'OSPEDALE

Nonostante il maltempo e la scarsa visibilità, sono stati in molti ieri a salire ai Piani di Bobbio per "godersi" una giornata sulla neve.

Purtroppo, però, la domenica non è andata bene per tutti visto che sono state ben cinque le persone soccorse a seguito di incidenti.

Il primo è avvenuto in tarda mattinata ed ha visto coinvolti un ragazzo di 31 anni ed una donna di 60 trasportati in codice verde al Manzoni; poi, prima delle 15, un altro intervento per un giovane di 21 anni trasportato in codice giallo.

Nella seconda parte del pomeriggio sull'Orscellera ultimo incidente tra un ragazzo di 17 anni e una ragazza di 22 per i quali i soccorsi erano stati allertati con codice rosso poi fortunatamente trasformatosi in giallo. I due sono stati portati in ospedale dalle ambulanze in quanto, a causa della scarsa visibilità, l'elisoccorso non ha potuto alzarsi in volo.

Le raccomandazioni a questo punto sono le solite: affrontare piste adeguate alle proprie possibilità, moderare la velocità sugli sci, prestare attenzione agli altri sciatori, non pensare di essere soli in pista ed evitare evoluzioni ed esibizioni che possono finir male per sé stessi e per gli altri.

 

 

 

 

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Domenica, 22 Dicembre 2024 09:35

ESERCITAZIONE CONGIUNTA DI SOCCORSO A CORTENOVA

Esercitazione congiunta la sera di venerdì 13 dicembre 2024, in località Lura, nel comune di Cortenova. La Stazione del Soccorso Alpino Valsassina/Valvarrone XIX Delegazione Lariana, ha organizzato una simulazione di recupero in parete di due infortunati; alle attività tecniche di soccorso hanno partecipato trenta volontari.

L’evento è stato possibile grazie al coinvolgimento e alla collaborazione con la Protezione civile di Cortenova, la Protezione civile di Pasturo e il gruppo antincendio della Comunità Montana: insieme hanno istallato delle tende riscaldate per la logistica, mentre la Protezione Civile del Comune di Lecco ha illuminato la parete con la fotoelettrica, un potente faro proiettore che si utilizza per gli scenari notturni, su aree molto ampie. Il gruppo di motociclisti del Moto Club Valsassina FMI ha trasportato a monte, lungo il sentiero, il materiale tecnico più pesante e ingombrante.

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Tutto è avvenuto con il coordinamento dei tre operatori droni del Soccorso alpino lombardo, che hanno avuto il compito di individuare i due infortunati in parete, al buio, tramite il visore termico e poi hanno dato indicazioni ai soccorritori sulle linee di calata per raggiungere i due feriti.

L’attività è finita verso le ore 22:30 e ha coinvolto, in totale, circa novanta volontari, appartenenti alle varie associazioni; la serata si è conclusa con un piatto caldo di pasta, offerto dal Gruppo Alpini di Cortenova. Presenti anche i sindaci di Cortenova e Pasturo.

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Domenica, 22 Dicembre 2024 09:28

DON STEFANO COMMENTA IL VANGELO DELLA SESTA DI AVVENTO

in Cultura

Riflettendo e pregando su questo brano di Vangelo ho sentito risuonare nella mente ciò che dal cuore nasceva come un desiderio grande nell’ascolto di ciò che è accaduto a Maria. Come Maria. Solo queste due parole…per me, per noi…come Maria! Io, noi, tutti…come Maria. Come Maria raggiunti dalla entusiasmante e liberante notizia che Dio ci fa grazia, che è sempre con noi, che con noi vuole essere salvezza. Come Maria desiderosi di capire come è possibile questo, conoscendo la nostra piccolezza.

Come Maria impegnati a comprendere cosa fare per realizzare la sua volontà di salvezza nella nostra vita, cosa scegliere, come essere, concretamente.

