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Valbiandino.net : notizie dalla Valsassina e non solo...

Lunedì, 15 Febbraio 2021 14:33

LA PROVINCIA CHIEDE AD ANAS "MAGGIORE ATTENZIONE"

In relazione ai pesanti disagi verificatisi in particolare nella giornata di ieri sulla strada statale 36 e sulle strade provinciali connesse, il Presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli e il Consigliere provinciale delegato alla Viabilità Mattia Micheli intendono sottolineare quanto segue:

“Già nei giorni scorsi avevamo segnalato ad Anas i possibili disagi che avrebbe comportato, soprattutto nel fine settimana, il restringimento a una sola corsia in direzione sud sulla strada statale 36 proprio all’altezza dell’immissione della strada provinciale 72 ad Abbadia Lariana.

Oggi abbiamo scritto nuovamente ad Anas per evidenziare i pesanti disagi registrati in particolare nella giornata di ieri, che hanno interessato anche le strade provinciali connesse alla strada statale 36.

Sappiamo che i lavori sono programmati da tempo; quello che stona è vedere il cantiere allestito già da diversi giorni e non ancora gli operai al lavoro.

Comprendiamo che lo svolgimento dei lavori crea necessariamente dei disagi, ma chiediamo ad Anas maggiore attenzione e che vengano messe in campo tutte le opere provvisionali e i correttivi necessari per limitare al minimo i disagi ed evitare il ripetersi di situazioni critiche come quelle di ieri”.

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Lunedì, 15 Febbraio 2021 13:58

VACCINAZIONI: IL COMUNE DI INTROBIO IN AIUTO AGLI ULTRAOTTANTENNI

Come noto, da oggi è possibile per gli ultraottantenni (nati dal 1941 e anni precedenti) prenotarsi per ricevere le dosi del vaccino anticovid. La procedura, sia pure non estremamento complicata, potrebbe comunque mettere in difficoltà alcuni dei destinatari di questa fase della campagna, per cui a Introbio l'Amministrazione Comunale ha deciso di andare loro incontro istituendo un servizio apposito.

In sostanza, il cittadino che rientra nelle fasce di età interessate alla vaccinazione potrà rivolgersi per effettuare la prenotazione alla Biblioteca nei giorni di lunedì, mercoledì e giovedì dalle ore 15.00 alle ore 18.00. Sarà presente la responsabile del servizio, Manuela Invernizzi,  che gestirà le fasi propedeutiche alla vera e propria prenotazione che avverrà tramite telefono una volta effettuata la pratica in via telematica.

I cittadini dovranno presentarsi muniti di carta identità e tessera sanitaria (codice fiscale) nonchè fornire un numero telefonico dove ricevere il messaggio di conferma di giorno e ora della vaccinazione.

La Biblioteca, situata nel complesso di Villa Migliavacca, è raggiungibile in auto sia da via Vittorio Emanuele sia da via S. Antonio. In quest'ultimo caso l'accesso è praticamente a bordo strada e non si devono salire scale.

"In un periodo così difficile - afferma l'assessore Tiziana Regazzoni promotrice assieme alla Dott.ssa Silvia Artusi (consigliere di maggioranza dell'amministrazione Airoldi) dell'iniziativa - ci è sembrato opportuno mettere a disposizione questa possibilità che può essere colta sia dai diretti interessati sia dai famigliari che vogliono aiutarli nella prenotazione. Voglio anche ringraziare Manuela Invernizzi, responsabile della Biblioteca, che si è messa a disposizione per offrire questo servizio".

 

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Lunedì, 15 Febbraio 2021 08:46

I COMMENTI ALLA MANCATA APERTURA DEGLI IMPIANTI

"Abbiamo appena appreso l'incredibile decisione di non consentire l'apertura degli impianti sciistici. La notizia ci arriva con solo 12 ore di anticipo rispetto a quella che doveva essere la data ufficiale di apertura. Gli impianti dei Piani di Bobbio&Valtorta non apriranno. Ci stiamo attivando per i rimborsi a tutti coloro che hanno già acquistato in questi giorni, vi chiediamo un paio di giorni per poter organizzare il tutto. Grazie."

Sotto lo scarno e tristemente laconico comunicato dell`ITB di Barzio, su Facebook, quasi 500 i commenti che in poche ore sono stati postati dai visitatori.
La maggior parte naturalmente rivolti all`appena riconfermato Ministro Speranza (che pero` e` l`ultimo anello della catena, come sottolinea qualcuno)

"Siamo capitanati da una banda di incompetenti strafottenti !! " (ma avvisiamo che questo e` il commento piu` gentile che abbiamo trovato, gli altri, e numerosi, sono irriferibili !).

"Ma è uno scherzo di carnevale vero?" scrive una signora.
"Non è giusto trattare in questo modo la gente... tutti hanno bisogno di lavorare... stanno portando l' Italia al fallimento" le risponde un`altra.

Molti gli attestati di solidarieta` agli operatori turistici e alla Valle:

"Mi spiace per voi, per il lavoro svolto invano per garantire una riapertura sicura.."
"Tutta la mia solidarieta' alla valle❤"
"Un abbraccio a tutti voi del comprensorio e addetti ai lavori...mi spiace tanto."
"Capisco pienamente la vostra rabbia! Vi sono vicino!"
"Con 12 ore di anticipo... è solo mancanza di rispetto per il vostro lavoro!!!!! "

Insomma, un vasto repertorio di malcontento non solo degli sciatori, ma che dimostra una situazione sempre piu` difficile da tenere sotto controllo ("vogliono la rivolta sociale ?"scrive qualcuno).

L`unica e` sperare in una campagna di vaccinazione che prenda veramente il via (negli Stati Uniti 50 milioni di vaccinati in meno di due mesi, in Italia neanche 3 !) per salvare almeno la stagione estiva e per uscire al piu` presto da una situazione sempre piu` esasperata.

 

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Lunedì, 15 Febbraio 2021 07:54

SPESSARTINA PARTE SECONDA

in Cultura

SPESSARTINA 2

Ore 11.42 - Avete presente quando state producendovi nello sforzo sovrumano di imporre al fato, impugnato dalla Necessità, una piccola, infinitesimale, insignificante deviazione anche se sapete che non c’è la minima speranza di successo e ciononostante continuate eroicamente a tentare una vana fuga dagli dei? Ecco. La mia funesta divinità si chiama Gigi e in quel momento stava esercitando su di me la sua numinosa potenza. Spietato, con brusca e letale deviazione, il Gigi proseguì imperterrito lungo un altro asse cristallografico abbandonando con suprema indifferenza l’antro baritico: “Qui vicino c'è anche una vena di feldspato interessantissima. Pensa che è arrivata fin qui dalla Val... si suppone durante il periodo…”

Il nome del periodo geologico non lo ricordo e anche se lo ricordassi sarebbe impronunciabile come il tetragramma divino YHWH. La spalla destra era completamente indolenzita. E iniziava a dolermi anche il collo. Ero teso nello sforzo spasmodico di trovare una via di scampo. “Fra pochi secondi -pensavo in preda a una paura primordiale- toccherà alla schiena. Poi alle vertebre cervicali. E Atlante distruggerà Epistrofeo in un'orgia allo-autodistruttiva. E come Omero volgerò le spente pupille all'indifferente Olimpo. E la possente Ananke mi sospingerà lungo la tenebrosa via del Nulla nel quale mi scioglierò per sempre. Spero solo di non soffrire.”
Ero in apnea. E pietosamente incazzato. Ma il Destino, per definizione, è ineluttabile. Proprio come il Gigi:“In quella vena ho trovato anche alcune concrezioni di spessartina. Le forme dei cristalli sono il dodecaedro e il trapezoedro...”.
Ore 11.46 - Incominciavo a capire gli impulsi omicidi attivati da “futili motivi” le cui tragiche conseguenze occupano quotidianamente gli spazi di giornali e telegiornali. Già ne avvertivo il silenzioso carsismo. Correnti sotterranee impetuose pronte ad erompere in cruenta liberazione. Volevo, ora lo so, un sacrificio umano tipo “Ifigenia in Tauride” ma con finale più concretamente fruibile. Anche Isacco, mutatis mutandis, andava bene. Euripide e Gen. 22 blandivano il mio semiconscio.