Come Maria consapevoli delle responsabilità legate al nostro accogliere o rifiutare i sogni di Dio. Come lei vivere la trepidazione per una benedizione ricevuta, per una missione affidata, sproporzionate rispetto alle nostre capacità.

Come Maria capaci di fiducia, animati da una incrollabile speranza riposta in Dio e nel suo volerci bene.

Come Maria dediti al meditare, al riflettere, al custodire nel cuore parole di vita e pronti a realizzarle nella concretezza della nostra vita.

Come Maria certi che il fare la volontà di Dio è fonte di gioia vera, di pienezza di vita, di pace profonda.

Come lei sorridere e emozionarsi nel dire a Dio: avvenga per me la tua volontà! Avvenga l’oceano di bene per me, nel fare la tua volontà! Avvenga attraverso di me il tuo regno d’amore per tutti.

Come lei gravidi di vita nuova e pazienti nel custodirla, difenderla, sentirla crescere e accompagnarla finché sia dono per tutti.  

Affido, affidiamo allo Spirito Santo il coraggioso desiderio di essere come Maria!

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Domenica, 22 Dicembre 2024 09:16

LA PERDITA (UN RACCONTO NATALIZIO DI TERESA CASSANI)

in Cultura
L’ingresso agli appartamenti, ricavati dall’antico edificio storico, era costituito da un andito abbastanza lungo che collegava la strada a una piccola corte interna in cui trovavano posto una bella fioriera e una fontanella a ridosso della scala esterna.
Era un sottopassaggio ad archi piuttosto grazioso e con i muri di color giallo oro intonacati di fresco.
Da qualche tempo, però, si era formata in un angolo, in prossimità della fontanella, una macchia di umidità che causava scrostamenti al muro. Lo spigolo si era imbevuto d’acqua ma non era chiaro il motivo: forse si trattava di una infiltrazione.
Quando Patrizia rilevò la cosa, Giacomo rispose: - È che piove troppo.
Però l’intonaco continuava a scrostarsi e il bel lavoro di riparazione che Giacomo aveva realizzato, anche a beneficio delle altre quattro famiglie, era in parte da rifare.
Finché agli inizi di dicembre arrivò, proditoria, la comunicazione della L.H.R. che segnalava un consumo eccessivo di acqua dovuto verosimilmente a una perdita.
“Te lo avevo detto”, “Sarà una bella botta di bolletta”.
Già… le vecchie costruzioni, le vecchie tubature e le loro magnifiche sorprese.
Furono avvertiti subito quelli dell’agenzia perché mandassero i tecnici.
Flavio, che insieme alla moglie occupava l’appartamento con la maggiore cubatura, posto al piano terra, si rivolse al suo commercialista; che gli altri non si azzardassero a voler fare i conti tenendo presenti i millesimi, come ventilavano da tempo e soprattutto in estate: infatti, quando innaffiava il giardino, dai piani alti guardavano con occhi sgranati il gettito d’acqua dell’erogatore automatico.
Quindi, fece subito sapere che il suo commercialista riteneva conforme ripartire il pagamento tra tutti i residenti e non in base ai metroquadri posseduti.
Nell’ordinario si faceva così, dato che c’era un unico contatore, ma quella era una spesa straordinaria.
-Non gliela dobbiamo dare vinta- disse Patrizia a Giacomo- loro sono in due, possiedono una casa enorme, hanno un sacco di soldi, e devono sempre pagare meno di noi che siamo in quattro e abbiamo una casa più piccola.
Giacomo forse avrebbe optato per una soluzione pacifica, come faceva da anni, ma la lingua affilata della moglie a cui si aggiungevano quelle del figlio e della figlia, che si erano informati presso terzi, lo spingevano a imboccare la strada del contenzioso. Mediazione familiare e, allo stesso tempo, insidioso desiderio di rivalsa.
Il marito della terza coppia, Alessio, affermava di voler essere conciliante ma, nel retropensiero, sperava che prevalesse la tesi di Giacomo.