La realtà si incaricò brutalmente di spegnere il mio sogno: “A volte compare sotto forma di esacisottaedro”.
Ore 11.49 - Il sugo alle vongole si stava allontanando con velocità direttamente proporzionale alla mia disperazione. E all’effluvio soliloquente del Gigi, ormai in preda a conati cristallografici multipli: “Si chiama spessartina dalla località di Spessart, in Germania. Si tratta di una regione collinosa fra la Baviera…”
Il terrore aumentava a dismisura. Temevo di dover sottostare ad un interminabile ma precisissimo, esauriente, approfondito e genealogicamente inappellabile elenco alfabetico - anagrafico di tutti gli abitanti di qualche remoto villaggio teutonico. Non avrei fatto in tempo a preparare il pranzo. Ero, in quel preciso momento, Prometeo incatenato. E l’aquila che si cibava del mio fegato si chiamava Gigi e aveva gli occhi intrisi di cerulea, anche se inconscia, malvagità. Avevo fame ma la spessartina non è commestibile. Lui parlava e io avevo il fiato corto. Ero talmente angustiato che mi sentivo soffocare e senza accorgermene spalancavo sempre più gli occhi alla ricerca di ossigeno. Con tragico fraintendimento il Gigi interpretò l’espressione come manifestazione di interesse per gli “ossidi di manganese ai quali spesso la spessartina si associa”.

E proseguì con rinnovato entusiasmo: “Compare anche in abbinamento alla rodonite”.
Ah! Volevo ben dire. Certo, la rodonite! Ne ero ormai sicuro: le Moire stavano al mio fianco in attesa dell’inevitabile e il ghigno di Atropos era in agguato. Una coppia di merli che aveva zampettato a lungo sul sagrato schizzò via in volo dapprima radente, con rapida impennata poi, verso la libertà celeste. Anche gli occhi del Gigi sono celesti. Meglio, grigio-azzurro-cenere-spenta. Iridi opache come dopo una lunga immersione nella candeggina. Il Gigi avrebbe potuto certamente precisare: “Ipoclorito di sodio, sale dell'acido ipocloroso in soluzione titolata al 5%...”
Disse invece: “Si tratta di una varietà di granato”.

Tentai un gesto estremo. No, non così estremo. L'dea del suicidio l'avevo già vilmente respinta. E cercai di interrompere il mineralogico nubifragio con un colpo sotto la cintura, sferrando un argomento che mettesse al tappeto l’insaziabile oratore:
“Insomma sono più o meno come i calcoli ai reni. Solo un po' più rossi”.
Adesso, pensai con ingenuo ottimismo, voglio proprio vedere cosa cazzo ne sa della calcolosi renale.
Ovviamente la mia misera zagaglia barbara non sfiorò neppure il bersaglio. Si perse in lontananza. E il treno stechiometrico del Gigi cambiò semplicemente binario senza nemmeno rallentare:
“Si tratta di una similitudine non del tutto corretta. La spessartina è un silicato mentre circa il 70% dei calcoli renali sono composti da ossalato di calcio puro o misto a fosfato di calcio, oppure meno frequentemente, da fosfato di calcio da solo...”.
Ore 11.55 - Il mio piede destro era ormai innaturalmente ritorto talché la punta quasi scalzava dal suolo l'arcata plantare del sinistro.
La vita mi stava abbandonando rapidamente. Le iridi cineree del Gigi continuavano immote e inespressive a fissarmi. La sua bocca a muoversi in fonemi incomprensibilmente oracolari.

Parla sempre a labbra strette, il Gigi, forse per il timore che le parole sfuggano al suo controllo e si perdano per sempre nell'etere. Sognavo il vuoto inerte di un mondo senza concrezioni, privo di stalagmiti, esente da druse, assente il feldspato, chimicamente e mineralogicamente entropico. Sugli ascoltatori la progressione monofonica del Gigi ha sempre un effetto straniante, come se parlasse un ventriloquo senza pupazzo: “Un 15% circa è formato dai calcoli tripli di magnesio e fosfato di ammonio. Nei pazienti affetti da calcolosi biliare, invece… ...”.
In alto, appese a un cielo irridente (certamente ridevano di me anche le fasce di Van Allen), nubi candide scivolavano lente, indifferenti. Agognavo al nulla senza condizioni, senza timore, ormai senza speranza. Mi chiedevo che mai avessi fatto, di quali orrende nefandezze mi fossi reso colpevole in questa o in qualche vita precedente per meritarmi simile punizione. Paolo di Tarso mi apparve togliendomi ogni illusione, insieme alla speranza, ricordandomi che “la salvezza non verrà dalle opere” (Cor. 1-29). Dunque, meditavo con rozza deduzione, neppure la punizione. È tutto gratis. Che culo.

La glossolalia ossessiva - compulsiva del Gigi eruttò con imperterrita ferocia, sospinta da iridi cieche e crudelmente vacue: “...è un composto formato da ammonio e fosforo, per questo viene comunemente impiegato come fertilizzante mentre in quantità eccessiva...”.
Mi ero perso qualcosa? Sì, avevo perduto me stesso. Ma i fertilizzanti che ci azzeccano con la Spessartina? Forse con la nefrite, ma non ne sono certo… Un uomo non piange mi stavo dicendo, nel misero tentativo di darmi un contegno virile mentre sprofondavo in un insondabile abisso catatonico. Già mi vedevo, con vivida chiarezza, fragile larva senza vita, immobile, scheletrico guscio mummificato con orbite vuote incavate nel nulla, irrigidito, esposto alla lenta erosione dei secoli. Mentre il Gigi, con gorgoglìo inarrestabile, frantumava il vuoto attorno a me, dentro di me.

Poi... Una salus victis: ullam sperare salutem. Attonito capii che Virgilio aveva ragione. La mia speranza di salvezza si era estinta da tempo immemorabile ma il miracolo accadde, improvviso e inatteso come tutti i miracoli. E arrivò, ovviamente, dall'Alto. Il campanile annunciò, al colto e all'inclita, con bronzeo tripudio, che erano le 12.00. Per me, per tutti, per l’intero segmento di mondo compreso fra i due meridiani del nostro fuso orario era davvero mezzogiorno. Anche per il Gigi, che tornò in questo mondo, sussultò e guardandosi il polso sinistro dove peraltro non figurava alcun orologio, annunciò, insieme alle campane: “Scusa, è tardi. Devo scappare. Ciao. Ci vediamo.”
E con una giravolta, inseguito dal rapido e petulante scalpiccio dei tacchi scomparve oltre l’orizzonte degli eventi. E con lui la mia infelicità.

 

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Lunedì, 15 Febbraio 2021 07:27

Molte polemiche per la chiusura degli impianti sciistici

Molte le polemiche suscitate dall`ultimo decreto del Ministero della Salute, guidate ancora da Roberto Speranza, che ormai archivia definitivamente, senza essere mai nata, la stagione sciistica 2020/21 (niente sci fino al 5 Marzo) .

I gestori valsassinesi dei rifugi e gli sciatori si sfogano prevalentemente sui social: a essere messo sotto accusa soprattutto lo scarso preavviso, di neanche 12 ore, con cui si seppellivano le ormai residue speranze di far partire gli impianti sciistici di Bobbio.
Il problema, fanno rilevare i gestori dei rifugi in Alta Valle, sono anche le scorte alimentari che erano state appena acquistate in previsione di un rilevante afflusso turistico in Valsassina.