Poi, c’erano i Simonetti che possedevano un piccolo giardino, i quali si erano schierati con Flavio, ma non facevano pressioni perché quella era la seconda casa.
Soltanto la vedova, che occupava assieme alla figlia il trilocale dell’ammezzato, non si era espressa.
Arrivarono in una freddissima mattina di dicembre il muratore e l’idraulico.
Il muratore picconò in tre punti l’impiantito in corrispondenza del muro infradiciato: l’idraulico, un senegalese, si sdraiò sul pavimento gelido per individuare con l’apposito arnese il guasto dentro lo scavo.
Faceva un freddo cane sotto il portico attraversato dalle correnti: finalmente il senegalese riuscì a trovare il punto di perdita e a serrarlo con una fascia di metallo ma, immediatamente dopo, annunciò che sentiva ancora l’acqua frusciare e perciò dovevano esserci altri punti di rottura. Fu riconosciuta l'autorevolezza della sua voce.
Purtroppo, la L.H.R. non era stata tempestiva nel dare la comunicazione della perdita occulta. Era probabile che la dispersione dell’acqua fosse iniziata da tanto e chissà se aveva provocato danni alle pertinenze dei vicini e a quanto sarebbero ammontate le spese.
Flavio disse che esisteva una normativa secondo la quale si poteva avere una riduzione dell’importo e, siccome avrebbe dovuto sottoporsi a una serie di visite mediche, incaricò Alessio di documentarsi e di abbozzare una domanda da presentare alla competente agenzia dopo il recapito della bolletta, sulla cui entità si facevano tragiche previsioni.
Alessio scoprì che effettivamente era possibile avere una bella riduzione delle spese, previa presentazione fattura, ma ciò che non metteva ancora d’accordo gli interessati era sempre il criterio dell’attribuzione.
-Io pago quel che c’è da pagare- diceva Flavio- ma non voglio pagare ciò che non mi spetta e mi sembra quantomeno bizzarro attribuire le spese in base ai millesimi come qui si vorrebbe.
La discussione trovò il suo teatro nell’andito, mentre il senegalese, prono sul pavimento gelido, continuava a cercare i punti di perdita.
L’eco dei canti natalizi, “Tu scendi dalle stelle” e “Astro del ciel,” proveniente dall’esterno, venne sovrastata dalle voci degli attori in campo che avevano alzato i toni:
-Si tratta di una spesa straordinaria.
-Il mio commercialista dice…
-Il mio invece…
Nonostante il freddo, l’aria era arroventata.
Fu ignorato persino il suono pesante delle campane che invitavano a un momento di preghiera comunitaria nell’imminenza del Natale.
Finché non scese la figlia della vedova.
Altissima, magrissima, con i capelli cortissimi, deambulava piano con l’ausilio del tutore.
I condomini, quando avvertirono l’inattesa presenza, tacquero e guardarono la ragazza senza poter ricomporre i muscoli facciali leggermente alterati.
Lei si fermò.  Estrasse dalla sacca un thermos e si rivolse all’idraulico sdraiato sul pavimento freddo:
-Vuole un po’ di the caldo, John?
L’uomo si mise carponi, leggermente imbarazzato scosse la testa e, con un fil di voce, rispose:
-No, grazie – poi, continuò a lavorare.
Flavio venne preso da un moto di eccitato sarcasmo e bofonchiò tra i denti:
“Questa è una patita di Annalena Tonelli e dei missionari: perciò conosce a memoria tutti i nomi degli africani!”
La ragazza rimise il thermos nella sacca mentre la madre la raggiungeva.
Le due donne salutarono con un cenno e si diressero verso l’uscita.
Gli altri, ammutoliti, non ripresero la discussione.
Giacomo e Flavio si ritirarono, ognuno nel proprio appartamento.
Rimase solo Alessio a fare assistenza al senegalese.
L’andito piombò nel silenzio, interrotto appena dai piccoli colpi dell’idraulico dentro gli scavi, mentre dall’esterno giungevano nitide e chiare le note di un canto di Natale: “Adeste fideles”.
 
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