Un afflusso che, per inciso ieri e` stato rilevantissimo, ma si e` fermato ad intasare le strade di fondo valle, come hanno dimostrato le lunghissime file che domenica sera si snodavano tra Lecco e Primaluna !

Stesso problema per esempio, per i ristoratori liguri, molti dei quali hanno sfidato multe e sanzioni pur di rimanere aperti e non gettare via le scorte acquistate.

Dall`altra parte si fa rilevare la precaria situazione della Lombardia, rimasta ancora per pochissimo in zona gialla ma con un indice di contagio del 5,4% e un RT appena al di sotto dell`1%. A preoccupare, in attesa dei vaccini che per ora saranno destinati solo agli ultraottantenni, la variante inglese del Covid 19 che colpisce molto anche i bambini e i ragazzi, e che ha un tasso di diffusione del 20% superiore a quello originale.

Per la qual cosa il dott. Walter Ricciardi, a cui adesso si e` aggiunto anche Crisanti, membri del Comitato Tecnico Scientifico, propongono addirittura di ritornare a un lockdown completo in tutta Italia, compresa la chiusura delle scuole, per almeno due settimane.

Da rilevare poi che in gran parte dell`Europa, e in primis proprio nei paesi piu` vicini all`Italia, la situazione e` abbastanza drammatica: zona rossissima in Germania (dove c`e` il lockdown fino a Marzo), in Gran Bretagna,in Francia (soprattutto Francia Meridionale) e in Spagna e in Slovenia. Il virus insomma ci sta assediando, e le previsioni anche per il nostro paese al momento non sono positive.

Una bella grana per il nuovo Governo Draghi !

Ultimo aggiornamento da ITB Barzio:
GLI IMPIANTI SCI DEI PIANI DI BOBBIO&VALTORTA NON APRIRANNO

Gli impianti sci dei Piani di Bobbio&Valtorta non apriranno. Ci stiamo attivando per effettuare i rimborsi a chi ha acquistato nei giorni scorsi. Riceverete tutte le info nel giro di un paio di giorni

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Domenica, 14 Febbraio 2021 19:33

NIENTE SCI FINO AL 5 MARZO, OPERATORI COMPENSATI CON RISTORI

Alla fine, il neoconfermato ministro della Salute Roberto Speranza firma lo stop alle attività sciistiche amatoriali, con un provvedimento che ne vieta lo svolgimento fino al 5 marzo 2021, data di scadenza del Dpcm del 14 gennaio scorso. Il provvedimento «tiene conto dei più recenti dati epidemiologici comunicati venerdì 12 febbraio dall’Istituto Superiore di Sanità», spiega una nota del ministero. Dati che attestano che la variante scoperta in Inghilterra e «caratterizzata da maggiore trasmissibilità, rappresenta una percentuale media del 17,8% sul numero totale dei contagi».

Ecco allora che la «preoccupazione per la diffusione di questa e di altre varianti del virus Sars-CoV-2 ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania». E che, si legge ancora nella nota, «nel verbale del 12 febbraio, il Comitato Tecnico Scientifico, con specifico riferimento alla riapertura degli impianti sciistici nelle Regioni inserite nelle cosiddette “aree gialle”, afferma che “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”». Da qui la decisione. L’esecutivo comunque, specifica il ministero, «si impegna a compensare al più presto gli operatori del settore con adeguati ristori».

Nel frattempo rileviamo questa sera, domenica 14 Febbraio, lunghissime file di auto in Valsassina verso Lecco Milano, file che arrivano a Introbio-Primaluna

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Domenica, 14 Febbraio 2021 17:14

La Lombardia rimane in Zona Gialla, ma in forse la riapertura dei campi da Sci

Con nota odierna del 14 Febbraio 2021 il Comitato Tecnico Scientifico nazionale ha rielaboratola cartina d`Italia in base alla diffusione del virus: 14 Regioni, tra cui la Lombardia, ancora in zona Gialla, mentre passano all`Arancione Abruzzo, Umbria, Trentino, Toscana Sicilia e Liguria, nessuna in rosso ne` in Bianco.

Rimane pero` il dubbio sulla effettiva riapertura dei campi da sci gia` fissata per Lunedi 15 Febbraio, in quanto il CTS ha espresso forti dubbi sulla validita` di tale opzione, a causa dei rischi di contagi : la situazione a livello nazionale non sta migliorando, ma semmai peggiorando, soprattutto a causa delle varianti del coronavirus, in primis quella cosiddetta "Inglese".

Anche la riapertura delle Scuole e` sotto osservazione, per gli stessi motivi, soprattutto dopo la netta presa di posizione del dott. Walter Ricciardi, che per inciso ha gia` fatto infuriare il leader della Lega Matteo Salvini,  che chiederebbe un nuovo lockdown totale e generalizzato (la versione "inglese" si diffonde soprattutto tra bambini e ragazzi).

Articolo in aggiornamento

 

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Domenica, 14 Febbraio 2021 16:37

LA DOMENICA DELLE (FUTURE) SALME

Niente da fare. Inutile, a questo punto, anche scriverne. Inutile ribadire, sottolineare, ricordare. 

In questa domenica di febbraio dove il termometro ha faticato parecchio a raggiungere lo zero, sembra d'essere a ferragosto: Tamoil di Balisio quasi al completo, ALVA non parliamone, Fornace contate un centinaio di auto (ma altre erano in arrivo), invernale della Grigna come un formicaio ("In questo momento conto novanta persone - mi dice un signore che trovo sulla strada per la Spinera - ma il primo che ho visto è stato stamattina alle sei e mezza, c'era una luce che si muoveva dove inizia il traversone). "Ad Artavaggio alle otto c'era già coda" racconta una ristoratrice che poi si dichiara preoccupata: il telefono continua a squillare, gente che vuol prenotare, che Dio ce la mandi buona. A lei e a tutti gli altri locali aperti, fino a quando chi lo sa. Se tanto mi dà tanto chissà cosa è successo a Paglio, a Giumello, in Pialeral, a Biandino: ma non ci vuole una grande immaginazione, vero? 

L'assalto è iniziato nella semioscurità, insomma, come da copione di un film di guerra di serie B, ed ora la coda è ferma a Pasturo e dalla finestra di casa, mentre scrivo queste inutili righe, vedo passare macchine sulla provinciale senza soluzione di continuità.

Sbircio su googlemaps: in Valtellina la situazione è la stessa. Coda dalla Brace fino all'imbocco della superstrada; coda su tutta la tangenziale di Sondrio, e prima ancora dopo subito dopo Tresenda. Mi spingo più a nord: prima di Tirano tutti fermi. Ancora un po' più in su: rosso scuro tra Livigno e Bormio.

Niente da fare. Non abbiamo capito niente, per cui ci meritiamo quello che ci stanno dicendo adesso.

E cioè che l'Istituto Superiore di sanità ha fortemente sconsigliato la riapertura degli impianti di sci; che la variante inglese non è uno scherzo e piomberà su di noi a breve con conseguenze da lockdown semi totale; che, insomma, la pandemia non è finita.

Ma questo lo sapevamo. E quindi quel che sta accedendo oggi significa un paio di cose: la prima è che ce ne freghiamo, la seconda che questi dodici mesi non ci hanno insegnato niente visto che stanno finendo così come erano cominciati.

Non ci sono stati 93.00 e rotti morti, duemilionieduecentomila ricoverati. No, era solo un film, un po' lungo forse, ma pur sempre un film. Perchè la realtà è un'altra, mica questa. Non è vero che abbiamo avuto bisogno della cassa integrazione, dei 600 euro, della didattica a distanza. Una sceneggiatura. Un romanzo. Che altro?

Per cui, visto che abbiamo dimostrato nei fatti la nostra incapacità, rassegnamoci ed evitiamo di contestare eventuali prossime scelte dolorose.

E, soprattutto, speriamo che questa non sia stata una domenica di future salme.

Riccardo Benedetti

 

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Domenica, 14 Febbraio 2021 08:48

LATINOAMERICANA di Ernesto Guevara de la Serna “Che”

in Cultura

Tutte le rivoluzioni anteriori
non fecero che perfezionare
la macchina dello Stato…
Vladimir Ilič “Lenin”, “Stato e rivoluzione”


Non è, quello compiuto da Ernesto Guevara de la Serna detto “Che”, soltanto, né soprattutto “…un segmento di due vite raccontate nel momento in cui hanno percorso insieme un determinato tratto con la stessa identità di aspirazioni e sogni.” In questo, almeno, il “Che grande” ci ha mentito.

La “Poderosa” impresa di Ernesto e Alberto è certamente anche un itinerario avventuroso e difficile di due amici attraverso un continente immenso. Ma è anche molto di più. Si tratta di un’impresa personale e collettiva del figlio di una terra, di un popolo, di una “nazione” lungo i sentieri della politica, del lavoro, della storia. Una storia che, attraverso occhi acuti che già vedono profeticamente la fine del percorso, di quell’altro itinerario che si chiama vita, diventa strumento di crescita umana e formazione personale. Il racconto del grande viaggio motociclistico di Ernesto e Alberto è diario di bordo, racconto di avventura e, a modo suo, romanzo di formazione. Ma non descrive il percorso della vita di un uomo bensì la nascita di un popolo che altri popoli hanno frantumato in mille razze disperse, spesso contrapposte. Quasi sempre nel nome di un Dio lontanissimo, incomprensibile e crudele. Sempre in nome di quel Dio la cui invocazione campeggia indecente sulle banconote verdi dell’altra America, dal potere quasi assoluto.

Si procede da sud a nord, in sella alla “Poderosa” monocilindrica, accompagnati da una prosa scorrevole e descrittivamente meticolosa che, mentre metabolizza la storia lungo un percorso orizzontale, si immerge perfettamente verticale in profondità fino a toccare radici nascoste e lontane di una civiltà oggi quasi irriconoscibile se si pensa all’antica grandezza. Tuttavia unica.
Il “discorso del lebbrosario” costituisce premessa e conclusione insieme del credo guevariano: “Costituiamo una sola razza meticcia che dal Messico fino allo stretto di Magellano presenta notevoli similitudini etniche. Per questo (…) brindo al Perù e all’America Unita.” Panamericanismo: il sogno del Che, la sua vita, il futuro suo e del “suo popolo”, la sua morte.

Le parole dello sconosciuto incontrato in un villaggio di montagna rappresentano infine un proclama, un manifesto e un testamento che descrive con impressionante e chiara consapevolezza il suo destino e quello di tutte le rivoluzioni destinate fatalmente a fermarsi per consolidare il terreno conquistato con il sangue del popolo e, proprio per questo, immediatamente a soccombere trasformandosi in controrivoluzione. Il Che sa benissimo che tutti coloro che hanno lottato e sofferto per l’ideale rivoluzionario “…moriranno maledicendo il potere che hanno contribuito a creare con il proprio sacrificio a volte immenso.”

Il giovane Ernesto Guevara de la Serna è lucido profeta di sé stesso. Vede con chiarezza la propria morte. Annuncia in termini assolutamente inequivocabili che morirà “… con il pugno chiuso e la mascella serrata, in una perfetta rappresentazione dell’odio e della lotta…” Il Che sa anche che questo, non altro, è il destino di tutti i rivoluzionari. Quelli veri, però. Un destino utilissimo, quasi indispensabile “…alla stessa società che lo sacrifica”. La rivoluzione divora sempre i suoi figli. Il Che grande, alla fine del viaggio, si vede “…cadere immolato per l’autentica rivoluzione uniformatrice di volontà, pronunciando un mea culpa esemplare.” Ricordate? “Fate questo in memoria di me”. Ogni epoca, ogni rivoluzione, porta con sé una croce.

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